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Poetella's Blog

~ "questo sol m'arde e questo m'innamora"- Michelangelo

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Archivi tag: vecchi post

per ricordarmelo… riposto (anche se non piove)

05 venerdì Feb 2016

Posted by poetella in poesia

≈ 7 commenti

Tag

amore, amore eterno, temporale, vecchi post

cielo-infocato(foto di potella)

Ma no, perché dici così? Poverina. Ma no! Vuoi mettere?
Te lo dico io chi è poverina. O poverino, che è lo stesso.
È povero chi non ha ricordi così intensi, così belli da dover credere, e forse a ragione, di non aver mai vissuto. Chi galleggia da sempre in un limbo di grigia mediocrità. Blanda calma piatta.
Non chi adesso che s’è scatenato un temporale, un temporale! dopo giorni e giorni di sole da deserto, un temporale con tuoni come bombe e acqua e fulmini e tutto un putiferio in cielo, lotte tra forze titaniche che non sai chi vincerà, chi perderà, e che importa? Staremo a vedere! un temporale come questo sai che fa?
Ricorda. Sorride e ricorda.

Ricorda un altro temporale, quando c’era silenzio se non sospiri, nella stanza e fuori sferragliava uno scatafascio di acqua e tuoni e fulmini e grandine. Chicchi come bombe sul piccolo tavolo bianco in balcone. E dentro era tutta dolcezza. Tutto tepore. tutto sfavillante desiderio, tutto generoso reciproco amore. E ricevere e dare e regalare e pretendere e appropriarsene e dare ancora e ancora e ancora. E ancora.

Poverina. Ma dai!

Chi s’è emozionata anche solo una volta così profondamente da sospettare d’essere vicina a morirne, o d’essere prossima alla fine del mondo, che certo non poteva continuare ad andare avanti così, ché tutto era troppo, troppo e troppo…

Poverina? No guarda!

Chi ha provato la tempesta infinita e la calma rigogliosa di un’isola che non sta nelle mappe, e lo stupore di uno sguardo che conteneva tutte le meraviglie del mondo e lo straordinario piacere di osservare un corpo da dio greco, assoluto e perfetto come solo i greci sapevano immaginare, ché i romani no! loro facevano ritratti. E la perfezione sulla terra non esiste. E invece esiste e qualcuno l’ha vista.
Lei l’ha vista. Toccata. Baciata. Posseduta, accarezzata. E s’è fatta baciare, toccare, possedere, accarezzare dalla bellezza, anche solo una volta, e non è stata solo una volta, lo sai! beh…

Poverina?

Solo perché è finita?
Non è finita. Non finirà mai.
L’impronta del Dio si porta in petto, marchiata a fuoco. E non si cancella.

Mai più. Mai. Mai più.
…
…
…

(by poetella)

Liszt – Sogno d’amore

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e siccome Incagliatoh…

17 giovedì Dic 2015

Posted by poetella in poesia

≈ 18 commenti

Tag

amore, antonio lobo antunes, vecchi post

ma sì, il piccolo blogger di Diario dal bordo (andate a curiosare che merita…)mi ha fatto tornare in mente il mio adorato Lobo Antunes… allora riposto, in suo onore e in onore(indegnamente) del mio scrittore preferito, questo vecchissimo post, di un tempo in  cui ero felice.

&&&

Che poi, vedi, quando lo leggo, quando leggo questo Antunes, questo gigante, questa fucina che rimischia stupori, meraviglie, emozioni continue e ti porta in alto, in alto come un ascensore puntato dritto verso Marte, o Andromeda, o che ne so.

Mi guardi, bellissimo? Non mi guardare così, dai, zitto. Stammi a sentire. Gira quei tuoi occhi d’oceano, che annego, non riesco a continuare, mi perdo, m’invischio nell’acqua azzurra del tuo sconfinato, travolgente desiderio acchetato. No. Zitto. Fermo. Lasciami dire.

Quando leggo questo Antunes, che sto lì appesa a quelle parole che si snodano compatte, come una collana di pietre dure e cristalli di rocca e ogni tanto brilla una perla e ogni tanto c’è una scheggia d’ossidiana nera nera e poi magari, c’è un sasso. Sì, un sasso che si stacca dalla collana e ti colpisce il cuore, te lo ferisce, ci fa un buco fondo che ci va a finire dentro tutto il mondo e il mondo si slarga e si schiara e t’avvolge e ti tira via e si espande dentro di te come un lago, come un mare, come…

fermo. Stai lì. Non ti girare. Resta immobile. Lasciami parlare mentre guardo questo tuo profilo perfetto di Endimione addormentato, questo tuo petto che respira regolare e brilla nella luce rosata di tramonto e la tua mano gioca con la mia coscia come se allisciasse la sua gatta preferita. Buono. Lasciami parlare, mentre guardo i tuoi capelli d’argento lunghi e lisci sparsi su questo lenzuolo azzurro come un’aureola attorno al tuo viso d’angelo caduto.

Quando leggo questo Antunes che mi dimentico di tutte le meschinità e anche le meschinità diventano splendori, certo, fasti di questa nostra piccola, umana vita di mortali che vorrebbero parlare con gli dei, e penso che fortuna, cazzo, che ho trovato questo che scrive ‘ste cose qui e lo aspettavo da una vita e mai, mai, mai, mai avrei pensato, mai penserò di trovare un altro, no vedi, mai ci sarà per me un altro, impossibile un altro

che fa l’amore come te.

Ridi? Non ridere, dai. Baciami, adesso.
…
…
…

(by poetella)

Wagner – Tannhauser Overture

(e niente foto, oggi. Non serve)

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tanto per ri-postare…

29 lunedì Ott 2012

Posted by poetella in amiche, amore?, consapevolezza, foto di poetella, le cose importanti, pensieri sparsi, saggezza, vecchie mie...

≈ 8 commenti

Tag

distacco, sorella, vecchi post

 

(foto di poetella)

ascolta poetella

 

 

Il distacco. ‘n accidenti proprio. Imparare il distacco. Andare verso il distacco. Guadagnare il distacco (s’accende una sigaretta. Aspira fondo, la testa un po’ indietro, poi butta fuori tutto il fumo).  Quale cacchio di distacco? Siamo umani, no? Bipedi (guarda sua sorella, che tace). Camminiamo. Vogliamo il duro sotto i piedi. Ci serve.

 

Altro che distacco. Visto mai uno che cammina per aria? Come gli amanti o le mucche di Chagall? Visto mai? (sua sorella non parla. La guarda. Non fuma)

 

Io mi sarei proprio scocciata di tutte queste stronzate sul distacco. Sul lascia che sia. Sul vivi l’adesso. Ma sì, cavolo, sì che lo vivo l’adesso. Come no? Mica mi serve che me lo ricordino. Che me lo consiglino. L’adesso si vive sempre. Finché si vive(la guarda. Quella, zitta. La guarda, fuma e parla). C’è qualcuno che non lo vive, l’adesso? Ti risulta?

 

È che vogliamo sapere. Vogliamo controllare. Vogliamo qualche drittina su quanto durerà quest’adesso. Sia che si voglia che finisca, sia che continui, ‘sto cavolo di adesso.

(e la sorella zitta, buona, beve il tè e guarda una farfalletta che svolacchia sui gerani)

 

Ma sì, sì, sì, sì! Certo che si vivrebbe meglio. Meglio, a non avere bisogno di programmare, pronosticare, o magari solo prevedere, con un piccolissimo margine di dubbio.  Senza andare a cercare conferme da tutte le parti. Meglio, si vivrebbe. Senza cercare nei fondi del caffè o nei rametti di millefoglie.

 

Ma come fai? Come cazzo fai? Balle, il distacco. Balle.

Vaglielo a dire a  quelli che gli è crollata la casa, la vita addosso. Vaglielo a dire a loro, il distacco.

O vienimene a parlare tra un po’.

Quando sarò vecchia. E lui non ci sarà più.

 

Sai che risate.

…

…

…

(by poetella)

 

 

.

 

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