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Poetella's Blog

~ "questo sol m'arde e questo m'innamora"- Michelangelo

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Archivi tag: vecchiaia

Comunque ci vorrebbe…

07 sabato Mag 2022

Posted by poetella in poesia

≈ 3 commenti

Tag

i segni del tempo, passa il tempo, vecchiaia

Comunque ci vorrebbe

-Mica chiedo tanto!-

ci vorrebbe un giorno senza

(non mi ci metto adesso a elencare senza che)

ma ci vorrebbe proprio una giornata intera

che dico, basterebbero poche ore

e che le ore scorressero placide

un fiume in pianura, liscio liscio

senza

– no, non serve precisare, via

che poi ognuno ci mette quello che vuole.

Che ne so, un doloretto

un sospetto

un fiotto di rabbia

un rumore

l’inarrestabile segnarti del tempo.

…

…

…

(by poetella)

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Tutto è sempre più grande fuori…

23 mercoledì Mar 2022

Posted by poetella in poesia

≈ 9 commenti

Tag

grilli per la testa, pace, quiete, rassegnazione, vecchiaia

Tutto è sempre più grande fuori, forse. Parrebbe.

Tutto sembra vasto, supremo, eroico, con quella luce di tramonto

con quel  suo rimbalzare di casa in casa,  

scoccare di rosso da un vetro di finestra

scoccare di rosa da quella collina lontana

tutto sembra più importante, più glorioso di questa attesa

di piccoli umani lontani da Dioniso, e anche da Apollo

di questa pausa breve tra il preparare

il pranzo servirlo riordinare

poi preparare la cena servirla riordinare

ciondolare tra un fare e disfare

le mani infarinate

inventare sorrisi come storie per bambini

scuotere piano la testa

sistemare il fermaglio sui capelli

rigorosamente raccolti. E lo specchio che  dice

-Guarda come somigli a nonna Aida. Guarda!-

Non è forse ora di rassegnarsi

placarsi

mettersi buona buona

e tirar fuori lana e ferri dal cestino in soffitta?

…

…

…

(by poetella)

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Alberi…

22 martedì Mar 2022

Posted by poetella in poesia

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Tag

alberi, pensierini sparsi..., primavera, vecchiaia

Oggi guardavo questi due alberi.
Vicini. Diversi.

Uno completamente secco.
Uno verde e rigoglioso.
E non credo conti l’età.

I sempreverdi insegnano.


…
…
…


(by poetella)

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Sai, succede a volte…

30 sabato Ott 2021

Posted by poetella in poesia

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Tag

affetti, amore, amore duraturo, cose che contano, famiglia, sonno, tenerezza, vecchiaia

Sai, succede a volte

è strano, ma succede. Mi prende una grande tenerezza, amico mio. Stanno passando gli anni e siamo ancora qui.

Al diavolo tante storie, tante strane, velleitarie speranze sdraiate sui cocci di vetro. Tanti grilli per la testa. Questo conta, (so ancora contare, che credi?) questo conta. Siamo ancora qui.

Ti guardo, ti addormenti seduto al tavolo come faceva mio nonno. Ero così piccola. Mi stupiva.

Ora so. Siamo vecchi, amico mio. e siamo ancora qui.

Posso dire che questa cosa mi intenerisce, vero? Me lo lasci dire, no?

E, comunque, succede a volte

è strano, ma succede. M’è venuta voglia di andare a prendere una copertina e mettertela sulle spalle.

Ho continuato a guardarti, e ho pensato agli anni. Anni e anni. Anni e anni.

E intanto sorridevo.

…

…

…

(by poetella)

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specchio delle mie brame…

24 domenica Ott 2021

Posted by poetella in poesia

≈ 4 commenti

Tag

amore, anni che passano, Ricordi, specchio, vecchiaia

(poetella bitonale)

Eppure lei non era quella che le rimandava lo specchio.

Era lo specchio ad essere vecchio, con tutte quelle macchie (questa mania dell’antiquariato!)

con tutte quelle rigature, (magari una pulitina sarebbe servita, che ne sai?)

lei era quella della stanza rossa, quella che Sei stupenda, guardati, diceva la voce, la voce morbida, la voce che quasi non ricordava più. Ma che avrebbe riconosciuto. Sicuro questo.

(Tanto che ti vuoi riconoscere, ormai).

Stanne certo, lei non era assolutamente quella che le rimandava lo specchio.

Erano le crepe della vecchiaia, povero specchio.

Andare subito a comprarne un altro. Nuovo. Brillante. Magico.

Uno specchio che sapesse annullare il tempo. Maledetto tempo. Maledetti ricordi.

…

…

…

(by poetella)

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Lei si domandava se per caso…

14 martedì Set 2021

Posted by poetella in poesia

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Tag

amore, bellezza, figli, fine di un amore, padri, Ricordi, vecchiaia, vita

(papà mio…)

Lei si domandava se per caso non stesse diventando suo padre. Certo, s’era sempre rabbuiata quando dicevano che la sorella somigliava a papà e lei a mamma. Si sentiva rivoltare dentro per quella schifosa bugia.

Lei somigliava a papà, altro che.

Stessa curiosità.

Stessa carica di positività, stessa voglia di scoprire, di fare, di imparare, di riparare, di sistemare. Stesso amore per la vita. E per l’amore.

E adesso si domandava se non stesse per caso diventando proprio lui.

Lui che raccontava. Lui che ricordava. Lui immobile o quasi. Dipendente da tutti per tutto.

Lui che era stato sempre così efficiente, così ingegnoso, come diceva la nonna “Bombolo è ‘ngignuso…” Bombolo… il figlio preferito tra sette figli. Il più bravo, il più bello.

E lei si domandava se non stesse diventando lui. Piena solo di ricordi. la vita tutta dietro. E l’amore.

…

…

…

(by poetella)

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Sì, passeranno…

28 mercoledì Lug 2021

Posted by poetella in poesia

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Tag

amore, amore perduto, paura della vecchiaia, vecchiaia

(un disegno di poetella)

Passeranno gli anni
in ogni caso passeranno e non so quando, non so se ci sarò, magari vecchia vecchia


– non mi ci so proprio vedere
vecchia vecchia,

sì
chissà  se ci sarò a ripetermi


(io che non voglio invecchiare, non voglio vedermi diventare ogni giorno più brutta e debole e  sola  e forse per questo morirò prima)


io camminando a stento, o magari aiutata da uno di quei bastoni a tre piedi, o spinta su una sedia a rotelle dalle mani ancora forti e pietose di mio figlio


chissà se ci sarò a ripetermi


– e forse la nostalgia sarà stemperata, appannata come gli occhi dei vecchi


chissà se ci sarò a ripetermi Eppure ti avevo amato! Quanto ti avevo amato!
Non tu. Tu no.


…
…
…


(by poetella)

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Va bene. Potrei simulare…

23 venerdì Lug 2021

Posted by poetella in poesia

≈ 9 commenti

Tag

Antinoo, bellezza, nostalgia, salute, vecchiaia, Voglia di bellezza

(dal web- Antinoo il bellissimo)

Va bene. Potrei simulare una salute perfetta. Tipo atleta olimpico. Visto che sani? Che forti? Che belli?

Potrei non dare retta alla schiena, nemmeno alle mani, via. Potrei ignorare quel doloretto al fianco (figurati, c’è da tanto! ormai sarei morta!)

Potrei anche fingere di vederci benissimo. Da vicino, da lontano. Occhio d’aquila. Un bel nome indiano.

Quelli delle belle nei film Western. O erano i belli?

Bah, comunque.

E’ un po’ che non vedo belli. O belle. Da vicino, intendo.

Questo non riesco proprio a ignorarlo.

La Bellezza mi manca.

I fiori? Sì, vabbè, i fiori. ma che c’entra?

…

…

…

(by poetella)

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E se anche fosse arrivato il momento…

19 mercoledì Ott 2016

Posted by poetella in poesia

≈ 4 commenti

Tag

amore, poesia, ricordando un amore, Ricordi, vecchiaia

(un video di poetella)

 

………………………………………………. E se anche fosse arrivato il momento

se anche lei si fosse dovuta richiudere nel castello scuro e freddo,

alte pareti di pietra umida, piccole finestre e fuori un paese di nebbie e nebbie e nubi e gelo

e pioggia e grandine,

chicchi grossi così!

 un paese morto, desolato, incustodito coi cani randagi e orde di barbari a scendere ogni tanto

e andarsene bruciando erba secca

 

………………………………………………..  se anche fosse arrivato il momento

di dire addio ai prati, ai crochi in festa, alle nuvole bianche e ai sorrisi del vento e della giovinezza,

di rinserrarsi in un buio come di sottoterra, di pozzo, di fogna, di grotta senza uscita da girare e rigirare per cunicoli senza torcia, un buio di tana di lupi, di orsi, di serpi

 

……………………………………………………. se anche fosse arrivato il momento

di staccare l’ancora e lasciare che la zattera prendesse il largo nel vasto mare del destino

e magari slegare il palloncino azzurro, lasciarlo, vederlo lievitare libero su in cielo

vederlo diventare un puntolino minuscolo e poi sparire nella sconfinata, radiosa luce del suo futuro

 

……………………………………………………  se anche fosse arrivato il momento

 certo mai lei  avrebbe, certo, mai dimenticato quelle labbra di lampone e gelsomino

quegli occhi straordinari d’oceano ondoso e vasto

quella voce di sorgente di montagna che diceva

Sei bellissima! Bella da morire!

 

E questo, si diceva, questo non ha prezzo!

 

Per tutto il resto…c’è MasterCard!

…

…

…

(by poetella)

 

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dunque, è così che va?

13 martedì Set 2016

Posted by poetella in poesia

≈ 15 commenti

Tag

amore, fine di un amore, vecchiaia, video

(un video di poetella)

.

………………………………………………….. Dunque è così che va?

Uno starsene quieti, le ore equidistanti. Nessuna accelerazione. Niente fretta.

Un sorriso appena accennato, alberi nella nebbia. Cipressi, ecco.

Solo un lieve dondolio nel vento.

…………………………………………………….. È così che va, che procede?

Niente particolari attese. Nessun trasalimento.

Piccole occupazioni domestiche.

Riordinare archiviare rinfrescare.

Controllare preparare conservare. È così?

 

C’è una certa dolcezza. Indubbio.

Forse un po’ dolente.

Un respiro regolare.  Una cantata larga. Comunque.

 

Salutare il gatto al portone.

Ormai s’è accasato. Risponde al saluto. Miao miao.

La giovane vicina che lascia aperta la porta dell’ascensore e aspetta che entri.

 

Poi si fa sera.

E poi notte. Sempre.

…

…

…

(by poetella)

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poetella legge Filippo Amadei

13 venerdì Mag 2016

Posted by poetella in poesia

≈ 7 commenti

Tag

appartamento piccolo, aria, Filippo Amadei, genitori, Oltre le ringhiere, poesia, trasloco, vecchiaia, videopoesia

da “Oltre le ringhiere” – Raffaelli editore – 2014

 

I genitori hanno traslocato di sotto

nell’appartamento più piccolo, loro due soli

è bastato un fine settimana, la cucina

annessa al soggiorno, il disimpegno scomparso

e quel tavolo più vicino alla credenza.

Invecchiando si restringe lo spazio vitale

il perimetro dei gesti domestici, ci si allena

a chiedere meno, anche a se stessi, anche l’aria

si dimentica, invisibile prima

ora una mancanza.

 

 

Da “Oltre le ringhiere” di Filippo Amadei

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Mi ricordo che…

06 venerdì Mag 2016

Posted by poetella in poesia

≈ 6 commenti

Tag

Marina Abramovic e Ulay, meglio solo ricordarsi giovni e belli, rivedersi, vecchiaia

.

.

.

……………………………………. Mi ricordo che, pieno pieno. Tutte facce stanche. Anche la mia. Neanche un posto a sedere, ovvio. Zaini, spintoni. Doveva essermi  andato via anche il rossetto. I crackers a ricreazione. Finisce che me lo mangio sempre.

…………………………….. Mi ricordo che fuori un bel sole, però. Consolante. E l’auto procedeva lento nel traffico delle 14.30. Una fame!

E c’era una donna, una donna grassa grassa, seduta accanto a me, io in piedi, che mi guardava.Sorrideva. (Sta per parlare? Sorride. Mi sorride. La conosco?  No, non mi pare)

……………………………….. Mi ricordo che, poi, Non mi riconosce? Aveva detto. E l’avevo  guardata. Faccia vista da qualche parte, ma non… Il sorriso. Ecco, il sorriso. Ma dove? Ma chi? No. Proprio no.

……………………………….. Mi ricordo che, Natalina! Aveva detto, sporgendo la testa verso di me. Quasi a farsi guardare meglio.

(ma chi è Natalina? Natalina. Dove? Eppure, ma sì, sì! Natalina! una bidella. Ma, una bidella di scuola mia o della scuola di  mio figlio da piccolo?

………………………………. Mi ricordo che fatto la vaga. Finto di. Simulato bene. E, Ah! Sì, Natalina! Come sta? Avevo detto. Con grande entusiasmo. Come di vecchi  che si ritrovano.  Sorriso intenerito, immalinconito. Dopo anni.

………………………………. Mi ricordo che, Bene, professorè, e lei?  E sorrideva, sorrideva e muoveva la testa di qua e di là. Come a dire no, no! (Professorè! Allora è una bidella di scuola mia. Ecco, ricordo. Quanti anni! Ma Natalina era magra. Giovane, saltava come un grillo. Beh, non giovanissima, ma questa…)

………………….………………Mi ricordo  che, E’ rimasta uguale, professorè! Diceva ancora. Uguale uguale! Cammina sempre? Certo, Natalina, certo! Tutti i  giorni, da sedici anni, tutti i giorni. Quattro chilometri. Brava! Aveva detto. Si vede! È sempre giovane!  E sorriso. Suo e mio. Lei che faceva sì, io che facevo no, con la testa.

Ma lei no, lei non era rimasta uguale. Lei era una vecchia grassa, una sedia e mezzo di spazio, e poi il viso! Canyon e praterie. Tutte rughe che si stendevano e si rapprendevano ad ogni parola mollemente. Vischiosamente. Un leggero ansimare. I capelli  radi, opachi, grigiastri, gli occhi stanchi. Le mani grassocce che stringevano una borsetta di fintapelle. I piedi gonfi. Scoppiavano nelle scarpe.

Beh, oggi non ho mai pensato a te, amore mio. Neanche ieri. Troppo da fare, ma… sai che sto pensando ora

Spero di non incontrarti mai più, ragazzaccio bello. Mai più.

…

…

…

 

(by poetella)

o forse, sì, ma non troppo tardi…

.

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E lei pensa Prima o poi si…

07 lunedì Mar 2016

Posted by poetella in poesia

≈ 13 commenti

Tag

amore, bellezza che consola, fine di un amore, primavera, vecchiaia

Listener

(foto di poetella)
.

………………………………………. E lei pensa Prima o poi si diluirà quest’amaro in bocca
come si diluisce la notte sui tetti delle case al mattino, come si diluiscono le nubi alle sferzate delle raffiche di marzo o la nebbia che si sgretola alle tenere leccatine del sole sempre più alto, nel giorno.
……………………………………… E lei pensa Prima o poi s’allenterà questa nostalgia di giovinezza come s’allenta il nodo in gola al fluire delle prime lacrime che lavano il dolore del mondo. Come s’allenta la morsa di tutti i dolori con un’anestesia di pietosa bellezza

………………………………………. E lei pensa Prima o poi si tornerà a camminare a sorriso pieno, dimentichi, senza voltarsi indietro, con lo sguardo luminoso come luminosi sono i giorni d’inoltrata primavera che brillano tra le gemme e i piccoli fiori e slargano i cuori e spianano i crucci e spolverano di dolcezza le ferite del mondo, ché, si sa

la primavera consola anche i vecchi.
…
…
…

(by poetella)

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E quando saranno passati…

05 sabato Dic 2015

Posted by poetella in poesia

≈ 12 commenti

Tag

amore, amore eterno, fine di un amore, poesia, vecchiaia

20151205_114727(foto di poetella)

.

 
E quando saranno passati vent’anni
guarderò ancora dentro questo buco di cuore
se guarderò
se ancor ci sarà un buco o un cuore
e le ferite saranno tutte lì
quando saranno passati vent’anni
andrò ancor a cercare paesaggi sfumati di trame di nostalgia
quel tuo guardarmi dal cruscotto della macchina
mentre ti venivo incontro
e sorridevo
e anche gli occhi saranno ormai annebbiati
tra vent’anni
e cercherò poi l’abbraccio nella scatola dei ricordi
piena di polvere soffocata scolorita
cercherò quel disegno quella curva tra la spalla e il collo
quei ricami di minuscole rughe attorno al celeste
degli indescrivibili tuoi occhi
e la voce.

E i ricordi ricorderanno chi sono.
Chi sono stata

chi sei stato per me. Con me. In me.
…
…
…

(by poetella)

Czerny- Huit Nocturnes, Op. 604_-No. 1
.

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Non partirà nessun treno…

23 lunedì Feb 2015

Posted by poetella in poesia

≈ 25 commenti

Tag

fine di un amore, poesia, tristezza, vecchiaia

binari

(foto dal web)

.

.
Non partirà nessun treno
mai più
mai più da questa stazione di dolore
abbandonata tutto è fermo la campana bloccata
arrugginita erbacce nella vasca della fontana
secca. Neanche un gatto
a miagolare accanto ai rami
spogli del rampicante. Chissà cos’era
prima. Se fiori. Se foglie.

Ed è sempre il tramonto.

Non si farà mai notte.
…
…
…

(by poetella)

.

.

.

 

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leggendo Jaccottet…

07 sabato Feb 2015

Posted by poetella in poesia

≈ 17 commenti

Tag

bellezza, fine di un amore, fotografia, leggere, philippe jaccottet, poesia, vecchiaia, video

(un video di poetella)

.

“Cancellare tutti gli errori, i sotterfugi, tutte le forme
di distruzione; per non conservare altro che queste
lievi, queste fragili punte di freccia, scoccate
da un angolo d’ombra a fine inverno”

da “E, tuttavia” di Philippe Jaccottet

…e si parlava di viole.
Dove poter cercare viole in questo interminabile, piovoso, ventoso inverno?
Dev’essere questo il punto. Le viole.
La loro assenza.
Dunque non si cancella nulla, non si dimentica. Niente viole. Non ci si placa.

Eppure c’è stato un tempo in cui avevo le braccia cariche di viole. Grondavo viole come un quadro preraffaellita. Così era il mio stare. Il mio andare nel dolore del mondo.
Quel profumo mi cautelava. Mi stordiva. Mi drogava.
E tutto accettavo. Tutto tolleravo. Tutto portavo a cuor leggero.
Non c’era pietra che mi colpisse. Nulla che mi ferisse.
In quei giorni.
In quella mia tardiva primavera che credevo eterna.

E non lo era. Come tutto, in fondo.
…
…
…

(by poetella)

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Certo che mi piacerebbe andare…

25 giovedì Dic 2014

Posted by poetella in poesia

≈ 14 commenti

Tag

Natale, papà, tristezza, vecchiaia

p514-1(foto di poetella)

.

 
Certo che mi piacerebbe andare, dice.
Ma la casa, sai, pochi appoggi
Come faccio ad arrivare al tavolo
al bagnetto il deambulatore non c’entra.
E poi le scale.

Guarda la grande stampa, 2.80×1.60 sulla parete di fronte al letto
l’unico paesaggio che ormai gli è permesso.
Bello, vero? Dice anche oggi. Le Matin del Vernet. Ah! Oggi è Natale!
Che ci farete

poi?
…
…
…

(by poetella)

Mahler: Adagietto della 5ª Sinfonia
.

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Ma io non lo so se…

08 lunedì Dic 2014

Posted by poetella in poesia

≈ 19 commenti

Tag

dubbi, felicità perduta, fine di un amore, tristezza, vecchiaia

rosso(foto di poetella)

.

 
Ma io non lo so se chi non abbia mai provato certi piaceri, certe sensazioni, certe emozioni e dunque non sappia cosa si perde a non…sia più sconsolato di chi abbia provato, abbondantemente provato, appassionatamente provato, parossisticamente provato  tutto questo e l’abbia poi perduto probabilmente per sempre.

Proprio non lo so.
…
…
…

(by poetella)

.

.

.

 

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Che ne pensi, ci pensi mai… (ok, ok, sorry… ripost!)

30 sabato Ago 2014

Posted by poetella in amore?, foto di poetella, poesia, quando finirà

≈ 21 commenti

Tag

amore, fotografia, musica, poesia, ti ricordi, vecchiaia

lo-scolapiatti2(foto di poetella)

qui la voce di poetella

 

 

Che ne pensi, ci pensi mai

anche se hai detto di no, no, che non serve

a che servirebbe?

ci pensi mai alle briciole che conserverò in fondo

alle tasche per quando la fame

sarà diventata cronica

e si vivrà delle riserve di grasso e luce accumulate

prima della carestia

prima della chiusura definitiva

del mercato dei sogni?

 

Ci pensi mai

a quando mi ricordo sarà il dire

più semplice, più facile

più triste da pronunciare

E mi ricorderò, mi ricorderò

Come potrei non?

 

Una mattina, prestissimo

nel silenzio che ricorda ancora la notte

a casa è crollato

lo scolapiatti

facendo sobbalzare, credo

tutto il palazzo.

Pensa, s’è rotto solo un bicchiere!

 

Chissà se farà quel rumore il mio cuore

quando tornerò io

Non più noi.

..

…

…

(by poetella)

 

 

 

 

Brian Eno – An Ending

 

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Ma basta. Basta, ti prego, basta!

09 sabato Ago 2014

Posted by poetella in padri e figli, papà, pazienza, quando finisce?, ricordi, smania, solitudine, ti perdono, vecchiaia

≈ 18 commenti

Tag

fotografia, papà, Ricordi, tristezza, vecchiaia

papà ciclista(una vecchia foto di…)

Ma basta. Basta, ti prego, basta! E il lavoro a 14 anni, e la bicicletta. E il fattorino postale. E il calcio. E la chiamata alle armi. Basta.
E la classe del ’18 povera. E hanno chiamato anche quella del ’19. basta!
E poi la guerra e la prigionia. E Zonderwater. E la patente. E l’autobotte. E lo shop indiano. E le salsicce. E il carcere. E la mattina dopo il capitano che ti libera. Ché gli servivi. Per i maiali. Basta!
Tutte le settimane. Tutti i sabati dalle 17.00 alle 19.00. Basta.
Non ce la faccio più.

Tutti i sabati. E certe volte anche i mercoledì. E il lavoro a 14 anni, e la bicicletta. E il fattorino postale. E il calcio. E la chiamata alle armi. Basta.
E la classe del ’18 povera. E hanno chiamato anche quella del ’19. basta!
E poi la guerra e la prigionia. E Zonderwater. E la patente. E l’autobotte. E lo shop indiano. E le salsicce. E il carcere. E la mattina dopo il capitano che ti libera. Ché gli servivi. Per i maiali. Basta!
Parliamo un po’ d’altro, vuoi? Ma di cosa parliamo?

Te ne stai lì, sulla poltrona, ti ci metti quando arrivo, se no stai a letto.
E ricominci a raccontare.
Tutti i sabati. E certe volte, magari perché non stai tanto bene, magari c’hai la tosse, e vengo pure il mercoledì e tu, il lavoro a 14 anni, e la bicicletta. E il fattorino postale. E il calcio. E la chiamata alle armi. Basta.
E la classe del ’18 povera. E hanno chiamato anche quella del ’19. Basta!
E poi la guerra e la prigionia. E Zonderwater. E la patente. E l’autobotte. E lo shop indiano. E le salsicce. E il carcere. E la mattina dopo il capitano che ti libera. Ché gli servivi. Per i maiali. Basta!

E vuoi che i giornali pubblichino la tua storia. Gli scrivi. Non rispondono. E ti arrabbi.
La storia della tua vita. Ma no, dai! Sui giornali scrivono i giornalisti. E mbeh? La mia storia è importante. Per te, dico io, come per me! per tutti, dici tu. Balbo, l’ho visto cadere. Fuoco nemico.
Ma lo sanno tutti, dico io, ah sì? Dici te.
Ma che te lo dico a fare. Tanto ricominci.
Ricominci, anche due volte, in quelle due ore, tutti i sabati e certe volte pure i mercoledì, che mi fai pena in quella stanza, a fare niente, solo a rigirarti vecchie foto che ti scappano di mano, mi fai tanta pena ma io non ti faccio pena. Non hai pietà di me. Neanche mi guardi.
E ricominci. Tutti i sabati, e pure qualche mercoledì, il lavoro a 14 anni, e la bicicletta. E il fattorino postale. E il calcio. E la chiamata alle armi. Basta.
E la classe del ’18 povera. E hanno chiamato anche quella del ’19. basta!
E poi la guerra e la prigionia. E Zonderwater. E la patente. E l’autobotte. E lo shop indiano. E le salsicce. E il carcere. E la mattina dopo il capitano che ti libera. Ché gli servivi. Per i maiali.

Non ce la faccio più, papà.

Quanto, ancora?

…
…
…

(by poetella, stranita)

 

(e niente musica. cazzo)

 

 

.

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Bene, avere parecchio da…

07 sabato Giu 2014

Posted by poetella in ricordando l'amore, ricordi, vecchiaia

≈ 14 commenti

Tag

amore, attesa, ti ricordi, vecchiaia

potature(foto di poetella)

.
Bene, avere parecchio da presentare

al custode dei ricordi, quello nutrito e cresciuto in petto. Il più potente dei signori. Il più amato.
Questo.

Come quella volta lì che c’era la neve e papà m’aveva presa in braccio. Per non farmi gelare i piedini. Fuori del cinema, aspettando il tram. Guantini di lana rosa.
Tirare fuori dalla sporta pesante e tenere in mano, allora, in grembo, magari, ché le mani saranno stanche e tutte storte per l’artrosi. Tenere lì. Guardare e sorridere. Così.

Avere parecchio da presentare

al custode dei ricordi, quello nutrito e cresciuto in petto. Il più potente dei signori. Il più amato.
Questo ci vuole.

Come quell’altra volta che tu, ah, tu! con lo sguardo di bambino perduto, m’hai detto vai già via?
E sarei restata ancora mille anni. Mille e mille anni anche solo a guardarti.
Anche solo a guardarti.
Tirare fuori dalla sporta pesante e tenere sul cuore. Il cuore. E ancora batterà lento.
O veloce. O non lo so come.

Seduta in balcone all’inizio dell’estate, allora, che chissà chi lo curerà il balcone, io vecchia vecchia e debole e stanca

bene, avrò parecchio da presentare

al custode dei miei ricordi che nutro e cresco in petto. Il più potente dei miei signori. Il più amato.

Come quell’altra volta ancora che mi stringevi le mani e baci a pioggia mi svegliavano al mondo e la tua voce, la tua voce!
O quell’altra che… ma questo non lo dico. Lo lascio lì, è mio…

ce ne sarà da stare a ricordare, a ripescare nel cumulo, quel giorno.

Quel giorno lì, quando niente più tempo, né gambe, né mani, labbra e occhi per costruire nuove tracce di lucente memoria.

E mi farò bastare quello che c’è. Spero.
…
…
…
(by poetella)

 

Que serà serà. Connie Francis

 

.

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Ma tu te lo compri il…

24 sabato Mag 2014

Posted by poetella in foto di poetella, papà, televisione, vecchiaia

≈ 11 commenti

Tag

che sarà di noi?, fiori, fotografia, papà, vecchiaia

la rosa(la rosa di poetella)

.

.

 
Ma tu te lo compri il giornaletto coi programmi?dice.
No. Fa lei.
E come fai?
Lei fa il gesto di pigiare il telecomando. Cerco, dice.
Poi, mica la vedo tanto la tv
Lui sfoglia il libricino. Non ha sentito la risposta.
Stasera, vediamo, dice. Film drammatico. no.. non mi piace. Mi piacciono i western.
Su rete4, vediamo. Ma tu non te lo compri il libricino? Dice.
E lei, no. Non lo compro. E come fai? Chiede ancora. E continua a girare pagine. Rete4, canale5, rai3, no, rai3 no, che so’ tutti comunisti.
Lei scuote la testa.
Iris, qui fanno film. Vediamo. Legge, storpiandoli, nomi di attori che non conosce. Non c’è John Wayne, dice.
Ma tu non te lo…
No, non lo compro mai! E come fai? Dice.

Vuoi un bicchiere di succo di frutta, papà? Dice lei.
Lui continua a leggere. Non risponde. Rai Movie. Altri titoli, altri attori coi nomi difficili.
Ti va di alzarti e fare due passi in corridoio?
Questo lo sente. No, non me la sento, dice. Non mi tengono le gambe.

Lei non insiste. A che serve, ormai?
Poi, non ha mai insistito con lui. Combattuto, sì. Ma insistito. Adesso, poi.
Ormai è una corteccia vecchia, svuotata di tutta la forza immensa che aveva.
Svuotato di tutta la furia che la spaventava tanto.
Fragile. Debole. Totalmente dipendente da tutto e tutti.
Ma ancora testone. Anzi, sempre più testone.
Dai, devi bere, dice lei. Te lo porto un succo di frutta. O vuoi una cocacola?
E lui, no! voglio vedere un film con John Wayne, dice.

Speriamo che qualcuno lo trasmetta, pensa lei. E prende il giornaletto, cercando. Con diligenza. Pazienza. E tanta pena.

Tra poco tornerà a casa a consolarsi con la sua rosa. Lei.
…
…
…
(by poetella)

O rosa bella – ballata

 
.

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Si sono tutte aperte…

21 mercoledì Mag 2014

Posted by poetella in amore?, anima, aspettando la vecchiaia, Bellezza, consapevolezza, cosa sarà di noi?, crescere, fine di un amore, fiori, fiori di poetella, foto di poetella, fotografia, i miei fiori, la memoria, lasciamovolareilpalloncino, malinconia, mi manchi, nostalgia, paura di non amore, peonie, ricordi

≈ 17 commenti

Tag

amore, crescere, fine di un amore, fiori, fotografia, nostalgia, ti ricordi, vecchiaia

10262120_10203220025653732_8304946550249745405_n(foto di poetella).

.

 
Si sono tutte aperte. Tutte e tre.
A una stanno cominciando a cadere dei petali. Bianchi. Sottili. Sembrano riccioli di burro.
Mi ricordano, per lo meno, riccioli di burro. Come quelli che trovavo, e mi parevano magici, non da mangiare, non da distruggere spalmandoli sul panino caldo, quelli che trovavo nella vaschetta di cristallo rettangolare con gli angoli stondati e il cucchiaino a paletta d’argento accanto a quelle altre tonde, ciotoline con dentro marmellate di vari colori. Tre, mi pare. o due. Non ricordo bene. Ricordo solo che mi piaceva più di tutte quella rosso chiaro.
Mamma diceva, tutta bella, tutti i capelli rossi lunghi, tutta elegante nel suo prendisole di piquè rosa, al tavolo della prima colazione dell’albergo, al mare, mamma diceva che quella era di fragole. La mia preferita. Ancora adesso. Mangia e non ti sporcare.
E allora avevo quattro anni.
Pare che i gusti io non li cambi molto di frequente.

Anche le peonie mi sono sempre piaciute. Ne avevo una di organza applicata sulla camiciola verde menta, a quattro anni, all’albergo al mare.
E mi piaceva da matti.
La toccavo per essere sicura di non perderla. Sicura. Sempre.
Le peonie hanno una bellezza dolente. Ci senti dentro tutta la malinconia della fine.
Ci senti dentro una musica d’oboe. Fonda. Struggente.
Un profumo d’oblio.
Una sta perdendo i petali. Destino.
Quando saranno sfiorite ne comprerò altre.
Loro, posso ricomprarle.
Almeno per qualche altra settimana.

Poi, non più.
…
…
…

(by poetella)

 

Oblivion (Piazzolla)

 
.

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Bene. Dobbiamo prepararci…

21 mercoledì Mag 2014

Posted by poetella in aspettando la vecchiaia, oggi non gira, poesia

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Tag

amico ritrovato, anima, crescere, fine di un amore, fiori, fotografia, poesia, vecchiaia

10307382_10203212378062547_8657158712343624452_n(foto di poetella)

.

.
Bene. Dobbiamo prepararci
tenere a posto tutte le cose continuare
costantemente ad imparare la strada tenerla
bella pulita sgombrata da residui di tracciati già scritti
previsti prevedibili sbocchi di svolte
improvvise
improvvise cadute di tensione
sbarramenti alle nostre residue nuove emozioni
tenere gli occhi belli aperti e la bocca
pronta predisposta a fare oh! Oh!
col libricino dei ricordi a portata di mano
benedetti! Da aggiornare. Via via.

Dobbiamo immagazzinare la luce e l’aria
e il calore e il colore o magari il tepore
e l’allegria e la gioia, sì, la gioia di qua e di là
nei fiori? Si faccia esperto giardinaggio
si studi. Si scatenino passioni spassionate per quadri
e vite d’altri nelle pagine e pagine ammonticchiate
nella memoria e nelle librerie
o negli occhi neri d’oriente dell’amico ritrovato (caro!)
nel miagolio affettuoso del gatto adottato
dal condominio
nel profumo di gelsomino e di peperoni arrostiti
ché l’amore…

ché, stella stellina
la notte s’avvicina
la fiamma traballa
la mucca è nella stalla…

no. Questo non c’entra proprio niente, adesso.
Noi si guarda avanti. Noi.

Verso l’aurora.
…
…
…

(by poetella)

 Rachmaninov – Elegia in MI bemolle minore – Op.3 No. 1

 

 

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E vorrei dire ma sì, lo so…

12 lunedì Mag 2014

Posted by poetella in papà, ricordi, vecchiaia

≈ 36 commenti

Tag

papà, Ricordi, vecchiaia

papà a 19 anni

( lui, a 18 anni…)

E vorrei dire ma sì, lo so, me lo dici tutti i sabati, lo so!
E invece dico chissà come correvi!
E tu, sì, sì! Mi serviva d’allenamento, mi serviva fare il fattorino postale, ché io ero un campione, lo sai?
Ed io vorrei dire ma sì! Lo so, lo so, me lo dici tutti i sabati e certe volte pure gli altri giorni, per telefono! E invece dico ma quanti anni avevi?
E tu continui, mica senti, mica rispondi, continui. Che poi giocavo anche a pallone, dici, lo sai?
Ed io lo so, lo so. Sono anni che lo so.
Me lo racconti e riracconti ogni volta, ogni volta andando a ripescare un te forte, giovane, bello fuori da quel letto con le lenzuola celesti e la traversa di plastica.

E continui, sempre le stesse parole, una cantilena. Il lavoro dall’ingegnere, ché girava per i cantieri e gli serviva uno che prendeva le telefonate, dici.
E lo zio Zerilli, pezzo grosso, laureato, a quei tempi! Pensa! funzionario di Stato che mi fa entrare alle poste, dici. Portavo i soldi a casa!

Dove la trovo la pazienza di fare eh, sì! Soddisfatta. Un po’ sorpresa.
Guardo l’orologio.
Dove la trovo la pazienza per fare qualche domanda nuova, se pioveva come facevi, con la bici? E i telegrammi?
Ma tu non senti le domande. Tu stai chiuso nella scatola dei ricordi e ci guardi dentro.
Fuori non c’è niente. Io sono solo orecchie che sentono.
Fuori, solo il letto con le lenzuola azzurre e la traversa di plastica.
E continui la cantilena.
Alle poste. A Misurata, la casetta a schiera. Sedici anni. Il vicino che cucinava. Pasta e alici. Uova fritte. Patate. E poi l’Ufficio Postale a Tripoli. Lo sportello delle raccomandate e le ragazze,
poche, che venivano e sorridevano.
Poi la cartolina di leva. La classe del ’18 povera, chiamano anche i primi mesi del ’19.
E sei fregato, dici.

E anche io, anche io questo sabato, quest’ennesimo sabato sono fregata.
Speravo di distrarti. Magari con le foto sul telefonino del pronipote bello bello. Invece, niente.
Solo perché in una foto c’era una bici. Ti sei attaccato a quella. Hai preso il via.
Ripreso il romanzo. Un’altra volta.
La bici, campione. Il pallone. Lo zio Zerilli, pezzo grosso, tu fattorino postale,a sedici anni. l’Ufficio a Misurata. Quello a Tripoli, allo sportello delle raccomandate, le ragazze, la chiamata alla leva, la classe povera del ’18 e ti hanno fregato.

Ora devo chiamare il taxi, papà. Devo andare. È tardi.

Sì, amore mio, dici. Vai! Grazie!
…
…
…
(by poetella)

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‘n accidenti…(ri-post)

31 lunedì Mar 2014

Posted by poetella in addio amica mia, amiche, amore?, anima, crescere con l'amore, foto di poetella

≈ 25 commenti

Tag

amore, consapevolezza, crescere, distacco, fumo, vecchiaia

nuvoletta(foto di poetella)

ascolta poetella

 

 

Il distacco. ‘n accidenti proprio. Imparare il distacco. Andare verso il distacco. Guadagnare il distacco (s’accende una sigaretta. Aspira fondo, la testa un po’ indietro, poi butta fuori tutto il fumo).  Quale cacchio di distacco? Siamo umani, no? Bipedi (guarda sua sorella, che tace). Camminiamo. Vogliamo il duro sotto i piedi. Ci serve.

 

Altro che distacco. Visto mai uno che cammina per aria? Come gli amanti o le mucche di Chagall? Visto mai? (sua sorella non parla. La guarda. Non fuma)

 

Io mi sarei proprio scocciata di tutte queste stronzate sul distacco. Sul lascia che sia. Sul vivi l’adesso. Ma sì, cavolo, sì che lo vivo l’adesso. Come no? Mica mi serve che me lo ricordino. Che me lo consiglino. L’adesso si vive sempre. Finché si vive(la guarda. Quella, zitta. La guarda, fuma e parla). C’è qualcuno che non lo vive, l’adesso? Ti risulta?

 

È che vogliamo sapere. Vogliamo controllare. Vogliamo qualche drittina su quanto durerà quest’adesso. Sia che si voglia che finisca, sia che continui, ‘sto cavolo di adesso.

(e la sorella zitta, buona, beve il tè e guarda una farfalletta che svolacchia sui gerani)

 

Ma sì, sì, sì, sì! Certo che si vivrebbe meglio. Meglio, a non avere bisogno di programmare, pronosticare, o magari solo prevedere, con un piccolissimo margine di dubbio.  Senza andare a cercare conferme da tutte le parti. Meglio, si vivrebbe. Senza cercare nei fondi del caffè o nei rametti di millefoglie.

 

Ma come fai? Come cazzo fai? Balle, il distacco. Balle.

Vaglielo a dire a  quelli che gli è crollata la casa, la vita addosso. Vaglielo a dire a loro, il distacco.

O vienimene a parlare tra un po’.

Quando sarò vecchia. E lui non ci sarà più.

 

Sai che risate.

…

…

…

(by poetella)

 

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È caduta. Vestita da fragoletta…

17 lunedì Feb 2014

Posted by poetella in allegria!, amore?, basta!, biografia..., consapevolezza, cosa sarà di noi?, diario, fine di un amore, indipendenza, malinconia, mi manchi, piangere, poesia, stanchezza, vecchiaia

≈ 8 commenti

Tag

amore, nostalgia, piangere, tristezza, vecchiaia

fragola

(foto dal web)

 

 

È caduta. Vestita da fragoletta.

Con le calze bianche e un vestitino rosso di pannolenci. O di pile

non ho visto bene, tutto a pallini neri. Applicati.

E una fragola in testa. Un cappellino. Con le foglioline verdi di qua e di là.

Punto.

 

È caduta. Avrà avuto un paio d’anni.

Le calze bianche tutte sporcate.

Le guardava. La faccetta, in un attimo, affogata di lacrime.

Senza consolazione.

Neanche la mamma buona a calmarla.

La sentivo piangere anche dopo averla superata di più di venti passi.

O metri.

O giorni. O anni.

A gran voce.

 

Io non piango.

Io non sono caduta.

Non è caduto nessuno.

Chiudiamola lì.

…

…

…

(by poetella)

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La tavola, dice. No, non mi ricordo…

16 domenica Feb 2014

Posted by poetella in cosa sarà di noi?, diario, la memoria, pace, primavera, quasi racconti, ricordi, speranza, vecchiaia

≈ 18 commenti

Tag

40 anni, amore, dimmi, Ricordi, ti ricordi, vecchiaia

luce(foto di poetella)

qui la voce di poetella

.

La tavola, dice. No, non mi ricordo.

Non lo so mica dove prendevamo la tavola. Camminano.

Aria proprio di primavera. Giacchetta rossa, lei. Camicia, pantaloni.

Lui maglione a collo alto, giacca. Se mi fai prendere freddo vedi, dice. E sorride.

Sorriso stampato, oggi.

Ma dove la prendevamo la tavola? Boh. I cuscinetti a sfera, quelli sì. Ce li dava il ferramenta. Compravamo. I soldi?

Cercavamo le bottiglie, te l’ho raccontato?  dice. (difficile non le abbia raccontato qualcosa, in quarant’anni.)

Cercavamo bottiglie. Di vetro, sì. Le portavamo al supermercato. Tutte sporche. Quelli sorridevano e ci davano i soldi. (‘sta cosa delle bottiglie, in effetti. Forse sì, gliel’aveva raccontata. O forse no)

Mica tutte. Certe non (sposta un ramo di platano che gli dondola davanti) non andavano bene. Mica tutte. Quelle dell’acqua minerale, sì. Quelle della coca cola. Quelle delle birre, mi pare di sì. Quelle dell’aranciata, no.

Come dove? Le prendevamo dove le trovavamo. Nelle aiuole. Accanto ai bidoni della spazzatura. Fuori dei portoni. Tutte sporche. Tutte pasticciate. Piene di terra. ‘no schifo!

Raccoglievamo e portavamo al supermercato, dice. E quelli ci davano qualche soldo. Bastavano per comprare i cuscinetti a sfera.

Pure i giornaletti. Il ferramenta si prendeva i giornaletti e ci dava i cuscinetti.

 

Sorride. E snocciola nell’aria tiepida ricordi. Che galleggiano come farfallette.

C’è un  venticello grato. Quasi una speranza. Una possibilità. Parrebbe.

Ogni tanto le prende la mano. Per attraversare. Poi continua a tenerla.

Chissà perché.

…

…

…

(by poetella)

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Va beh. Che scorra pure quest’inchiostro nero…

14 venerdì Feb 2014

Posted by poetella in addio, amore?, basta!, compleanno, consapevolezza, cosa sarà di noi?, fine di un amore, foto di poetella, lasciamovolareilpalloncino

≈ 28 commenti

Tag

amore, fine di un amore, fotografia, il cielo, poesia, tristezza, vecchiaia

20140214_072221

(foto di poetella)

 

 

Va beh. Che scorra pure quest’inchiostro nero

ammesso glielo conceda, non lo so ancora

s’infili pure sotto le unghie

macchi sbrodoli cancelli

cancellerò mai quello che è stato?

 

Ho visto una crepa nel cemento stamattina.

Sembrava l’Africa

Sospetto d’avere bisogno di troppa immaginazione

comunque.

 

Dilaghi questo nero di China

coprente o non abbastanza.

Vedo elemosinare luce le tracce dei sogni 

sotto la macchia

e comincio ad usare verbi al passato.

 

Ma sì, sconfini allaghi sommerga.

 

Cercherò di tenere chiusa almeno la bocca.

…

…

…

(by poetella)

(auguri…oggi è il tuo compleanno. Non l’ho dimenticato, sai?)

.

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Che si possa conservare…

09 domenica Feb 2014

Posted by poetella in amore?, assenza prersenza, Bellezza, cosa sarà di noi?, la memoria, le cose importanti, pensieri sparsi, poesia, ricordi

≈ 9 commenti

Tag

amore, fine di un amore, poesia, Ricordi, serenità, ti ricordi, vecchiaia

alla finestra(foto di poetella)

 

qui la voce di poetella

 

 

 

Che si possa conservare

pietosa memoria, compassionevole memoria

crudele memoria

che si possano conservare intatti in tasca

i colori della felicità

che c’avvampavano l’anima

l’hanno fatto, ricordi?

Che ci scaldavano la scena di questo teatro tragico

che ce la popolavano di fili d’oro

 d’argento e di malachite e lapislazzuli

e turchesi.

 

Che si possa conservare come in una scatolina

sigillata, o magari solo chiusa, socchiusa, ecco

da poter aprire a piacimento

per lasciar uscire come un fumino, come un sospiro

di quelli che fanno i vecchi e un po’ sorridono

 

un fumino da genio della lampada

che s’inchina, quando esce e dice Eccomi! Cosa vuoi, padrone?

 

Cosa voglio?

Rivoglio tutto quello che ricordo. Ridammelo. Adesso. Vuoi? Puoi?

…

…

…

 

(by poetella)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

.

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