Cosa cerchiamo mai tra le gote dei piccoli fiori
che pare ci regalino sorrisi mentre camminiamo tutti assorti in pensieri seri o poco seri e, improvvisi, ci balenano davanti quelle meraviglie tutte diverse, tutte con la loro personalità festeggiante, che come si chiameranno mai, mai saputi i nomi dei fiori di campo, così diversi, simili, ma diversi. Ognuno un particolare tono di viola o di azzurro o di giallo. E poi il rosso del papaveri! Quello si che è facile da distinguere come facile è distinguere due occhi particolarmente belli tra la moltitudine di occhi, tutti diversi per colore, forma, sguardo. Intensità.
Ecco che mi tornano in mente. Inutile resistere, inutile distogliere il pensiero.
Ma torniamo ai fiori. Talvolta ce n’è uno che si staglia più fiero, più orgoglioso degli altri. Conscio, si direbbe, della sua sfacciata bellezza. Ah, se solo potessi nominarli tutti mi apparterrebbero un po’ di più che solo in questa fugacità di sguardo schiavo del passo svelto che non permane.
Come niente permane. Mai.
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(by poetella)