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Poetella's Blog

~ "questo sol m'arde e questo m'innamora"- Michelangelo

Poetella's Blog

Archivi Mensili: gennaio 2012

Che sarei io…

26 giovedì Gen 2012

Posted by poetella in amore clandestino, amore?, assenza prersenza, emozione, nostalgia, poesia

≈ 8 commenti

Foto di poetella

(foto di poetella)

 

Che sarei io

senza il mantello di dolore rosso

di quest’assenza

che sarei senza spremitura di

mio fondo centro

grappolo d’ore illuminate

stilla a stilla succo di cosa

viva

 

viva del tuo essere e mancare ed esserci

viva del sapere che

come la notte che entra e

persiste

persiste ed esiste fino a

Notte sempre messaggera del

[non ostante]

giorno chiaro. Inno all’eterno

ancora e di nuovo e ancora

 

viva del sapere che tu

 

che noi, a volte noi. Noi, intonato canto

…

…

…

(by poetella)

 

 

Ascolta poetella

 

 

 

 

.

 

 

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Mi ti metti in mezzo…

24 martedì Gen 2012

Posted by poetella in amore clandestino, amore?, assenza prersenza, emozione, poesia

≈ 7 commenti

Foto di poetella

(foto di poetella)

 

 

Mi ti metti in mezzo

ai pensieri, traverso

e ai passi

alla conta dei questo e dei quello

al mio tempo

nostro, quando è nostro

poco, tanto?

Mettilo sulla bilancia e vedi dove va giù

 

Che dire? Che potrei mai dire

non lo so, sai?

Non sono di quelli che sanno tutto, io

Non lo so

se fosse ogni ora

ogni giorno che fa il sole e la luna

ogni tegame di pietanza preferita

cassetto/concetto da dividere

lampadina da sostituire

tra le convinzioni e i dubbi

Se fosse ogni sonno. Ogni risveglio

sulle federe bianche con lo stesso

macramè

Chi può dire se

 

Amato, amato mio! Facile

abitudine la felicità

[ci si lavora contro con diligenza

scardinando appigli]

 

 

Mi ti metti in mezzo, traverso

come intoppo, a volte

ficcato giù come il trave a Polifemo

tapis roulant verso il mio centro.

Altre.

 

La gloria, vetrata illuminata

tazza bollente di cioccolata amara

serie infinita binaria

senza lo zero

riflesso di fiamma di camino sul filo

di perle vere

dei miei giorni

 

quelle nostre ore

 

rare. Rare e benedette. Sudo, al pensiero.

…

…

…

(by poetella)

 

 

Ascolta poetella

 

 

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poetella legge Carver…

23 lunedì Gen 2012

Posted by poetella in Carver, foto mie..., poesia, video di poetella

≈ 5 commenti

La finestra

 

Stanotte è arrivato un temporale e ha fatto saltare

l’elettricità. Quando ho guardato fuori

dalla finestra, gli alberi erano traslucidi.

Curvi e ricoperti di brina. Una calma enorme

s’estendeva sull’intera campagna.

Pur sapendo che non era vero, in quel momento

avevo la sensazione di non aver mai fatto, in vita

mia, una falsa promessa né d’aver mai commesso

neanche un atto impuro. I miei pensieri

erano pieni di virtù. Più tardi, nella mattinata,

naturalmente, hanno riattaccato l’elettricità.

Il sole è uscito da dietro le nuvole

e ha sciolto la brinata.

E tutto è tornato come prima.

 

 

Ascolta

 

 

 

 

 

.

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La casa di X…

22 domenica Gen 2012

Posted by poetella in amore?, emozione, quasi racconti

≈ 12 commenti

Mi piace la casa di X.

È piccola. Essenziale. Come lui. No, lui non è piccolo.

È immenso, anzi. Ma è essenziale. Niente superfluo.

Niente aggiunte. Falsità. Mistificazioni… quello che vedi è. E quello che vedi… è straordinario.

 

Ma dicevo della casa. Beh, non c’è niente di più di quello che serve. E niente di meno. Ci si sta bene. Le cose se ne stanno vicine, accordate. Parlano tra loro. Cantano.

Anche quei giornali, quei libri accoccolati sul comodino, non è  disordine.

Sembra, che ne so, la casa dello scrittore, dell’artista… del poeta.

 E profuma. Sempre. Un buon odore di pulito. Di bosco di mattina…

Di accoglienza. Di finestre sul parco. Che poi mica c’è il parco, fuori. Dentro sì.

 

Lui fa foto. Belle foto. Eleganti. Ritmi nella luce. La luce, la luce…

Superfici lisce o ruvide che sembra le puoi toccare, tanto accendono i sensi, tanto li fanno giocare… ti ci puoi muovere dentro.

E ogni angolo di quella casa sembra una foto. Illuminata giusta, che poi ti scivola addosso quel chiarore, quando ci stai. Ti colora.

(in quella casa mi sa che sono più bella)

 

E i colori. Ecco, i colori sono come bagnati d’aria. Intrisi. Scelti ad uno ad uno come le parole di una poesia. Tutto attraversa gli occhi e tranquillizza. E ogni tanto, quei rossi… quella parete che urla vita, fremiti, sorprese  e ti butta tutto addosso…

“Ma come t’è venuto di fare ‘sta parete rossa?” dico. E lui sorride… e mi bacia.

Baci rossi, come la parete.

 

Certi interni tingono di giallastro i pensieri e le facce. Lì no.

È tutta una festa dionisiaca. Un rimbalzare dai celesti ai rossi, ai grigi ai gialli. Una continua meraviglia degli occhi. Questo ha fatto della sua casa.

 

Perché i suoi occhi guardano le cose da amante.

In modo speciale.

Come se volesse scattare ogni istante della vita e raccoglierlo nel suo archivio.

Le cose si possono guardare in tanti modi.

E ci sono occhi che guardano come se bevessero. Come se entrassero nella luce per scioglierne il sortilegio. Per comprenderlo. E viverlo.

 

Mi piace come guardano i suoi occhi. Come filtrano.

E come si dilatano nella Bellezza, quando la trovano. Si vede quando s’accendono e vibrano e trattengono. Immortalano. Si vede.

Lui parla poco, ma i suoi occhi, no. Loro no.

La loro è voce luminosa. Conosco il loro codice. Per me non è un segreto.

È limpida chiarezza, limpida, onesta chiarezza.

Di occhi così, in una casa così, ti fidi. Non puoi che fidarti.

La menzogna non conosce quell’indirizzo.

Io sì

…

…

…

(by poetella)

 

Eddie Vedder – Guaranted

 

 

.

 

 

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Non mi parlare più come ieri…

20 venerdì Gen 2012

Posted by poetella in amore?, paura di non amore, quasi racconti

≈ 23 commenti

Foto di poetella

(foto di poetella)

 

Non mi parlare più come ieri,
 
no. Come alla tua amica, con quella voce dolce, un po’ sconsolata, come a un’amica. No.
Mentre mi accarezzi la mano, la testa sul cuscino tirato su, una gamba sollevata come un Endimione che riposa, non farlo più.
 
Non mi raccontare le tue paure, le speranze. Certe volte sono così stanco, dici, vorrei fermarmi e pensare un po’ a me. Non devi, capisci. Io non sono la tua amica.
Io sono l’onda che ti prende, ti trasporta
Sono la fiamma e il tuono
La burrasca
L’aria che manca
L’acqua che sommerge
il fremito della terra sotto di te
L’abisso
 
Non mi parlare più come ieri,
 
non devi farlo più. Non è per questo. Non si cerca conforto, noi. Tra di noi, no.
Noi cerchiamo lo sconfinamento, il tumulto, la luce che acceca, niente mezze tinte, niente morbidezze. Cerchiamo lo schianto, noi. La vertigine.
 
Te lo dico ancora e te lo ridico
Non mi parlare più come ieri,
 
con quell’infinita tenerezza, quella voce rilassata e liscia come la seta del mio vestito afflosciato per terra, come la penombra della tua stanza profumata di noi, con quegli occhi così larghi, così larghi con dentro tutta la fiducia del mondo. La riconoscenza. Non sono la tua amica, sai?
 
Non farmi sperare di esserlo. Mi uccidi.
…
…
…
(by poetella)
 
 
Mahler- Adagietto della 5a Sinfonia
 
 

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Quella donna davanti all’ascensore…

20 venerdì Gen 2012

Posted by poetella in attesa, emozione, quasi racconti

≈ 2 commenti

Foto di poetella

 

 

 

Quella donna davanti all’ascensore. Piena di pacchi.
Non posso salire con lei. Che poi vede dove mi fermo. Nessuno deve vedere dove mi fermo. Sono trasparente, pensa. Devo essere trasparente, pensa.
Trasparente.
Un grumo d’emozione che sale per le scale.
Un respiro grosso di gradino in gradino. A spirale.
Una scia di profumo. Solo questo deve essere. Incorporea.
Nel silenzio. Adesso.
 
Sempre così. Con l’ascensore è meglio, però.
Il rumore del motore, leggero, sibilante, basta a coprire quello del cuore.
Ora no. Sembra rimbombi. Il cuore. Il cuore è un pugno contro il petto.
È un martello nelle orecchie. Il cuore è una macchina scagliata contro un muro.
Che s’avvicina. Il cuore sta per schiantarsi.
Tum tum tum a ogni passo.
Non sono i tacchi. Quelli non si sentono.
Sale felpata come un gatto.
Uno due tre quattro, conta i gradini, cinque sei sette, per non pensare a quella porta. Che tra poco vedrà.
E sarà aperta. Socchiusa, almeno. Come una porta magica.
Con un fumo a forma di mano che l’invita.
No. Il fumo non c’è. Ma quale fumo. Non ci sarà.
Niente cavolate. Non è una favola. [è una favola]
Neanche un cartone animato. Non è una messa in scena teatrale. Con gli effetti speciali.
È vero. Tutto vero. Sta salendo ed è quasi arrivata.
È realtà.
Si ferma. Per calmare il cuore. È anche caldo. Ancora caldo. Troppo caldo.
 
In ascensore c’è lo specchio, almeno. Per controllarsi. Sempre il bisogno di controllare. Sente al piano di sopra lo schiocco meccanico dell’ascensore che si ferma. Si apre la porta. Qualcuno esce  e posa pacchi a terra. Poi  sente una chiave girare. Lei è ferma sul pianerottolo un piano prima. Non la vede nessuno. Sarà la donna dei pacchi che è arrivata.
 
E continua a stare ferma. Si sente come da bambina, quando s’acquattava sotto il tavolo per non farsi vedere, con la testa girata verso il muro. Se non vedo io non vedono neanche me, pensava. Da bambina.
 
Ricomincia a salire. Il cuore non ha rallentato il battito. E ora accelera di più. Dove vorrà mai arrivare questo cavolo di cuore. Dove vorrò mai arrivare, io. Dove arriveremo mai, noi. Non c’è un posto dove arrivare. Sono finiti tutti i posti. È tardi. Se li sono presi tutti i posti. Smettila, si dice.
Manca un piano. Si scosta i capelli dal collo.
Mi rimetto un po’ di rossetto, pensa. No. Mi guardo nello specchietto. No. Sì, mi guardo. Lo prende dalla borsetta rossa. Ferma sul pianerottolo. Sono scema, pensa. E si guarda. La bocca è ok. Non serve altro rossetto.
Ricomincia a salire. Trema.
 
Arrivata. L’ascensore è fermo al piano di sotto. Nessuno l’ha più chiamato.
La porta. Quella porta è socchiusa. Va. Entra. E lui è lì.
 
Le sue braccia. Le sue labbra. Il suo odore di muschio. Il petto nudo. I capelli umidi sul collo. Le mani.
– il tuo cuore, dice, pressato contro di lei, il braccio teso a chiudere la porta alle spalle
– il tuo cuore.
– è per le scale, gli dice sulla bocca. Le scale a piedi.
– certo, sì, dice lui. Certo. Le scale.
 
E comincia la festa. No. È già cominciata.
…
…
…
(by poetella)
 
 
Ascolta
 
 
 
 

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oltre…

20 venerdì Gen 2012

Posted by poetella in poesia

≈ 2 commenti

pensandoti…

 

Foto di martina.lucia1952

 (foto di poetella)

…

…

…

 

(by poetella)

 

Debussy-Reverie
 
 
 
 
 
 
.

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Lasciami stare…

18 mercoledì Gen 2012

Posted by poetella in poesia

≈ 14 commenti

Foto di poetella

(foto di poetella)

 

 

Lasciami stare

adesso

in questa mia quiete da aula

vuota

 

notte di luccichio di luna

nelle vene [le gambe delle sedie rivoltate

Fanno polvere i ricordi]

 

Lasciami stare buona buona zitta zitta

nella mia notte di smemoramenti

nel mio respiro lento

Salva dal dolore

 

Guarda se vuoi.

Da fuori

 

Dove se ne sono andati mai

tutti quegli affanni

Come li ho ficcati laggiù

dove non vedo?

 

Schiarirà, sì. S’allargherà il giorno

sul mio monte Ararat di pace/sole/asciutto

 

Suoneranno campanelli

Schiamazzando irromperanno

tutti quei miei desideri

 

Tra un po’. Sicuro. A frotte.

…

…

…

(by poetella)

 

ascolta poetella

 

 

.

 

 

 

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Mi veniva incontro…

17 martedì Gen 2012

Posted by poetella in Bellezza che salva, Bellezza della natura, camminare guardando, poesia

≈ 17 commenti

Foto di poetella

(foto di poetella)

 

Mi veniva incontro

gonfio di Bellezza

fondale di presepe

Mi veniva incontro agli occhi

 

Si faceva tana dei pensieri

Posto del riposo

Ipnosi di sperdimenti

sconfinamenti

 

Mi guariva

Mi guariva del sonno

Mi guariva dei basta

Degli ancora. Dei no

Dei troppo. Dei mai.

 

E l’accoglievo negli occhi

Sfioravo le cime dei cedri

tratteggiavo di fiato il dondolare

del cipresso – dei tre verdecupo larghi pini

 

In quel mentre a mille a mille gli storni

verso sud

un’onda in cielo

respiro grosso della luce

 

e intanto camminavo la mia gioia del mondo vegetale

progredivo nella gratitudine.

 

Più su tutta la castità della luna

un’unghietta bianca graffio d’azzurro

 

Ultimo mio sobbalzo. Meraviglia.

…

…

…

(by poetella)

 

 

 

Ascolta poetella

 

 

 

 

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Non c’è trambusto…

16 lunedì Gen 2012

Posted by poetella in poesia

≈ 7 commenti

Foto di poetella

(foto di poetella)

 

 

 

Non c’è trambusto

nelle strade che mi percorrono

stamattina

Niente crocicchi

tra un qui e un lì

Niente salite/affanno

 

Solo un andare placido di barchetta a remi

i miei pensieri piccolini

Un largo incedere come di passi

cadenzati

 

E fuori schiarisce il cielo

Si sdraia la luce

 sulla notte

E tutte le cose in me si svegliano

in attesa

di nuovi sbilanciamenti

verso il giorno

tranquille, con saggezza

Ordinatamente.

 

 

Ignoro serena le leggi delle onde

niente voglia di scoprire i segreti

del vento

 

Così. Andando/gustando

l’inverno di quiete. In petto

…

…

…

(by poetella)

 

 

Ascolta poetella

 

 

.

 

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beh…oggi un po’ di bellezza!

15 domenica Gen 2012

Posted by poetella in acquistini di maniaca...

≈ 9 commenti

adesso tutta mia!

Giuseppe e la moglie di Putifarre…

(fine ‘600, primi ‘700)

ma non è stupendo?

 

 

 

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Adesso cammino…

14 sabato Gen 2012

Posted by poetella in poesia

≈ 10 commenti

Foto di poetella

(foto di poetella)

 

 

Adesso cammino

sull’orlo del giorno

aria in faccia sole sole sole

di questo inverno di cieli larghi azzurri

e viene su un pensiero arrotolato

viene su come al suono di

non so, non c’è suono

non c’è musica solo rumore

passi

traffico

voci grida in cielo clacson

e penso

dove andrò mai a trovare poi le parole belle

penso, dove?

Nell’albero, nella foglia stesa

nel boccio,

nella gemma che è pagina nuova

sempre nuova e timida e chiusa

E gonfia di vita

Impaziente e paziente e fremente

E promettente

 

Dove cercherò le parole belle,

dove?

Nel chiuso dei giorni o fuori

occhi sgranati sullo stupore

sperando

della neve

dalle mie finestre romane

 

Dove?  Ecco, sulla meraviglia di un baratro

in montagna

degli occhi di un gatto

magari nello slargo di un lago verdazzurro

e trasparente e fermo

Le cercherò nell’andare di un vecchio,

mani in tasca e sereno. Forse?

Dove?

 

Dovremmo perdere l’abitudine, cara mia

a parlare di questo amore

un giorno.

Come estirparsi un vizio. Un pelo.

Una spina sotto l’unghia. Mi sa.

 

Amore mio! Mi sa proprio che sì

…

…

…

(by poetella)

 

 

Liszt – La Campanella

 

 

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Eccoti, sei tornata…

14 sabato Gen 2012

Posted by poetella in poesia

≈ 7 commenti

 

 Eccoti,
sei tornata dal tuo lungo viaggio, hai detto.
Dove sei stata?
 
Settantasette volte sette ho girato il mondo
[le mie parole sul tuo collo]
In un giorno, in due, in sette, in dieci
Settantasette volte sette ho visto
nascere e morire
il sole
 
ho aspettato ansiosa la luna
e le sue sorelle stelle
in un giorno, in due, in sette, in dieci
[bevi le mie parole, adesso. Respirale!]
 
e la voce del cielo
 
Settantasette volte sette ho guardato gli abissi
e scalato montagne
[il tuo corpo è il mio tronco di sequoia. Racchiudimi!]
e contato i grani di sabbia
stesi sui miei ricordi
[non riusciranno a soffocarmi i desideri]
 
 
Settantasette volte sette
ho cercato i passi del ritorno
e s’infiammavano di luce le ore
sulla scia azzurra dei tuoi occhi.
– Nel buio di grotta la via –
 
Eccomi, adesso. Tornata. Fammi stare con te. Dai.
…
…
…
(by poetella)
.
 
Niccolò Paganini- Violin Sonata n° 6
 
 
 
 
 
.

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L’occhio luccicante del sole…

13 venerdì Gen 2012

Posted by poetella in poesia

≈ 6 commenti

Foto di poetella

(foto di poetella)

 

L’occhio luccicante del sole

da quest’oscillazione di rami

scruta controlla

[fuori della casa guscio  tana ]

come padre una figlia alla festa

 

– farò la brava, affacciati

guarda che bella quando ballo –

 

Non siamo mai soli

anche nel vuoto, nel silenzio

 

Un brulichio di pensieri

esercito in fermento. Formichine alacri

processione di ore, memorie, progetti

 

fuori o nel nucleo di noi più riposto

revisionano/ selezionano/ annuiscono

o negano. Illuminando

 

a buon vedere. Riuscendo, a volte.

…

…

…

(by poetella)

 

 

J.S.Bach-Cello Suiten-Mstislav Rostropovich-Suite No. 1 in G major

 

 

 

.

 

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24 giugno 1958…

13 venerdì Gen 2012

Posted by poetella in quasi racconti

≈ 8 commenti

 

 

 

(foto dal web)

 

 
 
 
 
 
Sveglia o no?
Tintinnio di vetri. Strano. Campanelli, forse? Fate? Angeli?
O il diavolo?
Ieri sei stata un po’ cattiva, ha detto nonna.
Nonna al buio che le toglie il lenzuolo di dosso. Sente fresco. Il sudore sotto il collo s’asciuga.
Tintinnio di vetri.
Nonna che le mette i calzini, lei ancora sdraiata. È sveglia o no?
Nonna in camicia da notte. La treccia grigia che spiove nel vuoto tra il petto e le mani. Le mani che le mettono i calzini. Buio. Un piede, l’altro.
Veloce. Silenziosa.
Tintinnio di vetri, ancora. Bello…
 
Il letto è una barca. Forse è nonna che lo muove. Lei non lo sa. Sta zitta e buona. Aspetta.
È buio. Perché non accendono la luce?
Filtra da fuori, azzurrina, come nel libro delle fiabe che leggeva ieri. Che poi le è caduto e s’è rotta una pagina, che era di mamma, quando era piccola. Il libro.
E aveva un buon odore. Come quello della cantina di nonno.
Mica l’aveva fatto apposta a farlo cadere. Era grande, il libro.
Lei non era cattiva. E adesso aveva sonno.
Nonno è vestito. Alto, alto. Magro, magro.
Nonna le ha messo un giacchetto, sulla camicia da notte. Quello rosso.
Tintinnio di vetri, ancora.
Deve avere paura? No, lei non ha paura. Mai. È una brava bambina, e questo le piace. Questo che succede adesso. E anche che è una brava bambina.
 
Adesso è come stare in barca. Col mare mosso. Ché lei c’è già stata in barca, anche se è piccola.
Nonno l’ha presa in braccio. Anche questo le piace.
E tutto è fermo e in basso.
Lontano. Come l’orizzonte dal porto. E nonno ha un buon odore. Di muschio. Di sapone. Di giochi e favole.
Escono e il tintinnio si ferma. Nonna non chiude la porta a chiave. Non la chiude mai a chiave quella porta. La chiave serve solo per aprire. È grossa e nera. È diversa da quella di Roma. A Roma si chiude sempre a chiave. Mamma chiude. Lei è piccola. Da grande chiuderà lei. Sicuro, pensa. Ora non pensa, però. Aspetta. Aspetta e sente. Zitta e buona.
 
Scendono. Le scale sono buie e lontane, in basso.
E fuori, la piazzetta è piena di gente e voci. E ci sono le stelle. Tante. Mai viste tante. E lei sta bene, in braccio a nonno. Poi la prende nonna, che nonno apre la macchina.
– dove andiamo?
– …
– dove?
– Ssssssss! Dormi…Buona…
 
Entrano in macchina. Ma nonno non mette in moto, tra le altre macchine. Tutte ferme, nella piccola piazza che raccoglie via De Filis. Lei lo sa l’indirizzo. Anche se è piccola. Le piace De Filis…sembra una ragnatela…un teatrino di marionette. Sembra una cascata di fuochi d’artificio. Sa di gioco. Sempre gioca a casa dei nonni.
Sarà un nuovo gioco, questo delle macchine ferme. Bello! Anche se gli occhi pizzicano, e se li stropiccia.
Forse li chiude un po’, raggomitolata sul sedile di dietro, con una copertina addosso. Forse li chiude o forse no.. così vede l’alba, che è tanto che la vuole vedere, pensa, mentre dolce dolce, come la pioggia sul bosco di mattina presto, le cala giù il sonno…
Ssssssssssss! Dormi, piccola…
Dorme. L’alba la vedrà un’altra volta. Forse la sogna. Forse.
…
…
…
(by poetella
 
 
.

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Nuvole bianche. Le nuvole!

12 giovedì Gen 2012

Posted by poetella in poesia

≈ 6 commenti

Foto di poetella

(foto di poetella)

 

Nuvole bianche. Le nuvole!

Starmele a guardare in ozio, oggi

 

Potessi tagliare il cordone del tempo

 

le ore come gatti sdraiati al sole

lente lente

 

Le ore salite sulla giostrina

lente e gaie

e musicanti

 

Riprendiamoci il sereno 

del giorno dopo

quando tutto è compiuto e riposto

e s’aspetta buoni che

 

Compiaciuti del lavorato

Fermi e calmi

 

Le nuvole

 vanno

disegni di un Dio

su un foglio azzurro

 

E il loro è incedere largo

elegante

 

Il loro è  andare di regina

col manto stellato  e i valletti

…

…

…

(by poetella)

 

 

Ascolta poetella

 

 

.

 

 

 

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Tempi, dolorosi tempi senza misericordia…

11 mercoledì Gen 2012

Posted by poetella in poesia

≈ 4 commenti

Foto di poetella

(foto di poetella)

 

 

Tempi, dolorosi tempi senza misericordia

E giorni, questi giorni

poche certezze nelle tasche e in bocca

e in fronte e si è tutti

soli

[a cercare oracoli]

 

Forse anche il becco dell’aquila

non porta cibo ai piccoli

E tutti i venerabili saggi sono morti

E sepolti

 

Questi giorni di tracimare di pianti

uno sfaldarsi dei puntelli del mondo

 

E una pena ci stringe le ore

ci oscura. Ci inchioda

a guardare i bambini addormentati

L’amore è inverno  congelato

 

Questi giorni di pugni alzati

collere esplosioni diluvi incendi

di sguardi – di occhi bassi

Pupille gettate di lato

 

E intanto sopra sui seggi

dei potenti

uno sghignazzare

nei loro blasfemi templi

e non voler vedere

o fare finta che

– gli occhiali sporchi, chissà, il sole –

Che poi forse da sempre.

O forse no. Pensiamo che no.

 

Chi si tirerà su le maniche, adesso

chi scenderà nel fango dell’indifferenza.

Dove? Quando?

Chissà se esistono ancora gli angeli del ’67

a Firenze

 

Si cerchino. Ci si aggreghi

Salviamo saniamo insieme

insieme, ci vuole che insieme

Salviamo saniamo

questo squarcio smembrato screpolato butterato

di mondo

disobbediente

che annaspa e affoga.

 

Si cominci adesso. Proviamoci. Noi.

…

…

…

(by poetella)

 

 

barry mc guire – eve of destruction

 

 

.

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Sarà insonne la notte…

10 martedì Gen 2012

Posted by poetella in poesia

≈ 15 commenti

Foto di poetella

(foto di poetella)

 

Sarà insonne la notte

stanotte

lino bianco e tepore

e buio

tutto buio fuori

attorno alla luce chiusa nel petto

camminamenti di luce.

 Percorsi.

Scale di luce su all’invisibile eterno

 

sarà silenzio

una coltre di silenzio chiamo

l’invoco

 

brina sui campi

vento sull’acqua

e la vita che pulsa

sotto

d’accensioni di gioia

 

Guarda come sfavillano

tutte le costellazioni

senti come s’impregna di musica

il mondo

a cerchio a passi di danza

non si chiudano gli occhi

si concentri lo sguardo

 

sulla scia del noi. Che striscia il cielo

…

…

…

(by poetella)

 

 

An Affair To Remember

 

 

 

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La luce scontorna…

09 lunedì Gen 2012

Posted by poetella in poesia

≈ 6 commenti

Foto di poetella

(foto di poetella)

La luce scontorna

d’uno schiarire inarrestabile

l’orlo della notte. Lo spinge

guarda!

Calma e stesa sui tetti gravidi di buio

stanchi di buio

Lo spazza via

 

tremante incerta

stupefatta

dietro i pini le magnolie i camion zeppi di sonno

Ad ogni alba. E di nuovo per i miei occhi.

 

Non conosceremo mai la ferita della noia

noi che gli occhi non ci si abituano

a questa cerimonia

del mattino. Ai riti dell’alba e dei tramonti

 

Noi che non abbiamo tempo per l’abitudine

 

riplasmiamo ogni volta lo stupore

del ritrovarci

 

come si venisse da terre lontane

carichi di doni

a trovare la festa

dentro la festa

 

e sfiancarci di gioia. Senza indietreggiare

…

…

…

(by poetella)

 

 

Ascolta poetella

 

 

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Infinito è questo chiamarti…

08 domenica Gen 2012

Posted by poetella in poesia

≈ 6 commenti

 

 

 

 

 

 

 

foto di poetella…che suona…)

Infinito è questo chiamarti
                                      – lo vedi che arriva l’inverno?-
Infiniti vagano gli astri
in cerca di nuovi equilibri
torno torno i loro soli
 
E io ti cerco
nel fluire del nastro nero
di questi giorni
 
impacchettati nel fare e disfare
Nel dire e dare
stretti stretti
Stretta stretta per non scappare via
verso l’oceano dei tuoi occhi
negati.
 
Infinito-eterno è il rumore del mare
che non sento da qui
nel rullio delle voci di strada
che ignoro
 
                               Dove sei melodia in tono minore
                               T’aspetto
                               per un concerto di fiati ed archi
 
L’orchestra accorda i suoi giorni.
Ripassa. Solfeggia. Canticchia.
 
E batte il tempo.
…
…
…
(by poetella)
 
 
Ascolta poetella 

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Siamo irrequieti in queste notti…

07 sabato Gen 2012

Posted by poetella in poesia

≈ 6 commenti

 

 

 

 

 

 

 

(foto di poetella)

 

Siamo irrequieti in queste notti

che forse è quella luce di luna

così sfacciata

– la luna non dovrebbe, non le si confà, non s’addice al chiarore-

così slargata in cielo

e sui tetti

e sulle cime degli alberi del parco

[luccicano come promesse di vigilia]

 

Ci vorrebbe un cielo di nebbie

Un cielo modesto e garbato

Paziente

 

Un cielo riposto e velato e calmo

ci vorrebbe

che insegnasse l’attesa

la parsimoniosa lungimiranza.

 

Che poi, in fondo, si resiste

Si dice, almeno che si resiste.

Resistiamo come rami al vento

che non si curano di perdere foglie

Non si preoccupano e aspettano colmi di linfa

pronti a dare

a fare

a far crescere le future speranze

 

gemme di foglie che non ci sono

                              Ma verranno.

Loro verranno e gli alberi

lo sanno. Noi  lo sappiamo

Dovremmo imparare

Resistendo respirando rispettando

il silenzio

Che amiamo, in fondo. Ché il silenzio è di più.

…

…

…

(by poetella)

 

 

J.S. Bach- Prelude

 

 

 

 

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Certo, caro, ti pare che non lo so?…

07 sabato Gen 2012

Posted by poetella in quasi racconti

≈ 2 commenti

 

 

 

 

 

 

 

(foto di poetella)

 

 

                                                   – Certo, caro, ti pare che non lo so?

 

                                                non  sono nata ieri, e neanche cinquanta anni fa, io. Anche se  Che vuoi che contino gli anni, dici. Le so queste cose.

 I legami, gli affetti benedetti da Dio e dagli uomini, se Dio vuole e che Dio li abbia in gloria. Lo so. Lo so. Accidenti se lo so.

[le scelte degli anni, un domino infinito]

E i collegamenti e i rimandi, da quello a quell’altro. E da quell’altro a quello.

Che poi contano su di te. Poi. Quanti sono. Quanti collegamenti e rimandi. Loro contano su di te.

– Certo, caro, ti pare che non lo so?

 

                                                        T’è mai capitato di pensare a quante siano le persone che contano su di te? Non dico solo l’indiano al supermercato, un euro e Buon giorno! buona fortuna! No, non solo quello. O la vicina che ti viene a suonare per un limone. E due, tre foglie di prezzemolo, che bastano, sa? bastano. Non dico quelle persone. Dico quelle che Hai promesso. Quelle che M’hai fatto credere che hai promesso. Adesso ci conto. Non puoi non.

 

                                               Come si fa a mollare per strada i libri di favole e quelli dei conti. Fatti e rifatti. Visti e rivisti. Certo, certo, caro. Come si fa? Anche se c’è chi lo fa. Altre categorie. Cuori pelosi. Quelli che passano sui cadaveri e se ne fregano. Mai passata sui cadaveri io. Neanche tu. Scanso pure le foglie secche io, pensa te. Che ti credi. Mando fuori le mosche e i ragnetti piano piano, senza toccarli, per non fare male.

 

– Certo, caro, ti pare che non lo so?

 

                                                    Questa storia, tutta la storia che è  fatta di giorni e notti e volti, di ore, ore e ore. Passato. Passato diverso, accumulato, stratificato, concatenato. E quanti giorni, quante ore prima che noi. Quante  alle spalle prima di. Mica si possono sgrullare come i capelli sul collo e rimetterli a posto. E andare avanti. Ricominciare. Io no, comunque. Io no. E neanche tu.

Le strade si sono incrociate troppo tardi. E che bello che si siano incrociate. Che bello i tuoi occhi. Le  tue mani. Le tue labbra.

E le nostre, le nostre ore strappate al tempo, e il tempo in fiamme, quel nostro tempo fuori del tempo accecato, furente, le nostre ore chiuse in una bolla. Segrete. Segrete come la combinazione della cassaforte dei sogni. Che non si può sbandierare ai quattro venti. E come la sbandiererei io quella magia tra noi, come la griderei in giro per sentire, ripetendo, che è vero. Che non è fantasia. Che non è immaginazione. Che non è solo la materializzazione d’una speranza. La costruzione fantastica di un Anche io! Ma no, zitta e mosca. Solo noi lo dobbiamo sapere. Che poi, oltre tutto si sa, gli dei sono invidiosi.

 

– Certo, caro, ti pare che non lo so?

 

                                           Che ci possiamo mai inventare per sfrondare il passato? Cancellarlo e ricominciare.

 Zac, zac, zac e solo noi a resistere. Solo noi a esistere.

Che mi posso mai inventare per riscrivere il libro? Cambiare le tessere. Rivoltare i cappotti?

 

                                 Ce ne stiamo a fantasticare, allora, sul filo dei sogni. Impossibili. A dondolare come panni stesi, secchi e bianchi. Aspettando che le forbici, ci sono sempre delle forbici in agguato, aspettando che zac!

Zac, zac, zac e niente a resistere. Più niente ad esistere. Neanche noi.

 

                                           E quando penso ai tuoi occhi sorridenti e sereni lontani da me, quegli occhi di mare, quegli occhi d’immenso,  in altri occhi, legittimi occhi, occhi che possono farsi guardare dai tuoi ovunque, senza velarsi di nuvole, senza schermarsi di ombre. Quando  penso ai tuoi occhi  che presto perderò. Che non per me. non per me.

– Certo, caro, ti pare che non lo so?

 

                                         Quando penso che sono straniera nella tua vita, che non c’è scritto il mio nome sul tuo libro, anche se è inciso nel tuo cuore e nel mio il tuo, quando ci penso,  lo sai? Quando penso, allora ecco, per me ti dico che sarai, mentre le nuvole continueranno a vagare fregandosene, fregandosene delle colpe e delle pene e del perdono, fregandosene delle lacrime e della gloria di Dio, le nuvole, loro, fregandosene della terra che geme, lontana, per me sarai, per me resterai un dolore alle dita del piede di una gamba amputata. Che non c’è e fa male lo stesso.

 

Eterno dolore.

Eterna assenza presenza.

E io, per te, non so. Proprio non so.

…

…

…

(by poetella)

 

Bach – Cello Suite No.1 -Prelude

 

 

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C’era quell’odore verde d’erba…

07 sabato Gen 2012

Posted by poetella in poesia

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(foto di èpoetella)

 

 
 
C’era quell’odore verde d’erba
erba madre erba figlia
erba sorella e amante giovane e bella
 
C’era quell’odore e s’insinuava, sbavava
S’allargava s’allargava
                                   – grandiosa espansione di vita fresca –
s’allargava e conteneva generava sbrodolava
verde verde spazzava via
affanni malanimi
promesse scadute
obblighi amari. Pezzi d’amore mancante
 
via via via.
[E dire che ormai è inverno]
 
Bene, ho pensato. Che entri la gioia adesso. Musica!
…
…
…
(by poetella)
 
 
Claude Debussy – Arabesque
 
 
 

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Lasciami dire, adesso…

06 venerdì Gen 2012

Posted by poetella in poesia

≈ 4 commenti

Foto di poetella

(foto di poetella)

 

Lasciami dire, adesso
e se non vuoi non ascoltare
nel chiuso della lontananza
che oscura le certezze
o le accende
[di’ tu]
o le riscrive in rosso
in verde smeraldo in giallo
nel chiuso delle tende di operoso
                               fare e fare e rifare che poi tace
 
lasciami dire e magari
ascolta il vento
                              la notte larga
                              la quiete dei silenzi dell’ora
 
vedi come tutta la polvere s’è posata
e riposa
vedi come tace il cielo
e si ninna nel riverbero
di quel guizzo di luce mezzaluna
appesa che sorride?
 
Vedi?
 
Lasciami dire, allora
che mi sfavilla in petto
questo segreto di pulcinella
e vuole uscire cantare strillare
ai prati che dormono ai palazzi alle strade
punteggiate di minuscoli occhi bianchi rossi
scorrevoli come gocce sui vetri
 
lasciami dire una volta una sola
davvero una sola e poi zitta
 
lasciami dire
lasciami
dire, dai, adesso, adesso dire
ti amo. Io. Sì.
…
…
…
(by poetella)
 
Scriabin –  Etude op.8 no.12.
 
 

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Avrei fatto un dolce…

05 giovedì Gen 2012

Posted by poetella in poesia

≈ 7 commenti

poetella gioca…

Foto di poetella

(foto e…dolcetto e voce di poetella)

 

Avrei fatto un dolce

Uova e zucchero e farina

Gira e impasta e polverina

gira e impasta

dolcetto dolcino

che lo darei al mio bambino

al mio ragazzo malandrino lo darei

golosino

Con le mie manine

zuccherine

amorosine

 

avrei fatto un dolce

a inzuccherare i suoi bacini

Che già di zucchero sono e vaniglia

e cannella e mandarini

Mio ragazzo birichino

E ammorbidire le sue mani

che lisce e morbide già sono, mio bel gattino

lisce e morbide di nuvole, tanto, già

 

Avrei fatto un dolce

per regalare

brividi di piacere

come quelli che spande al vento

e addosso mi ricadono

come farina

come zucchero e polverina

 

Mio goloso ragazzaccio.

Impunito e birbantino.

Guarda.

È pronto. Vieni qua. Vieni a questo mio tavolino

a mangiare il dolcettino. Che è  per te

 

Per te. Sì. Per te.

…

…

…

(by poetella)

 

 

Ascolta poetella

 

 

 

.

 

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Questi miei occhi a volte …

04 mercoledì Gen 2012

Posted by poetella in poesia

≈ 12 commenti

Foto di poetella

(foto di poetella)

 

Questi miei occhi a volte

s´inventano

un giocare festoso

in cielo, se il cielo è un acrobata azzurro

come oggi.

 

S´inventano, che so, stesure nuove

discorsi – vieni da me, che fa freddo-

parallelismi, piroette.

 

Improbabili stratagemmi e convergenze

                    (cosa guardi tu, adesso? dove slarghi il cuore)

 

Perché non ci incontriamo,

tra le pieghe del passato

dimentichi di tutti i conti in sospeso

e i campanelli sgraziati

e le file alle poste

o al supermercato

coi carrelli pieni d´ingombri di giorni

svenduti dal diavolo

                       (e invidiava i nostri baci. Anche lui)

 

Se potessi, adesso, sfamarmi della  musica

che fanno i tuoi occhi.

Scroscio d´onde e  malizie

in fila come perle.

Ritrovare intervalli cadenzati

da quel battito che so. Che so e non dimentico..

 

Senti, facciamo una pausa in questa roulette

di rossi e di neri

                                     di neri e di rossi

ti voglio colorare le ore

dai.                                 

 Mi sai, lo sai che dipingo

nella terra dei grigi

le ali

alle farfalle.

…

…

…

(by poetella)

 

Claude Debussy – Arabesque No 1

 

 

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Non venire a dirmi…

04 mercoledì Gen 2012

Posted by poetella in poesia

≈ 4 commenti

Foto di poetella

(foto di poetella)

 

Non venire a dirmi

che ci sarà sempre sale nel mare

e nelle lacrime

 

raccontami

raccontami di prodigi, (ce n’è oltre i tuoi occhi?)

 

dimmi che i fiori, non tutti magari

dimmi che parleranno

di una voce sottile

fruscio di fieno al vento

dimmi che ci parleranno di quando

di ora, di ancora

di noi.

 

Non possiamo distillare il nostro tempo, amato mio.

Scade

come marmellata sull´ultimo scaffale

per anni. Chiuderlo nell´ampolla

– si potrebbe forse –

digestivo aromatico

elisir amaro di quando. Di ormai.

 

Non possiamo masticare giorni e giorni

vuoti

sarebbe insana abitudine

per chi vorrebbe vomitare le attese

 

e riempirsi di nuvole.

 

Per conto mio m’ubriacherei

volentieri di sempre e di mai

veleni goccia a goccia

a illudermi d’eterno e onnipotenza.

 

Cuore scellerato, smodato, spudorato

fatti bastare questo seme d´adesso

 

Aspetta che germogli, perché, che ne sai tu,

che ne sai come sono

prima di sbocciare

 

i fiori più colorati, più profumati, più belli

…

…

…

(by poetella)

 

Chet Baker – Over The Rainbow

 

 

 

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E ti direi che c’è un raggio di sole…

03 martedì Gen 2012

Posted by poetella in poesia

≈ 9 commenti

 

 

 

 

 

 

(foto di poetella)

 

E ti  direi che c’è un raggio di sole

che sta entrando nella stanza

le sei? Le sette?

come un bacio improvviso

Se fossi qui, sicuro che

 ti direi Senti questo canto,

avvicinandomi

calda, calda ancora di sonno

lo sai, no? Se fossi qui, sicuro che

starei a sentirti il cuore che scandisce

i nostri minuti

calmo come il volo calmo degli  angeli

che sono sempre calmi, loro.

 

Amore mio, se fossi qui, sicuro che

la luce filtrata di questo sole di maggio o luglio

o novembre o gennaio, che fa?

Ah! Questa stanza la grotta d’Aladino

Se tu fossi qui e ci sei

Ci sei, ci sei

Ti respiro ché mi sei aria

mi sei tempo

Eterno, mi sei

Infinita possibilità. Meraviglia.

Mi vieni su da quei grumetti di polvere

il genio della lampada

immenso ogni volta a stupirmi

Esprimi tre desideri, dici

Tre? Aspetta che ci penso…

…

…

…

(by poetella)

 

Debussy – Reverie –

 

 

.

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magica Firenze…ricordi di viaggio…

02 lunedì Gen 2012

Posted by poetella in video di poetella

≈ 3 commenti

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