Ciao archite’, perdonami se ti disturbo qui in privato.
Ti avevo promesso che avrei fatto un pezzo sul libro di Antunes ma non me la sento. Io racconto i libri sempre tra il serio e il faceto e lui si merita una vera e propria recensione e io non la so fare, sicché te ne parlo qui. Seriamente.
Avrai letto anche tu Spiegazione degli uccelli, perciò saprai che tratta un argomento complicato sul quale ho già letto molti testi: il suicidio.
Sei una fan dell’autore quindi conosci il suo stile per nulla semplice né scorrevole: quel cambiar repentino tra la prima e la terza persona senza il distacco di almeno una virgola; i periodi interminabili (ma che c’avranno mai ‘sti autori portoghesi per scrivere così?) dentro i quali sviscera minuziosamente ogni particolare, scava nell’inconscio, esamina; il vagar senza sosta tra passato presente e futuro all’interno dello stesso periodo. Ecco, la mancanza di un qualsivoglia filo logico all’inizio della lettura mi innervosiva, mi scostava, mi faceva sentire come davanti a un puzzle scombinato e più volte avrei volentieri lasciato perdere. Ma son capatosta e più le cose son difficili, più mi intrigano. Infatti, andando avanti tessera dopo tessera, incastro dopo incastro il puzzle che stavo componendo mi calamitava, affascinava, non riuscivo proprio a levargli gli occhi di dosso. Finito il romanzo mi son sentita sola.
Sì, hai ragione nel dire che, Antunes, è un autore carismatico. Ti sono debitrice, Lucia 😉
“Con lui (lei) era sempre naturale. Se passavano del tempo insieme stavano bene, ma se lei non c’era si dimenticavano l’uno dell’altra. Quando tornava a trovarlo nessuno dei due mostrava di tenere conto di quelle assenze.”
c’è una piccola perla di gioia gocciolina di attesa rappresa che gonfia come pane nella madia se avessi una madia se avessi pane da spiare mentre cresce
e mi spio, mi guardo di soppiatto mi sorrido a vedermi sorridere dondolo piano la testa e
tutto un roteare di bellezza mi si affolla in petto smuove l’aria e attorno c’è chiarodi cielo prato di fiori c’è bianco d’onda che schiuma inquieta impaziente fremente intanto che scorro la pagina che sto per staccare.
Riflettere sul fatto che il tuo autore preferito è ancora relativamente giovane e probabilmente scriverà ancora.
Ricevere un complimento sul tuo scrivere da un per adesso sconosciuto autore preferito.
Ricevere un complimento da tuo figlio. Vederlo alzarsi da tavola, appena finito di mangiare, pronto a sparecchiare.
Entrare nella stanza di tuo figlio per riordinarla e trovarla già in ordine.
Tornare a casa stanchi morti e trovare fresco, silenzio e poter accendere il pc e mettere della buona musica in sottofondo al tuo riposo.
Un uccellino davvero piccolo che saltella in balcone, anche se ci sei tu, seduta a leggere., muove il capino un po’ a destra, un po’ a sinistra e poi vola via.
Vedere una farfalla coloratissima che svolazza sui gerani. E ci si posa.
Leggere ascoltando Bach.
Leggere ascoltando Mahler.
Leggere ascoltando la pioggia.
Leggere ascoltando il silenzio.
Leggere.
Pensare intensamente a qualcuno brigando per casa e ricevere, proprio in quel momento, un suo messaggio. Dolce.
Ricevere una tanto attesa mail. Sua.
Sentirsi dire Sei una ragazzina! Da lui che ti bacia e sorride. Con la faccia da ragazzaccio. Bello bello.
Sentirsi dire mai! Nessuna mai come te, da Narciso in persona. O Antinoo. O Ganimede.
O Endimione. O Eros in persona.
Sentirsi dire qualsiasi dolce cosa da lui. E dirgliene altrettante.
Mettere dei jeans di 20 anni fa e ancora portarli con disinvoltura.
Guardare il piano cottura della cucina a gas, vecchia di cinque, sei anni, e trovarlo ancora nuovo e splendente. Come uscito dalla fabbrica.
Pensare a lui, a noi, e trovare che siamo ancora splendenti. Come usciti di fabbrica.
Aprire il coperchio del pianoforte e accarezzarlo. Come un vecchio amico.
Aprire l’armadio e sentirlo profumato. Di lavanda.
Aprire la taschina segreta del portafogli e guardare la sua fotografia.
Molto, molto consolante.
…
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(by poetella)
vabbeh… è un vecchio post rivisto, ma… queste cose mi consolano ancora. E mi consoleranno sempre!
«Se la bellezza era davvero potere, perché non potevo far nulla senza consultare qualcuno che fosse sopra di me? Non riuscii tuttavia a maledire la mia bellezza. Non lo feci mai…”