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Poetella's Blog

~ "questo sol m'arde e questo m'innamora"- Michelangelo

Poetella's Blog

Archivi Mensili: Maggio 2013

Se solo il mondo fosse indietreggiato…

29 mercoledì Mag 2013

Posted by poetella in amore?, assenza prersenza, atmosfere magice, Bellezza che salva, Brian Eno, consapevolezza, empatia, fedeltà, felicità, foto di poetella, poesia

≈ 18 commenti

Tag

Brian Eno, cerco, deep blue sea, luce

l'isolaridotta(foto di poetella)

 

Ascolta poetella

 

Se solo il mondo fosse indietreggiato di un poco

allora avremmo potuto vedere noi bambini, [tu bambino ed io ragazza, veramente]lontani

con gli occhi chiari pieni di sogni e le mani in cerca del destino e poi ragazzi [tu ragazzo ed io già donna, no?] a dar da mangiare a questi sogni, sfamarli di nuvole e fragole e pesche, che loro, magari, avrebbero gradito più carne, la nostra carne[come io gradisco la tua. Come tu la mia]

per crescere sani e realizzarsi

Se solo il mondo fosse indietreggiato di un poco

si sarebbe visto il ragazzo fatto uomo bello bello cercare le chiavi, le strade, la luce per schiarirsi ancora di più quegli occhi [turchese di cielo, di mare, di fondo tremante di fontana bella] e accogliere il Bello, stanare il Bello, divorare, assimilare, riflettere il Bello di tutte le infinite bellezze del mondo

 

e lei, la donna, lontana

 

spegnere le luci troppo fioche e accenderne altre e poi, ancora, spegnerle che no, non così. Non è questa la luce che cerco. E ancora altre, accendi, spegni, lampionaia delle meraviglie a frugare e frugare, corsara del mare sconfinato delle sconosciute possibilità. Che lei lo sapeva che c’era.

Da qualche parte quella luce c’era.

 

E se lo sai, non molli.

Mente e cuore aperti e sguardo sicuro.

 

Fino alla sponda luminosa dei tuoi [finalmente]smisurati occhi.

Porta di luce. Inesauribile meraviglia.

 

[Lo sapevi che avrei detto sì anche a quello, oggi, no?

Te l’ho detto. Mi credi, adesso?

Sempre sì, a te. Solo sì. A tutto sì. Contaci.]

…

…

…

(by poetella)

 

Brian Eno – Deep Blue Sea

 

 

 

 

 

 

.

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Quando sarà cominciato?

28 martedì Mag 2013

Posted by poetella in archetipi, biografia..., consapevolezza, crescere con l'amore, le cose importanti, poesia, sorelle gemelle

≈ 24 commenti

Tag

colori, conoscenza, prima volta, suoni

feti-gemelli(foto dal web)

 

 

 

Quando sarà cominciato?

Che poi, chiederselo. A che serve? Risposte negate. Impossibilitate  conoscenze.

Troppo stretto, un pertugio con la lucina in fondo, lo spazio del sapere.

 

Comunque, camminare e domandarsi. Camminare e tentare di rispondersi. Non si cammina mai troppo, non trovate?

Dunque, anche stamattina.

E chi se ne frega del traffico. Io vado a piedi. La Tiburtina, guardala là, di mattina.

Però ci sono i pini, le acacie, i piccoli ciuffi di papaveri  da guardare. Le nuvole. Ma che stavo dicendo?

Ah, ecco, quando sarà cominciato. Da dove questa fame, questa voracità d’amore, di riconoscimenti, di attenzioni, di approvazioni, d’attestazioni scritte e cantate di merito. Di sfide, di superamenti. Da quando?

 

Forse da quella prima volta?

Da quel misterioso, angoscioso senso di perdita, d’inspiegabile privazione (e cosa avrà provato la bambina senza le parole per dirselo, per chiarirselo) senza più quel bum bum bum di piccolo qualcosa veloce che scandiva l’annacquato, fluido tempo in duetto con quell’altro bum bum bum più lento, più calmo, più mutevole nel buio di strani riflessi (bluastri? Rossastri?) e trasparenze, prima che le idee,

idee,

prima che le parole,

parole,

prima che i colori, i suoni,l’accecante molteplicità delle forme.

Prima che la conoscenza, l’esperienza, gli sbagli.

 

Forse sarà stato quel sentirsi tutto quel vuoto attorno, addosso, tutto quello spazio fresco, era settembre, che lei lo sapesse o no e non lo sapeva, non sapeva ancora niente, o forse sì, ma non sa adesso cosa sapesse, senza più quel qualcosa appiccicato alla vita, all’essere, che si muoveva, pulsava, piccoli suoni, piccoli contatti, aderenze. (sicurezze?)

Senza più quel qualcosa senza nome, senza volto, senza forma se non quella percepita come un resto di sé oltre quell’elastico velo, con quel piccolo bum bum bum,

 

e poi un qualcosa, un evento, un accadimento nuovo, spintoni, strattoni, rumori, dolore e poi più niente. No, niente. Diverso.

Forte. Sconosciuto.

 

Sarà stato quel terribile quarto d’ora, quanto? Dieci minuti, dice un quarto d’ora. Dice

– C’è n’è un’altra, signora bella. E la donna

– Un’altra? Perché una è già? Posso avere un goccetto di Cognac, Madre? E la suora

– Ma veramente non saprei. Posso, dottore? e il dottore

– Ma sì. Ce l’abbiamo, no? Glielo dia.

 

Quel quarto d’ora nel vuoto duro senza voce, senza  quasi respiro, in attesa, quasi morta. In attesa che un altro pianto, il pianto di quell’altra cosa, quel prolungamento strappato, quel pianto di anche lei. Finalmente nel mondo.

E poi piangere insieme.  Di nuovo.

 

Sarà stato quello a…?

Si può mai fare niente per cancellare, filtrare, comprendere, accettare, assimilare, reinterpretare quel primo quarto d’ora?

 

Si riempirà mai quella mia solitudine infinita di quel primo quarto d’ora per la prima e non ultima volta  senza te, sorella mia?   

 

E comunque, cambiando discorso e destinatario del pensiero…

Quante volte hai pensato a me, oggi, tu, amore mio, visto che domani…

…

…

…

(by poetella)

Brahms  Lullaby

 

 

 

 

.

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Ecco fatto. No, io dico, come si…

27 lunedì Mag 2013

Posted by poetella in amore?, Antonio Lobo Antunes, atmosfere magice, Bellezza che salva, consapevolezza, emozione, fedeltà, foto di poetella, Mahler, pensieri sparsi, poesia

≈ 15 commenti

Tag

ecco fatto, foglia, leggo

nubi(foto di poetella)

Ecco fatto. No, io dico, come si fa?  Come si fa a leggere altro, ad appassionarsi ad altro, ci ho provato, non dico di non averci provato, un romanzo fresco di stampa in  borsa, da tirare fuori sull’auto o a ricreazione, per tagliare un po’ via il mondo, dicevano che era un buon romanzo, un ottimo scrittore, ci ho provato per portare solo un po’ via quello che c’è da portare via. C’è sempre qualcosa da portare via, isolarsi, tuffarsi in un altro mondo. Leggendo.

Ci ho provato.

L’ho aperto, ho cominciato a leggere. Poi l’ho chiuso. Ed ho ripreso lui. L’unico che si porta davvero via tutto. Troppo pesante la mia borsa, sempre con uno o due libri dentro, a parte il resto, schemi di lezioni, agenda con gli impegni, fogli e fogli, appunti, versi, compiti corretti, pettine rossetto specchietto. Portafoglio. Merenda per la ricreazione. Certo, ché mi viene fame a scuola.

 

Insomma, l’ho aperto, ho cominciato a leggere. Poi l’ho chiuso. Ed ho ripreso lui. L’unico che si porta davvero via tutto. Che mi risucchia l’anima e me la rivolta e me la rimette a posto e poi la riscombussola e poi la rimette a posto. E lo sapevo. Lo sapevo che finiva così. Tutte le volte che leggo Lobo Antunes, poi per un po’ non posso leggere altro.

Tutto scontato. Tutto banale. Tutto prevedibile. Noioso. Letto e riletto. Stanco. Vuoto. Morto. Accidenti.

 

 

“…con il cavallo legato all’anello e le luci del paese che vanno e vengono

a seconda delle nubi che rivelano un tetto, due tetti, il cortile di una scuola

dove il vento giocava con un pezzo di carta, adesso ti metto qui, adesso

ti metto lì  e il pezzo di carta si confondeva con le foglie, poverino, a guardar

bene anche il pezzo di carta una foglia, da dove arriveranno le foglie che non

ci sono  quasi arbusti, ditemi, nel cortile piccoli cactus che nascevano dal

selciato, una volpe nella colombaia con una levità di mignoli e mio padre

col suo Cristo da fiera in cima alle scale e il cavallo ad attenderlo…”

da Arcipelago dell’insonnia.

di Antonio Lobo Antunes

Povera me! come faccio adesso? Non amerò mai nessuno come amo lui.

Nessuno mi darà piacere come lui.

Mai nessuno amerò come amo te.

Mai nessuno mi darà il piacere che mi dai. Lo so.

…

…

…

(by poetella)

Mahler – Adagietto de 5ª sinfonia

 

 

 

 

.

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di prossima pubblicazione…

26 domenica Mag 2013

Posted by poetella in attesa, comunicazione di servizio, prossima pubblicazione

≈ 22 commenti

Tag

arriva, informazioni

Amori amari

in formato digitale…forse a Giugno…o Luglio…vedremo…

arriva il mio nuovo libro!

Poi darò maggiori informazioni…

…

…

…

(by poetella)

P.s.

e …Lui dice

“…che bello… e ricordati sempre… sei tu… c’è la tua energia… io non sono niente, se non lo spazio sereno in cui hai potuto ritrovare te stessa…”

dice lui… ma…

.

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finito!

25 sabato Mag 2013

Posted by poetella in Antonio Lobo Antunes

≈ 12 commenti

Arcipelago dell'insonnia

e adesso…

lo rileggo!

…

…

…

(by poetella)

Oblivion (Piazzolla)

.

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aria…

25 sabato Mag 2013

Posted by poetella in poesia

≈ 4 commenti

nubi al tramonto SAM_0945tramonto dal balcone(foto di poetella felice…)

 

 

 

 

 

 

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Che sia il vento che…

24 venerdì Mag 2013

Posted by poetella in amore?, assenza prersenza, attesa, Bellezza che salva, desiderio, foto di poetella, nostalgia, poesia

≈ 36 commenti

anciennes(foto di poetella)

 

Ascolta poetella

 

Che sia il vento che cerco?

O  qualcosa  più lieve, più denso,  più importante del vento. M’invento

commento, m’imbroglio, contemplo vele, voli, nubi, foglie

o semplici fogli di carta – robetta leggera, insomma –

parole che possano andare planando staccate da questa palude

di niente che appiccica i piedi

che inghiotte, reclama attenzione, pretende certezze

che vuole nutrirsi (di me?) Non so.

 

Lo sai, però? Lo sai che giorno per giorno

di giorno, di notte

che notte per notte m’alleno – veleno – a fare (non fare) un po’ a meno di te

Mi faccio regali

un fiore, un gatto o un ghiotto dolcetto ricordo, perline

lucette, frasette

– e  ogni scatto ti penso, hai detto –

sebbene profumi (Dio, profumi! Magnolia, arance, persino gelsomino)

 

mi distraggano, mi distolgano un po’. Scellerati.

 

Che poi, via, non credo d’avere talento. Proprio no. No.

…

…

…

(by poetella)

Gheorghe Zamfir – Plaisir DAmour

 

 

 

 

 

 

.

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visto che…

23 giovedì Mag 2013

Posted by poetella in Bellezza che salva, comunicazione di servizio, foto di poetella, musica, Scriabin, silenzio

≈ 22 commenti

Tag

chiusura scuola, e musica, evgeny kissin

svuotata, prosciugata, distratta da mille beghe e beguccie, traffici, impicci, impacci, impegni più o meno urgenti, complicazioni, noiosissime accatastate esigenze altrui,

bastoni tra le ruote e i pensieri, buchi neri di noia, aspirazioni velleitarie ed altrettanto velleitari sogni…

Visto che suo malgrado, (molto malgrado) poetella non riesce a scrivere manco una stramaledetta riga, non dico come vorrebbe, ma neanche almeno un po’ come dovrebbe,

 

Visto che, con l’aria che tira è meglio che se ne stia buona buona a leggere e a buttar giù quelle dannate relazioni finali a chiusura scuola (a breve!)

giusto per non abbandonare il suo amatissimo blogghino…

 

foto!

SAM_0940e musica!

Evgeny Kissin plays Scriabin – Etude op.8 no.12.

,

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郎朗,郎国任:赛马

21 martedì Mag 2013

Posted by poetella in poesia

≈ 10 commenti

nel blog di marta…meraviglioso!

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Ci guardo sempre. Saranno, boh, due anni…

21 martedì Mag 2013

Posted by poetella in amore clandestino, amore?, assenza prersenza, atmosfere magice, Bellezza che salva, foto di poetella, vecchiaia

≈ 9 commenti

fiore strano(foto di poetella)

 

 

 

Ci guardo sempre. Saranno, boh, due anni

(due anni?) che ho visto quel fiore strano scintillare nel cantiere abbandonato. Che poi, allora non era abbandonato. Scavavano. Chissà cosa. Chissà perché. Quattro o cinque uomini. Una ragazza scriveva su un quadernino. Poi, braccio teso, dava ordini. Presumo. O suggerimenti. Non so, non sentivo parole.

Portavano via gran cariolate di terra (dove l’avranno portata?). una buca larga, serpeggiante.

Con due costoni sempre più alti. O sempre più fondi. Dipende da.

 

Comunque, dicevo, ci guardo sempre, sperando che. Ma niente.

Fiorellini, margheritine viola(viola? Margheritine?)gialle, bianche (quelle sì, sicuro margherite).

Piccoli ciuffi, pallette spinose punteggiate di micro fiori violetti, che colore, molto di viola in natura.

I tuoi occhi non sono viola. Belli da morire, però.

Ma che c’entra, adesso. Non divaghiamo.

Fiorellini a cinque petali, sempre violetti, lilla, magari, raggruppati tra foglie di un verde cupo, poi papaveri.

Ah! I papaveri. Che vita breve. Che vita coraggiosa. Che impeto.

 

E c’è ancora odore di terra abbandonata, pozzanghere.

Nessuna presenza ormai da un’infinità di tempo.

Lo scavo s’è ormai tutto, quasi tutto coperto d’erbacce, erbe, muschi, spighe selvatiche, fiori, in questa stagione, rovi.

Tranne lì dove hanno steso quella cerata con sopra dei grossi sassi. A coprire non so che. Parrebbe qualcosa d’antico, molto antico, da come spunta da un angolo mosso dal vento della tela cerata.

 

Quel fiore, comunque, quella festa di rosa, di verde, quella ricchezza di corolla, sfumature d’abito d’organza, quel fiore solitario, regale, ricco, alto alto, quel fiore che sono riuscita a fotografare, il giorno dopo, ma non a cogliere, troppo lontano! mai più visto.

 

Unico, insostituibile, misterioso, sconosciuto.

Probabilmente penserò a lungo  ancora a lui, ancora altre volte sperando di, e invece niente. non

lo ritroverò più. C’è da giurarci.

Penserò a lui come in vecchiaia penserò a te. Allo stupore. Alla meraviglia. Ai giochi.

All’infinita fortuna d’aver incrociato la tua bellezza.

 

E poi, forse, mi dimenticherò del fiore. E anche di te.

 

O forse, no.

…

…

…

(by poetella)

 

 

Sidney – Bechet – Petite fleur

 

 

 

 

 

 

.

 

 

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ancora Bellezza…

19 domenica Mag 2013

Posted by poetella in Bellezza che salva, foto di poetella, poesia

≈ 10 commenti

Tag

aria

SAM_0928 SAM_0929 SAM_0930

(foto di poetella)

…così, per prendere aria

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No, sai, ho deciso. Non ti…

18 sabato Mag 2013

Posted by poetella in amore clandestino, amore?, assenza prersenza, atmosfere magice, attesa, Bellezza che salva, Debussy, foto di poetella, poesia, silenzio

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luce sera(foto di poetella)

 

 

 

No, sai, ho deciso. Non ti scrivo

Non ti scrivo anche se vorrei parteciparti quell’esaltazione a guardare il cielo che m’è piovuta addosso stamattina. Il colore. Quel colore. Uguale. Proprio la stessa tonalità. Precisa.

Gradazione cromaticamente identica a, ma lo sai a che.

Che a guardarlo, certe volte, mi sa che non solo gabbiani, piccioni, cornacchie, mi sa che pure le tortore, mi prende come un senso di refrigerio. Acqua di sorgente dopo l’arsura della salita in vetta. Il cielo. Quel cielo.

Che cielo!

Ma no, sai, ho deciso. Non ti scrivo

Anche se mi sono affacciata mille volte, mille volte e dovrei dirtelo, in balcone, oggi. Va bene, non mille. Ma parecchie, che credi! Ed ho guardato laggiù, oltre il Soratte che lo so che ti fa ombra, che rinfresca i tuoi campi, mentre crescono i lamponi e i mirtilli e le fragole.  E oscillano i noccioli e gli ulivi d’argento.

E lì, sicuro le tortore, e magari pure le rondini. E niente piccioni, né cornacchie. Passeri, magari. Tordi, che ne so.

Che poi  c’era un sole! E me lo immaginavo che ti giocava sulla pelle e disegnava e ridisegnava. Tutto ispirato. S’allontanava un po’, guardava e tornava a disegnare.

Come mi rigirano certe tue parole in testa. Come un ghirigoro. Un  disegno a china.

Ma perché dirtelo?

Abbiamo imparato a lasciar inaridire la terra, prima di gettarci l’acqua. Abbiamo imparato a  far arrivare la pianta ad un attimo prima di veder afflosciare le foglie. E poi, giù acqua. E quella che si bea. Che sparge profumo, grata.

– Mai! Nessuna mai come te.

Abbiamo imparato  a lasciare tanta aria in mezzo, così tanta aria che l’incendio, poi, non può che essere devastante. Non può che distruggere ogni grigiore, ogni tedio, ogni vissuto  non vissuto. Ogni erbaccia cresciuta spontanea sui giorni.

Comunque  no, sai, ho deciso. Non ti scrivo

 

Anche se stamattina, davanti allo specchio con lo spazzolino in mano, guardavo come la luce filtrata dalla tenda di lino mi faceva bella, liscia e rosea che tu

– Sei di burro!

Lo so che l’avresti detto. E non mi vedrai mai di mattina, con lo spazzolino in mano e mai

 

– Sei di burro!

mai, di mattina. Ma non fa niente. Il tempo non esiste, con te. Non conta.  E anche se non mi dirai mai, mai niente di mattina, con lo spazzolino in mano e la camicia da notte sul bordo della vasca, un angolino a terra, i capelli tirati su e la luce che entra dalla tendina di lino morbida e dolce e le tua labbra morbide e dolci da scambiarci il sapore di menta e cannella e maggiorana,  insomma, il sapore del dentifricio.  Quello che è. Non fa niente proprio. E dunque

dunque  no, sai, ho deciso. Non ti scrivo.

Tanto sai tutto.

…

…

…

(by poetella)

 

 

 

Claude Debussy – Arabesque

 

 

 

.

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guardando in su…

17 venerdì Mag 2013

Posted by poetella in Bellezza che salva, foto di poetella, fotografia

≈ 14 commenti

Tag

panorama

dal  balcone 1 dal balconelaggiù...oltre... masolino nuvolepanorama

beh…bel panorama dal mio balcone, no?

.

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Che poi lei pensava…

16 giovedì Mag 2013

Posted by poetella in amore clandestino, antiquariato, assenza prersenza, basta!, consapevolezza, foto di poetella, le cose importanti, libertà, musica

≈ 29 commenti

SAM_0026(foto di poetella)

 

 

 

Che poi lei pensava

mentre stirava l’ottava camicia – troppe camice in questa casa, l’indiano della tintoria non stira bene, povero, tutte da ristirare –  lei pensava, col Canone per tre violini e violoncello di Pachebel nelle orecchie, questa casa finta, questa casa scomoda, piena di gueridon pieni di ninnoli, figurette, tazze  e caffettiere del settecento, dell’ottocento, piena di mensole e mensolette piene di chicchere e piatti di porcellana, di bronzo, di maiolica istoriata del seicento, del settecento, dell’ottocento, albarelli, angeli e angioletti, puttini e dee e dei ed eroi, e mostri, vasi e coppe, e avori, tutto antico, cartagloria, fiori di seta, tutto morto, tutto da altri usato per viverci comodi, non per metterlo lì a dover essere spolverato, lucidato, schivato per non romperlo, in quella casa finta con gli armadi piccoli, che se no disturbano l’equilibrio infinito, prezioso della mostra degli oggetti rari, quadri e quadretti e miniature e specchi e specchi finti, antichi, macchiati, scrostati, che non ci si vede niente e ci si deve specchiare in quello dell’ascensore,  di fronte, di profilo, ok, va bene,

stirava e pensava, in quella casa senza lo spazio per una libreria, i libri un po’ qui, un po’ lì, un po’ in soffitta, o sotto al letto, o in cucina o in quella verticalina su due, tre strati, senza un faretto per illuminare, Me lo metti un faretto? Ma che sei matta? Ci starebbe malissimo! Con la torcetta per vedere che cavolo di libro era. Se era  quello che cercava, senza trovarlo. E svuotare tutto, a tentoni. Poi rinunciare. E per fortuna una libreriola in cucina coi preferiti. Amori miei!

 

E lei stirava e pensava Tu!

Tu che non scrivi. Tu che, non serve che scrivi, tu che vivi in semplicità. Tu, solo l’essenziale. Tu col poco. Tu che non telefoni, ché non serve telefonare. E non mandi messaggi. Ma che messaggi devi mandare mai?

Ché lo sai che mi sei continuamente in testa, ché se non ti avessi continuamente in testa soffocherei, in questa prigione  di falsità, che ci soffocherebbe chiunque.

 

Figurati io! Ma io, no. E allora…

…

…

…

(by poetella)

 

 

 

Pachebel – Canon For Three Violins & Cello.

 

 

 

 

 

 

.

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ce l’hooooooooooooooooooooo!

15 mercoledì Mag 2013

Posted by poetella in Antonio Lobo Antunes

≈ 9 commenti

Arcipelago dell'insonnia

ed erano due anni che aspettavo questo momento!
Un libro del 2008, che finalmente tradotto, dopo cinque anni…esce in Italia!

e adesso…si leggeeeeeeeeeeeee!
Lo adoro!

una critica, per chi volesse saperne di più

Lobo Antunes non ha avuto difficoltà a riconoscere che si sente un poeta frustrato, senza il talento necessario per dire in un solo verso quel che gli costa duecento pagine di prosa. Di prosa, tuttavia, calibratissima e densa, non tanto informativa o descrittiva – “romanzesca”, insomma – quanto suggestiva e connotativa, e pertanto bisognosa di un trattamento speciale da parte di chi voglia tradurla in un’altra lingua. Arcipelago dell’insonnia racconta il dominio esercitato da un solo uomo su una vasta comunità rurale. Ci ricorda un suggerimento che Lobo Antunes dava in un precedente romanzo, di vagare attraverso le sue pagine come in un sogno, perché dalla somma apparentemente contraddittoria delle sue luci e delle sue ombre avremmo trovato il senso profondo. I personaggi che incontriamo, lungo un arco temporale che comprende tre generazioni – tra la prima guerra mondiale e la rivoluzione dei garofani – ci offrono identità confuse. Di molti di loro sappiamo poco più che i nomi, come Jaime, Hortelinda, María Adelaide, e l’atmosfera ossessionata in cui si muovono è segnata da ripetuti riferimenti a un uccello, il tucano, che Lobo Antunes traghetta dall’uno all’altro dei suoi romanzi come una sorta di emblema tellurico. Rottura del tempo, dello spazio e della coerenza della narrazione sono altri tratti costitutivi del libro, in consonanza con una scrittura frammentata e una disposizione poco convenzionale delle frasi del dialogo.

Dario Villanueva, El Mundo

.

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Riflettevo, a sguardo in su…

15 mercoledì Mag 2013

Posted by poetella in arte, atmosfere magice, Bellezza che salva, Musica Antiqua, pensieri sparsi

≈ 20 commenti

Tag

masolino, minstrel melodies, musica antiqua

800px-Cappella_brancacci,_Guarigione_dello_storpio_e_resurrezione_di_Tabita_(restaurato),_Masolino(foto dal web)

 

 

Riflettevo, a sguardo in su, un po’ di male dietro la nuca, ma si sopporta, via! riflettevo nell’osservare la postura di quei due nell’affresco di Masolino alla Brancacci.

Guardavo e riflettevo, l’incedere, come era reso quell’incedere, e gli abiti, abiti ricamati, riccamente ricamati. Copricapo sicuramente secondo la moda del tempo. Calze cromaticamente abbinate. Sofisticata ricerca di bellezza.

Eleganza è sempre bellezza?

Chi cerca bellezza, armonia, grazia è migliore di chi se ne frega?

Chi si consola con la bellezza, chi ci bada, chi la scova in ogni svolta della vita, in ogni rettilineo, in ogni salita e discesa, negli angolini e nel largo, a largo di tutte le brutture, le volgarità, le grettezze, le pochezze, via!

Chi è cos’ è di più?

O no?

 

Riflettevo su quel parlottare elegante, ignaro di drammi e miracoli.

Quell’incedere nella luce chiara, pulita, semplificata, rosa, giallina, verde delle case, tra quei piccoli sassi bianchi come fiocchi di cotone, nella piazza. Ampia il giusto.

 

Riflettevo su quella noncuranza, su quell’aristocrazia di pensiero che non si scompone, non si affretta, non si attarda. Non si allarma.

 

Procede. Con equilibrio superiore. E grazia.

Ecco.

…

…

…

(by poetella)

 

 

Musica Antiqua – Minstrel Melodies

 

 

 

 

 

 

 

.

 

 

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Ci salvi la Bellezza!

14 martedì Mag 2013

Posted by poetella in basta!, Bellezza che salva, biografia..., consapevolezza, diario, foto di poetella, libertà, malinconia, nonni, nostalgia

≈ 19 commenti

Tag

bambina, tutta la vita

gerani e begonie 2

(foto di poetella)

Ci salvi la Bellezza!

 

 

 

Che c’entrava, adesso. Le era venuto in mente.

Mentre usciva vapore caldo dall’inalatore termale.

Non c’era nesso apparente. O sì? Una bambina che sonnecchiava in un letto grande, non suo.

E, dalla cucina, rumori sommessi in un brodo di silenzio.

Tramestio. Luce filtrata dalle persiane chiuse. Profumo di cera per mobili. Lenzuola di lino spesso. Ricamate.

Da sua nonna.

 

E non alzarsi. Che tanto era vacanza. E c’era tutta la vita, ancora, davanti. Allora c’era.

Una pagina tutta bianca. O no?

Forse che già le tracce di quello che si sarebbe scritto erano stabilite?

Non si scappa?

Forse che non si sarebbe potuto fare niente per deviare, guidare, tracciare  diversamente?

Si sarebbe fatto, se ci fosse stata la possibilità.

Non si fa che quello che è possibile. Pare. No? E, o è possibile, o non è possibile. Inutile startici a.

 

Ancora non poteva alzarsi. Neanche adesso. Doveva finire l’inalazione di vapori sulfo-balsamici.

Le liberavano il naso. Le schiarivano le idee. O gliele annebbiavano.

Affidiamo al vapore tutta la vita. Cancelliamo  tutti gli anni.

Via i passi falsi. Via le false risposte. E le domande retoriche.

Riscriviamo tutto. Cambiamo i personaggi. Sostituiamo i ruoli. 

Un nuovo progetto l’avrei.

Ridisegniamo le mappe.

Anche la pianta di casa. Anche i segni dei passi.

Anche la distribuzione dei mobili. La ridondanza dei mobili.

E degli oggetti che levavano l’aria. E non riempiono i vuoti.

T’accerchiano, t’assediano, ti stringono, t’intrappolano. E lui che compra e compra e compra e compra. Beata te! Figurati se.

 

La casa di nonna era semivuota.

Solo l’indispensabile.

Cos’è indispensabile?

 

Il silenzio, per esempio. Ché questo inalatore fa troppo rumore. Tortura le orecchie già abbastanza torturate. Dev’essere qualche strano transito in cielo.

 

Ma le scoppiava una rabbia, come un bubbone maturo.

 

E, Che c’è a cena?

E, Mi dai, mi fai, mi levi, mi lavi, mi stiri, mi metti, mi compri. Mi telefoni a. mi vedi se.

L’hai preso l’Armolipid in farmacia? E l’Arvenum?

E, Avrei tanta voglia di fare l’amore. Io no (non con te, comunque).

Ma, pagato il condominio? Mi prendi il giornale, già che esci?

Fan culo!

 

E non si può scappare. Oggi, per lo meno, no. Devo fare l’inalazione. Almeno quindici sedute.

Poi, poi, ci sarà qualcos’altro a tendere trappole.

Contaci, bella mia. Non sei di quelle che mollano le zavorre. E neanche bucano il pallone.

 

Ok, ok. però, qualche volta, pure tu, libera, voli. Sicuro. Sì, sicuro.

…

…

…

(by poetella)

 

 

Brahms’Lullaby

 

 

 

 

 

 

.

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Brian Boru’s March

12 domenica Mag 2013

Posted by poetella in poesia

≈ 5 commenti

ma non è una meraviglia!
Musica!
Grazie marta….un post stupendo! mi ci voleva proprio!

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A ripensarci, l’improvvisa pioggia di …

11 sabato Mag 2013

Posted by poetella in amore?, assenza prersenza, Bellezza che salva, camminare guardando, consapevolezza, crescere con l'amore, foto di poetella, le cose importanti

≈ 28 commenti

Tag

goccia, modus vivendi

Copia di IMG_2234(foto di poetella)

 

 

 

A ripensarci, l’improvvisa pioggia di ieri mattina ha spezzato la mia camminata.

 

Che poi per un po’  l’ho ignorata. Proseguivo.

Goccia sul naso. Una, grossa, sul bavero della giacca  di lino verde. Si vedeva benissimo.  Due sulla mano destra, vicine. Proseguivo.

Niente ombrello. E dire che sono sempre così previdente.

Il cielo, un gran parapiglia veloce. Grigio, grigio scuro, bianco. Niente azzurro.

No, un buco di azzurro a est. Piccolo. Altra goccia. A sfidarmi.

Poi la tettoia della fermata dell’autobus. Ho ceduto.

 

Sto decisamente imparando a cedere. È una grossa conquista.

Quel tenere duro a pugni stretti. No. Non va.

Bisogna saper rilasciare, quando si presenti il caso.

 

Salita sull’auto, comunque, ho trovato il buono, sono riuscita a trovare un gran buono nella scia  morbida di Opium della signora bionda seduta avanti a me. e nel libro che ho tirato fuori dalla borsa. Ce n’è sempre uno.

Vedi?

 

Inevitabile riconoscere l’innegabile influsso della tua radicata filosofia, del tuo modus vivendi, mio adorato.

Inevitabile compiacersi dell’uncino che ha tirato fuori il mio, come polpa dalle chele di un granchio.

T’ho lasciato fare. La Bellezza è ovunque. Frase tua. Non ostiniamoci.

 

No. Non mi ostino. Non più.

…

…

…

(by poetella)

 

 

 

Rachmaninoff -Cello Sonatas – 06 — Sonata for C

 

 

 

 

 

 

 

 

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Stavano lì, come in un segreto…

09 giovedì Mag 2013

Posted by poetella in amore?, atmosfere magice, buon quinto anniversario!, foto di poetella, passione, pioggia, poesia

≈ 24 commenti

Tag

alba, il tempo, luce, pioggia, zitto

fluttuare

(foto di poetella)

 

Ascolta poetella

 

 

Stavano lì, come in un segreto. E niente chiedersi del tempo, dov’era finito il tempo?

Stavano lì, lo spazio evaporato e niente piani orizzontali e niente orizzonti e niente verticali né vertici né punte

né piani obliqui né obliqui pensieri.

Solo fluttuare. Fluttuare di prima del primo suono, della prima impercettibile luce, del primo movimento, prima del primo istante del mondo. Non ancora creato.

 

Finite le parole basta parole. Troppe parole pensate cercate parlate scritte. Zitto, amore mio!

Zitto, adesso.

E lui uccideva e  resuscitava e ancora uccideva e resuscitava i loro giorni. Fiato divino sull’erba dell’alba..

 

Poi come il fuoco si fece tepore-ricordo e morbida cenere, fuori, improvvisa, da qualche parte, sicuramente,

 

scrosciante, sarà caduta la pioggia.

…

…

…

(by poetella)

 

 

 

 

 

 

 

 

.

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Questo sole che buca le nubi…

08 mercoledì Mag 2013

Posted by poetella in alchimia, amore?, assenza prersenza, atmosfere magice, diario, foto di poetella, Luigi Maria Corsanico, poesia

≈ 17 commenti

 

mezzo arcobaleno

(foto di poetella)

 

 

 

Ascolta poetella

 

 

Questo sole che buca le nubi

è lo stesso sole di sempre.

Eppure no.

 

Come posso non confondere

il suo tenero tepore

con quello delle tue braccia, amore mio.

 

che ancora mi cingono

mi legano

mi ricamano

 

sebbene tu ora sia lì.

 

Ed io, qui.

…

…

…

(by poetella)

 

 

Al piano Liigi Maria Corsanico

 

 

 

 

.

 

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certi scrittori

07 martedì Mag 2013

Posted by poetella in poesia

≈ 3 commenti

finalmente qualcuno che parla di Lobo Antunes.
(non mi riferisco a Tabucchi, ovviamente, ma a chi lo ha citato.
Viva!)

scompartimento per (lettori e) taciturni

Caro dott. Grassano, capisco che Lobo Antunes non appartenga alla sua famiglia letteraria. Per la verità non appartiene neppure alla mia, e credo che i miei libri lo dimostrino. Tuttavia non so fino a che punto, in letteratura, si debbano cercare “consonanze”. A volte le dissonanze possono essere fruttuose, altrimenti rischiamo di trovarci rinchiusi in piccoli o grandi club che poi sono anche le categorie di alcune Storie della letteratura che ci perseguitano.
Onestamente mi sono chiesto spesso se i romanzi di Lobo Antunes non dovessero essere
sottoposti a ciò che viene chiamato “editing”, che eliminasse certe gobbe, certi bubboni
narrativi, certe ridondanze, certe proliferazioni di metafore, che lei sottolinea garbatamente nella sua recensione. Poi sono arrivato alla conclusione che è meglio di no. Perché credo che sia proprio questo il “bello” di Lobo Antunes, che fa sì che la sua scrittura sia di Lobo Antunes e di nessun altro:…

View original post 472 altre parole

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poetella consiglia…

06 lunedì Mag 2013

Posted by poetella in da leggere

≈ 36 commenti

il quartiere era una festa

un testo molto interessante, tradotto magistralmente da un giovanissimo… di cui ho già parlato.

.

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Forse, se non fosse stata così forte…

06 lunedì Mag 2013

Posted by poetella in amore?, attesa, desiderio, foto di poetella, pioggia

≈ 16 commenti

Tag

il tempo

 

IMG_3963ridotta(foto di poetella)

 

 

Forse, se non fosse stata così forte,

così terribilmente insistente e rumorosa e agitata e completamente noncurante

del desiderio di silenzio, annullamento, scavalcamento del tempo,

nessun tempo, traversiamo il tempo senza accorgercene, vinciamo il tempo…

 

 se non fosse stata così dannatamente forte,

così impietosamente violenta e scellerata e devastante,

coltre che brucia la pelle e non ristora,  

strato di briciole bruciacchiate sulle lenzuola

 

se non fosse stata, ah, com’era! così maledettamente forte,

e spavalda e ridondante, rimbombante e abbagliante

di sobbalzi trasalimenti, tentennamenti

 spericolati assestamenti

 

se non fosse stata così maleficamente, odiosamente forte,

questa screanzata pioggia, alle quattro di mattina

certo non mi sarei svegliata

a dirmi

ancora da aspettare un giorno

che non passerà mai. Ma poi, sì.

…

…

…

(by poetella)

 

 

 

Evgeny Kissin plays Scriabin Etude op.8 no.12

 

 

 

 

 

 

 

 

.

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E chiudiamola ‘sta ferita.

04 sabato Mag 2013

Posted by poetella in amore clandestino, amore?, attesa, auguri amore mio!, desiderio, fedeltà, foto di poetella, passione

≈ 36 commenti

una coppa piccola

(foto di poetella)

 

 

E chiudiamola ‘sta ferita.

Basta. Ora no. Basta pensarci.

Ti devi distrarre, carina. Non ci badare. Lascia che stia lì, un buco che s’allarga.  Attesa.

Dice, sono avvezze all’attesa, le donne. Ce l’hanno nel DNA, loro. Pazienti.

La pila sul fuoco, piano piano.

I panni che s’asciugano. Piano piano.

Il pane che lievita, silenzioso, di notte. Piano piano.

Il ventre che lievita e non sai come. E non sai chi.Piano piano.

Sanno aspettare. Le donne. Abituate.

E allora, guarda. Organizzati.

Lista della spesa. Che se no, con quella testa per aria…

Scrivici bene tutto: pane, latte, stuzzicadenti. Pizza bianca e rossa. Pizzette. Baccalà. E pure le olive di Gaeta. I capperi, no. Ci sono. Crostatine. Lievito per i dolci.Ferramenta: tappo per lavandino cucina.

 

Tappo per questo mio cuore che mi sta scappando via.

 

Farmacia: tisana rilassante, anti ansia, anti desiderio. Chissà se martedì…

Zitta! Non ci pensare. Continua a buttare giù ‘sta cazzo di lista. Fettine vitella per involtini. Ah, sì, sedano, che è finito. Fragole, rosse rosse. No, la tua bocca, no, non è rossa. È  rosa, rosa pesca, rosa salmone, rosellina tua bocca bella bella. Pare un acquerello. Che se avessi tempo, da te, ti dipingerei. Le tue labbra, frescomorbidoumidodolce.

E dai! Basta. Scrivi. Fragole, dicevo, nespole. Ci sono le nespole. L’ho viste nel cesto del fruttivendolo a via Monrovalle, ieri.

Ci sono le nespole, agro-dolce-succoso. I tuoi baci. I baci che ti darò. Che era ancora inverno di mele e arance e odore di camino. E adesso le nespole. Quasi estate!

 

Insomma, basta! Non ci pensare, che poi, se martedì non…

Se martedì scoppia la guerra, se crolla una diga che non c’è, se s’allaga tutta Roma, se cadi dalle scale e ti spacchi la testa, carina mia, se prendi solo una storta, una brutta storta che non puoi camminare, o solo camminare zoppicando forte, se c’è lo sciopero dell’ATAC, se c’è lo sciopero anche dei taxi, se crolla la casa per le vibrazioni della metro, se…

se crolla, o solo si sposta il sole e la luna e l’altre stelle, se crolla pure la terra e tutti giù per terra!

 

Se…ma no. Non succederà niente, via.

 

Stavolta non succederà niente, cazzo. Stavolta, no.

…

…

…

(by poetella)

…e saranno cinque anni! Auguri già da adesso, amore mio!

.

 

 

 

 

.

 

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I nomi. Ci sono nomi di luoghi che…

02 giovedì Mag 2013

Posted by poetella in atmosfere magice, Bellezza che salva, foto di poetella, le cose importanti, pensieri sparsi, Sigur Ros

≈ 23 commenti

contro luce

(foto di poetella)

 

I nomi. Ci sono nomi di luoghi che.

Ci sono nomi carichi. Nomi che sfiatano fascino, temerarietà. Sogni. Nomi tutti allegorie. Metafore. Sottintesi.

Dico, Samarcanda. Come non desiderare di essere lì.

Già nel nome, quella S, quella r, quel finale che sembra in divenire, in crescere.

Un nome che fruscia come la seta. Attraversato,  lisciato, colorato di seta. Iridescente. Pelle di serpente.

 Destino glorioso in certi nomi.

Come suonano anonimi, piccini, altri. Poggio Cinolfo. Dico, chi conoscerà mai, a parte qualche fungaiolo della domenica, cestino di vimini e scarponi,  un posto simile?

Nomuncoli, puntini sulle mappe. In scala 1:500, 1 :100.

Mai in scale maggiori.

Solo minori. Malinconiche. Dolenti.

Dico, magari ci si vivrà bene, ci vivranno pure bene. Loro.  Ma…

Damasco! Vuoi mettere Damasco! Vogliamo dire Damasco? Provaci. D A M A S C O.

Damasco sì che suona maestoso.

E Babilonia. E i giardini, i profumi di gelsomino.

I melograni e il miele. E il vino speziato. Gli sguardi dietro le imposte traforate. Gli intrighi. I pugnali sotto i mantelli. Le donne. Bianco e rosso e nero e oro.

Orditi e trame di passione annodati fitti fitti. Novecentonovantanovemila nodi a metro quadro.

 

Damasco, senti,  lo sanno anche in Australia. E Budrio? Lo conoscono in Australia?

Non credo. Mi sa’ di no.

Non è che sia importante farsi conoscere in  Australia. Che dici? Sarà importante?

Non è che sia importante farsi conoscere. O sì?

 

Comunque, vuoi mettere Ninive, vuoi mettere Tebe, o magari Alessandria, che ne so, Smirne. Timbuctù.

Vuoi mettere il fascino esotico di Vera Cruz, di Maracaibo…

 

Altro che Cesena, Ceccano, Filacciano. Ma che ci sarà mai a Filacciano? Che ci potrà mai essere, dico io?

 

Già il nome dice tutto. O niente. Ecco. Niente.

E comunque Roma…

R O M A

 

Roma/Resto del mondo…

Non c’è partita. Ecco.

…

…

…

(by poetella)

 

 

 

 

Festival – Sigur Ros

 

 

 

 

 

 

 

.

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Bach. Ascolto…

02 giovedì Mag 2013

Posted by poetella in atmosfere magice, Bellezza che salva, da leggere, J.S:Bach, regalo, viaggi

≈ 18 commenti

Tag

fiero, violoncello

 

all'osteria di Giovanni

(foto di poetella)

 

 

Bach. Ascolto.

Violoncello. Che effetto, che strana sensazione, il violoncello.

Come una sospensione di tristezza. O un approfondimento. Uno scendere, poi un salire.

Se potessi, camminerei su queste note. Scivolando.

Una strada lastricata. Niente scalini. Niente sampietrini.

Odio i sampietrini. Mica solo Leopardi li odiava.

Vai un po’ a camminare coi tacchi sui sampietrini. Forse Leopardi portava scarpe coi tacchi.

O forse no.

Comunque, torniamo al violoncello.

È così lamentoso.  Ma è un lamento fiero.

Non come certi lamenti dei deboli. Di chi vuole consolazione.

Conosco uno che è un mago del lamento debole.

Gran noia. “Quando s’è come voi, non si vive in compagnia.”Boheme, secondo atto.

 

Il violoncello no. Lui no. Un lamento consapevole. Un grido taciuto. Un silenzio.

No, questo l’hanno già scritto.

È che mi vengono in mente frasi d’altri, ogni tanto. Che ormai sono mie.

Da allora i piccoli fili del quartiere tessero la tela

che copre, veste, si sdraia sul letto, dorme con noi.

Tessero la tela? Tessettero la tela? Tesserono la tela? come cacchio si dice? Non  mi suona.

 

È una buona traduzione, comunque, un bel lavoro, questo libro che sto leggendo.

Me l’ha regalato un cameriere, a Firenze. A Firenze i camerieri fanno traduzioni di libri sconosciuti di autori uruguaiani. Mauricio Rosencof. Mai sentito. Approfondirò. Merita.

I camerieri fanno traduzioni e poi ti regalano i libri. All’Osteria di Giovanni. A via del moro.

A Firenze. Magica città.

 

Il violoncello approva.

Titolo del libro? Certo:

 

– Il quartiere era una festa – Mauricio Rosencof – traduzione di David Iori .

Ed Noripios, marchio poi acquistato dalla neonata casa editrice Annozze. Firenze.

 

Merita davvero. Tessero o tessettero o tesserono a parte. Ma David Iori è un ragazzo…crescerà.

…

…

…

(by poetella)

il quartiere era una festa

 

 

J.S. Bach – Suite No. 1 in G major [BWV 1007]

 

 

 

 

 

.

 

 

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così…

01 mercoledì Mag 2013

Posted by poetella in foto di poetella

≈ 11 commenti

occhi col tablet

 

notte….

.

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