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…………………………………………………………… La bambina sta seduta composta.

Aspetta, guarda e ascolta.

I grandi attorno alla tovaglia di lino spesso. La bambina accarezza il tovagliolo liscio. Guarda e ascolta.

Aspetta, guarda e ascolta.

I grandi coi bicchieri di vino rosso. Il suo è rosa chiaro chiaro. Però è buono. Pizzica sulla lingua, la solletica, poi va giù veloce veloce.

Mica come il pane nel latte che s’impiglia in gola, la mattina.

La bambina sta aspettando che nonno Chi viene con me? alzandosi, il tovagliolo arruffato accanto al piatto, il gatto che salta giù dalle gambe, con l’aria seccata e scompare chi sa dove nel buio del corridoio, nel cavo di qualche stanza lontana, una dentro l’altra, una dopo l’altra profumate di lavanda e di cera, come un sogno del mattino, la greca del pavimento che diventa tonda, poi quadrata, poi ancora tonda, poi quadrata e ancora quadrata poi scompare in tanti pezzettini di luce marroni e viola e bianchi e rossi e blu. Coriandoli.

E lei non può più andarci in equilibrio come sulla greca, un piedino dopo l’altro, uno dopo l’altro, col libro di fiabe in testa,  a fare la signorina, mentre l’Angelo di Tobiolo coi capelli d’oro le indica una via, dalla cornice nera. E la pendola rintocca lenta i suoi giorni lieti di bimba.

La  bambina sta seduta composta,

 ché ha finito di mangiare tutto tutto  e neanche una macchia sulla tovaglia, sul vestitino celeste di organza della domenica, attenta attenta, neanche una macchia sul tovagliolo.

Neanche una macchia sui suoi sogni perfetti di attese e favole vere nella casa dei nonni.

La bambina sta seduta composta

poi Chi viene con me? dice nonno. E come guizzano le righette attorno agli occhi chiari. Come brillano d’argento i capelli.

Chi viene con me? ed è già in piedi, alto alto, magro magro. Un mago delle fiabe.

E lei Io! E sorride.

E comincia la festa.

(by poetella)