20190405_150051.jpg(foto di poetella)

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Aprile. E solo ieri un temporale come fossimo ai tropici.

Adesso sole. I gerani urlano il loro rosso prepotente, tutti stropicciati. Le begonie, poche. Qualche timido fiore oltre le foglie tagliate basse basse. S’allunga lo spazio tra alba e tramonto. S’accorcia quello tra i vasi di fiori in balcone. Inizio danzante di colori. Tra poco, s’aspetta, arriverà anche l’ibisco. Rosso, ovvio.

Pare che i colori siano stati ritoccati da mani invisibili. Anche il cielo sembra un acquerello. Tutto un brillio festoso.

Normale lo si senta anche in petto.

Un tremore d’attesa. Condizione tipica della primavera. Anche di quella del cuore.

La conosciamo  bene. Ci basta guardare l’ora, il calendario. Ci basta contare i battiti del polso.

Uno dopo l’altro, uno dopo l’altro. E quello che aspettiamo s’avvicina.

Come un vento leggero, calmo. Continuo. Irrefrenabile.

 

(by poetella)