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Diverso il canto delle foglie d’acero
– se poi fosse proprio un acero –
diverso, quasi un grido
un irragionevole grido una richiesta d’ascolto
d’attenzione tutto in quel fruscio in quel giallo sfacciato
mosso dal vento
diverso dalla nenia dei pini
quasi immobili indifferenti compiuti
una specie d’alterigia di superiore serenità
a quell’altezza, ovvio
chiunque.
Ma io coi piedi per terra
io continuo a guardare in su, cercando.
Come l’acero gridano i miei occhi
e nessuno che ascolti.
…
…
…
(by poetella)
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