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……………………………………. Mi ricordo che, pieno pieno. Tutte facce stanche. Anche la mia. Neanche un posto a sedere, ovvio. Zaini, spintoni. Doveva essermi andato via anche il rossetto. I crackers a ricreazione. Finisce che me lo mangio sempre.
…………………………….. Mi ricordo che fuori un bel sole, però. Consolante. E l’auto procedeva lento nel traffico delle 14.30. Una fame!
E c’era una donna, una donna grassa grassa, seduta accanto a me, io in piedi, che mi guardava.Sorrideva. (Sta per parlare? Sorride. Mi sorride. La conosco? No, non mi pare)
……………………………….. Mi ricordo che, poi, Non mi riconosce? Aveva detto. E l’avevo guardata. Faccia vista da qualche parte, ma non… Il sorriso. Ecco, il sorriso. Ma dove? Ma chi? No. Proprio no.
……………………………….. Mi ricordo che, Natalina! Aveva detto, sporgendo la testa verso di me. Quasi a farsi guardare meglio.
(ma chi è Natalina? Natalina. Dove? Eppure, ma sì, sì! Natalina! una bidella. Ma, una bidella di scuola mia o della scuola di mio figlio da piccolo?
………………………………. Mi ricordo che fatto la vaga. Finto di. Simulato bene. E, Ah! Sì, Natalina! Come sta? Avevo detto. Con grande entusiasmo. Come di vecchi che si ritrovano. Sorriso intenerito, immalinconito. Dopo anni.
………………………………. Mi ricordo che, Bene, professorè, e lei? E sorrideva, sorrideva e muoveva la testa di qua e di là. Come a dire no, no! (Professorè! Allora è una bidella di scuola mia. Ecco, ricordo. Quanti anni! Ma Natalina era magra. Giovane, saltava come un grillo. Beh, non giovanissima, ma questa…)
………………….………………Mi ricordo che, E’ rimasta uguale, professorè! Diceva ancora. Uguale uguale! Cammina sempre? Certo, Natalina, certo! Tutti i giorni, da sedici anni, tutti i giorni. Quattro chilometri. Brava! Aveva detto. Si vede! È sempre giovane! E sorriso. Suo e mio. Lei che faceva sì, io che facevo no, con la testa.
Ma lei no, lei non era rimasta uguale. Lei era una vecchia grassa, una sedia e mezzo di spazio, e poi il viso! Canyon e praterie. Tutte rughe che si stendevano e si rapprendevano ad ogni parola mollemente. Vischiosamente. Un leggero ansimare. I capelli radi, opachi, grigiastri, gli occhi stanchi. Le mani grassocce che stringevano una borsetta di fintapelle. I piedi gonfi. Scoppiavano nelle scarpe.
Beh, oggi non ho mai pensato a te, amore mio. Neanche ieri. Troppo da fare, ma… sai che sto pensando ora
Spero di non incontrarti mai più, ragazzaccio bello. Mai più.
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(by poetella)
o forse, sì, ma non troppo tardi…
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