(foto di poetella)
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Ma in fondo perché dovrei sottrarmi,
imperiosamente sottrarmi a quest’ansia d’attesa che s’avvita a spirale nello stomaco come s’avvitano le nuvole in cielo fino a fare vortice, fino a fare mulinello di tempesta, come s’avvitano le foglie cadute , gialle rosse verdi, tutte assieme roteando e rotolando fino dove non so, fino da chi (so io da chi andrei per tagliare il tempo con un coltello, farlo a strisce e poi a minutissimi coriandoli da spargere nell’aria e starci sotto e vedere… bah, troppo lunga ‘st’immagine. Chiudiamola lì).
Ma in fondo perché dovrei sottrarmi,
ragionevolmente sottrarmi a questo tremore d’attesa che mi prende le mani, la voce, i pensieri e la terra sotto i piedi e l’aria che respiro e la luce del crepuscolo che trema anche lei ma forse sarà per la pioggia che continua a cadere, allagando, ripulendo, rinfrescando tutta la terra che ringrazia, come me
che ancora ho da aspettare (noi).
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(by poetella)