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amore, amore finito, amore infinito, completezza, consapevolezza, essere se stessi, niente finzioni
No, vedi, non è che sia nostalgia.
Sebbene è indubbio che la nostalgia sia un sentimento così dolce, così tiepido e avvolgente, a volte. Ed anche bruciante e stringente e straziante, massacrante, direi. Certe altre.
Non è che sia nostalgia.
Sto leggendo “Che tu sia per me il coltello”, di Grossman, lo sai.
Beh, una frase ha scatenato tutto.
“Per aiutarci l’un l’altro ed essere tutto quello e tutti coloro che siamo”.
Ecco.
Quindi, direi piuttosto, una sensazione d’incompiutezza.
No, non nostalgia.
Come mi mancasse un buon pezzo di me.
In fondo non è mistero che tu sia l’unico che conosca ogni mio essere.
Ogni molteplice espressione di me.
Con te non tengo dentro niente.
Non filtro. Non nascondo.
Questo libero palesarmi è forse l’esperienza più strabiliante ch’io abbia mai fatto.
Una cosa sorprendente. Mai provata con nessuno.
Dunque è questo.
Mi sento privata dell’esprimermi.
Sono, ogni volta, così… e così… e poi così. In funzione della compagnia del momento.
Ma mai tutta.
Mai malinconica quando lo sono davvero e mai allegra quando mi sento l’allegria addosso.
E spudorata e timida e altera e gentile e spericolata e indomita e vanitosa e umile e dispettosa, ruggente e sospirosa e…
Mai completamente. Sempre a metà. Trattenuta. Censurata.
E con te, no.
Con te sempre tutto fuori.
Tutto genuino. Aperto e schietto. Senza paura.
Questo è.
Non è nostalgia di te, dunque.
È il noi che mi manca.
Sono io che mi manco.
Io, come ero con te. Totale.
…
…
…
(by poetella)
(roba vecchia, ma sempre attuale…)