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Lei aveva creduto che l’azzurro
aveva cercato di credere che l’azzurro
s’era forse illusa di credere che l’azzurro
fosse stabile, un qualcosa dove imprimere
la memoria
– come la traccia di quella mano
sulla Montagna Spaccata –
una cosa dove penetrare e restare
rannicchiata accoccolata
parte di se pure essa azzurra
fusa ricomposta ritrovata
un’armonia di condivisione.
Sbagliava.
Niente stabilità.
L’azzurro non è affatto stabile.
Si scioglie via come sale nell’acqua di mare.
Diluito, mescolato poi svanito.
Per sempre s-perso.
…
…
(by poetella)
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