quando avevo tempo per scrivere…e motivi per aspettare… scrivevo questo.
Solo che ormai… no, non si farà giorno. Mai più.
(foto di poetella)
…ti parlerò delle attese.
Ho veduto la pianura, durante l’estate, attendere;
attendere un po’ di pioggia.
La polvere delle strade s’era fatta troppo leggera,
e ogni soffio la sollevava.
Non era più nemmeno un desiderio;
eraun’inquietudine;
ma non è forse inquietudine ogni desiderio, dico io? E non è desiderio ogni inquietudine? Cosa m’impedisce di starmene buona come una gatta al caldo, con gli occhi socchiusi e le unghie ritratte, morbida morbida senza aspettare carezze alla gola o sul tondo della testa, senza aspettare richiami a voce o a gesti, pesante e tiepida e immobile, senza vibrazioni, senza pretese.
Cosa m’impedisce di gustare la preziosità del niente, fare tesoro del niente come un immenso forziere dimenticato da corsari frettolosi e generosi e sconosciuti, pieno di perle e fogli bianchi e pagine immense con minuscole lettere col cuore di fuoco o magari d’acqua. O di…
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