(foto dal web)
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Insomma, è andata così.
Ieri avevo deciso di andare a dormire presto. Nove, nove e mezza…
Che cavolo stavo a fare alzata, due televisori accesi in due stanze diverse e in tutti e due calcio. E leggere, troppo stanca per leggere. E scrivere, poi, ci vuole silenzio, solitudine, magari una musichina in sottofondo e non gente esaltata che urla da due televisori e nemmeno all’unisono che a uno arriva il segnale prima dell’altro. Insomma, niente scrivere. E allora, per farla breve, avevo deciso di andarmene a letto. Ché la giornata era stata bella piena, dalle cinque e mezza a fare e disfare e correre e trafficare e…
Beh, finiamola qui.
Entro in camera, dopo i riti serali, doccia, strucco, crema per questo, crema per quello… (ché la guerra è guerra , no?)
Insomma, entro in camera, chiudo la porta e m’assale un profumo di camino. Di legna arsa. Buono. Forte.
Avvolgente come le braccia calde di un amante.
Solo che io non ho il camino.
Nessuno nel palazzo ha il camino.
E non mi pare ci siano camini nelle vicinanze.
E, in ogni caso le finestre erano chiuse. Da un bel po’. Ché mi sa che pioveva pure.
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Allora ho pensato… non ho potuto fare a mano di pensare Ma non è che tu hai il camino acceso, a chilometri e chilometri da me?
Beh, non lo saprò mai.
…
…
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(by poetella)