Che poi, appena uscita da scuola, le due e cinque, un solicello!
Che gradevole sensazione. Libera, col solicello! Ed ero così contenta. Che all’ultima ora, la seconda D, un miracolo! Quell’esperimento, quello del giardino se fate i buoni, porca miseria, funziona!
Che ero entrata in classe, una baraonda, urla e confusione, e la prof della quinta ora che urlava pure lei, seduti! Zitti! Fermi! E quelli niente. Un fiume in piena. Le rapide. Scrosci di rumore e movimento. Urla da squartamento di capretti. Onde concentriche di mulinelli inconsulti.
Un anticipo di girone infernale, che, pure se non esiste, una vaga idea di come sarebbe se sì te la fai!.
Comunque entro. E mi vedono. Eccola, zitti! E zitti! Ma volete stare… e zittiiiiiiii! urlava qualcuno dei più saggi. E piano piano, che la collega intanto usciva, piano piano, era parecchio stupita di quella metamorfosi, piano piano, tutti zitti.
Tutti seduti, poi di nuovo in piedi a guardarmi. Certe faccette. Che la collega m’ha guardato e il viso era di una che pensa ma come cacchio fai? E io, lo so io come faccio, pensavo.
Dagli un obiettivo, ma che sia un obiettivo valido, no i soliti in negativo, tipo note, tipo sgridate, tipo ti mando dalla Preside, tipo telefono a casa tua…e quelli…
Ecco.
Insomma, una lezione, dall’una e cinque alle due, che mi pareva di stare all’Università.
Tutti attenti.
Poi, al lavoro. Tutti a disegnare. Che uno, verso la fine dell’ora, uno di quelli che non facevano mai un cacchio, di solito, solo confusione, quello mi fa Professorè, ho finito tutto e pure quei disegni dell’altra volta che l’non avevo finiti.
Porca miseria!
Che qualcuno, prima, m’aveva chiesto Che possiamo sentire la musica con le cuffiette mentre disegniamo? Ma certo che potete! Disegnare con la musica è bello. Io mi metto sempre la musica a casa, mentre scrivo. Aiuta. Concilia.
Tutti co’ le cuffiette a sentirsi le loro musicacce, ma intanto disegnavano. Zitti e buoni. Che alla fine dell’ora ho messo a tutti una nota di merito da far firmare a casa, con la mia firma che se no a casa non ci credevano!
Fantastico!
Poi, esco e quel solicello.
Ma chi sta meglio di me, ad aspettare il 444 che mi riporti a casa, morta di fame e contenta.
Contentissima, così contenta che, a un certo punto, mentre sull’auto leggevo il libro che mi porto sempre dietro, per quando sto sul’auto che se no mi scoccio, insomma, mentre leggevo quel libro delizioso, spassoso, rilassante ero così contenta che ho pensato, e mentre lo pensavo mi sa che ho fatto Ammazza! Insomma, ho pensato che era più di un’ora e mezza che non pensavo a te.
Capisci?
Bell’affare, no?
…
…
…
(by poetella)
Arcangelo Corelli. Opera Terza. Sonata II in Re maggiore
.
tramedipensieri ha detto:
Beh…ogni tanto ci può stare, no?
Dico non pensare a lui…
…..in compenso racconterai le bellissime sensazioni che hai provato…
un abbraccio
.marta
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poetella ha detto:
e ci può stere che sì!
Mica per niente…ma poetella c’ha il Nodo Nord in Aquario (senza la c)
…e dunque…
libertà!
😉
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diegod56 ha detto:
Ha ragione tramedipensieri
anzi, alla romana « ecccià ragggiòne, ahò», fa bene ogni tanto non pensare a lui, altrimenti diventa un’abitudine
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poetella ha detto:
un ‘abitudine?
ma de che?
Un Lui come quello…impossibile diventi un’abitudine!
Al massimo, una droga!
(ma tu che cacchio ne sai de “alla romana”?…non è che…?
Ma no…
a Roma i blogger scarseggiano peggio delle violette nel deserto…
Dico io.
O no?
🙂
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diegod56 ha detto:
ho scritto cercando di rendere la fonetica del parlare romanesco…
quando telefono a roma per lavoro sento delle voci incredibili…
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poetella ha detto:
immagino….
(la mia, però…è bella, no?
Dai…)
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gelsobianco ha detto:
in realtà, a Roma, c’è un’esasperazione voluta dell’accento!
gb
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poetella ha detto:
a Roma…c’è un’esasperazione di tutto!
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gelsobianco ha detto:
L’esasperazione di tutto a Roma non è voluta.
L’esasperazione della bellezza…
L’esasperazione della mancanza di troppo…
L’esasperazione del linguaggio è voluta invece nella maggior parte dei casi!
gb
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poetella ha detto:
l’esasperazione dellinguaggio…non mi da fastidio per niente!
Io amo il mio accento romano.
Non potrei mai innamorarmi di qualcuno con un accento diverso.
Certi accenti, poi…(non dico dialetti, bada bene, dico solo accenti) mi fanno addirittura ridere. E figurati se potrei mai innamorarmi di qualcuno che mi fa ridere!
Altri, poi, mi fanno proprio schifo. ma non lo dico quali…
sai com’è…
sono solo gusti personali!
😉
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gelsobianco ha detto:
Tu non hai un accento romano esasperato!
Io non ho accento e, quindi, non ti posso dire se avrei preferito averne uno o non averne.
Io non credo che l’innamorarsi dipenda dall’accento, però… una inflessione dialettale che non piace può dare fastidio e, quindi, non fare innamorare.
gb
non scrivere qui quali accenti non ti garbino per nulla!;-)
poi te li chiederò in pvt!
sono curiosa!
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biobioncino ha detto:
ma invece di pensare a lui.. pensassi un pò ai tuoi alunni….. che hanno bisogno di te!!! kiss 2 kiss
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poetella ha detto:
guarda…io l’H tel’ho levata…anche se sicuramente l’hai messa per…celiare,
ché io le H al posto sbagliato…
beh…mi vengono le bolle!
P.s.
Al miei alunni ci penso e ripenso…e loro mi adorano e scrivono alla lavagna “Piombo, sei ‘a mejo!”
E niente Kiss.
Per punizione per quell’H da matita rossa!
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biobioncino ha detto:
volevo vedere se eri attenta 🙂 🙂 mi aspettavo una punizione più …….. 🙂 kiss
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poetella ha detto:
sono una prof mooooooooooooooooooooolto benevola e paziente….
😉
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gelsobianco ha detto:
Perchè “Piombo”?
Sono curiosa come ti ho già scritto!
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poetella ha detto:
gbina…gbina…
ma come “perché Piombo?”…!
(neanche uno dei miei libri abbiamo letto, eh?)
(mannaggia!)
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gelsobianco ha detto:
Sai che non ho mai guardato il tuo nome e cognome.
Ho, finalmente, iniziato a leggere il tuo ultimo libro, ma non mi importava il tuo cognome.
Adesso me lo ricorderò!
Ti sorrido
gbina
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poetella ha detto:
fammi sapere se ti piace…
ci tengo
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gelsobianco ha detto:
certamente.
devi darmi un po’ di tempo!
tu sai che periodo io stia passando.
un abbraccio, cara
gbina
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noruleswords ha detto:
averne trovate come te all’epoca, sarebbe stata tutta un’altra storia. 🙂
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poetella ha detto:
ce n’è, in giro, dai…
forse sei solo stato un po’ sfortunato!
ma comunque…te la cavi benissimo lo stesso, no?
🙂
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noruleswords ha detto:
Grazie, ma vuoi mettere con qualcuno che lascia libero sfogo alla tua fantasia..? Brava comunque, approvo moltissimo il tuo metodo!
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poetella ha detto:
grazie!
L’approvo anche io.
😉
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gelsobianco ha detto:
ed è un record, poetelluccia, per te! 😉
io, unica volta, nella mia vita, a 22 anni, mi sono trovata ad insegnare a ragazzi di 18-19 anni… per caso…
andavamo a mangiare la pizza insieme.
mi portavano in moto con loro.
mi sono proprio divertita!
c’era la neve nello splendido giardino di quel collegio maschile…
giocavamo insieme!
no. non potrei mai, neppure ora, fare l’insegnante! sono negata.
un abbraccio, cara
gbina
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poetella ha detto:
poetella è una prof nata!
(non per niente ho deciso a sei anni di fare la prof!)
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gelsobianco ha detto:
io sono l’esatto contrario!
mi viene da ridere nell’immaginarmi come insegnante.;-)
gb
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poetella ha detto:
beh, meglio ridere che piangere…
a me viene da piangere quando vedo, bada bene, vedo, e non immagino…
quando vedo …certe insegnanti!
ma proprio da piangere.
Comunque, tant’è.
Si fa quel che si può!
Notte gbbè!
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gelsobianco ha detto:
hai ragione, poetè!
viene da piangere…
io farei ridere invece!
notte dolce, cara
gbina
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stileminimo ha detto:
beh… visti i risultati, ogni tanto, ne vale anche la pena, no? 🙂
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Mads ha detto:
La musica nelle cuffiette mentre si disegna a scuola.
Vorrei tornare indietro ed essere tua alunna.
🙂
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poetella ha detto:
🙂
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