Che sia il vento che cerco?
O qualcosa più lieve, più denso, più importante del vento. M’invento
commento, m’imbroglio, contemplo vele, voli, nubi, foglie
o semplici fogli di carta – robetta leggera, insomma –
parole che possano andare planando staccate da questa palude
di niente che appiccica i piedi
che inghiotte, reclama attenzione, pretende certezze
che vuole nutrirsi (di me?) Non so.
Lo sai, però? Lo sai che giorno per giorno
di giorno, di notte
che notte per notte m’alleno – veleno – a fare (non fare) un po’ a meno di te
Mi faccio regali
un fiore, un gatto o un ghiotto dolcetto ricordo, perline
lucette, frasette
– e ogni scatto ti penso, hai detto –
sebbene profumi (Dio, profumi! Magnolia, arance, persino gelsomino)
mi distraggano, mi distolgano un po’. Scellerati.
Che poi, via, non credo d’avere talento. Proprio no. No.
…
…
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(by poetella)
Gheorghe Zamfir – Plaisir DAmour
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