E comunque, secondo me, sbagli punto di vista, Rosa mia.
Certo. Te lo dico io. Senti…no, senti, ti ricordi quel libro? Quello, anni fa, ma sì, la vecchia Preside? Sì… sì, sì, lei. Quello. L’insegnante efficace. Non t’è piaciuto. Ma che c’entra! Ti ricordi? Come che c’entra? Il rettangolo dei problemi. Ti ricordi? Fino a qui, problema tuo. Da qui a qui, suo. Ti ricordi, sì o no?
No, te lo dico io che sbagli. Sbagli punto di vista, Rosa mia.
Solo per portarmi a letto, dici. A parte che…ok, ok, lascio perdere.
Non comincio a sviolinare. Ok. Tu continui, Rosa, ad straparlare di motivi, sì, a cercare, a sbandierare i suoi motivi. Poi, comunque, che ne sai? che ne sai dei suoi.
Il punto non è questo, Rosa. Stammi a sentire. No, zitta. Fammi parlare. Le sue motivazioni sono sue. Capisci? Riguardano lui. Ognuno ha le sue.
Ognuno sa perché e per come. Quanto, tanto o poco. O niente.Importante o non importante.
Per me contano le mie. Le mie, capisci? Quello che a me dà questa storia.
Tutto quello che mi dà questa storia. E tu lo sai, no?
Questa straordinaria storia. Una favola. Un mito antico. Lo sai.
La carica. Le vibrazioni. L’ispirazione. Ridi, ridi. ‘ cavolo ridi!
No, lo sai bene quanto conta per me sentirmi così. E scrivere. Quanto è contato in questi anni.
Lui m’ha fatta così. M’ha dato l’acqua per sbocciare. Anche se dice che mia è l’energia. Mio il merito. Lui solo un’acqua tranquilla dove espandermi. Cinque anni d’espansione.
Dici, solo per portarti a letto.
A parte che quel tripudio di trionfi e rese, di strazi e tenerezze, di suppliche e doni elargiti a manciate come grano su un campo arato, quello scoccare di meraviglia, quella voragine, quella vertigine di piacere, quella metamorfosi da bruco a farfalla, quel guardarsi allo specchio e vedersi bella,
ciao, Belladonna! dice,
a parte quello svegliarsi felici o disperati, in attesa, in allerta, mai nulli, vuoti, scialbi, rassegnati. Mai per inerzia, mai avanti come una pallina che ruzzola in discesa senza direzione se non quella della caduta.
Ma no! Mica dico come te. Per carità!
A parte che tutto questo non lo puoi chiamare solo portarti a letto, bella mia!
Ti ricordi Antunes? Sì, sì, Antunes, quel passo dove
“le prendeva per il polso e – Vieni qui. diceva. Poi usciva dalla dispensa, dopo assalti di canarino, col bottone di rame della camicia sbottonato e la fronte sudata…”
Ecco. Non è così.
No, no, basta. Non te ne parlo. Ok, sei stufa. E dopo, dici?
Ma quale dopo, Rosa. A sessant’anni. Quale dopo? Non c’è nessun dopo.
Non ci sarà nessun dopo. Il futuro è dei giovani. Per noi non esiste. Non più.
Solo presente.
E poi, amen!
Ce l’hai la crema solare? Prendi la mia, dai, che ti scotti.
No. Io sto all’ombra.
Il sole ce l’ho già. Ce l’ho dentro. In petto.
Più giù, dici?
Scema!
…
…
…
(by poetella)