(foto di poetella)
Ancora un senza paragone
Senza paragone come il sonno che ti coglie di sorpresa e non sa mai il momento esatto in cui ti addormenti e poi ti svegli è pensi Quanto ho dormito? Ho dormito?
Come il pensare a una storia vissuta tanto intensamente da non ricordare più se l’abbiamo sognata o è davvero accaduta, alle prime luci dell’alba o al primo nostro risvegliarci alla vita.
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Senza paragone come una fila di papaveri rossi nati lungo il bordo del marciapiede, tra il travertino e l’asfalto, tutti alti uguali, tutti allineati e rossi come i giorni felici passati, ché ne abbiamo passati, no?
Come la lunga fila di formiche lungo l’eterno cantiere sulla Tiburtina che sai dove comincia ma non vedi dove va a finire. Come la nostalgia di un amore, infinita ed eterna.
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Senza paragone come la soddisfazione di un piano ben riuscito che comincia a dare frutti come la talea di plumbago che pare abbia preso anche se ancora non si può dire, come la sensazione di aver imparato finalmente a fare a meno di… Anche se ancora non si può dire.
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Senza paragone come lo sfavillio sui bordi di quella nuvola appena rosa per il tramonto che pare un vestito da festa di tulle e raso che metteresti volentieri se avessi ancora diciotto anni e tutto il tempo davanti.
Il tempo che invece non c’è più
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(by poetella)