Oggi è andata via la corrente.
Si stava in cucina, al solito, tv accesa, Pc. Chiacchiere vaghe.
Presto per preparare la cena.
Un paio di libri, no, tre, in ognuno un foglietto fuori dalle pagine, tutti e tre sul tavolo.
Improvvisamente, pluf. E silenzio.
Un silenzio antico.
Un silenzio insolito.
Quasi subito, voci. Da sotto. Da accanto? Voci, comunque.
E nient’altro.
Non ci siamo avvezzi. No, proprio no.
Come a casa di nonna, io piccola. Ho pensato.
Ecco che il silenzio m’ha scaraventato lì.
Penombra. La luce s’accendeva tardissimo. S’economizzava corrente. Economizzare era un valore. Anche di parole si faceva economia. E di baci. Non si baciano i bambini. Che non crescono, poi.
E accendere la luce, no.
Solo quando proprio in casa c’erano solo ombre e noi stessi ombre e la credenza verdolina un’ombra e il tavolo e il lavandino di granito ombre, e Fufi, la gatta, un’ombra sfuggente, e profumo di sugo, di torta di mele, di tovaglia pulita. Il corridoio che portava verso un buio che non faceva paura. Misurato dai rintocchi calmi della pendola.
La radio col centrino sopra e le foto di sconosciuti ingialliti e seri. E silenziosi. Tutti impettiti.
Come la radio. Raro che fosse parlante. Per la commedia. Per l’Opera. Ma io, io no. Io non ascoltavo. Insomma, non ricordo la radio accesa. Solo le foto e il centrino. Una volta l’anno, per un mese, col lumino acceso davanti.
Quelle rare volte che s’accendeva, la radio, sicuramente dormivo già da un po’, stanca di giochi.
Di corse dietro a Fufi, la gatta. Ah! Fufi!
Stanca di tesori da cercare nella piazzetta, sotto ai sassi.
Di salti con la corda, stanca. Non passava una macchina.
Di palla avvelenata, stanca, di palla prigioniera. Ma proprio non passava una macchina nella piazzetta sotto casa di nonna. In pieno centro di Terni.
E lei che s’affacciava, ad ora di merenda e faceva quel leggero fischio
– Fiui iiiiii uuuuuuuuuu!…
Noi si guardava su, (che non sta bene chiamare a voce alta! Le popolane lo fanno!
Non si grida, non si fa rumore. Giocate silenziosamente. Non disturbate)
Quel piccolo fischio e si guardava su, verso la finestra del primo piano.
Da lì, magica, traballante come una nave volante, scendeva una cordicella col cestino attaccato e dentro, la grazia della fame che sarebbe svanita nel profumo del pane Terni. Mai più mangiato un pane così! A Roma è finto!
E si ricominciava a giocare. Ecco.
La corrente poi è tornata, oggi. Ed è ricominciato il fare.
…
…
(by poetella)
.
paradossalmente si riscopre la civiltà di essere umani
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proprio così, caro.
Proprio così.
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“Non si baciano i bambini. Che non crescono, poi.”
da tener presente 😉
mi ritrovo in molte cose, noi che non siamo “nativi digitali” godiamo forse di un “di più” di realtà? I bambini di adesso dovranno stare attenti a non perderla…
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speriamo…
auguriamocelo….
Confidiamo…
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molto efficace l’idea della corrente che manca e ti scaraventa nei ricordi, quel silenzio, quelle penombre, quegli odori di casa, veramente bello da leggere
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grazie, Diego…
solo che …è accaduto davvero! Ieri, primo pomeriggio.
E davvero ho ripensato a…
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…erano proprio “avari” di baci, di coccole, di tenerezze…e forse, dico forse crescevano uomini e donne più forti…
molto bello ciò che hai scritto, mi associo al pensiero degli altri in particolare di quello espresso da Diego…
buon domani poetella!
sorriso
.marta
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marta, cara marta…
buon oggi a te!
Io, ancora esami, ed esami ed esami!
Uffa!
E caldissimo!
Riuffa!
😦
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Ancora caldo…ma meglio così.
dopo un inverno lungo e triste e piovoso…
…ce la puoi fare poetella, tra pochi giorni finirà
e verrai promossa a pieni voti 😉
buona giornata!
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peccato che, con la scuola…mi finiscono anche le scuse…per uscire!
😦
ma vabbeh…s’aspetterà…che ricominci!
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mi hai fatto rivivere l’infanzia, a Roma, quando il pane cotto dal fornaio sotto casa profumava fino al terzo piano, da cui scendeva quel cestino appeso alla cordicella con la merenda per noi che giocavamo sul marciapiede, silenziosi anche noi, perché non si doveva disturbare… sotto l’ombra del cupolone… Grazie.
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ne sono felice!
Bello quando tornano su certi ricordi, vero?
🙂
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bello davvero… e per fortuna vengono su!
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e sì…
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Oh, finalmente uomini nuovamente!
Potere del silenzio!
gb
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e sì!
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Ma che carina!!!
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chi, poetellapiccola?
beh…
mio figlio dice che sono rimasta uguale!
😉
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Buon per te!! 🙂
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è bello rispecchiarsi in queste righe!
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felice d’essere specchio…
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Meravigliosi ricordi. Estrapolo un po’ di quelli miei e mi riconosco…
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Bello…
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L’ha ribloggato su Poetella's Bloge ha commentato:
un vecchio post che m’ha ricordato la bellezza del silenzio…
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Un incanto! 🙂
Mi chiedevo, guardando la foto, dove mai guardasse la minipoetella…
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gardava verso la finestra di fronte, dove si vedeva il cielo, coperto solo un po’ dal fotografo, messo appena di lato… 😉
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Poetella fin da piccerella! Brava! :-*
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poetelliiiiiissima!
(pure più che da grande!) 😉
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