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(foto di poetella)

 

 

Stanca sì. stanca.

Vorrei andarmene a dormire. Ma ancora no.

Era pieno, pienissimo l’auto. Facce  stanche, scure. Sudate. Ma fa già quasi freddo.

Facce senza espressione. Senza muscoli. Tutte uguali. Spente. Smorte. Spiegazzate, stropicciate. Come vecchi vestiti tenuti in soffitta. Senza cura. Buttati lì, accatastati. Stipati. Incollati.

 

Ed io, stanca sì. stanca.

Ma non ci vado a dormire, ancora. Ancora no. Non dormirei.

Anche la metro era piena. Odori, voci, mani e mani a sorreggere il corpo, l’anima crollata. L’anima evaporata in ore e ore di prigionia. E si torna a casa.

Casa.

Anche io tornavo. A casa. A metà. Pure meno, magari. Un terzo, un quarto. Una briciola di me tornava. Strappata via.

La metro si svuotava e riempiva come il secchio sotto la fontanella. A onde.

 

Che faccia avevo io?

Si vedeva?

Si vedeva quella luce che m’ero portata via spalmata sull’anima e sulla pelle. Si vedeva?

Chiudere gli occhi.

Sei bella. Bellissima. Chi sei? Ma chi sei, tu?

 

Chiudere gli occhi. Ascoltare i ricordi.

 

Chi sono? Sono la tua femmina. Nata per te. Senza altro scopo.

(by poetella)

 

J S Bach-Partita No.2 in C minor-Sarabande

 

 

 

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