Mi trabocca dentro…
04 mercoledì Mag 2022
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in04 mercoledì Mag 2022
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in21 giovedì Apr 2022
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inMa quanti saranno
(non mi pare mai di vederne)
a guardare il cielo, la mattina? Che come si fa a camminare senza guardarlo sempre così mutevole lui, così chiacchierone.
Ogni mattina, appena girato l’angolo mi si spalanca straordinariamente vasto, così di più di tutto il resto, con tutte le sue risposte per me. Come un richiamo accorato. Un invito alla consapevolezza.
Oggi, per esempio, c’era un buco di luce, tra le nuvole, tante nuvole, nuvole grigio scuro.
Un buco di luce. E luce ai bordi.. Era davvero molto bello
(tuttavia certo banale quest’ultima aggiunta.)
Le nubi bianche e grigie e nel buco l’azzurro che andava e veniva, tutto lo sconfinato attorno un vagare tranquillo, ghirigori di voli. Tremolio di foglioline nuove sugli alberi.
Tutto lo sconfinato attorno un vagare tranquillo proprio come il mio, passo dopo passo, una Berceuse di Fauré nelle orecchie, lieve vento sul viso e a smuovere appena gli angoli leggeri della giacchetta aperta
ché questa primavera è ancora (anche lei) così garbata e gentile.
Così mite.
Solo in alcuni giorni in rari momenti ad una certa ora
può succedere di rabbrividire un po’.
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(by poetella)
19 martedì Apr 2022
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11 lunedì Apr 2022
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inNon vorrei essere troppo precipitosa,
o particolarmente ottimista o magari essere una che si fa illusioni, in fondo mai fatte illusioni, le cose sempre viste con gli occhi ben aperti, e pure le orecchie, mai presa in giro, sempre pane al pane, vino al vino, almeno con me stessa, mai imbrogliata, mai infinocchiata, raggirata
e, comunque, non vorrei essere troppo precipitosa,
una che come vede una lucina subito la prende per il sole, o magari la luna o anche Venere, sì, Venere! Figurati! Lasciamo perdere Venere, che è meglio e non è proprio aria! Non è che sono una che, quando vede un minuscolo brillio lo prende per oro, o argento, o magari addirittura platino, platino! Figurati!
E dunque, stavo dicendo
Non vorrei essere troppo precipitosa,
una di quelle che se riesce ancora a correre dietro l’autobus e a prenderlo al volo pensa che gli anni per lei si siano fermati, le rughe non aumenteranno, il seno resterà tonico e tonico anche tutto il resto, per sempre, (che poi chi se ne frega se resta tonico, ché, che ci devo fare?)
insomma, e chiudiamola lì
Non vorrei essere troppo precipitosa,
ma mi sa proprio che non sono più triste, almeno per oggi, e probabilmente neanche domani, che non me ne importa più niente se non ti vedrò più. Che, per caso, mi dispiace se non andrò mai in America? O in Cina? Mi dispiace se non imparerò mai il portoghese, l’irlandese, mi da fastidio se non avrò mai una volpe addomesticata o un gatto, ecco, anche solo un gatto?
Ho molto. Molto altro. E non sto a redigerne l’elenco.
Dunque posso fare a meno anche di te.
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(by poetella)
05 martedì Apr 2022
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in22 lunedì Nov 2021
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in10 mercoledì Nov 2021
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inStavo insieme alla luce
stamattina insieme all’aria
stavo trasparente leggera
andavo spedita lasciavo dietro me
come una gioia
una traslucenza
mi dicevo sei brava
hai fatto per bene
tutto quello che dovevi
mi dicevo non hai fatto niente
di quello che non.
I passi erano perle
attorno al giorno
le ferite tutte chiuse
la pelle nuova.
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(by poetella)
22 venerdì Ott 2021
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inChe poi, a pensarci bene,
i fiori, certo, i fiori, ma non solamente i fiori e la musica, la musica, certo, la musica, ma non solamente la musica e le belle giornate, certamente, le belle giornate e l’aria fresca e ancora niente caldo, ma non solamente le belle giornate e l’aria fresca e niente caldo questa sensazione di benessere, di tana libera tutti, di voglia di respirare fondo, voglia di assaporare fondo, voglia intensa di camminare, di andare, di ricominciare, di aprire le mani e lasciar volare via, di guardare il cielo, ah, il cielo! le nuvole, ma sì, si sa quanto io ami le nuvole, mi amano le nuvole? Problema loro
Che poi, a pensarci bene,
i fiori, certo, i fiori, ma non solamente i fiori, e la musica e l’aria fresca e niente caldo, non è solo da lì questa voglia di sorgente, di acqua limpida, di profumo di vento, di pioggia, di ricordi nuovi da collezionare, c’è posto ancora per nuove collezioni, guarda quanto spazio! Evapora questa debolezza di convalescente che guarisce, vedi come guarisco? Vedi come sto diventando forte?
Vedi come m’è tornata la fame? È pronto?
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(by poetella)
20 mercoledì Ott 2021
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intutti allegri a salutare… nel sole
con quello splendido cielo di Roma
15 venerdì Ott 2021
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inNon c’è trambusto
nelle strade che mi percorrono
stamattina
Niente crocicchi
tra un qui e un lì
Niente salite/affanno
Solo un andare placido di barchetta a remi
i miei pensieri piccolini
Un largo incedere come di passi
cadenzati
E fuori schiarisce il cielo
Si sdraia la luce
sulla notte
E tutte le cose in me si svegliano
in attesa
di nuovi sbilanciamenti
verso il giorno
tranquille, con saggezza
Ordinatamente.
Ignoro serena le leggi delle onde
niente voglia di scoprire i segreti
del vento
Così. Andando/gustando
l’inverno di quiete. In petto
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(by poetella)
11 lunedì Ott 2021
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inEppure solo qualche ora prima, forse un’ora e mezza, poco più, il cielo era una lastra di marmo grigio, pesante, noioso e una pioggerellina maleducata, senza carattere, senza grosse pretese comunque,
una pioggerellina, che pareva marzo e siamo a ottobre, scendeva indolente, sussurrando.
Poca voce, poca forza.
Poi, (mi viene voglia di credere ai miracoli, in questi giorni) dopo appunto forse un’ora e mezza o poco più
s’è spalancato un cielo azzurro, un cielo di promesse, un cielo di festa, di speranza, di gloria
e io camminavo e sorridevo.
I miracoli esistono, cari miei! Ne so qualcosa io. E non m’importa chi li fa.
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(by poetella)
20 lunedì Set 2021
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in12 sabato Giu 2021
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inInvece stiamo ancora qui guarda un po’
c’è da meravigliarsi che si sia varcato il limite
si sia capovolto il sacco
(s’è svuotato bene bene!)
c’è da applaudire
c’è magari da esultare
siamo qui e parrebbe non sia successo niente
quasi ce ne convinciamo.
Niente. Proprio niente.
Forse siamo atterrati su un altro pianeta.
Tira un’aria buona
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(by poetella)
14 giovedì Lug 2016
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amore, fine di un amore, gioia, il cielo, il nostro concerto, musica, silenzio, Umberto Bindi, video
(un video di poetella)
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…………….. quando le parole se ne vanno e tornano vuote di risposte, quando i richiami restano inascoltati come inascoltato è il vento forte dietro i doppi vetri e tutto è silenzio, quando non c’è eco, non c’è neanche una minuscola coda sonora
quando tutto intorno è un vociare incomprensibile, come incomprensibili sono i versi dei gabbiani che chissà che diranno mai, chissà che vorranno mai dire
…………….. quando le parole se ne vanno e tornano e non portano niente, a mani vuote come un ospite indelicato, quando le parole si stancano quasi di esistere come si stanca di esistere il desiderio, il sogno, il perdono
non resta altro da fare che tacere
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(by poetella)
28 mercoledì Ott 2015
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in.
Mi lasciava frastornata la delizia
nel guardare
il verde dell’erba
quasi smeraldo sotto l’aureola
del lampione
col buio addormentato attorno
smosso forse, che ne sai? dai gatti
del condominio.
Davvero strano
che sul tappeto della mia tristezza
saltellasse sghemba questa gioia
certo strappata al torpore logoro
delle dieci e mezza di sera
come fosse regalo
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(by poetella)
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12 martedì Mag 2015
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Come una preghiera questo slancio di rosa dell’ippocastano, quasi un grazie di esserci, mille bocche a bere luce, instancabilmente assetate
Preghiera detta e ridetta verso il cielo così delineato d’azzurro.
Guardiamo il suo fiorire che si ripete ad ogni primavera come un saggio invito.
Il solito invito a…
Lo sappiamo. Lo sappiamo e impariamo.
Intrappolati nel miracolo della bellezza che ogni volta, limpida, si riaccende.
Che ogni volta, limpidamente, ci riaccende.
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(by poetella)
25 mercoledì Mar 2015
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25.03.1947…
Auguri!
Beh… una botta di musica!
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25 mercoledì Mar 2015
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in(foto di poetella)
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Dunque, vedi come ricomincia tutto di nuovo?
E sì che la giornata, apparentemente, grigia.
Sgocciolio di pioggia già per tutta la durata della notte.
Al mattino presto i sottovasi colmi d’acqua
la testa colma di presupposti.
Ci si penserà più tardi. Ora fuori!
E la strada lucida lucida col riflesso dei fari a farla palpitare
e intanto sorridere camminando veloce, l’ombrello aperto
riflessi di rosso nell’aver qualcosa da aspettare.
Quello il segreto.
Anche la musica in cuffia
più gradevole del solito. Pensa!
[comunque non cominciamo a farci illusioni, carina.
No, no! Hai imparato, vero? Sarà vero?]
Eppure, camminare come volando.
Tutto sta ricominciando.
Strano che sia esattamente come quella volta.
Dicono che sette sia un numero Karmico.
Sette giorni, sette mesi, anche sette anni.
Già. Sette anni.
Stavolta, settantasette volte sette più saggia. Giuro.
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(by poetella)
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23 lunedì Mar 2015
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in(foto di poetella)
La primavera che s’infila tra i passi, stamattina. Accelerare per tenere il ritmo della viola. Tralla – lalalla – la la la la là- Mi viene da sorridere, pensa te!
La primavera ha bussato ed è entrata. Gentile, lei. Portando doni.
Che stupore ogni volta che.
Non ci si abitua mai all’emozione, schiaffatelo in testa. E ce n’è da… ce n’è.
Sarebbe singolare abituarsi, no?
Dunque. Procediamo.
Che poi io lo so che non è solo in questo concerto di fiori. Anche il primo papavero, stamattina.
Non è solo in questo slargo di cielo. O nei voli.
È anche, chi l’avrebbe detto? in quei due grandi occhi scuri, sguardo schietto, pagina miniata di sottili, misteriose meraviglie. Tutte da scoprire. Si ricomincia l’avventura?
Quei due grandi occhi scuri che da un po’…
Anche stanotte, per dire, in sogno…
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(by poetella)
(beh, la formattazione è un po’ scadente, ma sono a scuola, in un’ora di buco, con un pc giurassico… sorry!)
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22 domenica Mar 2015
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19 giovedì Mar 2015
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(un video di poetella)
Niente di meglio che… Come fosse possibile fuggire. Figuriamoci!
accendere una sigaretta e guardare lontano. Lo splendore del tramonto sui colli.
A che serve fuggire?a che sarebbe servito?
Aveva avuto informazioni certe dal genio che le dormiva in petto.
E ogni tanto si svegliava per darle un buffetto.
Ehi! Ehi! Dai…
Ma sì, dai!
La musica le risuonava nelle orecchie.
E dopodomani sarebbe arrivata la primavera.
Ce n’erano già da un po’ le avvisaglie. Dunque, andiamo!
Si riapra la caccia.
Al fiore, al tepore. A nuovi sguardi.
A nuovi occhi.
Già s’allineavano le prede. (chi l’avrebbe detto! Una tale varietà di selvaggina!)
Bastava, sarebbe bastato puntare.
Con attenzione.
Mirare bene.
Concentrata. Poi
scoccare.
Uno, due, tre… via!
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(by poetella)
29 lunedì Set 2014
Un luogo familiare. Dove ogni mattina cammino e cammino. Attenta. Occhi e cuore e mente aperti. In attesa. Non si sa bene di cosa. Ma se non…
Cammino, dall’autunno all’estate, passando per inverno e primavera. Ah, la primavera!
Cammino, anche con la poggia. Con la neve. col ghiaccio no. Ho paura. Ché già sbando, oscillo, vacillo, scivolo di mio.
Meglio non rischiare su supporti poco sicuri. Meglio un piano di certezze. Che poi, figurati! Quali certezze?
Che si sgretolano con un niente.
Una minuscola vibrazione. Le famose ali di farfalla a chilometri e chilometri.
Ecco che nome dovrò dargli.
Ali di farfalle.
Così il motivo del crollo delle certezze farà meno paura. Apparirà sicuramente meno minaccioso.
Meno fumo nero che oscura il sole.
Tuttavia, diciamolo: il crollo di una certezza da sicuramente modo ad un’altra di consolidarsi.
La verifica, per lo meno.
Ma sto andando un po’ fuori del seminato.
Si scriveva di un luogo conosciuto, abituale, in una delle prime, fresche, mattine d’autunno, luogo che è riuscito, guarda caso, nel suo intento (suo?) di stupirmi. Volente o no. Chi lo sa mai?
Dunque, nelle orecchie quell’Amapola arrangiata da Morricone. Partono i violini, guardo su e
contemporaneamente sette, otto, dieci, di più? voli, un ventaglio nero nell’attimo di aprirsi e fare fresco, a tempo di musica.
Il cielo terso, azzurro, immobile.
Poi increspato come da un trasalimento, un cedimento di nitidezza, uno sgranare di messa a fuoco.
Increspato come da un velo d’acqua.
No, lacrime. Mie.
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(by poetella)
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28 domenica Set 2014
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in(foto di poetella)
Poi sarà uno scivolare nella penombra
– già lo vedo-
Probabilmente un cadere a terra della borsa
e di tutte le attese. Un tonfo.
Magari anche l’ombrello se ne finirà a terra
– basta pioggia! –
nella fretta della fioritura.
Sarà un gettare il mondo dietro, la testa indietro
per prendere meglio l’amore sul collo
sulla fronte sulle guance sulle labbra
e poi le mani
svestile del peso dei giorni!
uno stringere un afferrare il tempo del ritrovarsi
uno stringere un afferrare le ore dello stupore
una ad una contarle
metterle in fila girarci attorno
sarà un cedere un annuire un corpo a corpo un roteare
un aderire allo stampo dei sogni.
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(by poetella)
26 venerdì Set 2014
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in(Claude Monet: La rue Montorgueil a Parigi)
Come ti sembra
questo sonaglio che m’allerta il cuore
questo sventolio di bandiere
questo tramestio questo sbocciare continuo
di risvegli
come ti sembra? Fuori luogo, forse?
Siamo d’altronde così propensi a sorprenderci
di come ancora e ancora
e poi ancora, ma
comprendimi! davvero è sempre
una novità questa vita
che sovrapponi alla mia
ogni volta, ogni volta come un guanto
di pizzo, come un tulle di culla
davvero è realtà che preme
alla gola
che meglio tacerla, la gioia
o scioglierla, magari, in pianto.
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(by poetella)
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23 martedì Set 2014
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inQuesto mio stare tuttavia come di vedetta
a sorvegliarmi i pensieri spiare la luce
che mi viene da dentro
prendere spunto dagli schiaffi
del vento
e dunque assestare il passo
e Bach aiuta, eccome se aiuta! a bruciare cataste di foglie
cataste di vecchie storie di vecchie
foto. Che lo vedi? non mi somigliano più. Espressione troppo dubbiosa
o troppo fiduciosa. Guarda adesso i miei occhi.
Altra roba. Vero?
Osservami, controllo il pendio della strada
in salita senza più scivolare senza
indietreggiare.
Camminiamo affiancati su due scie di cometa
amico mio, alti, lontani
oltre le vette le valli e i traffici meschini dei giorni.
E m’affido al tempo
al chiaro del cielo e a te, il più amato maestro
e a questa me che da dentro mi chiama
per nome e sorride.
E intanto cresce. Ancora e ancora. E ancora.
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(by poetella)
Tzvi Erez plays Bach_ Prelude 1 in C Major BWV 846
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20 sabato Set 2014
Posted amore?, festa, poesia, vecchie mie poesie
inil tempo è una convenzione.
(foto di poetella)
Venire via dall’ora
del silenzio
dal grigio dal bianco
dal ceruleo sgranarsi delle faccende
vestiamoci a festa
venire a bere a mangiare quel tuo pane
quei dolcetti
prenderne uno e guardarlo e posarlo e
prenderne un altro
[qual è il tuo sguardo più bello? non lo so]
venire ad annusare sorprese colorate
aprire pacchetti coi fiocchi
[le tue mani sono vento]
carte profumate d’allegria
nel nido dell’aquila
Hai chiamato. Dal tuo cielo hai chiamato.
Hai preparato piacevolezze
vuoi insegnarmi un nuovo volo
e io voglio imparare. Eccomi.
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(by poetella)
Tracy Chapman – Baby Can I Hold You
(così scrivevo il 18/12/2011)
19 venerdì Set 2014
Posted amore?, foto di poetella, ricordare
inA pensarci e ripensarci, normale no?
tirare fuori e stare a guardare e cercare di dare nome corpo forma credibilità ( sarà successo davvero?) magari un sogno un miraggio un ghirigoro di bellezza sul vetro degli accadimenti delle utopie delle proiezioni di speranza, che ne so?
A pensarci e ripensarci ecco,
oltre che rivivere ritornare al cospetto dei fatti (fatti?)ricostruire una tela ad olio, no, un acquerello, meglio una sanguigna con toni di biacca, oltre che a ritrovare il sorriso da dea beata,
oltre che spazzare via tutto il quotidiano grigio imprigionato e poi liberato da tutte le ragnatele della noia del devo dell’adesso dello sbrigati che fai tardi, oltre che spazzolare la polvere accumulata in un giorno (solo un giorno?)sopra il cristallino splendore della gioia
a pensarci e ripensarci ecco che
s’è delineato il cosa, il come, il com’era, quanto era. Era. O è?
È, certo, ancora è e sempre ché ormai è lì, imprigionato nel ricordo, tassello irremovibile, come uno svuotarsi, un tirare su col secchio e riversare, un trasmigrare da quella tua bocca alla mia, da quel tuo petto al mio, da… ok, non serve precisare oltre.
Senza paragone, come dice Gherardo Bortolotti, come un propagarsi di trasalimenti, uno svernare anche se è indubbiamente estate, ancora, come un albero invaso dai passeri, un campo di girasoli intriso di luce, un’onda alta e sull’onda un’altra onda e ancora un’altra e ancora.
E poi e poi e poi.
E poi non riuscire. Le parole dovrebbero brillare come brilla quel ricordo, invece d’essere nere e piccole e veloci.
No, meglio non dire niente. E tenere tutto lì.
E poi e poi e poi.
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(by poetella)
Ashkenazy plays Chopin Etude op.10-n°1
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17 mercoledì Set 2014
Posted amore infinito, compleanno, felicità
inTag
amore, bellezza, fotografia, gioia, monteverdi, musica, ti amo
(foto di poetella)
(il cielo, stamattina, era promessa)
Che mica potevo tornare a casa
con quella pioggia d’oro appiccicata addosso. Brillavo troppo per chiudermi in un interno senza dare nell’occhio, senza abbagliare, incuriosire. Senza che uscisse luce come da un faro dalla finestra ancora aperta ché è ancora estate ancora chiaro fino a tardi non si accendono le luci cos’è quella luce così accecante quel riverbero quello scintillio da dentro a fuori dagli occhi dalle mani da tutta la pelle dalle labbra dal cuore.
Mica potevo tornare a casa
Dovevo camminare un po’ lasciare evaporare fluire lasciar disperdere tutti i filamenti tremanti d’ambra di goccioline d’avventurina stellata di miele di polvere di fata di lapilli. Di onde concentriche e poi alte e fragorosamente frangenti sull’intero universo. Affogato d’amore.
Allora ho camminato. A lungo. Sono entrata e uscita da negozi e negozietti. Ho comprato del concime liquido molto potente. Già provato. Funziona. Poi un profumo. E dei sali esfolianti. Magnolia e gelsomino. Per…
Dunque sono rientrata.
Ho preparato la pappa per le piante. Godessero un po’ anche loro.
Poi ho preso una fetta di pane nero, ci ho messo sopra del salame piccante, molto piccante. Accanto un bel bicchiere di Bonarda. Mi sono seduta in balcone. Ho chiuso gli occhi. Ed ho prolungato ancora un po’ il piacere.
Perché io sono un’ingorda.
E domani è il mio compleanno.
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(by poetella)
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16 martedì Set 2014
Posted amore?, aspettandoti, haiku?
in15 lunedì Set 2014
Posted a presto, amore?, foto di poetella, poesia
in
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Lo so, non sarà sempre così
come in fondo niente è sempre così, è la nostra salvezza, no? O dannazione. Dicono. Non ci sarà mai più quel cielo che stamattina (non quello, mai più quello) largo tutto attorno ovunque girassi lo sguardo mi scintillava carico della luce del giorno appena nato di questi sfolgoranti giorni di settembre che è sempre una sorpresa cogliere quello sfarfallio di nubi a ventaglio piume di struzzo sciarpe d’angelo freddoloso e scordarello
– lasciale lì che te le trovo io –
lasciami stare a sognare che l’estate sia finita e il silenzio e quell’apnea d’amore a covare sotto una cappa di caldo in attesa.
Che io lo so. Non sarà sempre così
ma la rosa continua a fiorire e tu continui a cercarmi come la notte cerca il giorno e il giorno la notte e la meraviglia scocca
quando quei due s’incontrano. E noi.
…
…
…
(by poetella)
(a presto mio caro… a presto)
(e niente musica. Oggi non mi serve)
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