Per più di dieci minuti
stare a guardare il bianco dello schermo. Vuota. Immobile.
La conosci la voglia di scrivere, di pescare parole nel grande calderone, nello specchio annebbiato da vapori velenosi, sotto il tappeto della noia. La conosci, tu?
Stare protesi, appesi, tirati verso. E poi…
La conosci la voglia di scrivere che gioca a nascondino coi pensieri, li mette qui, li mette lì,
li maschera da nuvola, da fiore, da fogliolina secca per terra in balcone.
Da passero.
Da piccione che non se ne va. Passa e spassa , guarda dentro, muove la testa a piccoli scatti. E non se ne va.
La conosci la voglia, ascoltando la Suite n°1 suonata da Rostropovich, di modellare il vuoto con una girandola di parole, per compagnia, per compassione. Per consunzione. Per Amore.
Eppure
per più di dieci minuti
niente. Immobile
ipnotizzata dal bianco, da quella righina d’ombra a destra e tutti quei segnini su in alto. E pure in basso. Siamo così dipendenti dai segni. Così in attesa dei segni. Ci si spegne senza segni. Senza conferme. Senza richiami.
Penso che dormirò.
Un po’.
Non cercatemi.
…
…
…
(by poetella)
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