Ecco qui, amore mio.
Un giorno è quasi passato, da ieri.
Un altro giorno al solito pieno d’affarucci di poco conto e di noie.
M’è bastato ripensare a ieri?
Ogni tanto me lo sono chiesto.
Stamattina, ancora fresca di sogni, t’ho sognato, sai? non ti sogno quasi mai, ma stanotte sì! Insomma, stamattina mi rispondevo Sì. Basta. Certo che basta
per affrontare la giornata e le sue beghe ed i suoi grovigli di incombenze nei quali credere per forza, come sotto giuramento.
Che servono, sai? serve tutto nella scacchiera del nostro tempo.
Portiamo avanti il lavoro con diligenza.
Serve camminare con passo svelto verso il giorno. Serve dimenticarsi la dolcezza di, dio com’eri dolce! rimuoverla con una accuratissima spiegazione sulla lavorazione dei metalli.
O sul corretto uso delle due squadre per disegnare un’assonometria che si rispetti.
E mi sono dimenticata di te.
Ma solo fino al suono della campanella. Poi, eccolo il ricordo. Ti sei infilato in ogni vuoto di pensiero come un fumo.
Tra un altoforno e una dimostrazione dettagliatissima della resistenza a trazione della carta!
Cavolo come resiste!
Come me, a stare giorni e giorni, quanti saranno? senza vederti.
A tornare a casa nel gracchiare della tv, la spegneranno mai quella cavolo di tv?e sfaccendare con un sorriso lieve stampato in faccia. E sbirciare le nuvole. Che lo so che le guardi anche tu.
È quasi come guardarti negli occhi,
E poi, esisti. Esisti! Questo basta. Amore mio.
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(by poetella)
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