che mi lascino spazio per scrivere…
riposto.
(foto dal web-Pierre Bonnard- Finestra aperta sulla Senna)
qui la voce di poetella e sempre Scriabin…
Era un minuscolo sogno semplice
sono i migliori, no?
Beh, c’ero io, ovvio, e me ne stavo seduta al piccolo tavolo
davanti a quella tua finestra che affaccia sul mondo verde
alberi prato piantine in crescita. E nuvole.
Avevo il mio portatile acceso. Pagina di Word. Scrivevo.
Sogno taciturno. Fuori neanche il rumore del vento. Né rumori di pensieri gracchianti.
Né voci
né cinguettii.
Scrivevo. Ogni tanto guardavo oltre la finestra.
Ché bisogna cambiare orizzonte, ogni tanto, dice. Per riposare gli occhi
Lo consigliano i migliori oculisti.
Fuori, dunque, tu posizionavi i quadrati di feltro attorno a ogni piantina
di mirtillo, di lampone, di ribes
con cura. Controllando le gemme. Occhi di padre.
Occhi di cielo. Di provvidenza.
Il sole, a seconda fossi girato verso di me o no
ti scriveva poesie sulla schiena. O sul petto. Nudi.
E ti guardavo un po’. Solo un po’.
Poi sorridevo.
E riprendevo a scrivere. Punto.
Quello che non ricordo bene e se avessi gli occhi chiusi o aperti.
Nel fare il sogno, dico.
Non ricordo proprio.
…
…
…
(by poetella)