Per cosa credi che cammini con le Goldberg sparate nelle orecchie, no, non Gleen Gould, no, la trascrizione per archi, sai? sparate forte forte nelle orecchie, ogni passo un vibrare di archetto, uno scoccare di nota, e una trattenuta, una troncata, e una scia, un fruscio…
Ma sì, sì, che ti pare, io ci provo, sai?
Per cosa credi che mi perda a guardare le aiuole fiorite o anche solo quei ciuffi spontanei di fiori gialli e quelli piccoli piccoli viola e quelli appoggiati ai sottili steli allungati e lisci, cicoria selvatica m’hanno detto e mi commuove sempre quell’azzurro, mi strugge, mi sfinisce di malinconia, uno stordimento, per cosa credi che io…
Sai, sto portando avanti questa battaglia da cavaliere senza armatura, poveraccio, non ce l’ha l’armatura, niente corazza, niente elmo, niente spada né mazza, né cavallo. Niente. Una tartaruga senza guscio E porto avanti questa battaglia a testa bassa, così bassa che quasi non vedo più niente, solo i fiori raso terra o appena un po’ più su e invece dovrei guardare le nuvole, se ci fossero le nuvole, e i voli, se ci fossero i voli, o magari il cielo, lo spazio ampio, disteso, infinito attorno.
Tutto a testa bassa per non guardare come è diventato questo grigio, crudele, sciagurato mondo
…………………………………………………………… Stanotte deve aver piovuto, ma io non ho sentito rumore di pioggia, come tu sicuramente non avrai sentito il mio ……….. – Buongiorno amore mio! che tutte le mattina, tutte le mattine, come tutte le sere ……….. – Buona notte, amore mio! ti sospiro nella mente con la segreta speranza che le onde magnetiche, che ne so, l’elettricità nell’aria, un filino di vento, un nube, un uccellino notturno, qualche atomo vagante d’amore ti venga discreto a portare la mia voce, a te che chissà dove sei, chissà mai dove sei più. E con chi. E perché.
……………………………………Stamattina la strada era tutta bagnata e a me piaceva veder passare grosse nubi gonfie nel riflesso delle pozzanghere come mi piaceva, tanto tempo fa, veder passare, sentir passare le tue mani lente sulle mie braccia, fino alle mani che ti aspettavano, cercavano, serravano, come la terra secca dei campi in questi giorni cerca l’acqua e la trattiene anche se troppo poca ne è caduta stanotte e adesso ha già smesso lasciando tutto che continua ad aspettare