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(foto dal web)

 

 

Insomma, ancora una volta.

 

Esco che è da poco passata l’alba.

Ha lasciato, distratta, veli rosa e lilla in cielo. Come una fata un po’ smemorata.

Giovane, magari.

Come sempre, guardo su. Il cielo.

La linea obliqua del cornicione dell’alto palazzo alle mie spalle.

Il portone che rimbomba nel chiudersi,

la linea obliqua, su in alto, costellata di antenne paraboliche

che m’appare come il coperchio di un grosso pentolone sollevato solo un po’

e fuori come un vapore, rapido, dilagante, a ventaglio

un’orda, un’onda, un fiotto

di piccoli punti mobili che appanna il cielo.

 

Migliaia, sincronici e veloci.

Migliaia e migliaia. Un flusso inesauribile.

Quanti!

 

Ho sorriso stordita.

Naso in su, mica guardavo sotto i passi. A rischio.

 

Una strana, sempre stupefatta felicità, a quella vista.

Un’allegria. Una voglia di correre dietro a quella fuga felice

 

E ancora non sapevo che avrei trovata una tua mail, di lì a poco.

Pensa te.

 

Adesso aspetta tu, però. Solo un po’.

(by poetella)

 

 

 

 

Suite bergamasque, for piano, L. 75- No. 1, Prelude.Claude Debussy.

 

 

 

 

 

 

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