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(foto di poetella)
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Serena? ma sì, certo, serena!
Che poi, vedi, ogni giorno, ogni mattina, uscendo, straordinariamente stupisco ancora dello scintillio in giardino.
Quei verdi, quei verdi tutti diversi, quel luccicare di foglie e i fiori, le rose, ancora le rose! Con questo caldo! e la siepe ordinata, disegnata come cornice equilibrata di un sogno, e il cielo! Ah, il cielo!
Per non dire di quel volo di pappagallini gialli e verdi, macchiette mobili, guizzanti come una risata, che li ho contati, sai? parevano cento, ma erano solo 9. Come che ne so? So contare, sai? per esempio, 325, bel numero, vero? Equilibrato. E domani saranno 326, ancora più bello. E poi 327. Bei numeri, no? Dillo. No, non belli come i pappagallini. Quelli erano gialli e verdi e volavano via felici. Questi, invece. Questi non volano. E non sono gialli e verdi. Sono grigi.
Al massimo neri.

Stupisco, comunque, di come i miei occhi riescano a cogliere tutto questo come fosse tutto più colorato, più acceso, fiammante. Da un po’.
Ma sì, certo, il cristallino nuovo fa il suo dovere.
E se non fosse solo questo?
Se davvero i colori si fossero accordati tra loro, un muto patto, per esaltarsi uno con l’altro, per sorreggersi, per muoversi a soccorso, fratelli.
Se fossero i colori che c’insegnano la via?
Starei a guardare per ore questi verdi, e i rosa, e i gialli. Guardare mi distende il diaframma.
Serena, sì. Certo.

Felice, chiedi? No. Felice no. Ormai mai più.


(by poetella)

Franz Liszt – Un Sospiro
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