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Vedi, caro, non è questione di cogliere il momento esatto in cui si spengono tutti i lampioni.
In città.
Che poi l’ho visto, sai? ci sono riuscita proprio stamattina.
Tutti accesi e poi, in coro, al cenno di un direttore invisibile, un maestro autorevole,
d’un generale illuminato (buffo, illuminato, no?) pluf!
Tutti fermi, tutti ammutoliti, tutti spenti,
E dire che poco prima mi sembrava quasi un corteo mistico, le sante di Ravenna, che so, ognuna con quel suo brillio di tessere di vetro e oro.
Quelle lucette in processione, una galassia di lucori allineati. Ordinati.
Un indicatore di cammino.
Solletico al cielo.
Buchetti. Sfiati di luce giallastra e azzurrina, tremante.
Come un risveglio ancora non completo. Non perfetto.
Un vagare, il mio, con le stelle quasi in testa.
Non so come funziona questa cosa dello spegnimento.
Parecchie cose non so come funzionino.
Comunque, quando si spengono i lampioni, a parte quei due, tre secondi di stupore, di sospensione del pensiero, di galleggiamento nell’attesa un po’ spaurita, poi,
poi ci si riabitua ai nuovi colori. Pare.
Che poi, diciamolo. Che ci si veda o no, pensi che vederti potrebbe mai darmi più felicità di quanta
non me ne dia già l’amarti?
…
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…
(by poetella)
Spanish melody- for piano_ – Mily Balakirev
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