Entra luce a tratti
in questa mia cattedrale
di desiderio
e se poi mi sporgo
[e mi sporgo certo]
dalle sue guglie oltre me
oltre noi presenti assenti al tempo
al tempio del mio cercarti
in ogni stupore in ogni bagliore
d’imprevedibile bellezza
allora
ce n’è, ce n’è che sale su
dalle note di Borodin che ascolto scende
dalle nubi gonfie di pianto [di pianto?]
respira traspira
dai piccoli fiori di una giovane azalea
generosa. Due, nuovi, vedi?
Intanto imparo a conservare intatti
quei filamenti di luce
luce per quando (inarrestabile) scenderà
la notte
sul nostro essere noi.
…
…
…
(by poetella)
.