Non puoi fare a meno di stupirtene, ogni volta. Non è vero?
Questa capacità. Quest’inatteso rialzare lo sguardo.
Ché prima c’è uno stare mesto, testa un po’ inclinata di lato, occhi bassi, desolati.
Prima c’è uno scivolare sulle cose, come di foglia sull’acqua.
O uno stare immobile di ramo secco, senza vento. Di ragno al centro esatto della sua tela.
Quella uscita dalla sua bocca.
Esce sempre da noi quello che ci tiene e trattiene, lo sai, no?
Prima c’è il silenzio nel rumore inconsistente del mondo.
C’è l’indifferenza di gatto in un museo. Che ci sta a fare?
E tu non puoi fare a meno di stupirtene, ogni volta. Non è vero?
Questa capacità. Quest’inatteso ritrovare una luce. Un evento. Un nome. Un fiore, un dire.
Un fare.
Un sobbalzare. Un sorridere come solo i bambini.
Prima c’è quello svegliarsi e pensare Un giorno in più senza.
Prima c’è un Che mi sveglio a fare.
Prima c’è un E non riesco a dormire, poi, più.
E poi, non puoi fare a meno di stupirtene, ogni volta. Non è vero?
Questa capacità. Questo riaccendersi della musica.
Questo riavere la paga da aspettare, tutti i giorni. Tutti i giorni un pizzico di felicità.
Da lì. Da là.
Anche senza…
Ché tu, cara mia, sei tremenda!
…
…
…
(by poetella)
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