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(foto di poetella)
Ci sono giorni in cui ti parlo talmente tanto che alla fine, se non scrivo, scoppio.
Ci sono giorni, poi, che scrivo e scrivo, cerco una per una le parole per te, le seleziono come lenticchie sul piatto. Scartando. Accuratamente. Scegliendo.
Parole e parole. Succo d’anima. Concentrato di vita interiore.
Poi, con un leggero dondolio di testa che dice, Ma no! Dai, lascia perdere! Butto tutto.
Click, elimina.
Via.
A dirla tutta oggi non so ancora che fine faranno queste parole. È presto per dirlo.
Ma la voglia era parecchia. E si sa, unico modo per liberarsi di una tentazione è cedere.
No?
Dunque eccomi qui. A compiere il mio gioco preferito, che poi gioco non è. Direi di no.
È che ripenso alle tue, ce l’ho impresse una per una.
Poco tempo. tutto concentrato. Deve essere tutto perfetto.
Queste, principalmente girano e rigirano.
Te l’ho detto, no? Non deve. Non deve, è.
Io credo, invece, che proprio quel poco tempo, proprio quello sia la legge che regola la magia.
E non credo si debba pretendere che tutto funzioni a meraviglia, perché proprio il funzionamento di quel poco tempo ha in se tutti i connotati della meraviglia.
Mai possibilità di noia.
Mai un attimo di più, da dire uffa, adesso che facciamo?
Ce ne sarebbero a milioni di cose da fare, che non faremo mai, mio caro, mai!
Mai il rischio di parlare troppo o troppo poco.
Di guardarsi troppo o troppo poco. Assaporarsi troppo. O troppo poco.
Tutto al massimo. A minimo rischio. Credo.
Tutto scelto. Eletto.
In fondo siamo noi che abbiamo deciso di condensare la vita in quegli spazi temporali limitati.
O forse non potevamo fare a meno di decidere così.
Comunque è così.
Non cambierei, non sostituirei mai neanche un minuto dei nostri, insieme.
Click. Invia messaggio.
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(by poetella)
Brahms– Trio for Piano, Clarinet and Cello Op 114
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