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Poetella's Blog

~ "questo sol m'arde e questo m'innamora"- Michelangelo

Poetella's Blog

Archivi della categoria: pensieri sparsi

La mattina era inzuppata di luce…

01 mercoledì Ott 2014

Posted by poetella in pensieri sparsi

≈ 9 commenti

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libera!

10609640_10204140351621306_3376642550242870638_n(foto di poetella)

La mattina era inzuppata di luce. Tanto che le ombre, la nebbia in cuore che la notte aveva maternamente cullato come si culla un bambino assonnato e capriccioso per placarlo, per trovare anche noi pace, riposo, si stavano dissolvendo.
Anzi, direi che s’erano proprio dissolte.
Un largo in petto, una corale di serenità. Note di oboe e violoncello. Un cantico al chiaro, al cielo, ai voli. Ai monti che, in fondo in fondo, azzurrini, chiudevano lo sguardo.

Quando s’è presa una decisione ecco che la lampada in noi sempre si riaccende, vivificata di nuova fiamma.
È solo nella fase del dubbio che pare tutto vacilli nella nebbia. Fino ad offuscare anche la nostra stessa immagine. Un dondolio spaventato con le mani avanti, tremanti, il battito cardiaco piuttosto affrettato.
E sudore freddo e nessuna voglia di mangiare cioccolata. Pazzesco!

Poi, improvvisa, si dispiega nell’anima rasserenata una chiara consapevolezza.
Si riconoscono errori e leggerezze. Imperdonabili ingenuità. E si pone rimedio. Si corregge il tiro.
Si va avanti.

E poi, come se non bastasse, ti si apre chiara agli occhi una mattina così.

A risposta e plauso.
…
…
…

(by poetella)

JSBach-Partita No.2in c minor-Sarabande
.

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nero…

02 mercoledì Lug 2014

Posted by poetella in morte, pensieri sparsi, vite scollegate

≈ 20 commenti

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nessun tag

cielo1(foto di poetella)

 

 

a volte penso che se tu morissi

io non lo saprei.

E neanche se morissi io lo sapresti.

Non subito, dico.

Questo pensiero mi turba un po’.

Solo un po’…

Via…

 

 

 

 

.

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Visto? Ce l’ha fatta…

13 giovedì Feb 2014

Posted by poetella in amore?, anima, atmosfere magice, Bellezza, Bellezza della natura, consapevolezza, cosa sarà di noi?, emozione, fine di un amore, indipendenza, le cose importanti, luce, pensieri sparsi

≈ 22 commenti

Tag

amore, bellezza, fine di un amore, gioia, il cielo, serenità, tristezza

foto dal tel 043

(foto di poetella)

 

 

Visto? Ce l’ha fatta.

S’è fatto largo dietro il palazzo di fronte. Stamattina.

Sfolgorante. Sembra si sia lavato la faccia.

Ci credo, con tutta quella pioggia!

 

Insomma, il sole, oggi.

Le piccole faccende tutte illuminate.

Opzione risparmio energetico.

Anche nei pensieri.

 

E allora lascia stare.

Non ci pensare.

Non serve.

Non.

…

…

…

(by poetella)

 

 

Charlie Parker & Chet Baker – Summertime

 

 

 

 

 

 

.

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Che si possa conservare…

09 domenica Feb 2014

Posted by poetella in amore?, assenza prersenza, Bellezza, cosa sarà di noi?, la memoria, le cose importanti, pensieri sparsi, poesia, ricordi

≈ 9 commenti

Tag

amore, fine di un amore, poesia, Ricordi, serenità, ti ricordi, vecchiaia

alla finestra(foto di poetella)

 

qui la voce di poetella

 

 

 

Che si possa conservare

pietosa memoria, compassionevole memoria

crudele memoria

che si possano conservare intatti in tasca

i colori della felicità

che c’avvampavano l’anima

l’hanno fatto, ricordi?

Che ci scaldavano la scena di questo teatro tragico

che ce la popolavano di fili d’oro

 d’argento e di malachite e lapislazzuli

e turchesi.

 

Che si possa conservare come in una scatolina

sigillata, o magari solo chiusa, socchiusa, ecco

da poter aprire a piacimento

per lasciar uscire come un fumino, come un sospiro

di quelli che fanno i vecchi e un po’ sorridono

 

un fumino da genio della lampada

che s’inchina, quando esce e dice Eccomi! Cosa vuoi, padrone?

 

Cosa voglio?

Rivoglio tutto quello che ricordo. Ridammelo. Adesso. Vuoi? Puoi?

…

…

…

 

(by poetella)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

.

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Ma che dici, la racconterò anch’io…

04 martedì Feb 2014

Posted by poetella in amore?, anima, assenza prersenza, consapevolezza, cosa sarà di noi?, diario, foto di poetella, papà, pensieri sparsi, storia d'amore, vecchiaia

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Tag

amore, anima, fotografia, Harry Nillson, paura, poesia, vecchiaia

IMG_2853(foto di poetella)

 

 

Ma che dici, la racconterò anch’io mille volte da vecchia

come papà 

che parla di Zonderwater e di quella ragazza

coi capelli rossi

la racconterò anche io

mille volte mille volte questa storia che certe volte

mica lo so se me la sono inventata

per quanto è bella mica lo so se  magari è un vecchio libro trovato

in soffitta, di quelli con la copertina

tutta ammuffita  tutta smembrata ché stanno lì da sempre

da quando ho imparato a leggere e sognare

ché ho imparato presto sia a leggere che a sognare, ovvio

che mi ricordo che andavo in macchina con papà, seduta dietro e fuori

era notte e io guardavo la notte e ci facevo

i disegni dei sogni. E mi chiedevo e mi rispondevo.

Mi facevo le voci in testa.

 

 

E allora mica lo so se questa storia di attese

di riconoscimenti e meraviglie

questa storia da canto del cigno

questa storia che ma che stai sempre a pensarci? mi dico

 

questa storia che s’è scaraventata

nella mia vita scombussolando

attorcigliando scarabocchiando la linea del destino

che non ci ho capito più niente a un certo punto

insomma, mica lo so per quanto continuerò a raccontarla.

 

Siate compassionevoli. Lasciatemi dire. Ok?

…

…

…

(by poetella)

 

 

 

 

Harry Nilsson – Everybodys Talkin

 

 

 

 

 

.

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ché se potessi, cancellerei tutto il mondo, meno…

14 martedì Gen 2014

Posted by poetella in amore?, assenza prersenza, Bellezza, cosa sarà di noi?, foto di poetella, innamorata pazza, la luna, morire d'amore, passione, pensieri sparsi

≈ 19 commenti

Tag

alba, amore, bellezza, fotografia, passione, ti amo

luna piena

(foto di poetella)

 

La tua camera. No, stammi a sentire. Anche se non ci sei. Anche se non ti vedo. Al solito. Quasi. Quasi al solito, dico.

Niente alberi per noi. Niente strade, giardini, fiori, supermercati, vetrine, per noi. Niente passi.

Niente vento. A che ci serve il vento? A che ci servono gli alberi? Che mi basti tu per fare ombra.   Ti basto io per contrastare lo sfacciato, accecante schiamazzo del mondo. E poi, anche il vento? L’ho detto, sì, a che ci serve? A niente. Basto io, basti tu, nella tua camera, a soffiare brezza sulla mia, sulla tua voglia di riconoscimenti, ritrovamenti, ricongiungimenti.

E le strade? Che ce ne facciamo delle strade se io non voglio andare da nessuna parte se non qui, da te, non voglio negozi, non voglio vetrine illuminate o no, non devo comprare niente, non voglio accumulare niente, non voglio accatastare inutilità che diano parvenza di ricchezza, la fuori, dove tutto già è un debordare di devi, non devi, di dimmi, di dammi. Di fammi.

No. Non mi interessa, grazie! Neanche a te, vero?

Non mi servono vetrine da guardare con gli occhi stupiti di desiderio, tu sei il mio desiderio cha nasce ogni volta, bambino ricciolino malizioso e impudente, non mi servono mercati e mercanti per comprare o barattare quello che ho già e che mi tengo gelosamente nei cassetti segreti del cuore, custodito, qui, con te. Nella tua, mia camera con le pareti celeste polvere e quella parete rossa, che è sempre una sorpresa, per me. Sempre uno schianto cromatico, un soprassalto, per me. Come te.

Niente passi, per noi, lo  sai, vero? Solo una passeggiata insieme, quasi sei anni fa. E basta. Ma a che mi servono i passi, insieme? E a te? Io che cammino ovunque col tuo marchio d’amore in fronte, con l’azzurro del tuo esistere che mi fa da lente per avvicinare o allontanare il mondo. All’occorrenza.

La tua camera, sentimi! Anche se non ci sei, anche se non ti vedo, proprio perché non ti vedo, adesso, eppure ti sento, ti sento ché lo so che sei qui, con me, e fuori non è ancora giorno, e ti sei svegliato da poco, ci siamo svegliati assieme, lontani, vicini sotto diversi soffitti, sotto diversi cieli, ma la luna, la luna piena la vedi anche tu, la guardi anche tu, anche tu come me, sempre come me, quante volte come me, diciamo?

La tua camera, sentimi, dai!  La tua camera, solo lei io amo, che è il pozzo dove ho gettato il mio passato, dove il presente emerge come la Signora del lago, con l’anello e la corona e ci inonda di una pioggia di luce. Che m’acceca.

Per non farmi guardare al futuro. Che non c’è.

Lontana da li.

…

…

…

(by poetella)

.

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Prima, fino a poco tempo fa…

27 mercoledì Nov 2013

Posted by poetella in amore?, antiquariato, assenza prersenza, Bellezza che salva, biografia..., foto di poetella, Le vite del Vasari., libri antichi, morire d'amore, pensieri sparsi, poesia

≈ 20 commenti

Tag

Giorgio Vasari, Luigi Filippo, Luigi XVI

il leggio(foto di poetella)

 

Qui la voce di poetella

 

 

 

Prima, fino a poco tempo  fa

un altro libro sul leggio Luigi XVI. Sul cassettone davanti al letto.

Adesso no. Non più.

Adesso uno, che non me ne frega niente. Dice, antico! ‘700!

Con le stampine tutte carine. Perfetto stato di conservazione. Carta pregiata.

C’è quello, adesso.

Sul leggio Luigi XVI.  Davanti al letto.

 

Ma io ripenso a quello di prima, finito dietro a qualche altro, nella credenzina Luigi Filippo, che non nasce libreria, che ne so come nasce, forse verticalina espositrice.

Per porcellane, argenti, avori, piatti, zuppiere, caraffe, cristalli,

e statuette e tazze e caffettiere e teiere e salsiere

che ne so per cosa nasce, ma libri, libri, no.

Troppo profonda per contenere le profondità dei libri

poco ingombranti che tanto riempiono il petto e il cuore e gli occhi e pure le mani

Ché quando ce l’hai tra le mani è come averci il mondo

(ok, questa è banale, ma, via!)

E lì, allora, i libri ci stanno in due, in tre, pure in quattro file se sono piccoli, sovrapposti, affastellati, che dai a mettere a posto. Dai a catalogare.

Che io non li vedo e me li scordo pure

Te le dimentichi le cose belle se non le vedi più. O no?

E ogni tanto, allora, prendo la torcetta, ché c’è pure poca luce, lì, e cerco, sposto, sfilo, scruto.

Scopro tesori dimenticati

Come un’archeologa.

 

E penso, ma guarda te se una ci deve avere una libreria così. Porca miseria.

E dev’essere finito lì dentro quel libro. Che l’avevo comprato a 16 anni, coi soldi miei, da Maraldi,

c’è ancora Maraldi? Mi sa di sì, Le vite de’più eccellenti pittori, scultori ed architetti, di Giorgio Vasari, era.

Come l’amavo!

Un’edizione del ‘879, il mio primo libro “antico”, malconcio, ma leggibile.

E me lo tenevo lì, sul leggio Luigi XVI, davanti al letto.

 

Che ogni volta che ci passavo davanti, aperto sulla vita di Leonardo, me lo guardavo di sguincio e leggevo…

“LIONARDO DA VINCI

Pittore e Scultore Fiorentino

Grandissimi doni si veggono piovere da gli influssi

celesti ne’ corpi umani molte volte naturalmente; e so-

pra naturali talvolta strabocchevolmente accozzarsi in

un corpo solo bellezza, grazia e virtú, in una maniera

che dovunque si volge quel tale, ciascuna sua azzione è

tanto divina, che lasciandosi dietro tutti gli altri uomini,

manifestamente si fa conoscere per cosa (come ella è)

largita da Dio, e non acquistata per arte umana. Questo

lo videro gli uomini in Lionardo da Vinci, nel quale ol-

tra la bellezza del corpo, non lodata mai a bastanza, era

la grazia piú che infinita in qualunque sua azzione; e tan-

ta e sí fatta poi la virtú, che dovunque lo animo volse

nelle cose difficili, con facilità le rendeva assolute. La

forza in lui fu molta e congiunta con la destrezza, l’ani-

mo e ’l valore sempre regio e magnanimo…”

…leggevo. E pensavo a te. Che sei così. Ma ancora più bello.

…

…

…

(by poetella)

 

 

 

 

 

.

 

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E ancora, ti devi centrare, dici…

17 domenica Nov 2013

Posted by poetella in amore?, anima, assenza prersenza, Bellezza che salva, consapevolezza, cose consolanti, crescere con l'amore, emozione, foto di poetella, la forza dell'amore, le cose importanti, morire d'amore, passione, pensieri sparsi, poesia

≈ 12 commenti

20131117_123046(foto di poetella)

 

qui la voce di poetella

 

 

E ancora, ti devi centrare, dici

Devi smettere di salire, dici, su in cima alla più alta vetta della più alta catena di monti

(dio che aria, che vista straordinaria da lì!) per poi precipitare nel fondo più nero e fondo diecimila, undicimila. Centomila kilometri sotto. Sbatacchiata di qua e di là.

Devi trovare un centro di stabilità, dici.

Devi, dici. Solo perché…

A parte che, perché? dico io. Perché?

E comunque tu, tu che ne sai? tutti a sapere quello che. Tutti bravi. Tutti a consigliare.

Io manco a me stessa do consigli. Ma che ne so io!

E tu, il tuo cuore sotto anestesia. Il tuo cuore fasciato d’equilibrio fasullo.

Il tuo cuore in letargo. È mai stato sveglio? Senti che odore di muffa? No, io no, grazie!

 

Sì, certo,  ti devi centrare, dici

Quello scivolare di sponda in sponda galleggiando, senza conoscere lo scroscio, lo schianto. Senza trasalimenti. Senza apnee e respiri grossi a bocca aperta, quell’aria che fa girare la testa, tutta di colpo così.

Questo è il tuo centro? No, grazie! Davvero no.

La conosci? La conosci la voglia di scrivere un nome con la bomboletta sulle valli della luna, tu?

Che poi te lo guardi da lontano e ti fa luce? Un faro azzurro.

Che gira e gira e lo vedi e poi no. E lo rivedi e poi no. Ma è lì.

 

Tu che ne sai di parole come gocce d’oro fuso gocciolanti sulla pietra dei giorni.

Tu che ne sai dell’armonia delle stelle che danza in un corpo vivo, vero, davanti a te?

Ogni azione geometria di perfezione.

Ogni non azione, ancora perfetta.

 

E allora, allora smetti, ti prego

sempre con questo certo,  ti devi centrare!

 

Il mio centro è amore e attorno ancora amore e amore.

Strati d’amore concentrici

bave d’amore uscite dal cuore a ricoprire l’amore.

Una perla splendente d’amore.

 

Cosa? Quando non ci sarà più, dici?

Ma lui vive in me, cara mia.

Ormai è in me.

Non ci sarà più solo quando non ci sarò più io. Ché sarò morta.

O non ci sarò più io, sarò morta io, quando non ci sarà più.

 

Vedi te. Per me è uguale.

…

…

…

(by poetella)

 

 

 

.

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Ci si domandava, adesso che … (ri-post)

14 giovedì Nov 2013

Posted by poetella in amore?, anima, crescere con l'amore, diario, foto di poetella, inverno, le cose importanti, pensieri sparsi, saggezza, vecchiaia, vecchie mie...

≈ 4 commenti

Tag

si domandava

1471245_10201843751887748_2144999979_n(foto di poetella)

 

Qui la voce di poetella

 

 

 

Ci si domandava, adesso che a balzi alti ampi elastici

il cane nero s’avvicinava

a un niente dalla gola, ormai,

sebbene il nostro passo risultasse ancora sciolto

fluttuante, sicuro, lievemente oscillante

di spiga di tenda di pizzo di ramo di salice

sebbene i colori, ancora il rosa e il rosso e il nero e il verde

sebbene per strada ancora sguardi come girasoli, calamitati,

rapaci

 

ci si domandava comunque quando

fra quanto, come?

e poi cosa e chi e chi se non

e se. E se invece no. E poi, allora? Ma, in ogni caso, alla fin fine…

 

Ci si interrogava così, tanto per non stare senza pensare

(camminando)

 

Essendo tuttavia perfettamente a conoscenza della totale

inutilità di certi interrogativi.

Pare inevitabili, purtroppo.

 

Stupita, frattanto, di come il cielo fosse

così splendidamente, vivacemente azzurro

non ostante il meteo avesse predetto tutt’altro.

Persino rovesci, a tratti inevitabili.

 

Altrettanto inevitabilmente c’era parso opportuno, comunque

rifiutare saccenti pseudoilluminate soluzioni.

 

E poi, diciamolo, tra un passo e l’altro,

tra un passo e l’altro s’era convenuto che in fondo s’andava avanti.

 

Amen, dunque! Poi si vedrà, no?

…

…

…

(by poetella)

 

 

 

 

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Dice Ci vieni al corso co’ me?

13 mercoledì Nov 2013

Posted by poetella in basta!, consapevolezza, diario, giochi, indipendenza, inverno, libertà, noia, non ne posso più, pazienza, pensieri sparsi, quasi racconti

≈ 19 commenti

CarteBridge

(foto dal web)

 qui la voce di poetella (teatro puro!)

.

.

Dice Ci vieni al corso co’ me?

A bridge? Fa lei.

E continua a spalmare crema di salmone sulla fettina tostata di pane a lievitazione naturale. Intanto sente un’interna lievitazione di minuscolo moto di rabbia. Un gonfiarsi. Un tentare di debordare dai fragilissimi, esilissimi, consumatissimi bordi della…

Frena! pensa. E spalma. E dice Ma dai!

Lo sai che le odio le carte! Mica dice quello che le frulla  tra un morsetto e l’altro. Altra fettina. Altra crema.

Questa e basta, dice.

Lui, ancora Ma mica è giocare a carte, bridge! È  tutta ‘n altra cosa. Beve. Vino bianco. Lei rosso. Due bottiglie a tavola.

Le frasi in testa e quelle che si dicono. Contrasto netto.  Davanti a questo tavolo, sicuro.  Alzi il coperchio, guardi dentro, capovolgi, mischi, schiumi, metti sale, metti zucchero, metti quello che ci vuole per non. Poi parli.

 

Ma chi c’ha tempo di fare un cavolo di corso di bridge! (Questo va bene da dire)Mica so’ pensionata, io.

Era per fare qualcosa insieme. Per fare coppia! Dice lui.

Ancora coppia?  pensa lei. Ancora coppia?  Dopo 40 anni, ancora coppia? Ma se non mi pare vero che te ne vai a bridge, e io no, così resto sola, così non devo sentire programmi di calcio in tv, così non devo venirti dietro per casa a spostare uno dei 97 piatti a parete che sta meglio qui? o meglio qui? (o mettilo dove cavolo ti pare) così non devo starti a sentire parlare di John Barrymore o di Robert Donat o di chi cavolo ne so, ché che mi frega di vecchi film, di vecchi mobili, di vecchie (ok, antiche) statuette di porcellana, di vecchi ricordi che li cancellerei tutti i vecchi ricordi, li annullerei tutti, appallottolati e gettati verso il futuro che speriamo che, ma tanto che vuoi sperare, che vuoi ancora aspettare, ok, ok, lo so che ancora qualcosa c’è. Ma fuori di qui! pensa, lei pensa.

 

Ma dice solo

No, dai…vacci te al corso. Un altro per fare coppia lo trovi, dai. Poi sorride e spalma un altro po’ di crema al salmone. Proprio l’ultima, però, eh?

…

…

…

(by poetella)

 

 

 

 

ChetBaker – Over The Rainbow

 

 

 

 

 

.

 

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A volte, malinconicamente…

06 mercoledì Nov 2013

Posted by poetella in amore?, assenza prersenza, autunno, Bellezza che salva, consapevolezza, cose consolanti, diario, felicità, foto di poetella, la forza dell'amore, le cose importanti, malinconia, pensieri sparsi, poesia, speranza, vecchiaia

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foto dal tel 033

(foto di poetella)

 

Qui la voce di poetella

 

 

A volte, malinconicamente

un po’ come nell’Assenzio di Degas, ecco,

malinconicamente mi vedo, mi sento

fotografia sbiadita

d’una me ragazza che ancora aspetta, ancora guarda ancora sente 

ancora

vorrebbe. Ancora vuole.

 

Ancora,  dai! Non è ancora ora di.

 

 

 A volte, con un’ansietà sempre più intensa m’allarmo

non che arrivi fino a Munch, comunque, a quell’orrore

a quello spasimo di raccapriccio

m’allarmo comunque a una nuova, piccola ruga tracciato d’aratro

a dissodare poi sotterrare sogni.

 

 

Altre volte, invece, compiaciuta d’un compiacimento barocco

mi guardo

coi tuoi occhi allo specchio grande del bagno

con la lampadina a luce calda

giochi

di luci ed ombre, tela di Tiziano, o Rembrandt o Rubens

 

Venere, sei la mia Venere, hai detto, ricordo

mentre mi spoglio e mi preparo per la notte

 

e buona notte, buona notte buona notte!

 

che abiterai,

forse,

spero,

possibilmente, sì,

 

che abiterai nel sogni. O no?

…

…

…

(by poetella)

 

 

 

 

 

.

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E se anche fosse arrivato …

05 sabato Ott 2013

Posted by poetella in amore?, consapevolezza, cose consolanti, diario, foto di poetella, malinconia, pensieri sparsi, poesia, serenità

≈ 21 commenti

al-buio(foto di poetella)

 

 

qui la voce di poetella

 

 

E se anche fosse arrivato il momento

se anche lei si fosse dovuta richiudere nel castello scuro e freddo,

alte pareti di pietra umida, piccole finestre e fuori un paese di nebbie e nebbie e nubi e gelo

e pioggia e grandine,

chicchi grossi così!

 un paese morto, desolato, incustodito coi cani randagi e orde di barbari a scendere ogni tanto

e andarsene bruciando erba secca

 

 se anche fosse arrivato il momento

di dire addio ai prati, ai crochi in festa, alle nuvole bianche e ai sorrisi del vento e della giovinezza,

di rinserrarsi in un buio come di sottoterra, di pozzo, di fogna, di grotta senza uscita da girare e rigirare per cunicoli senza torcia, un buio di tana di lupi, di orsi, di serpi

 

se anche fosse arrivato il momento

di staccare l’ancora e lasciare che la zattera prendesse il largo nel vasto mare del destino

e magari slegare il palloncino azzurro, lasciarlo, vederlo lievitare libero su in cielo

vederlo diventare un puntolino minuscolo e poi sparire nella sconfinata, radiosa luce del suo futuro

 

se anche fosse arrivato il momento

 

certo mai lei  avrebbe, certo, mai dimenticato quelle labbra di lampone e gelsomino

quegli occhi straordinari d’oceano ondoso e vasto

quella voce di sorgente di montagna che diceva

Sei bellissima! Bella da morire!

 

E questo, si diceva, questo non ha prezzo!

 

Per tutto il resto…c’è MasterCard!

…

…

…

(by poetella)

 

 

 

 

 

.

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È indubbio che tu non sia [non sia mai?]…

04 venerdì Ott 2013

Posted by poetella in amore?, anima, assenza prersenza, Bellezza che salva, consapevolezza, emozione, foto di poetella, indipendenza, le cose importanti, libertà, pensieri sparsi, poesia

≈ 18 commenti

nubi e...(foto di poetella)

 

Qui la voce di poetella

 

 

È indubbio che tu non sia [non sia mai?]

non sia più nelle mie consuetudini.

In quel racimolare schede traforate di giorni

catalogare mansioni e missioni

riordinare armadi e previsioni.

 

Ascoltare fruscii o concerti interi dedicati

da non so chi, non so perché.

Ma va bene così.

 

È indubbio che tu non sia [non sia mai?]

non sia più nelle mie consuetudini.

 

Cosa potrebbe mai essere consueto in questo

lampo che ogni tanto m’abbaglia

e non per la mia rinomata miopia

né per un mai imparato corretto uso

d’occhiali da sole.

 

Ho imparato invece a barcamenarmi

tra una nota e l’altra, un fiore, una voce

che non è la tua, lontana

ma la mia, che, stranamente

non ostante…

 

ancora e sempre canta. Di te.

…

…

…

(by poetella)

 

 

 

 

 

 

 

 

.

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Ma io non lo so da dove mi viene…

02 lunedì Set 2013

Posted by poetella in amore?, anima, camminare guardando, consapevolezza, diario, foto di poetella, le cose importanti, pensieri sparsi, poesia, saggezza

≈ 13 commenti

Tag

astri, caccia al tesoro, cieca, J.S.Bach

1233426_10201335568463480_841705913_n(foto di poetella)

 

 

Ma io non lo so da dove mi viene

quest’irrequietezza. Questo continuo rimescolio. Questo chiedere e chiedermi. E rispondermi e poi chiedere ancora. Da dove viene questa voglia di moto, questo formicolio per le gambe. Questo respiro sconclusionato.

Bello guardare un lago calmo, un mare fermo. Un cielo. Invidiando. Comunque. Sempre.

Dicono che l’invidia sia sentimento principalmente femminile.

Non so.

 

È che a volte vorrei un po’ di riposo e quelli che ci riescono, beh, fortunati. Ché io no.

Pare. Sembra. Quasi ci giurerei.

Poi, invece, eccola che salta di nuovo su. Screanzata irrequietezza.

 

E  io non lo so da dove mi viene

questa benedetta irrequietezza. Questa sensazione di incompletezza. Questi dubbi senza risposte.

Che risposte vorrei mai? Che risposte possiamo mai cercare in questi fumi densi, in questa tremolante, cieca terra di caccia al tesoro?

E sì che saprei, in fondo, dove cercare. Ma s’oscura la mappa, a volte. E dai a snebbiare, a dire buona! Va bene così. Quello che c’è, c’è e quello che non c’è, magari, anche se ci fosse, no?

 

Ma sarà poi vero?

Sarà vero che si potrebbe definitivamente riuscire a farci bastare quel tesoretto accumulato nei giorni e dissipato nelle notti. Insonni? No, via, non sempre. Un po’ si dorme, in fondo. È che di notte, lo diceva pure Hemingway , no? di notte tutto si complica. I pensieri si fanno più ruvidi, più difficili da dipanare. Rasposi. Sonniferi? no, non se ne parla, grazie. E allora?

S’aspetta il giorno per vaporare un po’  i dilemmi, per farsi prendere dal vortice del fare. Del dire. Del dare.

In fondo, l’unica salvezza è nel fare. Oggi sono in vena di citazioni.

 

E poi, tanto, il  rimuginio a che vale?

Al lavoro!

 Gli astri transitano. È loro facoltà. E tutto scorre, dice.  No?

…

…

…

(by poetella)

 

 

 

 

J S Bach – Partita No.2 in c minor-Sarabande

 

 

 

 

.

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Ma che ne so se perché noi, mai…

13 sabato Lug 2013

Posted by poetella in amore clandestino, amore?, atmosfere magice, attesa, diario, emozione, felicità, passione, pensieri sparsi, poesia

≈ 20 commenti

Tag

abbraccio, ardente, previsioni meteorologiche, specchi

lava 1(foto dal web)

 

 

Ma che ne so se perché noi, mai

– Che ti va per pranzo, oggi?

Noi mai, – Il pane è più buono. Dove l’hai preso?-

Che ne so se perché noi, mai, mai – Allora, dove si va in vacanza?-

O – Mi lavi la camicia azzurra?-

Mai questo o altro, come questo,

e il condividere

 e la faccia del mattino e i doloretti sparsi,

e la faccia della sera, stanca di fatiche innaturali. Noi, mai…

 

Ma che ne so se perché noi, mai

– E no! non mi va di andarci. Vacci da solo da tua madre-

 

Mai – Esco. Non lo so quanto ci metto.-

E mai, mai, mai – Apparecchi tu che intanto io annaffio il balcone ?-

 

Noi, niente balcone, niente tavola da apparecchiare.

E sparecchiare.

Niente camice da lavare e stirare.

Niente cassetti da riordinare e disordini da tollerare

Noi niente spesa da fare o rimandare

né programmi. Né progetti. Né previsioni

meteorologiche o no. Ché il tempo, che è il tempo?

non c’è tempo. Non  c’è mai tempo.

Non c’è più tempo.

 

Noi, niente – Lascia perdere che, meglio se faccio io –

 

Ma che ne so se perché noi, mai. Mai!

 

Noi solo – Domani puoi?-

 

E allora il cuore che si frantuma in mille specchi, in ognuno i tuoi occhi,

in ognuno i tuoi meravigliosi occhi,

incredibili occhi

solo per me, occhi di forziere di pirati

occhi di acquerello antico

 

e dentro gli specchi ci cavalcano gli angeli

al galoppo, al galoppo e gridano,

gridano scalmanati in tumulto e non si fermano, 

non si fermano fino a che ecco! Non l’accogli

tutti

e con loro me

 

in quel tuo ritrovato abbraccio ardente

 

che tutto rapprende, tutto annulla. Come lava.

…

…

…

(by poetella)

.

 

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Non puoi fare a meno di stupirtene, ogni volta. Non è vero?

05 venerdì Lug 2013

Posted by poetella in amore?, atmosfere magice, Bellezza che salva, consapevolezza, dolore che guarisce, felicità, foto di poetella, le cose importanti, libertà, pensieri sparsi, poesia

≈ 14 commenti

Tag

foglia, l indifferenza, occhi bassi, ragno, stare mesto

SAM_0929(foto di poetella)

 

 

Ascolta poetella

 

 

Non puoi fare a meno di stupirtene, ogni volta. Non è vero?

Questa capacità. Quest’inatteso rialzare lo sguardo.

 

Ché prima c’è uno stare mesto, testa un po’ inclinata di lato, occhi  bassi, desolati.

Prima c’è uno scivolare sulle cose, come di foglia sull’acqua.

 O uno stare immobile di ramo secco, senza vento. Di ragno al centro esatto della sua tela.

Quella uscita dalla sua bocca.

Esce sempre da noi quello che ci tiene e trattiene, lo sai, no?

 

Prima c’è il silenzio nel rumore inconsistente del mondo.

C’è l’indifferenza di gatto in un museo. Che ci sta a fare?

 

E tu non puoi fare a meno di stupirtene, ogni volta. Non è vero?

Questa capacità. Quest’inatteso ritrovare una luce. Un evento. Un nome. Un fiore, un dire.

Un fare.

Un sobbalzare. Un sorridere come solo  i bambini.

Prima c’è quello svegliarsi e pensare Un giorno in più senza.

Prima c’è un Che mi sveglio a fare.

Prima c’è un E non riesco a dormire, poi, più.

 

E poi, non puoi fare a meno di stupirtene, ogni volta. Non è vero?

Questa capacità. Questo riaccendersi della musica.

Questo riavere la paga da aspettare, tutti i giorni. Tutti i giorni un pizzico di felicità.

Da lì. Da là.

Anche  senza…

 

Ché tu, cara mia, sei tremenda!

…

…

…

(by poetella)

 

 

 

 

 

 

.

 

 

 

 

 

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Camminare, al mattino…

12 mercoledì Giu 2013

Posted by poetella in amore?, assenza prersenza, Bellezza che salva, biografia..., camminare guardando, consapevolezza, crescere con l'amore, emozione, foto di poetella, pensieri sparsi

≈ 24 commenti

Tag

e l amore, il cielo

stamattina(foto di poetella)

 

 

Ascolta poetella

 

 

 

Camminare, al mattino, per masticare, digerire, assimilare

se stessa. Come quando, da bimba, leggeva Andersen e capiva la fatica, la conquista, l’onore.

 

(cosa stava pensando del cielo? Vedremo dopo, dai)

 

Come quando, da ragazzina leggeva Hemingway, e scopriva la gloria, la lotta e l’amore. L’amore!

Come poi, crescendo aveva cercato l’eleganza in Proust, e la bellezza in Mann, la sensualità in Gide. Il rigore. Il rigore in Pavese e la sua musica triste.

 

E se stessa in tutti. In tutti gli altri. Masticati, digeriti, assimilati.

 

(ma cosa stava pensando del cielo? Vedremo dopo, dai. Dopo)

 

Camminare, al mattino, per masticare, digerire, assimilare

se stessa. Ignorando rumori e presenze. Passo veloce e naso all’aria. Occhi alla strada, e a quei piccoli ciuffi di papaveri. Ai fiori di malva. Alle margherite. Occhi dentro di sé per conoscersi. Meglio. Sempre meglio. Occhi al cielo. Ecco. Il cielo!

 

(prima o poi inciamperà in qualcosa con questo guardare il cielo)

 

Il cielo! Quel cielo che davvero sembrava uno di quelli di quando era piccola, con quell’arietta tiepida di giugno. Quei giugno che non si soffocava, come questo, che non si soffoca, è dolce, un bel giugno, e si poteva giocare, allora, e ora? e lei giocava nel cortile della casa, coi bambini e le bambine. Senza conoscere caldo e noia.

Giocava ed era un volta corsaro, una volta fatina. Ma quello che le piaceva di più era essere Boka, il Capo! E condurre i giochi. E le battaglie.

Quante altre battaglie, poi. Non  sempre da Boka.

Ma sempre impavida, lei.

(ma non era questo che stava pensando del cielo)

 

Pensava, come sempre, guardando il cielo, Guarda!

Guarda i tuoi occhi come sono larghi e come mi osservano 

 

dolci e lieti, anche se non ci sei!

…

…

…

(by poetella)

 

 

 

 

 

 

 

 

.

 

 

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Ma chissà se sarei capace…

04 martedì Giu 2013

Posted by poetella in amore?, consapevolezza, crescere con l'amore, foto di poetella, le cose importanti, pensieri sparsi

≈ 23 commenti

Tag

di se, eddievedder, mai

avanzano le nubi(foto di poetella)

 

 

 

Ma chissà se sarei capace,

all’occorrenza. No, diciamo meglio, chissà se avrei mai il coraggio d’essere capace [metto coraggio. Coraggio è la parola. Va bene coraggio]

chissà se, anzi, meglio ancora così,

chissà se avrò [sì, avrò. Non avrei. Niente condizionali]

chissà se avrò il coraggio d’essere capace, all’occorrenza,  d’accettare la vecchiaia.

Con tutto quello che mi porterà via.

O mi porterà. Come un ventaccio.

…

…

…

(by poetella)

EddieVedder- Into The Wild –Guaranteed

 

 

 

 

 

.

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Ecco fatto. No, io dico, come si…

27 lunedì Mag 2013

Posted by poetella in amore?, Antonio Lobo Antunes, atmosfere magice, Bellezza che salva, consapevolezza, emozione, fedeltà, foto di poetella, Mahler, pensieri sparsi, poesia

≈ 15 commenti

Tag

ecco fatto, foglia, leggo

nubi(foto di poetella)

Ecco fatto. No, io dico, come si fa?  Come si fa a leggere altro, ad appassionarsi ad altro, ci ho provato, non dico di non averci provato, un romanzo fresco di stampa in  borsa, da tirare fuori sull’auto o a ricreazione, per tagliare un po’ via il mondo, dicevano che era un buon romanzo, un ottimo scrittore, ci ho provato per portare solo un po’ via quello che c’è da portare via. C’è sempre qualcosa da portare via, isolarsi, tuffarsi in un altro mondo. Leggendo.

Ci ho provato.

L’ho aperto, ho cominciato a leggere. Poi l’ho chiuso. Ed ho ripreso lui. L’unico che si porta davvero via tutto. Troppo pesante la mia borsa, sempre con uno o due libri dentro, a parte il resto, schemi di lezioni, agenda con gli impegni, fogli e fogli, appunti, versi, compiti corretti, pettine rossetto specchietto. Portafoglio. Merenda per la ricreazione. Certo, ché mi viene fame a scuola.

 

Insomma, l’ho aperto, ho cominciato a leggere. Poi l’ho chiuso. Ed ho ripreso lui. L’unico che si porta davvero via tutto. Che mi risucchia l’anima e me la rivolta e me la rimette a posto e poi la riscombussola e poi la rimette a posto. E lo sapevo. Lo sapevo che finiva così. Tutte le volte che leggo Lobo Antunes, poi per un po’ non posso leggere altro.

Tutto scontato. Tutto banale. Tutto prevedibile. Noioso. Letto e riletto. Stanco. Vuoto. Morto. Accidenti.

 

 

“…con il cavallo legato all’anello e le luci del paese che vanno e vengono

a seconda delle nubi che rivelano un tetto, due tetti, il cortile di una scuola

dove il vento giocava con un pezzo di carta, adesso ti metto qui, adesso

ti metto lì  e il pezzo di carta si confondeva con le foglie, poverino, a guardar

bene anche il pezzo di carta una foglia, da dove arriveranno le foglie che non

ci sono  quasi arbusti, ditemi, nel cortile piccoli cactus che nascevano dal

selciato, una volpe nella colombaia con una levità di mignoli e mio padre

col suo Cristo da fiera in cima alle scale e il cavallo ad attenderlo…”

da Arcipelago dell’insonnia.

di Antonio Lobo Antunes

Povera me! come faccio adesso? Non amerò mai nessuno come amo lui.

Nessuno mi darà piacere come lui.

Mai nessuno amerò come amo te.

Mai nessuno mi darà il piacere che mi dai. Lo so.

…

…

…

(by poetella)

Mahler – Adagietto de 5ª sinfonia

 

 

 

 

.

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Riflettevo, a sguardo in su…

15 mercoledì Mag 2013

Posted by poetella in arte, atmosfere magice, Bellezza che salva, Musica Antiqua, pensieri sparsi

≈ 20 commenti

Tag

masolino, minstrel melodies, musica antiqua

800px-Cappella_brancacci,_Guarigione_dello_storpio_e_resurrezione_di_Tabita_(restaurato),_Masolino(foto dal web)

 

 

Riflettevo, a sguardo in su, un po’ di male dietro la nuca, ma si sopporta, via! riflettevo nell’osservare la postura di quei due nell’affresco di Masolino alla Brancacci.

Guardavo e riflettevo, l’incedere, come era reso quell’incedere, e gli abiti, abiti ricamati, riccamente ricamati. Copricapo sicuramente secondo la moda del tempo. Calze cromaticamente abbinate. Sofisticata ricerca di bellezza.

Eleganza è sempre bellezza?

Chi cerca bellezza, armonia, grazia è migliore di chi se ne frega?

Chi si consola con la bellezza, chi ci bada, chi la scova in ogni svolta della vita, in ogni rettilineo, in ogni salita e discesa, negli angolini e nel largo, a largo di tutte le brutture, le volgarità, le grettezze, le pochezze, via!

Chi è cos’ è di più?

O no?

 

Riflettevo su quel parlottare elegante, ignaro di drammi e miracoli.

Quell’incedere nella luce chiara, pulita, semplificata, rosa, giallina, verde delle case, tra quei piccoli sassi bianchi come fiocchi di cotone, nella piazza. Ampia il giusto.

 

Riflettevo su quella noncuranza, su quell’aristocrazia di pensiero che non si scompone, non si affretta, non si attarda. Non si allarma.

 

Procede. Con equilibrio superiore. E grazia.

Ecco.

…

…

…

(by poetella)

 

 

Musica Antiqua – Minstrel Melodies

 

 

 

 

 

 

 

.

 

 

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I nomi. Ci sono nomi di luoghi che…

02 giovedì Mag 2013

Posted by poetella in atmosfere magice, Bellezza che salva, foto di poetella, le cose importanti, pensieri sparsi, Sigur Ros

≈ 23 commenti

contro luce

(foto di poetella)

 

I nomi. Ci sono nomi di luoghi che.

Ci sono nomi carichi. Nomi che sfiatano fascino, temerarietà. Sogni. Nomi tutti allegorie. Metafore. Sottintesi.

Dico, Samarcanda. Come non desiderare di essere lì.

Già nel nome, quella S, quella r, quel finale che sembra in divenire, in crescere.

Un nome che fruscia come la seta. Attraversato,  lisciato, colorato di seta. Iridescente. Pelle di serpente.

 Destino glorioso in certi nomi.

Come suonano anonimi, piccini, altri. Poggio Cinolfo. Dico, chi conoscerà mai, a parte qualche fungaiolo della domenica, cestino di vimini e scarponi,  un posto simile?

Nomuncoli, puntini sulle mappe. In scala 1:500, 1 :100.

Mai in scale maggiori.

Solo minori. Malinconiche. Dolenti.

Dico, magari ci si vivrà bene, ci vivranno pure bene. Loro.  Ma…

Damasco! Vuoi mettere Damasco! Vogliamo dire Damasco? Provaci. D A M A S C O.

Damasco sì che suona maestoso.

E Babilonia. E i giardini, i profumi di gelsomino.

I melograni e il miele. E il vino speziato. Gli sguardi dietro le imposte traforate. Gli intrighi. I pugnali sotto i mantelli. Le donne. Bianco e rosso e nero e oro.

Orditi e trame di passione annodati fitti fitti. Novecentonovantanovemila nodi a metro quadro.

 

Damasco, senti,  lo sanno anche in Australia. E Budrio? Lo conoscono in Australia?

Non credo. Mi sa’ di no.

Non è che sia importante farsi conoscere in  Australia. Che dici? Sarà importante?

Non è che sia importante farsi conoscere. O sì?

 

Comunque, vuoi mettere Ninive, vuoi mettere Tebe, o magari Alessandria, che ne so, Smirne. Timbuctù.

Vuoi mettere il fascino esotico di Vera Cruz, di Maracaibo…

 

Altro che Cesena, Ceccano, Filacciano. Ma che ci sarà mai a Filacciano? Che ci potrà mai essere, dico io?

 

Già il nome dice tutto. O niente. Ecco. Niente.

E comunque Roma…

R O M A

 

Roma/Resto del mondo…

Non c’è partita. Ecco.

…

…

…

(by poetella)

 

 

 

 

Festival – Sigur Ros

 

 

 

 

 

 

 

.

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Sono molto preoccupata. Sì…

29 lunedì Apr 2013

Posted by poetella in biografia..., comunicazione di servizio, consapevolezza, diario, foto di poetella, le cose importanti, malinconia, pensieri sparsi, sigaretta

≈ 19 commenti

Tag

john cage

SAM_0782

(foto di poetella)

Sono molto preoccupata. Sì.

Decisamente, vistosamente preoccupata. Direi quasi, se non apparisse eccessivo, attanagliata dalla preoccupazione.

Ora, io, tendenzialmente, cerco sempre di lasciar correre, di farmene una ragione.

Cerco sempre di minimizzare. Ché ce n’è già tanti che invece cedono, s’ingarbugliano, s’esaltano delle/dalle/con le preoccupazioni.

Se ne fanno quasi, posso? una ragione di vita.

 

Io, in genere, no.

Ma stavolta non riesco. Non posso uscirne.

Non me ne libero. Non scrollo via. Non faccio marameo.

Mi distraggo, certo. Inseguo pensieri positivi, se ne trovano, ogni tanto, no?

Vago tra faccende e faccenduole di poco conto.

Vado, faccio, vedo, annoto. Considero. Seleziono. Studio. Scelgo. Scarto.

Ma…

Ma torna su. Si ripresenta. S’allarga in petto come una macchia velenosa.

Un mostro famelico. Un nemico forte, agguerrito. Competente d’armi.

E crollo. Mi deprimo. Mi spavento.

Cosa?

Qual è il punto?

 

Semplice.

Pare, e dico pare, che non riesca più, ok, quasi più, a scrivere.

Ecco.

Questo il punto. O i puntini. Fumiamo, va…

…

…

…

(by poetella)

 

John Cage  – Dream.

 

 

 

 

 

 

.

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Sai? gran tempaccio. Comunque, tutto sistemato. Scarta, posiziona, scarta, posiziona…

24 domenica Feb 2013

Posted by poetella in antiquariato, biografia..., diario, le cose importanti, pensieri sparsi, pioggia, quasi racconti

≈ 8 commenti

Tag

antiquariato, mercatini, pesci, piove

antiquariato

(foto dal web)

 

 

 

Sai? gran tempaccio. Comunque, tutto sistemato. Scarta, posiziona, scarta, posiziona.

Un bel lavoretto. Forse una mezz’ora, forse un po’ di più, non so.

Ero gassata. Elettrizzata dalla novità.

Curioso stare dall’altra parte del banco. Veramente curioso.

Un punto d’osservazione nuovo. Lo scorrere di un’umanità variopinta e differenziata.

A gruppi, a coppie, isolati e guardinghi. Pure coi cani in braccio.

 

Pesci nell’acqua di fiume. Prede facili, apparentemente. Oppure no.

L’amo pronto.

Ma poi, che strani soggetti.

Quel tipo col cappelletto calcato sulla fronte. Passa una volta, guarda. Fa il giro dei banchi. Ripassa.  Sparisce. Poi, rieccolo, le mani in tasca.

Guarda, s’avvicina circospetto. Avesse paura? Mica mordo!

Non osa. Se ne va ancora. Torna. Tira fuori una lente. Prende una miniatura.

Mi guarda. Zitto.

La gira, vede il prezzo. Molto accattivante. La posa. Se ne va. Nobel per la decisionalità.

 

Che diavolo vengono a fare, che piove pure.

Se vuoi comprare, compra. Se no, stattene a casa a vedere la tv, no? Co’ ‘sto tempo!

E i pesci scorrono a flussi regolari.

 

Aspetto, sorrido e guardo.

E quella tipetta, tutta tremolante, quanto chiede per questo quadretto? dice.

Glielo dico. Lo tiene in mano. Lo scruta. Bello, dice. Lo posa. Sorride.

Prende una collanina di cristallo di rocca. Gusti eterogenei. E questa? fa.

Glielo dico.

La guarda, la gira, la rigira.

La posa. Sorride. Se ne va. Al banco vicino si mette a guardare delle federe. Neanche ricamate.

 

E il flusso continua.

E dire che io, se vedo una cosa che mi piace chiedo il prezzo, e c’era il prezzo tra i miei oggetti! Cavolo se c’era! Io, se vedo una cosa che mi piace,

io la prendo, la cosa che mi piace, se c’è il prezzo.

A volte, pure se non c’è.

 

È così raro trovare una cosa che piaccia.

Perché farsela sfuggire?

Valli a capire questi tipi.

È uno strano popoli di indecisi. Saranno così in tutte le questioni, mi sa. Brutt’affare.

 

Via, qualcuno c’è stato, deciso. Anche conoscitore. Ho venduto.

E sono stata contenta che si capissero gli oggetti. Gli oggetti hanno una vita propria.

Lanciano gridolini. Richiami cifrati.

C’è chi sa rispondere al richiamo e chi neanche sente.  Peggio per loro. dico io.

Parecchia gente si perde il bello proprio per sordità.

Sarà che io sto sempre con le orecchie dritte come un segugio. Una bestiola selvatica.

 

Siamo diversi.

Dice che è la crisi. No. È un modo di essere.

Se non vuoi comprare che vieni a fare in posti così? Vattene a spasso, dico io, no?

 

È che molti manco sanno cosa vogliono. Credo.

Manco sanno se vogliono qualcosa. Sperano di farsi venire un’idea per osmosi.

Ma le idee, o ce l’hai o non ce l’hai. Dico io.

 

Bah! Io ce l’ho. Il resto, affari loro, no?

…

…

…

(by poetella)

Il Volo del Calabrone- Nikolaj  Andreevič  Rimskij – Korsakov

.

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Ricordava benissimo come da …

29 martedì Gen 2013

Posted by poetella in attesa, biografia..., consapevolezza, crescere con l'amore, empatia, foto mie..., le cose importanti, padri e figli, pensieri sparsi, poesia, quasi racconti

≈ 30 commenti

Tag

crescere, femmina, Ricordi, toccarsi

IMG_2253

(poetella piccola)

 

Ascolta poetella

 

 

Ricordava benissimo come da bambina non tollerasse la vicinanza di altri corpi.

Foss’anche sua madre. Sua nonna, sua zia. Suo padre.

Il gatto.

Un’insofferenza. Uno sgusciar via al sospetto di un probabile contatto.

Si scostava, si contraeva cercando di ridursi di volume.

Pensava piano piano. Quasi non respirava.

 

Seduta composta su un divanetto, o nel vagone di un treno, quei vecchi treni con gli scompartimenti chiusi, lei piccola che poteva occupare anche mezzo posto, seduta si rimpiccioliva.

Scostava le mani, le gambe, le cosce. Sedeva più in  là, al limite dello spazio residuo.

Si vergognava. Vergogna o schifo?

 

Avrebbe voluto un limpido, incolmabile distacco.

Distacco.

Sterilizzazione dell’aria frapposta.

 

E vedeva cuginetti, cuginette strofinarsi addosso a nonni, zii, spalmarsi baci e braccia e gambe.

Invidiava? Difficile, adesso, dirlo. Forse.

 

Ma niente. Lei, sempre lontana. Imprendibile.

Non  sapeva, non sapeva proprio se le sarebbe piaciuto un abbraccio.

Inoltre non aveva proprio avuto modo di verificarlo.

Sua madre non l’aveva mai abbracciata. Eravate due, diceva per scusarsi. Non potevo abbracciare tutte e due. Perché no, poi?

Suo padre, non ne parliamo nemmeno.

Forse, se avesse avuto il tanto desiderato maschio, forse. O forse no. Neanche lui.

E sua nonna, sua nonna! I bambini non si abbracciano ché se no si viziano.

 

Con sua sorella faceva a botte. Da femmina, ovvio. E raramente.

Una tirata di capelli, una spinta.

Un altrettanto raro schiaffo.

Sfioramenti.

 

Il primo contatto a quattordici anni. Un ragazzo, alla sua prima festa. Ballando.

Una strana sensazione. Una voglia di serrare, fermare, trattenere. Scoprire. Trasalire.

Le era piaciuto.

Forse anche più che ai suoi cuginetti e cuginette.

Aveva scoperto di avere fame. Di corpi.

A quattordici anni.

 

Conseguenza inevitabile del prolungato digiuno. Forse.

 

Che poi, come si dice? L’appetito vien mangiando. No?

…

…

…

(by poetella)

 

 

 

 

 

 

 

.

 

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Stamattina, sì? Ancora si pensava…

25 venerdì Gen 2013

Posted by poetella in amore?, assenza prersenza, atmosfere magice, attesa, Bellezza che salva, diario, empatia, foto di poetella, musica, notturno, pensieri sparsi, poesia, quasi racconti

≈ 17 commenti

Tag

alba, amore, amore vero, il cielo, musica, poesia

IMG_4912

(foto di poetella)

 

 

 

 

Stamattina, sì? Ancora si pensava… i lampioni!

Quando li vedo, esco presto la mattina, quando li vedo sono ancora tutti accesi.

Una ventina, nella piazza, li ho contati, poi quelli sulla strada.  Tutti accesi.

Aspettavo guardandoli appostata, camminando, aspettavo si spegnessero.

 

E poi, la gente. Frettolosa, distratta, certi a coppie, certi a gruppi, altri soli. Veloci.

Luce giallina dall’alto. Niente nebbia.

Belli, i colori.

Fondale grigio compatto leggermente bluastro, in lontananza, e quel giallo dall’alto.

Chissà come saranno state le città secoli fa. Prima dell’elettricità.

Chissà come saranno stati i colori della notte. Con le torce.

Tutti riflessi mobili, rossastri. Ombre tremolanti nere nere. Lunghe.

Bagliori improvvisi.

 

Chissà se ci pensa mai nessuno.

Ecco. Questo pensiero.

Chissà se ci pensa mai nessuno,

m’è venuto in testa come un folletto, uno scherzo. Un gioco.

Chissà se, in questo sconfinato pianeta accade mai che, contemporaneamente,

due o magari tre, via, quattro?persone, abbiano lo stesso pensiero.

Ma proprio lo stesso.

Formulato con le stesse frasi. Con gli stessi interrogativi.

Tutto sommato credo sia proprio impossibile.

 

Tuttavia, ci sono momenti in cui sento che tu stai pensandomi.

Una percezione quasi fisica. Tattile.

Ed esattamente come io sto pensando a te.

Con le stesse frasi.

Formulate nello stesso modo.

Sbaglierò?

…

…

…

(by poetella)

 

 

 

Oblivion – Piazzolla

.

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Non che vorrei ti inorgoglissi…

15 martedì Gen 2013

Posted by poetella in alchimia, amore?, assenza prersenza, atmosfere magice, Bellezza che salva, consapevolezza, emozione, empatia, fedeltà, foto di poetella, le cose importanti, Monteverdi, musica, passione, pensieri sparsi, poesia

≈ 27 commenti

Tag

amore, eri tu, gioia, monteverdi, orfeo, poesia, serenità, ti amo

l'isolaridotta(foto di poetella)

 

Non che vorrei ti inorgoglissi, caro. Benché, magari, forse…

 

Comunque, dicevo, c’è stato un periodo, sai? un’era della mia storia, in cui ho amato particolarmente i gioielli.

Non so, il loro luccichio, la loro presunta inalterabilità. La loro preziosità.

Avevo una gran voglia di possederne. Di ogni tipo.

Di ogni materia.

Oro, pietre, argenti. Perle.

Da indossare e guardare.

E riporre. E custodire.

E andare a riprendere e guardare. E pulire. E mostrare. Miei.

Non ricordo quanto sia durato.

Periodo strano. Di fame di Bellezza.

Ma non era che l’ombra, quella bellezza. Questo adesso lo so.

Il riflesso di un più intenso splendore che, ancora, ignoravo. E cercavo.

 

Poi è stato come un lampo.

Un risveglio. Uno sbigottimento. Era Maggio. Un lontano Maggio.

E ancora adesso la meraviglia.

Ancora adesso quasi non riesco a farmene una ragione.

Ancora adesso questa sensazione di squisito privilegio.

 

Gli anni passano. Segnano. Rubano speranze. Stingono qualsiasi legittima aspettativa.

Si galleggia in una specie di pozzanghera piuttosto sicura, senza fondali pericolosi.

Senza insidie.

E si pensa che l’andazzo sia quello, ormai.

Uno scivolare quieto verso il silenzio.

 

E invece no.

Invece no.

Quel giorno, quel giorno che comincia ad essere lontano, ormai, c’eri tu. Per me.

 

Le rivoluzioni sono sempre possibili. Dunque.

…

…

…

(by poetella)

 

 

 

Monteverdi – Toccata – Orfeo

 

 

 

 

.

 

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Leggevo…

28 venerdì Dic 2012

Posted by poetella in amore?, biografia..., crescere con l'amore, da leggere, diario, Luigi Meneghello-Libera nos a malo, mamma, pensieri sparsi, poesia, ricordi di scuola

≈ 20 commenti

Tag

amore, i pensieri dei bambini, poesia, Ricordi, suore

mamma, in viaggio di nozze...

(la mamma di poetella)

 

Ascolta poetella

 

 

Leggevo…

Leggevo dell’Antonia, di Nino, di Faustino.

Leggevo e pensavo. Leggevo di Bruno Erminietto e della Jovanca, che “t’imparo io a fare li bracci”…leggevo della Este e delle “grande” e pensavo. Pensavo.

Di maestra Prospera, leggevo. E pensavo.

Ricordi.

Che nomi ricordo di quei miei tempi lontani?

Sì, Suor Francesca Agnese. Che entrava in classe, alta alta e leggera.

Che sembrava scivolare su quelle mattonelle quadrate di graniglia. Tutte lucide.

Chissà chi le puliva così bene.

Suor Francesca Agnese no, sicuro che no.

Dove tengono il petto, pensavo. A mamma si vedeva, bello prosperoso. Co’ quei reggipetto che si cuciva lei. Rosa. Di tessuto. Tutti a punta. Come mi sembravano misteriosi.

Che quando li provava, mi giravo dall’altra parte.

 

Ma le suore? Dove lo tenevano il petto. Erano così lisce. Lineari.

Suor Assunta no. Suor Assunta era fanatica.

A lei spuntava sempre una ciocchetta nera dal velo che faceva finta di non vedere.

E come brillavano quegli occhi azzurri. Ma il petto, quello no. Sigillato.

Tutto liscio, sotto quella veste e sopravveste, nere.

Piatte. Spianate, forse da S. Giuseppe.

Che il petto no, non sta bene mostrare.

 

Forse se lo schiacciavano con delle fasce.

Mi perdevo a pensarci, quando le guardavo. Mi scervellavo.

Poi mi ricacciavo col naso al quadernino nero. Coi bordi rossi. Non si fanno questi pensieri. Sei una bambina cattiva. Quando farai la comunione non li farai più. Giura.

 

Infatti non li ho più fatti.

Altri. Ne ho fatti altri.

Ma i pensieri, si sa, loro vanno dove vogliono. Mica chiedono permesso.

…

…

…

(by poetella)

 

 (considerazioni, leggendo LIBERA NOS A MALO di Luigi Meneghello)

 

 

.

 

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La pazienza. Rosa, la pazienza…(con …voce)

12 mercoledì Dic 2012

Posted by poetella in amore?, atmosfere magice, attesa, Bellezza che salva, crescere con l'amore, foto di poetella, le cose importanti, pazienza, pensieri sparsi, poesia, saggezza

≈ 6 commenti

Tag

brahms lullaby, pazienza, poesia

SAM_0118_1

(foto di poetella)

 ascolta poetella

 

La pazienza. Rosa, la pazienza

Rosa grigio vaporoso. Lilla lieve.

Soffice e tiepida la pazienza non s’inceppa,

non stride, non stinge

la pazienza è durata è acqua chiara

 

è pannicello di lino

è sospiro di vento di sera d’estate

scaldino di braci sotto al tavolo grande

legno scuro di castagno

 

Regalo di un dio generoso e bonario

caramella di miele la pazienza

scaccia la tosse di contorti cattivi pensieri

consola rinsalda riscatta la dura fatica  di questo

 

titanico schianto di vivere.

…

…

…

(by poetella)

 

Brahms – Lullaby

 

 

 

 

 

 

 

.

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l’eternità ci è tanto nativa e profonda…

12 mercoledì Dic 2012

Posted by poetella in amore?, assenza prersenza, atmosfere magice, Bellezza che salva, consapevolezza, crescere con l'amore, foto di poetella, J.S:Bach, musica, pensieri sparsi, Philippe Jaccottet, poesia, saggezza

≈ 4 commenti

Tag

amore, angelus silesius, J.S.Bach, musica, philippe jaccottet, poesia

IMG_5261

(foto di poetella)

 

“l’eternità ci è tanto nativa e profonda

che non possiamo, volenti o nolenti, che essere eterni”

Angelus Silesius

 

Citato da Philippe Jaccottet in “E, tuttavia”

 

 

E, leggendo, io pensavo che (senza insisterci troppo, però, ché c’è un sole! Ed è Dicembre!)

dicevo, pensavo che noi, non avendo di noi stessi altra percezione che di noi vivi,

non essendoci, verosimilmente, percezione nella morte [ovvio, mio ingenuo parere non dimostrabile] potremmo allora sicuramente affermare d’essere, per noi stessi, eterni.

Sempre e solo vivi.

Nessun inizio, che, chi ne ricorda i particolari?

Nessuna fine. Suppongo non la ricorderemmo.

Eterni, dunque. Certo, per noi stessi.

 

Come l’amore. Il mio amore per…

Sempre esistito in me. anche prima dell’effettiva conoscenza.

Già quello amavo. Già quello stimavo. Già quello desideravo.

 

Anche prima di conoscere. Di scoprire esistere.

Sempre esistito quell’amore. E mai morto. Mai morirà.

Mai finirà.

Eterno. Di questo sono certissima.

 

Amore indiscusso ed eterno. Per te.

…

…

…

(by poetella)

 

J.S.Bach-Prelude in C No1

 

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Tramonto, impermanenza di colori…

06 giovedì Dic 2012

Posted by poetella in amore?, assenza prersenza, atmosfere magice, attesa, autunno, Bellezza che salva, Bellezza della natura, consapevolezza, foto di poetella, Miles Davis, musica, pensieri sparsi, poesia

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Tag

amore, il cielo, luce, miles davis, musica, poesia, tramonto

tramonto

(foto di poetella)

 

 

Tramonto, impermanenza di colori, fuga dei colori verso la notte.

Ancora parlare di tramonti?

Scrittura di colori. Ricordo.

Traccia dei colori custodita dietro gli occhi.

Trattenere, se possibile. Nella memoria. Ché tutto svanisce.

Questo tramonto che è mio perché con lui parlo, di lui vibro. M’infiammo.

È mio, qui, davanti a me.

 

E presto non sarà più.

Riuscirò? Non riuscirò a dire. Non si riesce mai a dire del tutto.

Tratteniamo sempre qualcosa, messa da parte per tornarci su. Oppure no.

Forse no. Forse è solo incapacità.

Come spiegare lo stupore, il dissolvimento in questa sempre nuova meraviglia.

Come si fa a dire, a raccontare, illustrare, condividere con chi non…

questi sempre nuovi incendiati tramonti?

 

Ne conserviamo, ne conserveremo la bellezza negli occhi? Senza che il grigio l’annulli?

Inutile, comunque, soffrire dell’inevitabile.

È il non sapere se ci sarà mai un altro tramonto così che ci…confessiamolo

O un altro amore.

 

Diluizione dei colori verso il cupo, il blu fondo. Il nero.

Forse che  questa gradualità ci da una pena minore che se il passaggio fosse repentino, immediato?

Rosso, rosso fuoco, luce rosa. Poi, improvvisamente nero assoluto. Totale. Il nulla.

Forse che sarebbe meno doloroso? O più?

Che poi, anche la notte.  Chissà se la notte.

 

Ogni giorno di quasi inverno è un po’ più corto del precedente. Poi, però…

Poi arriverà l’inverno.

E staremo a vedere se

…

…

…

(by poetella)

Miles Davis –blue in green

.

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