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Poetella's Blog

~ "questo sol m'arde e questo m'innamora"- Michelangelo

Poetella's Blog

Archivi della categoria: amiche

‘n accidenti…(ri-post)

31 lunedì Mar 2014

Posted by poetella in addio amica mia, amiche, amore?, anima, crescere con l'amore, foto di poetella

≈ 25 commenti

Tag

amore, consapevolezza, crescere, distacco, fumo, vecchiaia

nuvoletta(foto di poetella)

ascolta poetella

 

 

Il distacco. ‘n accidenti proprio. Imparare il distacco. Andare verso il distacco. Guadagnare il distacco (s’accende una sigaretta. Aspira fondo, la testa un po’ indietro, poi butta fuori tutto il fumo).  Quale cacchio di distacco? Siamo umani, no? Bipedi (guarda sua sorella, che tace). Camminiamo. Vogliamo il duro sotto i piedi. Ci serve.

 

Altro che distacco. Visto mai uno che cammina per aria? Come gli amanti o le mucche di Chagall? Visto mai? (sua sorella non parla. La guarda. Non fuma)

 

Io mi sarei proprio scocciata di tutte queste stronzate sul distacco. Sul lascia che sia. Sul vivi l’adesso. Ma sì, cavolo, sì che lo vivo l’adesso. Come no? Mica mi serve che me lo ricordino. Che me lo consiglino. L’adesso si vive sempre. Finché si vive(la guarda. Quella, zitta. La guarda, fuma e parla). C’è qualcuno che non lo vive, l’adesso? Ti risulta?

 

È che vogliamo sapere. Vogliamo controllare. Vogliamo qualche drittina su quanto durerà quest’adesso. Sia che si voglia che finisca, sia che continui, ‘sto cavolo di adesso.

(e la sorella zitta, buona, beve il tè e guarda una farfalletta che svolacchia sui gerani)

 

Ma sì, sì, sì, sì! Certo che si vivrebbe meglio. Meglio, a non avere bisogno di programmare, pronosticare, o magari solo prevedere, con un piccolissimo margine di dubbio.  Senza andare a cercare conferme da tutte le parti. Meglio, si vivrebbe. Senza cercare nei fondi del caffè o nei rametti di millefoglie.

 

Ma come fai? Come cazzo fai? Balle, il distacco. Balle.

Vaglielo a dire a  quelli che gli è crollata la casa, la vita addosso. Vaglielo a dire a loro, il distacco.

O vienimene a parlare tra un po’.

Quando sarò vecchia. E lui non ci sarà più.

 

Sai che risate.

…

…

…

(by poetella)

 

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S’è messo in movimento il circo…

28 venerdì Mar 2014

Posted by poetella in addio amica mia, amiche, Bellezza che salva, Bellezza della natura, foto di poetella, malinconia, mi manchi, morte, nostalgia, poesia

≈ 23 commenti

Tag

addio amica mia, il cielo, tristezza

circo delle nubi(foto di poetella)

Qui la voce di poetella

S’è messo in movimento il circo
delle nuvole
stamattina.
Cavallucci coccodrilli a bocca aperta
elefantini e tigri e conigli e giraffe
e leoni c’era pure un unicorno
obbedienti al domatore
vestito d’azzurro e lustrini.
Guarda che luce sotto il tendone del cielo!

Doma anche me, signor domatore, doma anche
questo mio andare sconsolato
occhi bassi, signore del cielo, schiocca la frusta
dai il comando
insegna il balzo ardito
mettimi in marcia questo pezzo
di cuore
fallo passare nel cerchio di fuoco sparalo
tra le stelle

che me ne vado in giro mani in tasca
e lui fermo lì
bloccato
gelato
a guardarsi dentro
la solitudine
nella sua gabbia senza specchi
senza lucette.

Vuota.

…
…
…

(by poetella)

e per chi volesse scaricarsi lo splendido brano di Sibelius…

Sibelius – Romanza – opera 24 n° 2

.

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Ancora ti scriverò queste lettere…

25 martedì Mar 2014

Posted by poetella in addio, amiche, foto di poetella, mi manchi

≈ 5 commenti

Tag

addio amica mia, J.S.Bach, poesia, tristezza

stamattina(foto di poetella)

 a C.

Ancora ti scriverò queste lettere
trasparenti
inchiostro di cipolla.
Passale sul vapore del tuo stare
in nessun posto adesso
o ovunque
alito di ricordo
fiammella.

Ti scriverò ancora di come
non parlo ormai che con me
stessa e la tua piccola ombra
o forse è l’ombra d’una foglia
o di fiore o di canarino in volo
ombra di coccinella rossa
di minuscola cosa alata

o ancora ombra di nuvola fugace
lontana. O sei tu?

Ieri la guardavo, una grande, bianca
leggera leggera lieve
vaporosa
coi bordi rossi come sangue.

Chi era, piccola mia?
dimmelo. Eri tu, allora?

Da qualche parte c’è la neve. Sono sola.

…
…
…

(by poetella)

 
.

J.S. Bach-Preludio n° 5 BWV 639

 

 

 

 

.

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Apre la porta e Bello! vieni, vieni in cucina…

30 giovedì Gen 2014

Posted by poetella in adoro la pioggia, amiche, amore?, assenza prersenza, atmosfere magice, diario, la forza dell'amore, le cose importanti, vecchie mie...

≈ 8 commenti

Tag

amiche, amore, fede, ma tu ci credi?, pioggia, sto bene, ti amo

balcone-pioggia

(foto di poetella)

.

Apre la porta e Bello! vieni, vieni in cucina, dice, mentre chiude. Sto stirando.

Niente di meglio, pensa. Fuori che piove bene bene, l’amichetta, le chiacchiere, che neanche t’accorgi che stiri. A ciccio.

 

Beh? Guarda la camicia, stira bene il colletto, poi lo spallone, poi poggia il ferro, la guarda e ancora Beh?scuotendo piano la testa. Indagando.

Al solito. Risposta secca. Smorfietta  della bocca. Accavalla le gambe. Accende una sigaretta.

Nessuna nuova, buona nuova. Tu?

Io? Iiiio? Ci  mette parecchie i e gli occhi sgranati come avesse aperto un forziere dei pirati.

Io alla grande! Cristì, proprio alla grande.

Ti si vede, sa’? bella faccia. E sorride, Cristina, niente invidiosa. Sono amiche da tanto.

Porca miseria, sessantun anni e mica ti si vedono. Ma come cacchio fai?

Come? Intanto riprende a stirare. Allegramente, come una Cenerentola serena. Infaticabile.

Come faccio? Cremette. Cammino parecchio. Mangio poco. Prendo l’Aloe.

Te lo dico io che prendi te, fa Cristina. Ridono.

 

Fuori rinforza. Proprio un bel diluvio. Pure la grandine. Si sente il rumore saltellante. Angeli che scrivono a macchina. Tutti insieme. Come ci fosse una consegna, a breve. Diluvia.

Viene giù tutto il cielo.

Battaglia di dei, fa lei, tra gli sbruffi di vapore.

Ma tu ci credi? Se ne esce Cristina.

A che?

Agli Dei. A Dio.

Ma come ti vengono?discorsi teologici, oggi? Propensione al filosofeggiamento? Ha preso un tono di scherzoso sfottimento. Sorride. E stira. Pare che da un momento all’altro si metta a cantare.

Se fosse sola lo farebbe sicuro.

Comunque no, direi di no. Non ci credo.

Cristina va alla finestra e guarda il diluvio. Magari cerca qualche luce che esca dalle nubi. Tipo film biblico. Ma  niente. Tutto nero nero. Compatto.

Eppure, dice, una volta…

Eh, una volta. Ora no.

Cioè, aspetta, aspetta, fammi capire. Cristina scandisce le parole. Sei diventata atea?

Senti, fa lei. Posa  il ferro, appoggia tutte e due le mani sulla tavola da stiro, se la guarda e Senti.

Atea, non atea. Che ne so. Io non ci penso. Messo via. Accantonato. Altro da pensare. Fine.

 

E non preghi mai? Cristina pare quasi addolorata. Quasi costernata. Incredula. Spaventata da quest’ammissione. Inquieta, come davanti a un niente nero, con qualcosa in faccia che non si sa che è.

Pregare? Certo che prego.

Ah, ecco. Si tranquillizza.

E certo che prego. Prego lui…ti prego! Dammi un bacio. Subito. Adesso. Che se no mi calano gli zuccheri!

Scema, sbotta Cristina, sconsolata. Facciamoci il caffè, va’…che amica scema che c’ho.

..

…

…

(by poetella)

e, per chi volesse un bel temporale in sottofondo…qui!

.

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Ma no, come faccio?

20 mercoledì Nov 2013

Posted by poetella in amiche, amore?, assenza prersenza, atmosfere magice, Bellezza che salva, emozione, felicità, fiabe, foto di poetella, Hymne à l' Amour...., J.S:Bach, le cose importanti, passione, poesia

≈ 17 commenti

Tag

Bella Venezia, dimmi

IMG_3758

(foto di poetella)

 

Qui la voce di poetella

…e ascoltate, che è più bello, no? dai…

 

 

Ma no, come faccio? Come faccio a raccontarti, amica mia.

Ieri, sì. Ieri.

Ti dico che no, non posso raccontare

l’indicibile.

 

Tu, piuttosto. Racconta tu.

Dimmi di Venezia, c’era il sole? Bella Venezia col sole, d’inverno

Dimmi  di voi, di te. Il dottore? Dimmi dei gatti  a rivederti e della casa

nuova.

E della cura. Parla.

Parlami tu, cara.

 

Dammi la mano e riportami su questa terra.

Ché ancora la testa mi gira, mi gira

per l’altitudine, la vertigine di quei miei mondi ritrovati

per un po’

e oggi è oggi.

…

…

…

(by poetella)

 

 

 

 

 

 

 

.

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Ma sì, è possibile, sai?

01 giovedì Ago 2013

Posted by poetella in amiche, dolore che guarisce, pazienza, poesia, viaggi

≈ 36 commenti

Tag

auguri, cuore, da solo, scappa

lal ucina(foto di poetella)

 

 

Ma sì, è possibile, sai?

Io l’ho fatto, una volta. Faceva i capricci. Piangeva.

Gocciolava tristezza come fosse un asciugamano viola non centrifugato.

In un giorno di forte umidità.

E non c’era niente da fare. Solo stare lì a guardarlo gocciolare.

Le mani troppo piccole per strizzare via tutto quel pianto.

Troppo stanche e piene di tagli.

Piene di togli. Piene di butta via.

Piene di segni e sogni sventatelli.

 

Ma sì, è possibile, sai?

Bisogna provarci. Te l’ho detto, cara. Io l’ho fatto una volta.

Era  duro duro, incastrato in un dolore come in un pozzo scuro.

Le pareti scivolose. Senza appigli.

Duro duro, persa ogni elasticità. Scorticato dalla fatica.

Da tentativi di  improgettabile fuga.

E non ce la facevo proprio  più a guardare quello spettacolo.

Stagnante.

E allora sono fuggita.

Quando non puoi fare niente, che resti a fare?

Via! Il mondo è grande.

Via e lascialo lì quel cuore triste.

Lascialo lì da solo.

 

Ma sì, è possibile, sai?

Scappa via, amica mia.

Vatti a cercare un altro cuore in un’altra terra,

in un altro tempo.

In un nuovo sogno.

Sei giovane.

Vedrai. 

Ce la farai!

 

Il mio cuore inchiodato qui ti manderà l’eco del suo battito. Augurale.

…

…

…

(by poetella)

 

 

 

(ad un’amica cara in fuga. Auguri, R.)

 

 

 

 

 

 

 

.

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per Mads…

13 domenica Gen 2013

Posted by poetella in amiche, pianoforte

≈ 15 commenti

Tag

amiche, bellezza, musica, poesia

SAM_0639IMG_3807

ecco qui il mio Bluthner….

promessa mantenuta…

ciao, Mads!

 

(by poetella)

 

 

 

.

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E ancora, ti devi centrare, dici…

26 lunedì Nov 2012

Posted by poetella in amiche, amore?, assenza prersenza, atmosfere magice, Bellezza che salva, Brian Eno, consapevolezza, crescere con l'amore, emozione, felicità, foto di poetella, passione, poesia

≈ 4 commenti

Tag

amore, poesia

(foto di poetella)

 

Ascolta poetella

 

 

E ancora, ti devi centrare, dici

Devi smettere di salire, dici, su in cima alla più alta vetta della più alta catena di monti

(dio che aria, che vista straordinaria da lì!) per poi precipitare nel fondo più nero e fondo diecimila, undicimila. Centomila kilometri sotto. Sbatacchiata di qua e di là.

Devi trovare un centro di stabilità, dici.

Devi, dici. Solo perché…

A parte che, perché? dico io. Perché?

E comunque tu, tu che ne sai? tutti a sapere quello che. Tutti bravi. Tutti a consigliare.

Io manco a me stessa do consigli. Ma che ne so io!

E tu, il tuo cuore sotto anestesia. Il tuo cuore fasciato d’equilibrio fasullo.

Il tuo cuore in letargo. È mai stato sveglio? Senti che odore di muffa? No, io no, grazie!

 

Sì, certo,  ti devi centrare, dici

Quello scivolare di sponda in sponda galleggiando, senza conoscere lo scroscio, lo schianto. Senza trasalimenti. Senza apnee e respiri grossi a bocca aperta, quell’aria che fa girare la testa, tutta di colpo così.

Questo è il tuo centro? No, grazie! Davvero no.

La conosci? La conosci la voglia di scrivere un nome con la bomboletta sulle valli della luna, tu?

Che poi te lo guardi da lontano e ti fa luce? Un faro azzurro.

Che gira e gira e lo vedi e poi no. E lo rivedi e poi no. Ma è lì.

 

Tu che ne sai di parole come gocce d’oro fuso gocciolanti sulla pietra dei giorni.

Tu che ne sai dell’armonia delle stelle che danza in un corpo vivo, vero, davanti a te?

Ogni azione geometria di perfezione.

Ogni non azione, ancora perfetta.

 

E allora, allora smetti, ti prego

sempre con questo certo,  ti devi centrare!

 

Il mio centro è amore e attorno ancora amore e amore.

Strati d’amore concentrici

bave d’amore uscite dal cuore a ricoprire l’amore.

Una perla splendente d’amore.

 

Cosa? Quando non ci sarà più, dici?

Ma lui vive in me, cara mia.

Ormai è in me.

Non ci sarà più solo quando non ci sarò più io. Ché sarò morta.

O non ci sarò più io, sarò morta io, quando non ci sarà più.

 

Vedi te. Per me è uguale.

…

…

…

(by poetella)

 

 

 

.

 

 

 

 

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tanto per ri-postare…

29 lunedì Ott 2012

Posted by poetella in amiche, amore?, consapevolezza, foto di poetella, le cose importanti, pensieri sparsi, saggezza, vecchie mie...

≈ 8 commenti

Tag

distacco, sorella, vecchi post

 

(foto di poetella)

ascolta poetella

 

 

Il distacco. ‘n accidenti proprio. Imparare il distacco. Andare verso il distacco. Guadagnare il distacco (s’accende una sigaretta. Aspira fondo, la testa un po’ indietro, poi butta fuori tutto il fumo).  Quale cacchio di distacco? Siamo umani, no? Bipedi (guarda sua sorella, che tace). Camminiamo. Vogliamo il duro sotto i piedi. Ci serve.

 

Altro che distacco. Visto mai uno che cammina per aria? Come gli amanti o le mucche di Chagall? Visto mai? (sua sorella non parla. La guarda. Non fuma)

 

Io mi sarei proprio scocciata di tutte queste stronzate sul distacco. Sul lascia che sia. Sul vivi l’adesso. Ma sì, cavolo, sì che lo vivo l’adesso. Come no? Mica mi serve che me lo ricordino. Che me lo consiglino. L’adesso si vive sempre. Finché si vive(la guarda. Quella, zitta. La guarda, fuma e parla). C’è qualcuno che non lo vive, l’adesso? Ti risulta?

 

È che vogliamo sapere. Vogliamo controllare. Vogliamo qualche drittina su quanto durerà quest’adesso. Sia che si voglia che finisca, sia che continui, ‘sto cavolo di adesso.

(e la sorella zitta, buona, beve il tè e guarda una farfalletta che svolacchia sui gerani)

 

Ma sì, sì, sì, sì! Certo che si vivrebbe meglio. Meglio, a non avere bisogno di programmare, pronosticare, o magari solo prevedere, con un piccolissimo margine di dubbio.  Senza andare a cercare conferme da tutte le parti. Meglio, si vivrebbe. Senza cercare nei fondi del caffè o nei rametti di millefoglie.

 

Ma come fai? Come cazzo fai? Balle, il distacco. Balle.

Vaglielo a dire a  quelli che gli è crollata la casa, la vita addosso. Vaglielo a dire a loro, il distacco.

O vienimene a parlare tra un po’.

Quando sarò vecchia. E lui non ci sarà più.

 

Sai che risate.

…

…

…

(by poetella)

 

 

.

 

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E se anche fosse arrivato …

25 giovedì Ott 2012

Posted by poetella in amiche, assenza prersenza, autunno, basta!, consapevolezza, crescere con l'amore, dolore che guarisce, foto di poetella, le cose importanti, malinconia, paura di non amore, poesia, silenzio, vecchiaia

≈ 17 commenti

Tag

amore, fine di un amore, il cielo, musica, nuvole bianche, poesia, Ricordi

 

(foto di poetella)

 

 

Ascolta poetella

 

 

E se anche fosse arrivato il momento

se anche lei si fosse dovuta richiudere nel castello scuro e freddo,

alte pareti di pietra umida, piccole finestre e fuori un paese di nebbie e nebbie e nubi e gelo

e pioggia e grandine,

chicchi grossi così!

 un paese morto, desolato, incustodito coi cani randagi e orde di barbari a scendere ogni tanto

e andarsene bruciando erba secca

 

 se anche fosse arrivato il momento

di dire addio ai prati, ai crochi in festa, alle nuvole bianche e ai sorrisi del vento e della giovinezza,

di rinserrarsi in un buio come di sottoterra, di pozzo, di fogna, di grotta senza uscita da girare e rigirare per cunicoli senza torcia, un buio di tana di lupi, di orsi, di serpi

 

se anche fosse arrivato il momento

di staccare l’ancora e lasciare che la zattera prendesse il largo nel vasto mare del destino

e magari slegare il palloncino azzurro, lasciarlo, vederlo lievitare libero su in cielo

vederlo diventare un puntolino minuscolo e poi sparire nella sconfinata, radiosa luce del suo futuro

 

se anche fosse arrivato il momento

 

certo mai lei  avrebbe, certo, mai dimenticato quelle labbra di lampone e gelsomino

quegli occhi straordinari d’oceano ondoso e vasto

quella voce di sorgente di montagna che diceva

Sei bellissima! Bella da morire!

 

E questo, si diceva, questo non ha prezzo!

 

Per tutto il resto…c’è MasterCard!

…

…

…

(by poetella)

 

 

 

 

.

 

 

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Ma no, scusa, che c’entrano le foto?

21 domenica Ott 2012

Posted by poetella in amiche, amore clandestino, assenza prersenza, atmosfere magice, consapevolezza, foto di poetella, musica, poesia

≈ 13 commenti

Tag

amore, big bang, chiacchiere, due stelle, rachmaninoff

 

(foto di poetella)

 

Ascolta poetella

 

 

Ma no, scusa, che c’entrano le foto?

Certo, no. Non me le manda. Quasi mai.

Sì, lo so, lo so. Chi ti dice niente. No. Non lo so se hai ragione. So che non me le manda.

Quasi mai.

Quasi mai per prima. Ecco. Poi, magari, ogni tanto.

 

Guarda che sei una lagna, te, sa’?

Non hai capito. No. Non hai capito proprio niente.

Come tutti.

Tutti a credere d’avere capito, e invece. Sì, va beh, pure io.

Chi dice niente?

Rispiegarti? Quale sarebbe il vero motivo?

Ma no, scusa, che c’entrano le foto?

Ah, così, come esempio. Condivisione. Sì, sì, condivisione.

Ma è proprio questo il punto. No. Non c’è condivisione. Quella che dici tu, per lo meno.

Non c’è.

Ma che vuoi condividere?

Ognuno ha la sua vita, i suoi incontri, i suoi impegni. E questo e quello.

I suoi ritmi.

Ancora con le foto. Ma dai!

Ma non sarebbe peggio entrare nella sua vita, vedere quello che vede, che fa, che sceglie, e poi…

No. Non sarebbe bello. Sarebbe una tortura.

 

E io, e noi, non ci vogliamo torturare.

 

Noi siamo due stelle gemelle che vagano nello sconfinato universo, coi loro pianeti attorno.

E ogni tanto, ma proprio ogni tanto,

in un fragore da big bang, si scontrano ed esplodono

tra fuoco e fiamme e pioggia di schegge di luce accecante.

Accumulando energia.

 

Poi, lentamente, con tutto il codazzo di pianeti personali

 

ricominciano il solitario viaggio, spandendo luce.

…

…

…

(by poetella)

 

 

 

 

 

–

 

 

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L’anima. Ancora?

20 sabato Ott 2012

Posted by poetella in amiche, amore?, atmosfere magice, Bellezza che salva, consapevolezza, crescere con l'amore, foto di poetella, pensieri sparsi, poesia, saggezza

≈ 6 commenti

Tag

anima, discorsi, eterne, J.S.Bach

(foto di poetella)

 

L’anima. Ancora?

Lasciami parlare. No, lasciami parlare. Adesso. A parte che con questa giornata, guarda che cielo. Ma come ti viene di metterti a fare questi discorsi dell’anima. E l’eterno. E ci si reincarna. Per compiersi. Ma quando la pianti con tutte queste storie? Ti ci diverti?

Tutti vorremmo avere un filino di speranza, certo, certo. Certo. Chi ti dice di no?

Tutti ci si attacca a improbabili costruzioni più o meno condivise, più o meno articolate.

A me basta questo cielo. Invece. Sì. Certo. Mi basta.

Eterno, non eterno. Sicuramente lui è eterno. No. Non  hai capito. Per quanto mi riguarda è eterno. Non credo proprio possa sparire finche resto viva. Eterno è tutto quello che continuerà ad esserci per il tempo in cui potrò percepirlo. L’aria, il sole, il primo tepore della primavera. I sogni. I desideri.

Quella è la mia eternità.

Le tombe Medicee a Firenze. Ci sono e ci saranno. Se qualche pazzo non le distrugge nel frattempo, ma non credo. Ci saranno e potrò vederle, se mi andrà. Se ce la farò ad andare a Firenze. Quelle, per me, sono eterne. L’anima.

Io non lo so cos’è l’anima. Se esiste qualcosa oltre le molecole. Gli atomi nervosi e mobili. O immobili. Cinica? Dici? Ma che cinica. Non sono cinica. E poi basta appiccicare definizioni! Etichette. Che ne so come sono. So che non mi voglio prendere in giro. Io. Ecco.

Guarda che cavolo di cielo, stamattina. Ma che mi frega dell’eterno.

La Bellezza. La Bellezza. Effimera  Bellezza. Fugace, inafferrabile, stupefacente Bellezza.

Il mio desiderio di bellezza è eterno. Il mio stupore davanti alla Bellezza. È eterno. Non mi lascerà finché vivo.

Tutto il resto…

 

Guarda quei vapori sui colli. Guarda quel mondo di fate all’orizzonte. Quei grigi, quei rosa. Spariranno.  Li  guardi ti giri li riguardi non ci sono più.

Cos’è eterno?

 

Il mio cuore veloce e la sua infinita fame d’amore. Ecco. È eterno. Sarà così fino a che si fermerà. Ma quando si fermerà, che mi frega. Non sentirò certo l’eterno silenzio del tutto. Non sentirò più niente.

L’anima?

È il corpo, non l’anima.

Infinite connessioni. Elettricità. Flussi di elettroni sollecitati, solleticati, spronati.

Tutti a vibrare  a girare a spostarsi a cercarsi a trovarsi… connessioni

Due occhi che ti guardano e scatta o non scatta

Fammi parlare. Ma sì, sto parlando solo io. Parli sempre tu. Fammi parlare. A che servono le sorelle, scusa?

Mica scatta sempre. Dici che è l’anima che si riconosce? Ma quale anima. È  solo magnetismo. Attrazione. Poli positivi e negativi. Sesso. Voglia. Vita.

L’eternità?

Un desiderio è eterno. Uno struggimento. È eterno.

Uno sguardo è eterno. Quando spegne tutto il mondo. Quando annulla l’orrore del mondo. Quando colora il buio del mondo. Questo è eterno. Dentro di me.

 

L’attesa di un orgasmo è eterna.

La voglia di innamorarsi è eterna.

Bach è eterno.

Non conosco la tua eternità. Non conosco la tua anima. Di cosa mi parli, ancora?

Conosco solo il tic tac dell’orologio e la sua carica…che prima o poi si scaricherà. E fine della corsa.

…

…

…

(by poetella)

J.S. Bach- Prelude

 

 

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Proprio questo, certo, proprio questo il punto…

12 venerdì Ott 2012

Posted by poetella in amiche, amore?, assenza prersenza, consapevolezza, crescere con l'amore, foto di poetella, inverno, le cose importanti, libertà, pensieri sparsi, poesia, quasi racconti, saggezza, speranza, vecchiaia

≈ 11 commenti

Tag

amore, cosa resta di noi, dopo, ti ricordi

Proprio questo, certo, proprio questo il punto.

La vedo così, comunque. Come, non c’hai capito niente?

Rispiego. Tranquilla. Sì, deformazione professionale. Ci  sono abituata. Ma no, dai!

Mica dico che sei cretina. Io ci sono abituata a rispiegare. E dai!

Sono io che, certe volte, magari. Dici, spesso?

Ma non è vero che non mi segui più. È che sei, diciamo, ecco, sei legata. Sei impiastricciata di quello che senti dire, che ti hanno convinto a, che pensi si debba…

Sciogliti, cara. Vedrai che mi darai. Certo. Te lo dico io che.

Dicevamo?

Ah, sì

proprio questo, certo, proprio questo il punto.

 

Per lo meno io penso che. Ma sì. Allora dimmi, rispondi. Serena, però. Senza farti condizionare. Che è, cos’è che da fastidio, che scoccia di più quando.

Sì, sì, lo sai, stiamo parlando di quello.

Pensa a quando ti stavi a disperare, ma sì, lo so che sono passati dieci anni. Mi ricordo, sa’, io!

Insomma, che era che ti faceva disperare? Voglio morire! Ti ricordi? Tutt’è finito per me! Ridi, ridi! Sono buffa? Dieci anni fa mica ridevi! Beh, cos’era?

Dici? No, te lo dico io che era.

No! non  era che t’aveva lasciato.

Non era quello.   Ma no,  Non era che la storia era finita. . Beh, secondo me, no.  Poi  te.

E certamente! Te di pure quello che. Ma per carità. Ti pare che ti voglio convincere?

Ma non ci penso per niente. Io. Ma  quando mai!

Non è questo, certo, non è questo il punto.

 

Comunque, secondo il mio misero parere. E sì, adesso te lo dico. Cavolo! Mi interrompi sempre!

Tu eri sparita insieme a lui. Questo, era. Ti ricordi? Chi mi dirà più Come sei bella? Ti ricordi, vero? Lo stavi sempre a dire e piangevi! Non esistevi che nel suo riflesso. Eri niente, senza.

 

E poi c’era dell’altro. Tu ti vedevi orribile, nel suo ricordo. Un mostro.

Così come lui ti vedeva gli ultimi tempi. Prima di.

E questo, questo era terribile. Intollerabile.

Lasciare di sé un’immagine odiosa, soffocante, da eliminare dalla memoria.

Questo ti bruciava.

Proprio questo, certo, proprio questo il punto.

Lo vedi che mi dai ragione?

Ecco perché io.

Sì. Questo. Sempre luminosa, sempre grata come un tè al gelsomino, d’inverno.

Sempre senza delusioni. Senza sbiadire. Senza sbuffare. Senza gesti della mano a dire, bah!

Via! Basta.

 

Così, sarò e resterò, sempre. In lui. Certo. Sicuro.

E che sono bella me lo dirò da sola. Stanne certa. Contaci, cara mia.

…

…

…

(by poetella)

 

An Affair To Remember

 

 

 

 

 

.

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Dice, mi voglio fare un giardino zen…

11 giovedì Ott 2012

Posted by poetella in amiche, atmosfere magice, attesa, Bellezza che salva, Debussy, desideri..., dolore che guarisce, le cose importanti, musica, pensieri sparsi, poesia, quasi racconti, saggezza

≈ 19 commenti

Tag

conquiste interiori, giardino zen, pace, serenità

(foto dal web)

Dice, mi voglio fare un giardino zen.

Dice, Sai, quei giardini…lo sai com’è?

Che c’è quel pietrisco bianco, mica proprio un pietrisco. Che ci puoi scrivere sopra. Sai? dice, dietro quella pianta di fico selvatico. Quella che non ha mai fatto un cavolo di frutto. Poverina. Mica colpa sua. Lì, insomma, in quel rattangolino d’ombra.

Accanto alla legnaia, a nord.

Piccolo, sa! Hai presente? Che non mi ci cresce niente, lì.

Mica lo so come mai, dice. Mica lo so. C’ho piantato un sacco di cose.

Diverse. Niente.

Non mi piglia niente, lì.

Allora, dice, ci volevo fare un giardinetto zen.

Che tu vai lì e mediti. E magari scrivi qualcosa sul pietrisco. Che mica è proprio pietrisco.

Me l’ha detto Gustavo, come chi è? dice, il giardiniere, no?

Ma lo sai? vuole 1700 euro. Ché quel pietrisco è polvere di marmo. Apposta costa così.

Mettici del brecciolino, dico io.

No, dice lei. Sul brecciolino mica ci puoi scrivere.

Con la polvere di marmo bianca, bianchissima, vedessi! Co’ quella sì.

E ti siedi lì, una panchettina piccola, solo a un posto. Magari una piantina in vaso, non so di che,  ti siedi lì, E mediti. E se vuoi fai i disegnini sul pietrisco.

E poi li cancelli.

E l’ansia va via.

Dice.

 

E fatti ‘sto giardinetto zen, allora. Magari con la sabbia di fiume, dico io.

No, dice lei. La sabbia di fiume mica è bianca.

È importante il colore, dice lei.

Tante cose sono importanti per riconquistare la calma, no? Dice.

Ci vuole il bianco. Fare largo. Spazio. Scriverci su. E cancellare.

 

Ma, dico io, non te lo puoi fare in testa il giardinetto zen?

Ti fermi, ti fai il bianco dentro, scrivi e poi cancelli.

 

E tutto va ok. no? No?

…

…

…

(by poetella)

 

Debussy – Sarabande from Pour le piano

 

 

 

.

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chiacchierando…

07 domenica Ott 2012

Posted by poetella in amiche, comunicazione di servizio, diario, le cose importanti, Nora e il bambino che non aveva ombra, quasi racconti, un nuovo romanzo.

≈ 18 commenti

Tag

romanzo, si accettano critiche

Se lo vuoi lo trovi qui…

 

 

 

Bello il tuo romanzo, dice lei. Ma…

Ma? Dico io.

Finisce subito, dice lei.

Il prossimo fallo più lungo.

[…]dico io…

 

…

…

…

(by poetella)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

.

.

.

.

 

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– Vieni qui, mettiamoci un po’ in balcone…

06 sabato Ott 2012

Posted by poetella in amiche, amore?, assenza prersenza, atmosfere magice, Bellezza che salva, biografia..., Borodin, consapevolezza, le cose importanti, musica, vecchiaia

≈ 17 commenti

Tag

amiche, amore, amore vero, borodin, Pensieri, sto bene

– Vieni qui, mettiamoci un po’ in balcone

 

                          Sapessi come sono contenta che. Sì. Era tanto sai che volevo vederti. Queste vite sempre di corsa. Anche questa città, così grande. Certo, certo, bella. Bellissima. Poi, lo sai come la vedo io, no? Meglio grande. E nessuno ti conosce. E nessuno ti controlla. Frega niente che nessuno che ti controlli? Niente da nascondere, tu?

 Tutti abbiamo qualcosa da nascondere. Ok. Tu no. Beh, dai,

vieni qui, mettiamoci un po’ in balcone

 

                        Vedessi che fiori che sono scoppiati. È una festa. Certo che ho tempo. Lo trovo, il tempo. Si trova, se si vuole, il tempo. Voglio cose belle, attorno. Cose che esaltino. Che riempiano. Musica. Ti piace questo brano? Non ci capisci niente di musica.

Ma che campi a fare? Dai, scherzo. È questione di abitudine. Io non potrei stare senza la mia musica. È una compagnia continua.

Che non chiede niente. Da, soltanto. Cos’è questo? Borodin, un pezzo di Borodin. Sì, russo. Non ti fa pensare alle pianure dalla Russia,  sconfinate, col cielo grigio e freddo, freddo e neve, no? Ok, no. Scema.

Guarda le petunie. Vero che così, mai viste?

Vero?

                                   E la rosa. Guarda la rosa. Anche i gerani, per adesso tutto bene. Insetticida giusto. Nessun attacco. Io? Anche io devo aver trovato l’insetticida giusto? Ridi, ridi. Dici che non si chiama così?

Dai, ridi.

Oggi mi sentivo un po’ malinconica. M’ha fatto bene l’amichetta mia. Lo sai che erano due mesi che non mi venivi a trovare? Vuoi bere qualcosa? Ok, dopo.

E non vedevo l’ora di dirti

 

– Vieni qui, mettiamoci un po’ in balcone

 

                               vieni a parlare un po’ con me. I Tarocchi? Ma lascia perdere i Tarocchi. Lo so che te li sei portati, ti pare che non te li portavi. E mi tenti. Ma io non lo chiedo ai tarocchi. Io non lo voglio sapere. Certo che ho paura. Vorrei vedere te. Bella mia.

Vorrei proprio vedere te se avresti paura o no.

Sto vivendo una magia.  E non fare quella faccia. Me l’hai detto un sacco di volte. La saggia. L’amica saggia. Ma sei proprio sicura d’essere saggia?

                               

                                Senti che profumo. Gelsomino. No, viene da sotto. Io non ce l’ho, vedi? Va bene, va bene, sei saggia. Dio, il gelsomino. Si sente lo stesso, vero? Ci arrivano le cose degli altri, siamo circondati dagli altri, assediati dagli altri, e meno male che è un profumo. Ci arrivano anche le puzze, qui in città. Puzza di solitudine. Puzza di indifferenza. Puzza di intolleranza. Tu te ne stai in campagna. Io? No, io mai in campagna. Non potrei.

 

                Questa città. Questa città piena di traffico,

di file alle poste, ma io l’adoro, di file al supermercato, dal dottore, in Banca, questa città senza parcheggi, e io l’adoro, piena di buche per strada, sì, sì, le buche. Ma che mi frega delle buche. Io vado a piedi o prendo l’autobus. O la metro. Al diavolo le buche. Poi, per adesso, c’è. Sì, c’è lui. Per adesso. Fino a che non se ne andrà.

 

E no, a lui non posso dire

 

– Vieni qui, mettiamoci un po’ in balcone

 

                             No. A lui no. Come va? Va bene, accidenti. Va benissimo. È un precipizio. Un continuo cadere e cadere in un abisso di meraviglia, uno stordimento, uno straniamento da tutto. Da tutti. Un annullamento di ogni bruttura, ogni dolore. Un’esaltazione. Un trionfo. Quando sono con lui.

                  Quasi mai, dici. E che vuol dire quasi mai? Lui è sempre con me. certo. Anche adesso. Mi basta parlare di lui. E vedo i suoi occhi. E sento la sua voce.

E lo so che è troppo tardi. Lo so. Non dire sempre le stesse cose. Che le so.  Benissimo. Che è arrivato, che sono arrivata, boh, io, lui, non lo so, che siamo arrivati, che la nostra storia è arrivata troppo tardi. Che poi no. Non è tardi. Va bene così. Prima non era pronta, evidentemente. E neanche lui. Queste storie sono troppo. Come troppo che?

Sono troppo e basta.

Eccola là. Troppo senza speranza. Ti pareva che non sputava sentenze. Ma speranza di che?

 

E dai con questi Tarocchi. Non voglio sapere il futuro. Ho paura del futuro. Certo. Ma che coraggiosa! Non sono coraggiosa. Ma che c’entra. Per certe cose sì. Va bene. Sono coraggiosissima. O magari incosciente. Ma.

 

No. Non voglio sapere quello che già so. Finirà.

E tu dirai Te l’avevo detto. Ma non finirà per quello che dici tu. Cara mia. No. Qui ti sbagli.

Io resterò sempre la donna della sua vita. L’unica con cui è stato se stesso. L’unica con cui non ha dovuto trasformarsi, cambiare, mediare, cedere, tollerare. E lui per me. Uguale.

Finirà perché se ne andrà. Deve. Ha promesso. Deve. E io lo lascerò andare. Solo così resterò in lui. E lui in me.

Anche se non potrò mai dirgli

 

– Vieni qui, mettiamoci un po’in balcone

 

                     Ad invecchiare vicini. A contarci le rughe e i ricordi. A rimpiangere la giovinezza. Questo non l’avremo. Ce ne siamo liberati. Sarà sempre il mio ragazzaccio. E io la sua Belladonna. In eterno.

 

Il tempo non vincerà, sulla nostra storia. Così, cara mia,

così, vedi? Sarà eterna.

…

…

…

(by poetella)

 

Borodin – nelle steppe dell’Asia centrale

 

 

 

.

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– senti ‘sto giochetto…

19 mercoledì Set 2012

Posted by poetella in amiche, amore?, camminare guardando, crescere con l'amore, le cose importanti, musica, pioggia, poesia, quasi racconti, vecchiaia

≈ 22 commenti

Tag

borodin, gioco, giovinezza, sogni, ti amo

(foto di poetella)

 

 

.

– senti ‘sto giochetto

– mh?

– guardi la targa di una macchina che passa

– beh?

– se c’è l’iniziale dell’amore tuo…

– (…)

– guardi il numero vicino

– ok, beh?

– se è un uno…ti pensa

Camminano. Sta per cominciare a piovere

 

– se è un due, ti ama. E se è un tre, gli sei indifferente. Mi segui?

 

Si guardano.

– vai…

– se è un  quattro ti detesta!

– addirittura!

– e zitta! Senti. Se è un cinque…

– un cinque?

– vuole…

– vuole?

– beh…

– e parla!

– portarti a letto

 

Pioviccica. Aprono gli ombrelli

 

– se è un sei… ti amerà per sempre. Un sette, vi vedrete a breve. Un otto, è cotto…un nove, ha nostalgia di te. E uno zero…ti mette le corna!

– hai finito?

– oh yes!

– quanti anni hai te?

– cinquantaquattro.

– Ecco. Io, ieri, fatti sessanta

– beh?

– ma fammi il piacere, va! Scema!

 

Ridono. Camminano veloci. Piove. Quasi arrivate

– ma…

– che?

– vale anche per le macchine parcheggiate?

…

..

..

(by poetella)

 

 

Borodin-PetiteSuite-

 

 

 

 

.

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Non saprei. Non saprei proprio…

17 lunedì Set 2012

Posted by poetella in amiche, amore?, atmosfere magice, attesa, Bellezza che salva, fedeltà, foto di poetella, le cose importanti, libertà, pensieri sparsi, poesia, quasi racconti

≈ 8 commenti

Tag

amore vero, cattivi pensieri, Riflessioni, tutta la storia

 

(foto di poetella)

 

 

Non saprei. Non saprei proprio.

Tu, cara, dove diavolo trovi tutte le tue sicurezze? Le tue certezze?Hai un libro, che ne so, una mappa precisa dei luoghi e della giustizia, uno specchio magico, una sfera di cristallo di rocca?

Magari un saggio vecchio vestito di seta, con le unghie lunghissime ed i capelli sulla schiena che sussurra nell’armadio? E sorride?

Ah! Le tavole della legge.

Non si sono frantumate da un po’? no. Dici di no.

Ma io

non saprei. Non saprei proprio.

 

A volte, mia cara, ti trovo un po’ dura. Sì, categorica. Qualcosa di stratificato, di verniciato sopra, di sovrapposto neanche tanto bene, quel tuo sindacare, pontificare.

Suggellare con i tuoi E’ così. La morale dice che è così.

Via, cara! Rilassati.

C’è talmente tanto, tanto da considerare, da osservare, da assimilare, assimilare a fondo, poi rielaborare, ah! questo mondo sfaccettato, polimorfo, colorato, particelle d’universo, coriandoli!

e poi ancora osservare e magari interpretare e poi rivedere e confrontare e valutare con clemenza e sperimentare e comprendere, ammesso si riesca a comprendere, davvero a comprendere. Senza fingere di

 

No, non saprei. Non saprei proprio.

 

Guarda. Io no. Per me è tutto così inspiegabile. Anche solo il guardare l’azalea fiorita, guardarla commossi. Pensare che mai, mai, mai più una fioritura così incantevole, così straordinaria, così gaia di luce, di colore, d’armonia. Guardarla e pensare, pensarlo davvero, che credi? Pensare che è la cosa più straordinaria che si sia vista. Lei negli occhi, lei nel cuore giorni e giorni.

Pensarlo convinti. Innamorati. Ma poi, non dico quando, un’ora, un mese, un anno dopo, non so quando, poi, nel vivaio appena aperto, trovare quella strana piantina, quella carica di fiori rossi, sanguigni, caldi e appassionati, tremanti e splendenti, tutti girati verso di te, come fossi il loro sole e…

Scordarsi l’azalea. In un attimo. Ecco.

…

…

…

(by poetella)

 

Liszt- La Campanella

 

 

 

 

 

–

 

 

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Perché tu sei una ragazzina. È questo.

26 martedì Giu 2012

Posted by poetella in amiche, amore?, consapevolezza, foto di poetella, indipendenza, poesia, quasi racconti

≈ 10 commenti

(foto di poetella)

Perché tu sei una ragazzina. È questo.

Sei avanti, spero…

Sai, il salto generazionale? Il superamento dei padri?(si accende una sigaretta. Sorride)

Sì, sì, quello. Quello di Non fu ‘sì forte il padre…

Proprio quello. Un dovere. Come, no? Sì, invece. Dovete superarci. Andare avanti. Tu stai messa bene, piccola.

(la guarda con infinita tenerezza)

Dovremmo averne fatti di prigionieri, noi, che dici?. (fa ruotare tra indice e pollice l’ombrellino di carta del suo drink)

Dovremmo averne vinte di battaglie. No?  Figurati…No, non faccio la lagna. M’hai mai sentito fare la lagna? Ecco.

Dura, chi dice di no, però niente lagna. Certe testate su quei cacchio di mulini. Ci credevamo, cara mia. Ci credevamo. Ma le tranvate si prendono uguale. Ridi? Buono, ‘sto Cocktail, vero?. (beve, sotto l’ombrellone bianco, nella piazza assolata. Tra la gente assolata)

Difficile, per noi. Parecchio più difficile. Siamo dovuti passare in mezzo a tonnellate di scempiaggini rosa. Farcite di smielatezze. (butta fuori il fumo, rabbiosa, come se…)

Con le mani di altri che ti chiudevano gli occhi.

Tutti quei libri romantici. E gli sceneggiati in tv, che ti facevano un favore a farteli guardare.

Ridi, ridi. Ma sai i pianti, noi? Ti ci preparavano. Ti ci portavano piano piano a credere che…

Che poi uno ci credeva. Ma che potevamo fare? 

 

E i sogni! I sogni, mica di carriera, successo, professionalità, mica di conoscenza.

Solo l’amore. Il resto era da maschi.

Dici bene, Medioevo. Quello c’era, bimba. 

 Certo, hai ragione. non tutti. Io, non del tutto, per esempio…un po’ sì, però. Un bel po’.

E ce n’ho messo, poi, per…

Voi vi siete trovati la pappa fatta, te lo  dico io. Ok, ok, tutti vivono di rendita. Qualcuno l’ha fatto pure per noi. Qualcosa, certo. Si va avanti. Si deve andare avanti. Anche se certe volte mi chiedo…no, lascia perdere. Non ti voglio scoraggiare. No, no, lascia perdere (le sorride, scuote piano la testa)

 

Comunque mai abbassare la guardia.

Mai occhi chiusi, ok, bimba? Scrutarsi dentro.

Cercare di capire il perché, il percome… Scoccio? (se la guarda, che carina che è! Pensa. Giovane giovane e battagliera) mica ti voglio fare la predica. Tu sei ok.

Volevo solo, sì, insomma, bimba, guarda bene in fondo alla botte. Disegna i contorni del perché fai o non fai. Ditti la verità. Non ti prendere per il culo.

E se stai per sposare uno fragile fragile, debole debole, che ha bisogno d’aiuto, che non sa fare un cazzo, che si diverte con cose che a te, manco per niente divertire, manco per niente, allora, la vuoi tutta? Questa è proprio la sindrome della crocerossina.

Mo ti spiego bene bene da dove nasce e vediamo se una la salvo.

Vediamo un po’.

Ma se non la salvo, è uguale. Ormai a me, almeno, quella è passata.

…

…

…

(by poetella)

 

 

QUE SERA’ SERA’ – CONNIE FRANCIS

 

 

 

 

 

.

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25 lunedì Giu 2012

Posted by poetella in amiche, amore clandestino, amore?, consapevolezza, crescere con l'amore, fedeltà, foto di poetella, indipendenza, le cose importanti, libertà, poesia, quasi racconti

≈ 2 commenti

(foto di poetella)

No, senti, Rosa, fammi il favore, ok?(la guarda quasi imbronciata. Per finta) fammi il sacrosanto favore. Come di che? Di che, dice (ironica) Di che!

Cacchio! Ma come di che? Di che stiamo parlando da mezz’ora? Allora non mi stai a sentire, fai finta… dillo che parlo al vento, al muro, a questi fiori di questa cavolo di pianta che non mi ricordo mai come cazzo si chiama. Sì. Dico cazzo. Problemi? Mi fai arrabbiare.

Dai…vuoi un po’ di tè alla pesca? Prendo?(rientra in cucina. Torna col vassoio. Due bicchieri. La caraffa col tè)

Allora, dicevamo. La fedeltà.

Ma secondo te, l’uomo, nasce monogamo? Eccola là.

Ma fammi il piacere.

Sai, quel romanzo di Marquez, ok, ok, non leggi mai. Insomma, il protagonista dice, a un certo punto, Ci sono due categorie di persone: quelle che scopano e quelle che non scopano. Ecco.

Ma certo, no! Non è così. Come dici tu. Non c’entra niente la fedeltà. Tutto inventato. L’amore eterno, la famiglia. Due cuori e una capanna.

I figli…

Tutto a scopo conservazione ordine prestabilito. Solo questo.

Tutto perché così, da vecchi, non si sta soli.

Tutto perché i figli…

I figli…

Bell’affare fare figli di ‘sti tempi!

Secondo me andrebbe bene finirla lì. Chiuso. La terra ha fatto il suo corso. Stop.

Fine delle danza.

È peccato, dici. Ancora col peccato! Stai messa bene.

Ma che peccato!

È che bisogna essere rocce. Bisogna essere in gamba, te lo dico io! proprio in gamba, per tirare avanti una vita doppia. Per non volersene scappare via e mettersi con un altro solo perché quello meglio, quell’altro meglio, quell’altro, poi, meglissimo…

L’amante. Sì. L’amante.

Che? Non sta bene?

Senti: mi dici, onestamente, però, onestissimamente. Ok?

Mi dici se tu, adesso, dopo, quanti sono?quarant’anni? dico bene? Insomma, tu te lo risposeresti lui, oggi, se dovessi riscegliere?

Ecco. Lo sapevo che dicevi così. (beve. Riprende fiato)

Dico, metti che si potesse. Spugnata sopra e si ricomincia. Allora?(la guarda e poi guarda i fiori del balcone. Stupendi)

No. Lo sapevo.

 

Trovamene una che direbbe sì.

 

Dammi retta, Rosa. Meglio niente. Non mi preoccupo, sai, che mio figlio non c’ha la ragazza. Non mi preoccupo. Non mi preoccupo. Non mi preoccupo.

 

Tutte quelle che vuole, ancora. Niente gabbia. Niente E vabbè, dai, pazienza…

Niente, Ma sì..va bene, come vuoi tu…cara!

Solo come vuole lui.

Libero.

 

Che? Da vecchio? Senza figli? Solo?

Ma perché, facciamo i figli per non stare soli da vecchi?

Bell’affare.

 

Dai, Rosa. Ho ragione io. Dammi retta. Meglio soli.

Ma che c’entra che io ho…

Ce l’avrei comunque. E me lo potrei gestire con meno fatica.

Quando dico io. Se mi va. E va a lui.

Liberi. E se ce ne fosse uno meglio, vai! Però mi sa che non c’è.

…

…

…

(by poetella)

 

Suite bergamasque, for piano, L. 75- No. 1, Prelude.Claude Debussy

 

 

 

 

 

 

.

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chiacchiere….

23 sabato Giu 2012

Posted by poetella in amiche, amore clandestino, amore?, assenza prersenza, consapevolezza, crescere con l'amore, foto di poetella, indipendenza, le cose importanti, libertà, pensieri sparsi, poesia, quasi racconti

≈ 24 commenti

(foto di poetella)

Questo pensiero, questa nicchia… bello! Questo avere qualcosa in cui rifugiarsi…che fai? Mi stai a sentire o no? No, guardavi fuori. Ok, ok, dicevo, avere questo pensiero sempre messo lì, buono buono. Che? Non è buono buono?

Ma tu che ne sai, scusa. Dai, fammi parlare, Rosa, non interrompermi. Ecco, brava, stira e zitta. Sentimi. Ti prendo una sigaretta, che le mie…

 

Non è questione di stare insieme. Stare sempre insieme. Tu dici che non abbiamo una vita insieme. Ma chi ce l’ha la vita insieme? Che vuol dire avere… Ok, ma sì, lo so che vuoi dire.

La mattina, la colazione. Insieme in bagno. Io, in bagno non ci voglio nessuno. Sai le botte che m’ha dato mamma, da piccola, che non volevo fare la pipì se c’era lei in bagno?

In bagno, nessuno.

Ma che cacchio c’entrano ‘sti discorsi, adesso. Insomma, lo so che vuoi dire. Ma sei proprio sicura che ‘sta  vita insieme sia proprio il massimo?

Tranquilli. La sera ti ritrovi e racconti. Cucini, ti fai aiutare, magari e racconti la giornata. La spesa, le bollette, il lavoro. Ceni. Vai a dormire. Tranquilli.

No, senti, sai che palle?

Ma figurati! L’amore. Ma che cazzo c’entra l’amore. Che cavolo è ‘st’amore?

Condivisione, dici. Ok, ci sta pure. Ma per forza sempre? Condivisione di tutto?

Io voglio condividere solo le cose belle.

Voglio arrivare a condividere quando scoppio di voglia di condividere. Non voglio la condivisione

prestabilita. Dici che così è un’altra cosa?

Ma un’altra cosa rispetto a che?

Insomma, Rosa, ma vuoi mettere? Le corse, l’ansia di ritrovarsi, la festa. Il mondo che scoppia…ridi, ridi! Sì, la Pasionaria. E dai, Rosa. Fa la persona seria.

 

Che?

Ah, sì. Se poi finisce.

Ma Rosa, cazzo! Tutto finisce.

Almeno, fino a che è durato, era ok!

No?

Così.

…

…

…

(by poetella)

 

 

 

Eddie Vedder – Guaranteed.

 

 

 

 

 

 

.

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E comunque, prendetemi pure per pazza…

13 mercoledì Giu 2012

Posted by poetella in amiche, basta!, consapevolezza, desideri..., foto di poetella, le cose importanti, morte, pensieri sparsi

≈ 18 commenti

Tag

innamorati, sidney bechet petite fleur

(foto di poetella)

 

E comunque, prendetemi pure per pazza,

ma credo, sì, credo non ci sia niente di più bello

che morire giovani, pazzamente innamorati,

pazzamente amati.

Finirla lì.

 

Ecco.

L’ho detto.

 

 

 

Sidney Bechet – Petite fleur

 

 

 

 

 

 

.

 

 

 

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Ma, dico, accidenti a me!

11 lunedì Giu 2012

Posted by poetella in amiche, amore?, assenza prersenza, biografia..., consapevolezza, foto di poetella, le cose importanti, quasi racconti

≈ 14 commenti

(foto di poetella)

Ma, dico, accidenti a me!

Sempre quest’irrequietezza.

Sempre questo bisogno di sobbalzare, di trasalire (la guarda e fa un respirone stupefatto come di fronte al Nautilus) sempre quest’insoddisfazione (smorfietta delle labbra) come se poco, come se insufficiente, come se moscio.  Meschino, esiguo, banale.

Sempre a cercare l’urlo, mi seguii? Sempre a cercare il troppo, il magnifico. Il sublime.

Sì, sì, dondola la testa, sa’. Dondola. Lo sai, no? Sono così. Beata te, Rosa mia. Beata te!

Stai lì, calma calma, prepari la cena. Che fai oggi?

Stai tirando fuori ‘sto mondo e quell’altro dal frigo! Amatriciana, carciofi fritti e formaggi vari. Ecco, brava. Pure ricchi premi e… ma dai! Non ti sto prendendoti in giro, scema. Io? Non mi va di cucinare. Poi, oggi loro sono a non so che cacchio di partita. Non mangio. Da te? Ma no, dai…dieta. Approfitto.

Tanto sono stranita, oggi. Ma no, oggi solo, dai.

È che non lo so. (si guarda attorno. Cerca) Mica lo so che è. Scrivo e non gira. A scuola, poi. Lascia perdere, va’. Ma no, non ho litigato, a casa.

Non ho litigato da nessuna parte. Da quell’altra parte non litigo. Lo sai.

Dici?  Dici che è quello che mi da l’ansia? Ma sì, ho capito che vuoi dire. Mica che non litigo. Che non ho tempo di litigare. Questo, no?

Ma lascia perdere l’amore stuzzicarello, dai. Rosa!

Cazzo c’entra.

Non lo vedo mai! Ancora! Ma che non lo vedo mai. Mai visto tanto come in questi giorni.

Come che cazzo voglio?

Lo vuoi tutta?

Ok, ok.

Comincio?

Primo: mi vorrei svegliare con accanto quella meraviglia. Che magari ancora dorme. Aspettando il suo azzurro che si spande per la stanza. (chiude gli occhi).

Vorrei programmare con lui. Preparare per lui. Condividere, io e lui. No, basta. (sbuffa) non è vero.

Vorrei solo non avere questa maledetta paura di un orrore che mi pende sulla testa. Di fine. Di perdita.

Sì, che ne sai tu? Non lo perdo, dici? Che ne sai. Quanto farà effetto ancora ‘sta crema collo e decolletè?

Ok, ok. fa effetto. Per adesso.

Rosa, è tutto già scritto. Tutto.

Solo che non si legge ancora gran che.

E mica lo so se è bene o male. Mica lo so, Rosa.

Ci beviamo un Martini? Dai. (sorridono, intanto, ancora)

…

…

…

(by poetella)

.

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Che tu sia benedetto …

14 lunedì Mag 2012

Posted by poetella in amiche, atmosfere magice, crescere con l'amore, emozione, felicità, foto di poetella, le cose importanti, poesia

≈ 2 commenti

Tag

guardami, rido

(foto di poetella)

 

Che tu sia benedetto amore

forsennato

tua selvaggia onda

tuo miracoloso vento 

fragore di tuono di temerari sogni.

 

Che tu sia benedetto

come il grano come l’erba

che cresce da sola e inverdisce i campi

come luce che abbaglia

e faro azzurrino che guida. Nella notte

Schiusa di petto – di respiro

allerta di gioia.

 

 

Ti disegno nella polvere di granito bianco

nel mio giardino zen

di pensiero e sogno

A cerchi, a onde a strisce di fiato.

Ti progetto in petto

architetto del domani

Poi ti guardo come opera mia

 

E piango lacrime di luce. Felice. Guardami, tu. Piango e rido.

…

…

…

(by poetella)

 

 

(troppo stanca per registrare…domani…forse…)

 

 

.

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Apre la porta e Bello! vieni, vieni in cucina…

07 lunedì Mag 2012

Posted by poetella in amiche, amore?, assenza prersenza, atmosfere magice, biografia..., consapevolezza, le cose importanti, quasi racconti

≈ 4 commenti

(foto di poetella)

Apre la porta e Bello! vieni, vieni in cucina, dice, mentre chiude. Sto stirando.

Niente di meglio, pensa. Fuori che piove bene bene, l’amichetta, le chiacchiere, che neanche t’accorgi che stiri. A ciccio.

 

Beh? Guarda la camicia, stira bene il colletto, poi lo spallone, poi poggia il ferro, la guarda e ancora Beh?scuotendo piano la testa. Indagando.

Al solito. Risposta secca. Smorfietta  della bocca. Accavalla le gambe. Accende una sigaretta.

Nessuna nuova, buona nuova. Tu?

Io? Iiiio? Ci  mette parecchie i e gli occhi sgranati come avesse aperto un forziere dei pirati.

Io alla grande! Cristì, proprio alla grande.

Ti si vede, sa’? bella faccia. E sorride, Cristina, niente invidiosa. Sono amiche da tanto.

Porca miseria, quasi sessant’anni e mica ti si vedono. Ma come cacchio fai?

Come? Intanto riprende a stirare. Allegramente, come una Cenerentola serena. Infaticabile.

Come faccio? Cremette. Cammino parecchio. Mangio poco. Prendo l’Aloe.

Te lo dico io che prendi te, fa Cristina. Ridono.

 

Fuori rinforza. Proprio un bel diluvio. Pure la grandine. Si sente il rumore saltellante. Angeli che scrivono a macchina. Tutti insieme. Come ci fosse una consegna, a breve. Diluvia.

Viene giù tutto il cielo.

Battaglia di dei, fa lei, tra gli sbruffi di vapore.

Ma tu ci credi? Se ne esce Cristina.

A che?

Agli Dei. A Dio.

Ma come ti vengono?discorsi teologici, oggi? Propensione al filosofeggiamento? Ha preso un tono di scherzoso sfottimento. Sorride. E stira. Pare che da un momento all’altro si metta a cantare.

Se fosse sola lo farebbe sicuro.

Comunque no, direi di no. Non ci credo.

Cristina va alla finestra e guarda il diluvio. Magari cerca qualche luce che esca dalle nubi. Tipo film biblico. Ma  niente. Tutto nero nero. Compatto.

Eppure, dice, una volta…

Eh, una volta. Ora no.

Cioè, aspetta, aspetta, fammi capire. Cristina scandisce le parole. Sei diventata atea?

Senti, fa lei. Posa  il ferro, appoggia tutte e due le mani sulla tavola da stiro, se la guarda e Senti.

Atea, non atea. Che ne so. Io non ci penso. Messo via. Accantonato. Altro da pensare. Fine.

 

E non preghi mai? Cristina pare quasi addolorata. Quasi costernata. Incredula. Spaventata da quest’ammissione. Inquieta, come davanti a un niente nero, con qualcosa in faccia che non si sa che è.

Pregare? Certo che prego.

Ah, ecco. Si tranquillizza.

E certo che prego. Prego lui…ti prego! Dammi un bacio. Subito. Adesso. Che se no mi calano gli zuccheri!

Scema, sbotta Cristina, sconsolata. Facciamoci il caffè, va’…che amica scema che c’ho.

..

…

…

(by poetella)

 

 

.

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