(il papà di poetella a 19 anni)
Dolcemente fingo. Ci vuole.
Racconta, papà.
Dondolo tra un Davvero? E un Bella storia! Il destino. È stato il destino, dico. Sorrido. Sorridi e sei ancora così bello.
Fingo di non sapere di come hai conosciuto mamma
E di cosa le hai detto.
Mille e mille volte ripeschi nei ricordi.
La tua vita se ne va all’indietro.
Come sei stato furbo, dico.
Come eri bello!
E tu racconti, racconti.
Ti brillano le luci dell’Africa negli occhi.
Eravate 100.000 a Zonderwater.
Qualcuno sarà ancora vivo?
Nessuno come te, però, papà. Vuoi un altro po’ di arrosto?
E sorridi e sorrido
E Cosa hai fatto al dito, dici.
L’artrosi, dico io.
Come me, dici tu.
Papà. Quanto ho aspettato quel tuo Come me. Sapessi.
Bella festa, oggi. Sì.
Bella festa. E ancora auguri, papà mio.
…
…
…
(by poetella)
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elisabettapendola ha detto:
ciao tesorina!
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poetella ha detto:
🙂
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lois ha detto:
C’è un momento della vita dove ci si consolida riattraversando il passato, ritrovando in esso la forza e la bellezza maggiore della propria vita. È come se si scegliesse di “ritornare giovani” per riacquisire un nuovo tempo, fatto di emozioni e di attimi da rivivere. Come se ci dovesse essere una riaffermazione dei propri gesti e del proprio vissuto a sostegno di un tempo che si disperde e si contrae.
È bello essere coinvolti in questi dejà-vu che hanno visto anche noi (seppur marginalmente) protagonisti di un tempo che ci ha reso poi anche quello che siamo!
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poetella ha detto:
e sono belle le tue parole…
pienamente condivisibili
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