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La voce, forse…dopo
Il rumore delle forbici da cucito.
Le forbici appoggiate sul tavolo. Cicc…
Prima di riprendere il fare. Imbastire
ricamare, allungare, accorciare. Orlare.
Stringere, rammendare. C’è ancora qualcuno che rammenda?
C’è?
Che ne sa oggi una ragazzetta di quindici, sedici anni di cosa significhi
rammendare?
È rotto?butta via. È rotto?
Compramene un altro.
Si eseguono rammendi invisibili.
Provare per credere.
Mai visti. Qualcosa, qualche impercettibile traccia della vecchia ferita
resta.
A meno che non si tratti di una stoffa particolare. Lo so, io.
Per dire, un tweed inglese. A mille colori.
I mille colori del tessuto aiutano a camuffare
le vecchie ferite.
Quanti colori hai tu, amore mio? E io?
Non mi pare si vedano rattoppi. È tutto ben messo.
Liscio. Ordinato.
Forse s’è riusciti a trasformare il danno in un vezzo, che so, un ricamo.
La stramatura del destino è diventata decoro distintivo. No?
Bravi. Proprio bravi.
Saper rammendare serve.
Mica lo so chi mi ha insegnato. E a te?
Il rumore delle forbici da cucito. Cicc!
Guarda un po’ dove mi porta.
Oltre a ricrearmi l’immagine di te, nonna cara
che cuci con grande maestria nella casa spaziosa e silente.
E io, piccola, che guardo. E qualcosa imparo.
..
…
…
(by poetella)
.
tramedipensieri ha detto:
Oggi si va di usa e getta altro che rammendo 😦
mi hai fatto venire in mente l’uovo di legno che usa mia mamma per rammendare le calze…ci giocavo sempre e lei non lo trovava mai quando doveva usarlo….
ahah ahah
quanto si adirava!
monella io.. 😀
Scusa più tardi mi daresti una mano a spalare la neve?
Boh ma solo nel mio blog nevica?
……
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poetella ha detto:
Ma è così carino!
Io volevo sapere come si faceva a far nevicare… e invece…
😦
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tramedipensieri ha detto:
Non ne ho idea….
io volevo sapere come si fa a toglierla, invece…
Ma quanto ci assomigliamo? °_°
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poetella ha detto:
🙂
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diegod56 ha detto:
suggestiva ed autentica, l’evocazione di quel «crock, crock», mi piace
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poetella ha detto:
Ma non era crock!
Era cicc…
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poetella ha detto:
O anche ciccth….
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diegod56 ha detto:
ognuno ha le sue «petit madeleine» sonore, e forse la mia mamma aveva delle forbici piuttosto rumorose
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poetella ha detto:
😉
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labloggastorie ha detto:
Quanto hai ragione…. guardavo mia madre cucire a mano e a macchina, il ritmo del pedale che segnava i punti, un orlo, una finitura…. i vestiti di carnevale per me e mia sorella…. lei aggiustava il troppo lungo, il troppo largo, il troppo. Era equilibrio anche nella mia vita. Le forbici le ho prese io , i libri di cucina mia sorella…ad ognuno la sua ereditá. La stoffa la logora il tempo ma le toppe le mettiamo noi, l’arte sta nel non far vedere le cuciture (neanche al rovescio) . Così è l’amore: un tessuto che cede agli syrappi da cucire in due.
Ps scusa la lunghezza ma il tuo post tocca tanti fili del mio ricamo
Bacio
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poetella ha detto:
il tuo ricamare è prezioso…
come quello ardito e finissimo di mia nonna…coevo e in rigorosissimo stile Liberty!
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labloggastorie ha detto:
:)…..
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iraida2 ha detto:
Pensavo che passiamo la vita a ricucire e mettere insieme, qualche volta riparandoli, pezzi della nostra vita, delle nostre storie. A volte ci riusciamo, altre volte bisogna scucire e tentare di nuovo….così…all’infinito…..
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poetella ha detto:
l’importante e non strappare il tessuto…e lavorare di fino…con cura e attenzione…
no?
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iraida2 ha detto:
E certo!!!
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tamatoni ha detto:
ho passato l’adolescenza guardando mia madre cucire…..ho giocato con i bottoni…..
conosco il rumore delle forbici mentre si opera il taglio…ogni tessuto ne ha uno…
poi c’è un rumore di base ed il ritmo delle forbiciate nelle linee e nelle curve e tu…hai colto un quadro che molti hanno nel cuore e lo hai trasformato in riflessioni d’amore passato e futuro…..impareggiabile!!!!!!
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poetella ha detto:
Tama!
Impareggiabile sei tu!
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Leonardo Ricciardi ha detto:
purtroppo ho perso l’uovo di legno di mia nonna…..
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poetella ha detto:
basta conservarne il ricordo…!
(quel coniglietto puntaspilli della foto l’ha confezionato mia nonna!)
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Leonardo Ricciardi ha detto:
io ho solo le foto, finché durano… tutto il resto è andato perso, negli anni……..
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poetella ha detto:
😦
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bakanek0 ha detto:
Quel piccolo punto nascosto, dopo aver scelto con cura la tonalità che s’attaglia al colore della ferita, a riunire i due lembi. Rimediare ad una piega del tempo. Coprire con un bottoncino di madreperla il piccolo buco lasciato dalla perdita di un battito.
Buona settimana, poetessa.
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poetella ha detto:
Buona settimana a te!
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