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Poetella's Blog

~ "questo sol m'arde e questo m'innamora"- Michelangelo

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Archivi tag: figli

Lo guardava dormire…

04 lunedì Apr 2016

Posted by poetella in poesia

≈ 8 commenti

Tag

amore, ansie, dopo di noi, figli

(e niente foto)

 

 

………………………………………………….…………Lo guardava dormire, la stanza in penombra, i libri allineati nella libreria, le foto nelle cornici d’argento, lui bambino con quel grosso cappello nero di papà, lei bambina, espressione smarrita alla stazione Termini, papalina bianca, giacchettino coi pon pon. Quel bicchiere di terraglia inglese con un re in bassorilievo (che re sarà mai? Sembra, bah, non so) e tante penne, pennarelli secchi, tre evidenziatori, uno giallo uno verde uno rosa, e matite e matite più o meno lunghe, più o meno temperate, impolverate. E i quadri. Silenziosi.

 

………………………………………………………Lo guardava dormire, respiro regolare, così lungo, in quel letto su misura, lui con la copertina in più piegata con precisione e appoggiata alla spalliera della seggiolina Carlo X, allineata perfettamente davanti alla piccola scrivania.  Il portatile chiuso, in carica. I vestiti in ordine e le scarpe in ordine e la mensoletta accanto al letto, orologio, telefonino, lo spray per la gola (hai mal di gola, piccolo mio? Non m’hai detto niente…)

 

………………………………………………………Lo guardava dormire, e lui sorrideva nel sonno, poi un’espressione corrucciata, il braccio sul cuscino, un piccolo fremito nella mano (che sogni? Che stai pensando di triste?) la stanza silenziosa, la casa silenziosa… questa tua stanza ordinata, questa tua  vita ordinata, regolata, primo, secondo, contorno, tenerezze, dolce, serena, sicura.

 

E poi?

…

…

…

 

(by poetella)

 

 

E niente musica

 

 

.

.

 

 

 

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Perché vedi, figlio mio, sarai pure …

24 mercoledì Feb 2016

Posted by poetella in poesia

≈ 18 commenti

Tag

amore, figli, Giovanni Zenatello, neuropsichiatria infantile, speranze

20150701_212501

(figlio mio…)

.

………………… Perché vedi, figlio mio, sarai pure un po’ “bizzarro”,
l’aveva predetto la dottoressa Di Falco, più di vent’anni fa, chissà se lavora ancora a Via dei Sabelli, dice, Certo, sarà magari un po’ bizzarro, da grande, ma… chi non lo è? Chissà se se n’è andata in pensione o sta ancora lì a valutare bambini e tirare le somme, alzare abbassare, sottrarre e dividere nel verdolino smunto delle stanze d’ospedale
………………… Perché vedi, figlio mio, sarai pure un po’ “bizzarro”,
che poi la parola bizzarro m’è sempre piaciuta, suona bene, quelle zz,
da piccola leggevo Il gioco di Mimosello e Mimosello era bizzarro pure lui.
Sarai pure un po’ bizzarro che c’hai quasi trent’anni e non hai
mai baciato una ragazza, e neanche un ragazzo, se per questo, per non parlare di, beh, che io all’età tua già…
ma lasciamo perdere, va’, che poi non è che c’ho guadagnato tanto

…………… Perché vedi, vedi figlio mio, tu sarai pure un po’ “bizzarro”,
niente lavoro, ma tanto quali sono i giovani, oggi, che gli piovono i meglio lavori in testa, che dove stanno mai ‘sti meglio lavori? Oggi.
……………… Insomma, sarai pure bizzarro, certo, chi dice di no, ma i tatuaggi e le creste ti fanno schifo e pure le cravatte a fiori sulle camicie a righe e i pantaloni col cavallo che struscia per terra che sembra che c’è un deposito di chissà che, là dentro. E pure le ragazze fanatiche. Ti fanno schifo.
E ti interessi di politica, sai chi sono Zenatello e Fleta, a parte Gigli e tutti quelli facili e poi disegni e, quando torno stanca morta da scuola mi fai trovare casa in ordine, l’aria cambiata, che non sopporto la puzza di chiuso e già apparecchiato per me e Se sei stanca i piatti li lavo io, dici.

Ché la lavastoviglie non ce l’abbiamo.
…
…
…

(by poetella)

.

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prometto che poi smetto con…

31 domenica Gen 2016

Posted by poetella in poesia

≈ 6 commenti

Tag

figli, Ricordi

le foto.

Ma ho ritrovato questa del mio piccolo

quando era proprio piccolo…

Anche se si sa, per me sarà sempre piccolo.

Ma non era adorabile?

giuli da piccolo

tesorino di mamma poetella!

.

.

.

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bello di mamma…

17 sabato Ott 2015

Posted by poetella in poesia

≈ 42 commenti

Tag

e non solo perché sei bello, figli, sono fiera di te

beh… non male, no?

20151016_183053

20151016_183126

mi pare sia venuto proprio bene, vero? 1.89 x 80 Kg…

…

…

…

(by poetella)

.

 

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oggi vi voglio fare vedere…

25 sabato Lug 2015

Posted by poetella in poesia

≈ 12 commenti

Tag

figli, fotografia

questo mio prezioso tesoro…

Ok?

20150701_212404 20150701_212501

(devo sempre fotografarlo di sorpresa… che se no

si arrabbia come un picchio!

tanto per cambiare!)

bello di mamma!

.

.

.

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non lo faccio mai, ma…

04 sabato Apr 2015

Posted by poetella in poesia

≈ 18 commenti

Tag

figli

stavolta…

bello di mamma!

20150404_204001

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…Sai come sto?

17 venerdì Gen 2014

Posted by poetella in poesia

≈ 23 commenti

Tag

amore, destino incerto, figli, mi manchi, solitudine, tristezza

luna  nubi

(foto  di poetella)

 

 

Sai come sto?

Riesci a vedermi?

Scrivo. A sinistra una ciotolina di porcellana gialla

con un bordino verde. Noccioline.

Mangio noccioline. E scrivo.

 

Magari non si dovrebbe fare così.

Dice, la scrittura è una cosa seria.

Impegno, concentrazione. Fatica. Ricerca affannosa

che non si deve sospettare. Ché tutto deve apparire naturale, sciolto. acqua e sapone di Marsiglia. Dice. Gleen Gould che suona.

Non me ne frega niente, adesso.

Voglio scrivere e mangiare noccioline. Sentire come crocchiano

sotto i denti.

 

Mangiare e non pensare all’aria

densa di solitudine

e malinconia

che mi si appiccica ai vestiti, mi cola sugli occhi

m’impasta la bocca.

 

E non pensare al figlio

che ieri era un bel bambino

e non sapeva fare niente.

E oggi è un uomo di quasi due metri.

e non sa fare niente lo stesso.

E mi chiede ancora il permesso di prendere

una fetta di ciambellone.

Almeno è educato. Almeno. Sarò servita a qualcosa, no?

 

No. Non ci voglio pensare.

Voglio scrivere, mangiare noccioline

dalla bella ciotolina  gialla col bordino verde

sai che mi piacciono gli oggetti belli, no?

Mangiare e pensare che fuori è notte

c’è una splendida luna piena piena

che non ha figli.

solo sorelle, lei. Luminose e tremanti.

Col loro spazio attorno, tanto spazio

col loro fulgido destino

segnato.

Con la loro morte

che non vedrò. E non saprò. E tu? dove sei.

…

…

…

(by poetella)

.

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Quella avanti, un fagotto che piangeva in braccio…

30 venerdì Nov 2012

Posted by poetella in autunno, Chopin, consapevolezza, crescere con l'amore, diario, figli, foto di poetella, indipendenza, le cose importanti, mamma, paura di non amore, pioggia, quasi racconti

≈ 16 commenti

Tag

crescere, figli, madri, raindrop prelude chopin, senz'amore

IMG_3916ridotta

(foto di poetella)

 

 

Quella avanti, un fagotto che piangeva in braccio, borsone a tracolla, passo da conquista dell’intero sistema e lui


Mammaaaaaaaaaaaaa! Non ci riesco a correreeeeeeee!


dietro, un po’ zoppicando, piccolo piccolo, sei, cinque, no, forse sei anni, come ci si può sentire soli a sei anni? E dopo? Quanta paura? E dopo? Zainetto con le cinghie della tracolla rotte tirato su con una manina piccola piccola, bianca bianca, strusciava ora sì ora no a terra, spalla sollevata. Tutto sbieco.


Mammaaaaaaaaaaaaa! Non ci riesco a correreeeeeeee!


Un grido di colibrì ferito, spaventato, implorante pietà, forse perdono. Perdono di che?
Lei, niente. Dritta sparata otto, poi nove, poi dieci, undici, dodici passi avanti. Neanche una volta a fermarsi, a girarsi. Dura. La ruota della vita che schiaccia i sogni.
Lui, l’angoscia. Lo stupore. La rivelazione d’impotenza. Perso, disperato. impaurito. L’impatto con la crudeltà del destino.


Mammaaaaaaaaaaaaa! Non ci riesco a correreeeeeeee!


Lo zainetto strusciato a terra, trainato,  trascinato nel fango. Prime gocce di pioggia. Il passo un po’ più sostenuto, sempre zoppicando. Altre gocce. Tante gocce, grosse grosse.
Lei avanti. Sempre più avanti. Indifferente. Affaticata. Poi giù per la scalinata, tutta, poi le gambe sparite, la schiena sparita, la testa. Via. Svanita nel nulla, forse dietro il muro della metro. Dissolta. Ingoiata dal niente.
Lui, un orfano.


Mammaaaaaaaaaaaaa!


Non vedo i suoi occhi. Sono dietro, io. Sento solo quella sua voce. Gesso sulla lavagna.

 

Ecco. Smette di zoppicare. Accelera. Corre. Corre! Le scale. Sparisce dietro l’alto muro della metro.
Non lo vedo più.
Ma sicuramente, adesso sarà più grande. Mi consolo quando lo  penso.
Di un po’, almeno.
O forse no.


Apro l’ombrello. Meglio. Lui non aveva ombrello.

…

…

…

(by poetella)

 

Raindrop – Prelude – Chopin

 

 

 

 

.

 

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