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Poetella's Blog

~ "questo sol m'arde e questo m'innamora"- Michelangelo

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Archivi della categoria: autunno

Alle 2.29 di domani notte…

21 domenica Set 2014

Posted by poetella in amore?, autunno, foto di poetella

≈ 12 commenti

Tag

amore, autunno, fotografia, poesia

IMG_3758(foto di poetella)

 

qui puoi ascoltare poetella

Alle 2.29 di domani notte, che poi sarebbe già dopodomani, pare avvenga l’equinozio d’autunno.

Quell’attimo in cui tutto è in equilibrio. Il centro esatto del tempo.
E noi a chiederci, magari, se le due metà saranno mai uguali, o una trattenga qualcosa dell’altra. Appropriandosene. Eppure in quell’attimo
mezzo giorno.
o mezza vita.
O mezzo amore.

E dov’è il centro esatto tra il tuo e il mio?
Vienimi presto a dire

ma sì, lo so che sei lontano

che la sua forma pura di luce non ha metà.

Da ovunque la si guardi è un intero.
…
…
…

(by poetella)

 

 

 

.

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A volte, malinconicamente…

06 mercoledì Nov 2013

Posted by poetella in amore?, assenza prersenza, autunno, Bellezza che salva, consapevolezza, cose consolanti, diario, felicità, foto di poetella, la forza dell'amore, le cose importanti, malinconia, pensieri sparsi, poesia, speranza, vecchiaia

≈ 16 commenti

foto dal tel 033

(foto di poetella)

 

Qui la voce di poetella

 

 

A volte, malinconicamente

un po’ come nell’Assenzio di Degas, ecco,

malinconicamente mi vedo, mi sento

fotografia sbiadita

d’una me ragazza che ancora aspetta, ancora guarda ancora sente 

ancora

vorrebbe. Ancora vuole.

 

Ancora,  dai! Non è ancora ora di.

 

 

 A volte, con un’ansietà sempre più intensa m’allarmo

non che arrivi fino a Munch, comunque, a quell’orrore

a quello spasimo di raccapriccio

m’allarmo comunque a una nuova, piccola ruga tracciato d’aratro

a dissodare poi sotterrare sogni.

 

 

Altre volte, invece, compiaciuta d’un compiacimento barocco

mi guardo

coi tuoi occhi allo specchio grande del bagno

con la lampadina a luce calda

giochi

di luci ed ombre, tela di Tiziano, o Rembrandt o Rubens

 

Venere, sei la mia Venere, hai detto, ricordo

mentre mi spoglio e mi preparo per la notte

 

e buona notte, buona notte buona notte!

 

che abiterai,

forse,

spero,

possibilmente, sì,

 

che abiterai nel sogni. O no?

…

…

…

(by poetella)

 

 

 

 

 

.

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Una pioggerellina che entrava nelle ossa, fitta fitta

02 sabato Nov 2013

Posted by poetella in amore?, anima, assenza prersenza, atmosfere magice, autunno, foto di poetella, la forza dell'amore, le cose importanti, pioggia

≈ 32 commenti

acqua-1(foto di poetella)

 

Qui la voce di poetella

 

 

Una pioggerellina che entrava nelle ossa, fitta fitta

stamattina, minuscola, conficcata tra ricordi e aspettative, piccole lance di luce, spilli,

come pensieri d’appena svegli, col chiaro che ancora si nasconde.

Si sottrae al buio un filo d’attesa

Una pioggerellina  che s’infilava ovunque, inumidiva il passato, il futuro imprevedibile.

Il presente secco.

No, non ti stupire se mi veniva facile paragonarla a. Non ti stupire, sai?

 

Una pioggerellina che entrava nelle ossa, fitta fitta

 

e due ragazzi, poi, che se ne andavano camminando sotto due ombrelli aperti, stesso colore, tenendosi per mano. Tenendosi col sorriso e le promesse false. O vere. Non so.

Ombrelli identici. Nuovi nuovi. Solo uno più grande, uno più piccolo.

Stesso negozio, sicuro, stesso giorno insieme a comprarlo.

Fondersi. Arrivare a non vedere più dove comincia uno e finisce l’altro.

Ah! la giovinezza.

 

E noi? Dove andrà a finire tutto questo? Dove andremo mai?

 

Vedi, sto scrivendo da un po’ questa nostra storia.

Scrivo, cancello. Riscrivo. Leggo e rileggo. Correggo.

 

E dire che il bravo scrittore conosce sempre il gran finale.

Storia e resto. Sviluppi. Accadimenti vari. Epilogo, morale. Note e bibliografia.

Sa tutto dall’inizio, il bravo scrittore.

Non sono brava io, pare.

 

E questo mio quadernino a righe che scolora via, all’infinito, e lento si diluisce l’inchiostro,

questo mio quadernino scritto e riscritto.

Troppi fogli, troppi segni fitti fitti, pieni da cancellature.

Ma ormai, che cancelli a fare?

Come le spiani le righe e i monti.

Come riempi i fossati?

 

Ogni tanto c’è un disegno, sai? ci volo su.

Mi piace guardare i disegni belli. Mi ci metto dentro. Piccola piccola, sorvolo zolle di malinconia.

Sono un po’ stanca di farci il sole che ride, sui miei paesaggetti.

Ed è inutile, davvero inutile piantarci  margherite di plastica.

Mai avuto profumo, quelle.

 

Profumo intenso di rosmarino sulla Tiburtina, stamattina.

Strano. Come non chiedersi da dove venisse?

E per quanto ancora.

 

Bene. Lasciatemi qui, vi prego, un po’ qui, occhi socchiusi ad annusare la meraviglia.

 

Intanto potrei guardare un po’ al passato

contando le perle della mia collana.

…

…

…

(by poetella)

 

 

 

.

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la Bellezza…

24 giovedì Ott 2013

Posted by poetella in amore?, autunno, Bellezza che salva, Bellezza della natura, camminare guardando, cose consolanti, cose piacevoli, foto di poetella

≈ 10 commenti

Tag

il mio canto libero, lucio battisti

1378382_10201687409459285_1085502452_n(foto di poetella)

 

lucio battisti – il mio canto libero

 

 

 

 

.

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È adatto. Mahler è adatto a …

21 lunedì Ott 2013

Posted by poetella in autunno, figli, foto di poetella, Mahler, malattia, malinconia, musica, padri e figli, papà, pazienza, ricordi

≈ 23 commenti

1395333_10201664577328496_875119209_n(foto di poetella)

 

 

 

È adatto. Mahler è adatto a questo cielo.

Anche a te, papà. È adatto.

C’è questo morire piano piano, questo arrotolarsi attorno a un filo di luce. O di speranza. E tu cosa speri, papà? Basta, hai detto, voglio morire. Sono stanco.

Sarà vero che vuoi morire? Non credo. Lo so, lo so. Lo so che vorresti.

 

Ah, Mahler… c’è questa stanchezza nelle note. Questa stanchezza infinita, dolente, questa desolata rassegnazione. Questo cedimento continuo. Di cera sgocciolata. Molle. Di foglio di giornale sotto la pioggia. Non lo toccare che si strappa.

Non lo toccare che lo sfinisci.

 

Sei così magro, papà. Un’ombretta impalpabile. E dire che mi facevi tanta paura, da piccola.

Sei un’ombra, ma non ti passano ombre negli occhi quando racconti.

Sempre le stesse storie. No, di Zonderwater è un po’ che non lo racconti.

Adesso tocca alle fidanzate.

A quando eri bello, giovane, forte e pieno di un tracciato splendente di vita che poi hai fatto.

Ok, ok, proprio  splendente no, ma dai. Non è stata male, no?

 

Devi camminare di più papà, se no te lo scordi! Ti vengono le piaghe. È già successo. Lo so che non ti ricordi.

Non ricordi niente di poco fa, o un po’ di più.

Solo settant’anni fa. Settantacinque  anni fa.

Quando amavi. E t’amavano. Dai, racconta. Ma sì, racconta.

Di Anna, di  Maria, di Ingrid, quella che non ti faceva pagare perché s’era innamorata di te, ché tu la facevi godere.

Madonna, papà!

Non me l’avresti mai detta una cosa così, prima.

Ma tu mica racconti a me. tu racconti e basta.

Lo diresti anche al prete di Ingrid, anche al medico del pronto soccorso, a quelli della visita per il rinnovo della patente.

Anche al tassista che ti porta a fare la TAC.

Basta che racconti.

 

Di mamma che, dopo che l’è venuta la crisi mistica t’ha fatto fare voto di castità, però, mica te lo ricordi. Com’era bella mamma, dici.

Mica te lo ricordi. Che mi sa che ha trovato la scusa, lei,  della crisi mistica, ché tu eri …troppo! So’ sicura che è così.

 

Ne conosco un altro che è…troppo.

Ma per me, no. No, no. È giusto.

…

…

…

(by poetella)

 

 

 

 

Mahler  Symphony No. 4 – Karajan

 

 

 

 

.

 

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Il parco, fuori della finestra…

09 mercoledì Ott 2013

Posted by poetella in amore?, anima, assenza prersenza, autunno, Bellezza che salva, crescere con l'amore, foto di poetella, libertà, poesia

≈ 14 commenti

20131009_093811(foto di poetella)

 

Qui la voce di poetella

 

 

Il parco, fuori della finestra

ha apparecchiato l’autunno.

Lo vediamo sempre in molti con occhi grati.

Come si preparasse un riposo dal troppo dallo stagliato,

dall’accecante.

Dall’affollato, dal concitato. Dal soffocante.

E la collezione dei colori s’arricchisce

d’una voglia di lasciarsi andare. Di mollare la presa. Cedere, insomma.

 

Sarò forse approdata anche io in questa nuova dimensione

più pacata, compassionevole

di sorriso appena accennato e leggero dondolio del capo

in segno di dolce comunione con la quiete?

Questa sensazione così umana di resa. D’accettazione.

Consapevole dei cicli eterni di nascita crescita

morte.

Ma soprattutto, sarà umano, saggio o follemente fuorviante aspettarsi

una rinascita?

 

Indubbio che una foglia che cada si secchi e muoia, no?

Certo, in primavera, poi…

Ma altre foglie. Altri fiori. Fino a quando sarà vivo l’albero.

Ce n’è di secolari. L’abbiamo visti, no?

 

Quale parte di me è albero? C’è. Sicuro che c’è.

 

Quando sono con te sono pronta a spargere rami e foglie

rete di commozione con l’intero mio universo.

E rifiorire. Rifiorire continuamente.

Eternamente. Finché avrò vita, ovviamente. Come l’albero.

 

Ma forse non solo quando sono con te. Credo. Basta riconoscersi.

E lasciarsi rifiorire. No?

…

…

…

(by poetella)

 

 

 

 

 

 

 

.

 

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Stammi a sentire…

30 lunedì Set 2013

Posted by poetella in amore?, anima, assenza prersenza, attesa, autunno, Bellezza che salva, cose consolanti, cose piacevoli, crescere con l'amore, diario, foto di poetella, poesia

≈ 9 commenti

verso il patio(foto di poetella)

 

 

 

Stammi a sentire.

Stammi a sentire anche se sei  dall’altra parte del mondo

o semplicemente a qualche chilometro di distanza.

Ché è uguale, in fondo.

Stammi a sentire, tu, che sorridi sempre quando racconto,

quando parlo e parlo

dopo che il treno impazzito s’è fermato

senza tirare freni d’emergenza

semplicemente perché la corsa è finita

e siamo arrivati nella stazioncina calma e solitaria delle nostre chiacchiere dolci

carezzevoli e delicate.

Senza,(senza? Quasi senza) più malizia.

 

 

Stammi a sentire.

Oggi è stata una giornata di merda.

Come ieri. Come l’altro ieri. E anche il giorno prima.

E se vado indietro arrivo a  una settimana fa.

Quando era tutta un’altra musica.

Comunque, anche nella trita e ritrita ricerca d’equilibrio sul bordo dell’abisso,

ogni tanto

ogni tanto spesso, veramente

ho trovato nelle tasche un pensiero celeste.

 

Che m’ha dato anche la forza di scattare

questa bella foto.

che ti mando.

 

Perché se non ci fossi stato tu,

niente foto, io

niente dolcezza

niente scrivere

niente vivere

 

niente amare. Mai. Lo so.

…

…

…

(by poetella)

Josquin – Mille regretz

 

 

 

 

 

 

.

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qualche giorno fa…pioveva… ma…

21 sabato Set 2013

Posted by poetella in amore?, assenza prersenza, atmosfere magice, attesa, autunno, Bellezza che salva, poesia

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margherite(foto di poetella)

 

Qui la voce di poetella

 

 

Tuttavia, sebbene il cielo fosse una vasca d’ovatta grigia,

qui chiaro, lì scuro,

strati sovrapposti di toni silenziosi,

sebbene la strada fosse rigata con monotonia da una lunga

serie di preghiere dolenti,

a tratti sospiranti minuscole accensioni di rosso tremulo

quasi indeciso

 

sebbene il colore dominante

[anche la mia giacca, in fondo]

fosse un monocromo sfumarsi di cromie  spente,

 

tuttavia, dicevo, la molle malinconia dell’attorno s’accendeva

improvvisa, inaspettata,

in quell’ardito, ostinato ciuffo di margherite

a quattro giorni dall’inizio dell’autunno, gialle

di un giallo di festa.

 

S’accendeva inaspettata soprattutto in me 

io

che assaporavo un gusto di trionfo nel costruire un pensiero.

 

Si, comunque vada, arrivi pure l’autunno. Io t’ho avuto. Ecco.

…

…

…

(by poetella)

 

 

 

 

 

 

 

.

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Ormai nove lunghi giorni…

17 martedì Set 2013

Posted by poetella in amore?, anima, assenza prersenza, autunno, consapevolezza, cose consolanti, crescere con l'amore, dolore che guarisce, foto di poetella, la forza dell'amore, le cose importanti, libertà, saggezza, serenità

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quasi sera(foto di poetella)

 

 

Ormai nove lunghi giorni, mio caro. Una bella prova. Superata.

I passi più o meno disinvolti. La strada, fortunatamente, conosciuta. Si prosegue.

Riuscendo persino a superare imprevisti.

Beh, nove giorni. Silenziosi. Operosi.

S’è imparato che non è certo il cinguettio forsennato a farsi canto.

Basta una melodia lontana, scritta nello spartito dei ricordi. Chiuso. Sul pianoforte.

La certezza di un possibile preludio.

Il tendone del palco chiuso. Con dietro ombre.

Basta, questo.

 

Tutto senza troppa fatica, direi.

Sorpreso? L’allieva impara.

L’immensa, mutevole, straordinaria varietà dell’accadere, il fiore, l’ocra e il rosso e il bruno, le nubi, il vibrare della luce.

E gli incontri, gli scontri, gli scambi e il dire, il dare, il fare

L’immensa, la davvero immensa e mutevole varietà dell’accadere ha riempito ogni fessura, ogni crepa, ogni varco, ogni bocca che avrebbe altrimenti cantato, o gridato o piagnucolato il tuo dolcissimo nome.

Che sia questo il vero segreto?

 

Lo sai? c’è una stanza vasta, in me, dove posso sostare ormai senza angosce,

senza pretese, senza spropositate attese,

senza sconsiderati desideri, semplicemente colma di luce.

 

E s’è imparato a cantare in polifonia. In accordi in tonalità minore.

Una corale accorata con la voce di tutte le cose. Armonica. L’universo intero danzante. L’universo di cui noi, noi due, io e te, mio caro,  

non siamo che minuscoli punti di luce accoccolati tra le stelle.

 

Ci sarà l’incontro. So che ci sarà. Ma il coro festante mi distrae.

M’invita alla partecipazione gaia.

Si caricherà la nostra energia quando… Certo. Si caricherà, si farà più potente, vicini.

Ma, sai? sospetto che non sia indispensabile.

Non dico che, quando avverrà il contatto non sarà ovviamente meraviglioso.

Ma, e questa è la grande conquista che ti devo, mio caro,

tutto è già meraviglioso anche così.

Grazie a te sono sole. Carico di potenza luminosa.

E brillerò, fino a che avrò energia bastante.

 

Poi verrà il silenzio dell’universo quieto.

…

…

…

(by poetella)

 

 

Borodin. String quartet n° 2 in D major- Notturno

 

 

 

 

.

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tanto per ri-ri-postare…

15 domenica Set 2013

Posted by poetella in amore?, anima, autunno, consapevolezza, crescere con l'amore, diario, foto di poetella, sigaretta, vecchiaia, vecchie mie...

≈ 10 commenti

1209378_10201421237245146_654447131_n(foto di poetella)

qui la voce di poetella

 

 

Il distacco. ‘n accidenti proprio. Imparare il distacco. Andare verso il distacco. Guadagnare il distacco (s’accende una sigaretta. Aspira fondo, la testa un po’ indietro, poi butta fuori tutto il fumo).  Quale cacchio di distacco? Siamo umani, no? Bipedi (guarda sua sorella, che tace). Camminiamo. Vogliamo il duro sotto i piedi. Ci serve.

 

Altro che distacco. Visto mai uno che cammina per aria? Come gli amanti o le mucche di Chagall? Visto mai? (sua sorella non parla. La guarda. Non fuma)

 

Io mi sarei proprio scocciata di tutte queste stronzate sul distacco. Sul lascia che sia. Sul vivi l’adesso. Ma sì, cavolo, sì che lo vivo l’adesso. Come no? Mica mi serve che me lo ricordino. Che me lo consiglino. L’adesso si vive sempre. Finché si vive(la guarda. Quella, zitta. La guarda, fuma e parla). C’è qualcuno che non lo vive, l’adesso? Ti risulta?

 

È che vogliamo sapere. Vogliamo controllare. Vogliamo qualche drittina su quanto durerà quest’adesso. Sia che si voglia che finisca, sia che continui, ‘sto cavolo di adesso.

(e la sorella zitta, buona, beve il tè e guarda una farfalletta che svolacchia sui gerani)

 

Ma sì, sì, sì, sì! Certo che si vivrebbe meglio. Meglio, a non avere bisogno di programmare, pronosticare, o magari solo prevedere, con un piccolissimo margine di dubbio.  Senza andare a cercare conferme da tutte le parti. Meglio, si vivrebbe. Senza cercare nei fondi del caffè o nei rametti di millefoglie.

 

Ma come fai? Come cazzo fai? Balle, il distacco. Balle.

Vaglielo a dire a  quelli che gli è crollata la casa, la vita addosso. Vaglielo a dire a loro, il distacco.

O vienimene a parlare tra un po’.

Quando sarò vecchia. E lui non ci sarà più.

 

Sai che risate.

…

…

…

(by poetella)

.

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Vaporare delle prime ore…

18 martedì Dic 2012

Posted by poetella in amore?, assenza prersenza, atmosfere magice, attesa, autunno, Bellezza che salva, emozione, foto di poetella, nebbia, poesia

≈ 19 commenti

Tag

amore, bellezza, isadora duncan, luce, nuvola, poesia, vapore, veli

IMG_2075

(foto di poetella)

 Ascolta poetella

 

Vaporare delle prime ore del mattino.

E le cose uscivano dalla nebbia con prudenza.

Pare provenienti da un ignoto lontano. Procedevo in un’atmosfera di timidezza. Tenera.

Le chiome dei pini. L’acacia, la grande magnolia. O il suo ricordo.

 

Si lasciavano sospettare, caute. Poi sgusciavano sopra e accanto come bestiole impaurite.

Molto sospettose. In silenzio.

Come un volo appena captato, un frullio non completamente compreso.

 

A tratti, poi, qualcosa di luminoso avanzava lento, sbuffando.

L’aria come fumo danzante, veli di Isadora Duncan, nei coni di luce.

Grande sobbalzo emotivo. Come a teatro, nello scatenarsi del furore della danza.

 

Ricordo come la mia mano, allora, nello spostare una ciocca di capelli, si fosse bagnata.

Inumidita, diciamo piuttosto.

E un pensiero. Un pensiero quasi visibile, in quel vapore.

 

Ecco. Sono in una nuvola. Questo.

Sono in una nuvola e sto viaggiando verso le più alte cime dei monti. A Nord. O a Sud. Fa niente.

 

Da lì osserverò. Avrò visioni globali.

Coglierò la bellezza dell’infinito. Forse

 

aspettando esplosioni di luce.

…

…

…

(by poetella)

 

 

 

.

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La stanchezza era davvero una …

17 lunedì Dic 2012

Posted by poetella in amore?, assenza prersenza, atmosfere magice, autunno, Bellezza che salva, Borodin, diario, dolore che guarisce, emozione, foto di poetella, le cose importanti, pioggia, poesia

≈ 10 commenti

Tag

amore, bellezza che salva, borodin, il cielo, string quartet

tenerezza

(foto di poetella)

 

 

La stanchezza era davvero una scimmia seduta sulla testa. Bella pesante.

Non che attorno fosse buio e terribile, come nel quadro di Füssli. No. Anzi.

Un cielo che, appena uscita dalla gabbia, un cielo che giocava a lanciarsi nubi vaporose,

giulive, direi.

Nubi grasse e tonde. E allegre come solo certi grassi e tondi sanno essere.

Vestite di bianco con piccole orlature di luce.

Sì, scendeva qualche gocciolina, ma niente di preoccupante.

Starle a guardare tirava via ogni peso, ogni legame col suolo.

E allora come si fa? Come si fa a stare a pensare alla stanchezza?

 

Il cielo, ogni volta, è come se fosse lì per me. per dirmi, dai! Dai, è finita, adesso.

Adesso giochiamo! Mi tira per la manica. Ridendo.

 

E poi, un‘altra cosa. I pioppi.

Quel canto, sì, si sentiva il canto. Io lo sentivo, quel canto verso il cielo.

Quel tremolare e lanciare piccole scintille.

Scagliarle in alto con quelle lunghe braccia ossute.

Chissà chi le avrebbe afferrate al volo. Rombettini di luce bianchissima.

Filtrata da una lieve cortina di goccioline di pioggia.

Tanto ero al coperto. E dunque…

…

…

…

(by poetella)

 

 

Borodin String quartet n° 2 in Re Magg- Anime e tres decide

 

 

 

 

 

.

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indovinello….

13 giovedì Dic 2012

Posted by poetella in autunno, Bellezza che salva, Bellezza della natura, foto di poetella

≈ 20 commenti

Tag

alba, bellezza, fotografia, tramonto

alba o tramonto...alba…o tramonto?

allora?

.

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La facciata laterale a cortina…

11 martedì Dic 2012

Posted by poetella in alchimia, atmosfere magice, autunno, Bellezza che salva, Bellezza della natura, camminare guardando, diario, foto di poetella, J.S:Bach, le cose importanti, musica, poesia, voli d'uccelli

≈ 4 commenti

Tag

bellezza, camminare guardando, J.S.Bach, luce, macchina fotografica, ombre cinesi

cobalto

(foto di poetella)

La facciata laterale a cortina. Alta alta. In ombra. Nessun segno a marcare presenze.
Nessuna scrittura. Nessuna pagina da girare, mentre cammino. E guardo. Sempre.

Sorrisi o pianti, la dietro? Liscio liscio. Una muraglia forse rosa, dentro l’ombra. Forse viva. 

Con minuscole storie, magari, tra le fessure dei mattoni e dei giorni

che non sai neanche quanto. Quante. Chi.
Sconosciuti che si svegliano o ancora dormono.
O chissà che.
Un respiro lieve per tutto il palazzo. Pare di sentirlo, avvicinandomi. Condensa, fiati di bambini, all’interno. Gatti, forse, divinità della casa che dorme. E fuori, niente. Mattoni indifferenti. Opachi.

Poi, proprio su, in cima, in punta allo sguardo, un riquadro di sole e lì
l’ombra perfetta della chioma del pino
nero verde cupo contro il rosa. Un Carrà.

Il mio Carrà. Una personale d’autunno in omaggio. Gratuita..
Oppure ombre cinesi. Per quei piccoli movimenti meccanici.

Ecco. Sì, ombre cinesi.

Simultaneamente, inoltre, in cielo
[che cielo, com’è amabile. Come si potrebbe mai smettere d’amarlo?Che lastra di cobalto!]

simultaneamente, gli uccelli. A migliaia. Flusso di coscienza. Andirivieni di memorie.

 

Quasi un dolore lasciare la scena. L’insediarsi della nostalgia, seduta in petto.

Ed comunque, sazia, a conservare il fotogramma.

Mettere via per quando sarà notte

…

…

…

(by poetella)

(peccato non avere la macchina fotografica, stamattina…)

J S Bach – Partita No.2 in c minor- Sarabande.

 

 

 

 

 

 

 

.

.

 

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Tramonto, impermanenza di colori…

06 giovedì Dic 2012

Posted by poetella in amore?, assenza prersenza, atmosfere magice, attesa, autunno, Bellezza che salva, Bellezza della natura, consapevolezza, foto di poetella, Miles Davis, musica, pensieri sparsi, poesia

≈ 9 commenti

Tag

amore, il cielo, luce, miles davis, musica, poesia, tramonto

tramonto

(foto di poetella)

 

 

Tramonto, impermanenza di colori, fuga dei colori verso la notte.

Ancora parlare di tramonti?

Scrittura di colori. Ricordo.

Traccia dei colori custodita dietro gli occhi.

Trattenere, se possibile. Nella memoria. Ché tutto svanisce.

Questo tramonto che è mio perché con lui parlo, di lui vibro. M’infiammo.

È mio, qui, davanti a me.

 

E presto non sarà più.

Riuscirò? Non riuscirò a dire. Non si riesce mai a dire del tutto.

Tratteniamo sempre qualcosa, messa da parte per tornarci su. Oppure no.

Forse no. Forse è solo incapacità.

Come spiegare lo stupore, il dissolvimento in questa sempre nuova meraviglia.

Come si fa a dire, a raccontare, illustrare, condividere con chi non…

questi sempre nuovi incendiati tramonti?

 

Ne conserviamo, ne conserveremo la bellezza negli occhi? Senza che il grigio l’annulli?

Inutile, comunque, soffrire dell’inevitabile.

È il non sapere se ci sarà mai un altro tramonto così che ci…confessiamolo

O un altro amore.

 

Diluizione dei colori verso il cupo, il blu fondo. Il nero.

Forse che  questa gradualità ci da una pena minore che se il passaggio fosse repentino, immediato?

Rosso, rosso fuoco, luce rosa. Poi, improvvisamente nero assoluto. Totale. Il nulla.

Forse che sarebbe meno doloroso? O più?

Che poi, anche la notte.  Chissà se la notte.

 

Ogni giorno di quasi inverno è un po’ più corto del precedente. Poi, però…

Poi arriverà l’inverno.

E staremo a vedere se

…

…

…

(by poetella)

Miles Davis –blue in green

.

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M’è tornato in mente…

05 mercoledì Dic 2012

Posted by poetella in amore?, assenza prersenza, atmosfere magice, autunno, camminare guardando, consapevolezza, crescere con l'amore, diario, emozione, foto di poetella, inverno, le cose importanti, pensieri sparsi, poesia

≈ 9 commenti

Tag

amore, luce

riverbero

(foto di poetella)

 

ascolta poetella

 

 

M’è tornato in mente, al chiuso artificiale, uniformemente opaco

il sole di dicembre, mattina,

basso negli occhi. E non vedi più niente.

Solo un riverbero slargato, una vibrazione di contrasti

un passare d’ombre, accanto. Potrebbero essere mostri

dinosauri, discontinuità, disarmonie, cattivi pensieri, camion con rimorchio

Potrebbero essere asini in bicicletta, magari anche a piedi

streghe invidiose pronte a farci un dispetto

o  tutte le colpe o i rimorsi o i rimpianti.

 

Niente. Non vedi niente

se non quella vampa (m’è tornato in mente

in queste luci scialbe di lampadine a basso consumo)

non vedi che cose orlate di luce e dentro

niente.

 

E non è forse così, in fondo, sì, in fondo mi pare sia così anche per un amore, no?

Che tutto il resto s’oscura, si svuota

.

E ce ne stiamo così, abbacinati

senza guardare, senza più vedere, senza cercare

 

e intanto sentiamo che tutt’attorno il mondo si scalda e brilla

…

…

…

(by poetella)

.

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Quella avanti, un fagotto che piangeva in braccio…

30 venerdì Nov 2012

Posted by poetella in autunno, Chopin, consapevolezza, crescere con l'amore, diario, figli, foto di poetella, indipendenza, le cose importanti, mamma, paura di non amore, pioggia, quasi racconti

≈ 16 commenti

Tag

crescere, figli, madri, raindrop prelude chopin, senz'amore

IMG_3916ridotta

(foto di poetella)

 

 

Quella avanti, un fagotto che piangeva in braccio, borsone a tracolla, passo da conquista dell’intero sistema e lui


Mammaaaaaaaaaaaaa! Non ci riesco a correreeeeeeee!


dietro, un po’ zoppicando, piccolo piccolo, sei, cinque, no, forse sei anni, come ci si può sentire soli a sei anni? E dopo? Quanta paura? E dopo? Zainetto con le cinghie della tracolla rotte tirato su con una manina piccola piccola, bianca bianca, strusciava ora sì ora no a terra, spalla sollevata. Tutto sbieco.


Mammaaaaaaaaaaaaa! Non ci riesco a correreeeeeeee!


Un grido di colibrì ferito, spaventato, implorante pietà, forse perdono. Perdono di che?
Lei, niente. Dritta sparata otto, poi nove, poi dieci, undici, dodici passi avanti. Neanche una volta a fermarsi, a girarsi. Dura. La ruota della vita che schiaccia i sogni.
Lui, l’angoscia. Lo stupore. La rivelazione d’impotenza. Perso, disperato. impaurito. L’impatto con la crudeltà del destino.


Mammaaaaaaaaaaaaa! Non ci riesco a correreeeeeeee!


Lo zainetto strusciato a terra, trainato,  trascinato nel fango. Prime gocce di pioggia. Il passo un po’ più sostenuto, sempre zoppicando. Altre gocce. Tante gocce, grosse grosse.
Lei avanti. Sempre più avanti. Indifferente. Affaticata. Poi giù per la scalinata, tutta, poi le gambe sparite, la schiena sparita, la testa. Via. Svanita nel nulla, forse dietro il muro della metro. Dissolta. Ingoiata dal niente.
Lui, un orfano.


Mammaaaaaaaaaaaaa!


Non vedo i suoi occhi. Sono dietro, io. Sento solo quella sua voce. Gesso sulla lavagna.

 

Ecco. Smette di zoppicare. Accelera. Corre. Corre! Le scale. Sparisce dietro l’alto muro della metro.
Non lo vedo più.
Ma sicuramente, adesso sarà più grande. Mi consolo quando lo  penso.
Di un po’, almeno.
O forse no.


Apro l’ombrello. Meglio. Lui non aveva ombrello.

…

…

…

(by poetella)

 

Raindrop – Prelude – Chopin

 

 

 

 

.

 

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Senti! Senti che vento…

28 mercoledì Nov 2012

Posted by poetella in amore?, assenza prersenza, atmosfere magice, autunno, Bellezza che salva, desideri..., emozione, foto di poetella, passione, poesia, vento

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Tag

amore, poesia, scriabin, vento

(foto di poetella)

 

Ascolta poetella

 

 

Senti! Senti che vento!

S’abbatte s’infila s’affretta

È contento, parrebbe, no?

 

Senti! Ma senti che vento!

Solleva contrasta sospinge

M’attira m’avvolge è un evento

sentirmi racchiusa così

 compresa

filzata nel vento

 

Senti? Dai! Senti che vento…

Schiaffeggia accarezza frastorna

è un fermento un intento di nuovo sgomento

sbatacchia furioso

ma che sfinimento!

 

Davvero, davvero è un portento

‘sto magico intrepido vento

 

E tu? Tu… non sai che m’invento per dirti

tu? Tu, sì, tu di più

…

…

…

(by poetella)

 

 

 

 

.

 

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No, senti, già c’è tanto che chiede…

19 lunedì Nov 2012

Posted by poetella in amore?, assenza prersenza, autunno, Bellezza che salva, Borodin, consapevolezza, crescere con l'amore, desideri..., foto di poetella, le cose importanti, libertà, poesia

≈ 2 commenti

Tag

amore, borodin, libertà, poesia

(foto di poetella)

 

 

 

No, senti, già c’è tanto che chiede, che pressa, che urge.

Vedi che catasta di promesse?

Già c’è tanto che sta lì, braccia incrociate, a aspettare col broncio, battendo il piede destro, sguardo aggrottato.

 

Troppe voci nella lista. Troppe veci.

Troppi post-it appuntati sul cuore.

Abbassiamo un po’ lo sguardo, dai, abbassiamo le braccia ché il sole sta su comunque.

Guarda fuori. Vedi come si muovono i rami degli alberi?

Come dicono no?

 

No, senti, no. Noi no.

Non mettiamoci in fila col vassoio in mano, io e te.

Non cerchiamo vaschette preconfezionate al discount alimentare. No, anima mia.

 

Io, vedi, voglio essere la manna che cade dal cielo, per te.

Il dolce della festa. La festa grande. La festa benedetta.

E l’oasi, la palma. il dattero lucido.

L’umido succoso che disseta la terra. Cancella l’arsura delle rinunce.

 

L’isola, voglio essere, che non sta nelle mappe e la tua mappa misteriosa del tesoro.

Tesoro mio! E la pepita d’oro sul bordo del torrente, tra i porcini e le russole.

Che ti fa alzare le braccia al cielo e girare e girare e girare.

Voglio che inciampi nella meraviglia, spalanchi gli occhi,  stropicci il cuore

 

che a vedermi ti s’era fermato. Un po’. Solo un po’.

…

…

…

(by poetella)

 

Borodin – String Quartet No. 2 In D Major -Nocturne.

 

 

 

 

 

.

.

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Una pioggerellina che …

15 giovedì Nov 2012

Posted by poetella in amore?, assenza prersenza, atmosfere magice, attesa, autunno, Bellezza che salva, camminare guardando, diario, emozione, foto di poetella, J.S:Bach, malinconia, musica, nostalgia, pioggia, poesia

≈ 12 commenti

Tag

amore, attesa, il cielo, J.S.Bach, luce, poesia, tristezza

(foto di poetella)

 

Ascolta poetella

 

 

Una pioggerellina che entrava nelle ossa, fitta fitta

stamattina, minuscola, conficcata tra ricordi e aspettative, piccole lance di luce, spilli,

come pensieri d’appena svegli, col chiaro che ancora si nasconde.

Si sottrae al buio un filo d’attesa

Una pioggerellina  che s’infilava ovunque, inumidiva il passato, il futuro imprevedibile.

Il presente secco.

No, non ti stupire se mi veniva facile paragonarla a. Non ti stupire, sai?

 

Una pioggerellina che entrava nelle ossa, fitta fitta

 

e due ragazzi, poi, che se ne andavano camminando sotto due ombrelli aperti, stesso colore, tenendosi per mano. Tenendosi col sorriso e le promesse false. O vere. Non so.

Ombrelli identici. Nuovi nuovi. Solo uno più grande, uno più piccolo.

Stesso negozio, sicuro, stesso giorno insieme a comprarlo.

Fondersi. Arrivare a non vedere più dove comincia uno e finisce l’altro.

Ah! la giovinezza.

 

E noi? Dove andrà a finire tutto questo? Dove andremo mai?

 

Vedi, sto scrivendo da un po’ questa nostra storia.

Scrivo, cancello. Riscrivo. Leggo e rileggo. Correggo.

 

E dire che il bravo scrittore conosce sempre il gran finale.

Storia e resto. Sviluppi. Accadimenti vari. Epilogo, morale. Note e bibliografia.

Sa tutto dall’inizio, il bravo scrittore.

Non sono brava io, pare.

 

E questo mio quadernino a righe che scolora via, all’infinito, e lento si diluisce l’inchiostro,

questo mio quadernino scritto e riscritto.

Troppi fogli, troppi segni fitti fitti, pieni da cancellature.

Ma ormai, che cancelli a fare?

Come le spiani le righe e i monti.

Come riempi i fossati?

 

Ogni tanto c’è un disegno, sai? ci volo su.

Mi piace guardare i disegni belli. Mi ci metto dentro. Piccola piccola, sorvolo zolle di malinconia.

Sono un po’ stanca di farci il sole che ride, sui miei paesaggetti.

Ed è inutile, davvero inutile piantarci  margherite di plastica.

Mai avuto profumo, quelle.

 

Profumo intenso di rosmarino sulla Tiburtina, stamattina.

Strano. Come non chiedersi da dove venisse?

E per quanto ancora.

 

Bene. Lasciatemi qui, vi prego, un po’ qui, occhi socchiusi ad annusare la meraviglia.

 

Intanto potrei guardare un po’ al passato

contando le perle della mia collana.

…

…

…

(by poetella)

 

 

 

.

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un videino…

05 lunedì Nov 2012

Posted by poetella in amore?, autunno, Bellezza che salva, biografia..., diario, le cose importanti, pioggia, poesia, video di poetella

≈ 5 commenti

Tag

amore, fotografia, http www youtube, poesia, video

un po’ datato…ma…

beh, eccolo

 

 

 

.

 

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Che poi, lo sai, no? Ti parlo continuamente…

01 giovedì Nov 2012

Posted by poetella in amore?, archetipi, assenza prersenza, autunno, consapevolezza, crescere con l'amore, diario, dolore che guarisce, foto di poetella, indipendenza, le cose importanti, libertà, pensieri sparsi, poesia, saggezza, vecchiaia

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Tag

amore, crescere, fine di un amore, luce, musica, poesia, saggezza, serenità, sto bene

(foto di poetella)

 

 

Che poi, lo sai, no? Ti parlo continuamente.

Penso tu lo sappia.

Anche se noi, beh, noi quando mai riusciremo a sapere davvero quanto, quanto di noi, per quanto, quando, come. Noi non sappiamo.

Noi. Io, comunque.

Che tu, non so perché, mi dai l’idea di saperla lunga. La luce chiara della saggezza.

Ma va a capire, poi.

E comunque, sai, anche se

 e in fondo lo sai, no? ti parlo continuamente

il mio è adesso un discorso pacato, finalmente.

Niente più esclamativi. Niente puntini. Poche virgole. Frasette brevi e chiare. Scorrevoli.

Cronachette garbate di un quotidiano al passo. Niente mille metri pista dritta.

Direi quasi un trotto leggero. Di carrozzella per le strade di Roma, col cielo nuvolo e poco vento. Che tanto Roma è bella sempre.

 

Il lungo cammino dell’educandato mi pare giunto al suo culmine.

La novizia ha messo in una cesta i giocattoli, anche quelli più amati, via in soffitta.

Quando li ritroverà, sicuramente sorriderà.

Entrata a occhi sgranati nella sua nuova realtà, ci si sistema comoda. Magari un po’ guardinga, ancora. Ma comoda.

 

Sai, anche guardare il piano cottura della cucina a gas tutto scintillante può dare le sue piccole soddisfazioni, che credi… L’Archetipo di Estia insegna.

 

E andiamo avanti, allora

…

…

…

(by poetella)

 

 

 

Handel’s  Minuet.

 

 

 

 

.

 

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Strano, l’ho sentita condensarsi…

30 martedì Ott 2012

Posted by poetella in amore?, atmosfere magice, autunno, Bellezza che salva, biografia..., camminare guardando, comunicazione di servizio, consapevolezza, crescere con l'amore, diario, dolore che guarisce, foto di poetella, le cose importanti, pensieri sparsi, poesia

≈ 12 commenti

Tag

monteverdi, neve, serenità

(foto di poetella)

 

 

Strano, l’ho sentita condensarsi, un vapore, no, goccioline minuscole.

Stillavano mentre camminavo, cadevano a terra con un leggero tintinnio, clic, clac, cic ciac, un canticchiare giocoso,

e da terra evaporavano. Su, fino al cielo.

Un cielo così azzurro, così azzurro e vasto che le ingoiava, nuvolette leggere, le inglobava, e le altre, nuvolone veloci, bianchissime, attorno. Nuvole madri.

 

Tant’è che a un certo momento ho dovuto rendermi conto che non c’erano  più. Né loro, né quello da cui erano nate.

Ero libera.

 

La mia tristezza se l’era presa il cielo.

Che poi, davvero, come si fa ad essere tristi, se si vede, lontano sui monti, contro l’azzurro,

la neve?

…

..

…

(by poetella guarita)

 

 

 

Monteverdi-Toccata Orfeo

 

 

 

.

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tristezza…

28 domenica Ott 2012

Posted by poetella in autunno, foto di poetella, malinconia, musica

≈ 21 commenti

Tag

johannes brahms, nubi, tristezza

(foto di poetella)

Johannes Brahms – Trio for Piano, Clarinet and Cello Op114

.

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Ma tu scrivimi, dici…

26 venerdì Ott 2012

Posted by poetella in amore?, attesa, autunno, Brian Eno, consapevolezza, desideri..., foto di poetella, la luna, malinconia, musica, paura di non amore, poesia

≈ 15 commenti

Tag

amore, Brian Eno, fine di un amore, I Ching

(foto di poetella)

 

 

Ma tu scrivimi, dici, che io ti leggo e ti sento come fossi qui

 

No, senti, sentimi! Non credi che a tendere troppo le corde della chitarra

per accordarla al tuo personale universo

non  credi che a gettare il sasso oltre lo stagno di quello che tu, solo tu, altre il confine lieve della crudeltà,

non credi che io, che tu, che le pretese e le presenze e le assenze e le…

 

senti come si stringe il cielo?

 

Ma tu scrivimi, dici, che io ti leggo e ti sento come fossi qui

 

no, mio caro, non ci siamo, sai? non ci siamo più.

Lo sai che tocca a te, adesso, la conta. Devi saperlo. Gioco io, ora.

Metti le mani sugli occhi e uno e due e tre, fino a mille, metti le mani sugli occhi e uno e due e tre, fino a millemila e  poi cercami, cercami,

 cercami ché mi sono persa e non mi trovo più.

Troppe, troppe parole ho scritto,

formichine tutte in file a fare il giro del mondo una o due tre volte.

Non so.

Tutte in fila, tutte in fila collegate, filo di bozzolo di seta, ma dentro chi c’era?

Tu no. Io?

Forse, sì, io. Legata imprigionata forse protetta, certo, protetta

da quell’attorciglio di dire e dire e dire e dare e dare e dare

forse sì,

 

Ma tu scrivimi, dici, che io ti leggo e ti sento come fossi qui

 

ma io non credo, sai, non credo più che il calamaio della perseveranza possa essere riempito  a lungo.

I Ching o non I Ching, non credo.

Anche se sarebbe propizia, perseveranza. Per  chi?

 

Le cose che continuano a crescere, sicuramente, prima o poi traboccheranno.

Sai, caro, le mie, le nostre frequentazioni, le mie, le nostre galoppate per il cielo dovrebbero aver insegnato. A me, a te. O no?

E se dicessi che il vaso è colmo?

Che il pozzo è secco

Che la corda del secchio s’è spezzata

Che il legno si piega e forse, magari

la piccola volpe si bagnerà la coda, ché ad attraversare la grande acqua ce ne vuole di…

 

E se dicessi che le gambe, le braccia, le mani sono stanche, la gola è secca, e gli occhi bruciano

e la fronte scotta e vorrei, vorrei tanto, dio come vorrei dormire un po’

 

che diresti tu? Sarà questione di luna?Terapia. Prego.

…

…

…

(by poetella)

 

 

Brian Eno – Deep Blue Sea

 

 

 

.

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E se anche fosse arrivato …

25 giovedì Ott 2012

Posted by poetella in amiche, assenza prersenza, autunno, basta!, consapevolezza, crescere con l'amore, dolore che guarisce, foto di poetella, le cose importanti, malinconia, paura di non amore, poesia, silenzio, vecchiaia

≈ 17 commenti

Tag

amore, fine di un amore, il cielo, musica, nuvole bianche, poesia, Ricordi

 

(foto di poetella)

 

 

Ascolta poetella

 

 

E se anche fosse arrivato il momento

se anche lei si fosse dovuta richiudere nel castello scuro e freddo,

alte pareti di pietra umida, piccole finestre e fuori un paese di nebbie e nebbie e nubi e gelo

e pioggia e grandine,

chicchi grossi così!

 un paese morto, desolato, incustodito coi cani randagi e orde di barbari a scendere ogni tanto

e andarsene bruciando erba secca

 

 se anche fosse arrivato il momento

di dire addio ai prati, ai crochi in festa, alle nuvole bianche e ai sorrisi del vento e della giovinezza,

di rinserrarsi in un buio come di sottoterra, di pozzo, di fogna, di grotta senza uscita da girare e rigirare per cunicoli senza torcia, un buio di tana di lupi, di orsi, di serpi

 

se anche fosse arrivato il momento

di staccare l’ancora e lasciare che la zattera prendesse il largo nel vasto mare del destino

e magari slegare il palloncino azzurro, lasciarlo, vederlo lievitare libero su in cielo

vederlo diventare un puntolino minuscolo e poi sparire nella sconfinata, radiosa luce del suo futuro

 

se anche fosse arrivato il momento

 

certo mai lei  avrebbe, certo, mai dimenticato quelle labbra di lampone e gelsomino

quegli occhi straordinari d’oceano ondoso e vasto

quella voce di sorgente di montagna che diceva

Sei bellissima! Bella da morire!

 

E questo, si diceva, questo non ha prezzo!

 

Per tutto il resto…c’è MasterCard!

…

…

…

(by poetella)

 

 

 

 

.

 

 

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Oggi c’è grande confusione nella …

24 mercoledì Ott 2012

Posted by poetella in amore?, attesa, autunno, Bellezza che salva, foto di poetella, malinconia, nostalgia, paura di non amore, poesia

≈ 6 commenti

Tag

amore, nostalgia, stanchezza, tristezza

(foto di poetella)

 

Ascolta poetella

 

 

 

Oggi c’è grande confusione nella scatola dei colori.

Pare si siano tutti un po’ bruniti.

L’umido della notte, forse

A stare troppo a occhi chiusi si crea condensa

 

Ma

si riuscisse a resistere in quest’apnea, riusciremo?

Sicuramente

sicuramente si potrebbe andare poi a scovare

 

abituandosi ad un ritmo diverso del movimento  polmonare

 

un mondo azzurro

d’immersioni totali

e riconoscimenti

 

Forse. O forse no.

…

…

…

(by poetella)

 

 

 

 

.

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Buffo! Una donna …

23 martedì Ott 2012

Posted by poetella in amore?, assenza prersenza, atmosfere magice, attesa, autunno, Bellezza che salva, Bellezza della natura, camminare guardando, consapevolezza, crescere con l'amore, diario, emozione, foto di poetella, le cose importanti, poesia

≈ 24 commenti

Tag

alberi, bellezza, consolazione, stupore, ulivi

(foto di poetella)

 

 

Ascolta poetella

 

 

 

Buffo! Una donna raccoglieva olive degli alberi

sul ciglio del parco.

Saranno buone da mangiare?

Chi sarà stato

il primo uomo ad assaggiarle?

Proprio il primo, dico.

Mi meraviglio sempre quando penso questo. Gli  assaggiatori…

Quelli che hanno detto, per primi, ok, buono. Si può…

 

Ci sarà ancora qualcuno che trova qualcosa di nuovo, di buono?

In questo sconfinato deserto di polveri sottili e  diffidenza?

 

La donna aveva un secchiello.

Come quello che usano i bambini al mare. Per la sabbia e le conchiglie. Vuote.

La donna aveva un’aria, direi, a mio parere, forzatamente disinvolta.

Come stesse facendo qualcosa che non…

 

Buffo. Proprio buffo, sì.

E ce n’erano, di olive. E d’alberi,

Mica me n’ero mai accorta che fossero ulivi.

E sì che guardo. Guardo sempre gli alberi.

Ma non sono molto pratica.

L’ho detto, sono una cittadina.

Ho perso la confidenza.

Non ci si chiama più per nome, io e gli alberi.

Solo a gesti.

Loro muovono le braccia e io li guardo. E sorrido. Basta.

 

Quante, quante olive che c’erano! Verdi. No, non  tutte verdi. Qualcuna nera.

Nera nera lucida lucida.

In città.

Buffo.

 

E poi, il cielo!

C’era come una sorgente, in cielo, stamattina.

Strano come da lì partissero tutte le nubi

 A ventaglio.

Il cielo era un pavone azzurro con la coda aperta. Per me.

 

M’è venuto di  pensare allora come in fondo già consoli

già plachi, già basti questa quiete. Questo stupore

Come tutto induca a guardare di lato e avanti e sopra

Come disegni sul viso un sorriso lieve lieve

A indirizzare, dipanare, illuminare il giorno.Un sorriso

 

il sorriso immoto degli angeli di Giotto.

…

…

…

(by poetella)

 

 

.

 

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Mai una volta che …

22 lunedì Ott 2012

Posted by poetella in amore?, autunno, biografia..., consapevolezza, da Amori Amari, foto di poetella, le cose importanti, malinconia, morte, musica, pensieri sparsi, poesia, quasi racconti, vecchiaia

≈ 20 commenti

Tag

fine di un amore, ti ricordi, tristezza

 

(foto di poetella)

 

Ascolta poetella

 

 

– Mai una volta che dicessi Ti ricordi quando…

 

                 E io penso Ricominciamo con questa storia. Dei ricordi. Vivi di ricordi. Proiettato rigidamente verso un passato che ti colori e ricolori come ti pare.

Lo spolveri e lo lucidi stropicciando la memoria.

E io lo vorrei annullare. Via. Spazzare via tutto. Eliminare e riscrivere come su una lavagnetta. Un colpo di cancellino e via.    

       

             – Mai una volta che dicessi Ti ricordi quando…

 

 

                    e non è vero, dico. E invece è vero, penso. Non mi piacciono quei ricordi che piacciono a te, penso. Troppi sbagli. Troppe sviste. Non mi conoscevo. Quante stupidaggini. Abbagli. L’amore. Non era amore. Adesso lo so cos’è l’amore. Quello che non chiede. Non si abbarbica. Non ha bisogno di. Adesso lo so.

E poi, dai, dai! L’altro ieri, quando ci siamo incontrati a Piazza del Popolo, mi sono ricordata, invece.

                           Si, mi sono ricordata di quella volta che ci siamo visti per andare da Cohen. Certo, dopo l’ufficio. Ti ricordi? A via Margutta. Che tu m’hai detto Che bella che sei. Dieci? Venti, trent’anni fa. Non mi ricordo. Ma Che bella che sei! Sì, quello sì.

 

                               Ecco. Ti ricordi anche tu. Lo vedi allora che mi ricordo?

E non dire Non me l’hai detto che ti sei ricordata.

Mica si deve dire sempre tutto. Si consumano le emozioni a parlarne tanto. Parli, tu parli, parli. Consumi tutto come un fuochetto perenne. Che non illumina niente. Non scalda neanche le mani, figuriamoci il cuore.

 

             – Mai una volta che dicessi Ti ricordi quando…

 

            Lo so, sai. Tu sei affezionato solo al passato. Il presente non conta. L’adesso. Adesso che vuoi che ci si possa ricordare, dici. Siamo vecchi. E allora? Mica puoi far brillare l’adesso solo con la luce dei ricordi. Non si accendono più. Non rinasce quel tempo a ricordarlo. È appassito. S’è fatto amaro.  S’è fatto vecchio pure lui e i ricordi. E ognuno ha i suoi.

E anche quelli comuni, sei proprio sicuro che siano gli stessi? Che sia lo stesso, la stessa emozione che ricordiamo? Sicuro?

Io no.

 

                       E non stare la seduto, col giornale davanti. In pigiama. Mentre aspetti chissà che, chissà cosa, ancora. Che si svegli il drago del passato, il drago che non dorme, sai? non dorme.

È morto. Morto e sepolto sotto una gigantesca, insormontabile montagna, una frana di Ti ricordi, che non voglio ricordare.

                   E non mi dire Sta un po’ qui. Fermati. Ché io ho da fare.

Sempre. Non posso stare mai ferma. Mai ferma  un attimo per non pensare ai Ti ricordi? che non mi voglio ricordare, che non mi piacciono più.

 

                             Figli illegittimi che ripudio, scaccio via col dito puntato verso l’infinito, e lo sguardo inquieto, aggrottato, la ruga sulla fronte più fonda, più amara, Vattene via ricordo. Che io ho da fare.

Faccio tutto io, qua. Ho da fare. La casa, la spesa e la cucina e la raccolta differenziata e il bucato e il balcone e la gelata che quest’inverno s’è portata via tutto, e il cambio di stagione e il cambio d’espressione su questo viso che deve fingere come a teatro e certe volte gli viene meglio e certe no. Come a teatro.

No, non mi posso fermare. Mi scoccio a stare ferma.

Mi annoio. Ma niente, non te lo dico, sai? non lo dico che mi annoio a morte con te. E i tuoi ricordi. Non dico niente. A che servirebbe. Strofino il lavello come fosse la mia vita. Per farla tornare a brillare. Vergine. Nuova.

 

             – Mai una volta che dicessi Ti ricordi quando…

 

                 E dici Se muoio, per te non succede niente.

Ma la pianti con questi discorsi del cazzo. Muori. Ma che muori. Noi siamo già morti, finiti, sotterrati sotto strati di uffa, di ancora, di sempre, sempre, sempre lo stesso.

Dio, sempre lo stesso! Mai niente che si rivolti, che si ribalti, che dia una vibrazione a quest’aria stagnante e ammuffita. E chiudi sempre le finestre. E io le apro. Ma resta tutto lì. Puzza.

E dici Domani ritiro le lastre. E se muoio?

 

                          Se muori lo sai che faccio?

Vendo tutto. Butto tutto. Porcellane, mobili, quadri, tappeti. Impicci vari. Svuoto casa.

E non dire Tutto? No, dai. Tutto no.

E non ti alzare, non mi venire vicino. Non mi  prendere le mani. Che sono bagnate. Non me le stringere.

Che tanto se muori butto tutto, sa’. Butto tutto lo stesso.

                  Lascio solo il letto. I mobili di cucina. E tappezzo casa di scaffali per metterci i libri. Il resto via. Tutto via. Aria.

 

             – Mai una volta che dicessi Ti ricordi quando…

 

No. Non lo dico Ti ricordi quando. Butto tutto con tutti i ricordi appiccicati come mosche morte, incollate, spiaccicate, cancello tutto lo spazio e lo ricreo. Vergine.

 

                   Lascio solo il letto. I mobili di cucina. E tappezzo casa di scaffali per metterci i libri.

 

Coi ricordi degli altri. Che fanno meno male, distolgono, accomunano e consolano un po’, senza dolore. Ecco.

…

…

…

(by poetella)

 

 

 

 

–

 

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Se almeno stesse piovendo potrei dire…

15 lunedì Ott 2012

Posted by poetella in amore?, atmosfere magice, attesa, autunno, Bellezza che salva, desideri..., dolore che guarisce, emozione, foto di poetella, le cose importanti, malinconia, musica, nostalgia, paura di non amore, pioggia, poesia

≈ 17 commenti

Tag

amore, crescere, desideri, il cielo, malinconia, pioggia, poeisa, sogni

(foto di poetella)

 

 

Se almeno stesse piovendo potrei dire

Zitta! Stattene a guardare la pioggia. Basta con quel tic e tac in testa. Basta, dai!

Direi, senti come scroscia? Senti come lava, come soffia, come sventola vittoriosa.

Senti, senti come romba e rimbomba!

Se almeno stesse piovendo potrei dire

Zitta, sta’ zitta che tanto è inutile starsi a inerpicare sui sì, sui no, sui forse. Inutile stare a dondolare, a vagolare, a cercare di, a prevedere  a dedurre a supporre a congetturare a smentire a scongiurare a questo a quello a quell’altro. È inutile stare a.

Inutile, sai? che stani un pensiero e gli vai dietro e quello corre, sguscia, s’inerpica, si tuffa, sparisce, risbuca. Te lo perdi.

Quindi, dammi retta

Fa finta che almeno stia piovendo

Fa finta che quel fracasso d’acqua ti butti fiori da tutti i dubbi, da tutti i giochi maligni, da tutti i pesi trascinati che schiantano le spalle,  scuriscono la pelle,  annebbiano gli occhi,  spezzano le mani,  levano il fiato, gli anni. L’amore.

Fa finta di vederla, questa pioggia da bere,

da assorbire cogli occhi, con tutti i pori della mente,

da assorbirla  e inventarci  una danza che t’allarga le braccia,

una danza che gira e rigira,

ti solleva la testa,

te la butta un po’ indietro e intanto gira e rigira, gira e rigira

 

mentre tu, zitta, continui a girare con lei e scrivi e sorridi.

…

…

…

(by poetella)

 

Al piano Luigi Maria Corsanico- Rain

 

 

 

 

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