
Stamattina guardavo il fiume
dal balcone, ovvio
una presenza fumosa fluttuante in levitazione magica
esalava e stazionava a mezz’aria oltre
le case le cose la cava di tufo i tralicci. I piccoli occhi di luce
poco prima del chiaro disteso del giorno.
Il fiume. Presenza solo attraverso quei vapori
nebbie? Sospiri ascensionali di risvegli e sonno.
Ci si appropriava così del luogo
del suo giacere mobile
attraverso il suo doppio incorporeo.
Di quante parvenze dovremmo mai accontentarci
noi che vorremmo
tenere toccare guardare senza più questa miopia
di certezze quest’astigmatismo
questa presbiopia di sogni?
Quanta consapevolezza pretendono gli astri da noi,
Saturno o che ne so, chi per lui.
Quanto crescere?
Guardo il fiume e la sua nebbia
e alla nebbia appendo parole minute. A ri-generarsi.
…
…
…
(by poetella)