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Poetella's Blog

~ "questo sol m'arde e questo m'innamora"- Michelangelo

Poetella's Blog

Archivi della categoria: speranza

Certe volte si divertono…

22 martedì Lug 2014

Posted by poetella in attesa, dubbi, foto di poetella, poesia, rosa, speranza

≈ 21 commenti

Tag

attesa, dubbio, fotografia, luce, paure, poesia, speranza

la rosa(foto di poetella)

Per chi volesse ascoltare…

 

Certe volte si divertono
i dubbi
a fare le giravolte a farsi vedere

nascondersi
poi di nuovo sbucare
mascalzoncelli birichini
fare l’occhiolino inclinare il capino
si divertono loro fanno sberleffi
fanno marameo con la manina sul nasino malandrino.

Certe volte si divertono
i dubbi
a scolorirci i cieli e le cime degli alberi
e pure i capelli
imbrunire le nubi
sotterrare la gioia.

Si buttano sugli spicchi di pensiero
e l’impiastrano bambini viziatelli
colla faccia tutta sporca
le manine grassottelle goffe pasticcione e veloci
veloci.

Allora ce ne andiamo circospetti
zoppicando traballando
schivando occhieggiando.

Aspettando una lucetta che schiari la notte
o che s’apra un altro bocciolo di rosa.

Fiduciosi, però. In fondo.
…
…
…

(by poetella)

.

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La tavola, dice. No, non mi ricordo…

16 domenica Feb 2014

Posted by poetella in cosa sarà di noi?, diario, la memoria, pace, primavera, quasi racconti, ricordi, speranza, vecchiaia

≈ 18 commenti

Tag

40 anni, amore, dimmi, Ricordi, ti ricordi, vecchiaia

luce(foto di poetella)

qui la voce di poetella

.

La tavola, dice. No, non mi ricordo.

Non lo so mica dove prendevamo la tavola. Camminano.

Aria proprio di primavera. Giacchetta rossa, lei. Camicia, pantaloni.

Lui maglione a collo alto, giacca. Se mi fai prendere freddo vedi, dice. E sorride.

Sorriso stampato, oggi.

Ma dove la prendevamo la tavola? Boh. I cuscinetti a sfera, quelli sì. Ce li dava il ferramenta. Compravamo. I soldi?

Cercavamo le bottiglie, te l’ho raccontato?  dice. (difficile non le abbia raccontato qualcosa, in quarant’anni.)

Cercavamo bottiglie. Di vetro, sì. Le portavamo al supermercato. Tutte sporche. Quelli sorridevano e ci davano i soldi. (‘sta cosa delle bottiglie, in effetti. Forse sì, gliel’aveva raccontata. O forse no)

Mica tutte. Certe non (sposta un ramo di platano che gli dondola davanti) non andavano bene. Mica tutte. Quelle dell’acqua minerale, sì. Quelle della coca cola. Quelle delle birre, mi pare di sì. Quelle dell’aranciata, no.

Come dove? Le prendevamo dove le trovavamo. Nelle aiuole. Accanto ai bidoni della spazzatura. Fuori dei portoni. Tutte sporche. Tutte pasticciate. Piene di terra. ‘no schifo!

Raccoglievamo e portavamo al supermercato, dice. E quelli ci davano qualche soldo. Bastavano per comprare i cuscinetti a sfera.

Pure i giornaletti. Il ferramenta si prendeva i giornaletti e ci dava i cuscinetti.

 

Sorride. E snocciola nell’aria tiepida ricordi. Che galleggiano come farfallette.

C’è un  venticello grato. Quasi una speranza. Una possibilità. Parrebbe.

Ogni tanto le prende la mano. Per attraversare. Poi continua a tenerla.

Chissà perché.

…

…

…

(by poetella)

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Quando cammino per …

22 mercoledì Gen 2014

Posted by poetella in amore?, Bellezza che salva, Bellezza della natura, dolore che guarisce, foto di poetella, poesia, serenità, speranza, vecchiaia

≈ 21 commenti

Tag

amore, Andres Gide, crescere, fotografia, giovinezza e vecchiaia, poesia, speriamo bene...

SAM_1008

(foto di poetella)

 

 qui la voce di poetella

Quando cammino per giardini

proprio non posso fare a meno di pensare a Gide.

A quelli che ha  raccontato così amorevolmente

a quei fruscii che uscivano dalle pagine

quei verdi cupi e rossi e gialli in autunno

e i rosa e i viola, e i carminio e i verdolini chiari in primavera

e gli abbagli tra i rami in estate

e il vento fresco le panche di pietra

e i neri in inverno e gli uccelli e i silenzi

e gli zampilli di fontane e lo scricchiolio delle foglie.

 

Me li gusto di più, i giardini, pensando a Gide.

A quando m’ha riportato alla vita, tanti anni fa

coi suoi Nutrimenti terrestri

pagina dopo pagina mi cancellava il dolore

 

pagina dopo pagina mi tirava la manica

col suo guardare affamato

col suo sentire di malato che guarisce.

E io con lui.

 

Anche ieri, passeggiavo e ci pensavo.

E quando ho visto quelle due anziane signore

sulla panchina, che ridevano! Ridevano di cuore

tutte eleganti, coi cappellini e le borsette intonate alle scarpe

i capelli in ordine e non c’era neanche vento

e i foulard scintillanti nel sole del pomeriggio

ridevano e mangiavano pastarelle. Ognuna la sua.

Ridevano, mangiavano e chiacchieravano

chissà di che? Magari d’amore? Ma no, dai!

Beh,  allora, mentre me ne andavo a passo lento tra quei verdi profumati

nella pausa pranzo col mio panino da finire prima della sigaretta

la prima della giornata, eh!

allora, guarda un po’, ho pensato

Vedi? C’è sempre tempo per ridere.

 

Non ti spaventare dell’inverno che avanza, cara mia.

…

…

…

(by poetella)

FELIX MENDELSSOHN – BARTHOLDY – Spring song

 

 

 

 

 

 

.

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A volte, malinconicamente…

06 mercoledì Nov 2013

Posted by poetella in amore?, assenza prersenza, autunno, Bellezza che salva, consapevolezza, cose consolanti, diario, felicità, foto di poetella, la forza dell'amore, le cose importanti, malinconia, pensieri sparsi, poesia, speranza, vecchiaia

≈ 16 commenti

foto dal tel 033

(foto di poetella)

 

Qui la voce di poetella

 

 

A volte, malinconicamente

un po’ come nell’Assenzio di Degas, ecco,

malinconicamente mi vedo, mi sento

fotografia sbiadita

d’una me ragazza che ancora aspetta, ancora guarda ancora sente 

ancora

vorrebbe. Ancora vuole.

 

Ancora,  dai! Non è ancora ora di.

 

 

 A volte, con un’ansietà sempre più intensa m’allarmo

non che arrivi fino a Munch, comunque, a quell’orrore

a quello spasimo di raccapriccio

m’allarmo comunque a una nuova, piccola ruga tracciato d’aratro

a dissodare poi sotterrare sogni.

 

 

Altre volte, invece, compiaciuta d’un compiacimento barocco

mi guardo

coi tuoi occhi allo specchio grande del bagno

con la lampadina a luce calda

giochi

di luci ed ombre, tela di Tiziano, o Rembrandt o Rubens

 

Venere, sei la mia Venere, hai detto, ricordo

mentre mi spoglio e mi preparo per la notte

 

e buona notte, buona notte buona notte!

 

che abiterai,

forse,

spero,

possibilmente, sì,

 

che abiterai nel sogni. O no?

…

…

…

(by poetella)

 

 

 

 

 

.

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ri-post “E sarà meraviglioso…”

18 giovedì Lug 2013

Posted by poetella in amore?, attesa, Bellezza che salva, crescere con l'amore, desideri..., fedeltà, libertà, nostalgia, poesia, speranza, vecchie mie...

≈ 10 commenti

Tag

anime, conosciamo, lo specchio

Michelangelo e il Marmo(foto dal web)

Ascolta poetella

 

 

 

E sarà meraviglioso, vedrai, come

sempre è meraviglioso guardare

la pioggia scendere impetuosa da dietro i vetri

per un bambino che non ha paura

per chi è bambino sempre

e non ha paura

quasi più.

 

Sarà meraviglioso come guardarsi

le mani pulite    lavate via tutte le scorie

del passato

le mani aperte verso il cielo

 

lo so. Sentimi. Sarà meraviglioso

per noi che conosciamo la grandezza

che sappiamo lo stupore

che ci accende la musica

di questa nostra libertà

di prigioni slegati

ritrovata la casa

il fuoco  e lo specchio.

 

Sarà un cantico      una laude al destino

generoso e benevolo

ritrovarti

sapiente la trama che ha steso i giorni

sapienti gli occhi che hanno visto

riconosciuto

intrecciato

queste nostre anime di seta e oro

splendente veste di festa

attorno ai passi di danza. Insieme.

…

…

…

(by poetella)

 

 

 

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Si dovrà riempire. In qualche modo si dovrà riempire…

28 venerdì Giu 2013

Posted by poetella in amore?, assenza prersenza, attesa, Bellezza che salva, J.S:Bach, speranza

≈ 44 commenti

Tag

fluente, il tempo, la scala, limbo, respiro, s bach

images(foto dal web)

 

 

Si dovrà riempire. In qualche modo si dovrà riempire,

 

come il secchio sotto la fontana. E che l’acqua scorra.

Senza posa. Senza freni, né rubinetti. Imposti.

Chiavi e chiavette, tubi e tubetti. Filtri, tappi, colini.

Niente.

Uno scorrere senza tregua. Né respiro.

Che sia fluente, sfuggente, scrosciante. Vibrante.

Come  musica d’acqua.

 

Si dovrà riempire. In qualche modo si dovrà riempire

questo mio tempo, questo mio limbo di tempo.

e già due giorni sono passati. E non dovranno passare. [Più]

 

Dai che ce la fai! Siamo un passo avanti. Di formica.

E il tempo è un leone che rugge.

O gazzella che fugge.

Il tempo è un bicchiere di carta. Col buco sotto.

Conta, conta e riconta. Bevi. Finiscilo prima.

Un sorso e va giù. Un sorso e va giù.

Conta, conta e riconta. Bevi. Finiscilo tutto.

Dai che ci sei. Dai che manca poco. Poco un corno.

 

Si dovrà riempire. In qualche modo si dovrà riempire,

questa fila di ciotole rosse, su per la scala. Ognuna un gradino.

Ognuna un pochino d’attesa riempita, bevuta, assorbita, filtrata e poi…via!

 

Arriverà.  Tornerà il giorno dell’ Eccoti! Sei qui. Per me.

…

…

…

(by poetella)

 

 

 

L-S. Bach – Three Part Inventions XIII in A Minor.

 

 

 

 

 

 

 

 

.

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Come si consola, si tranquillizza, come se ne sta buono buono…

16 martedì Apr 2013

Posted by poetella in amore?, atmosfere magice, auguri amore mio!, consapevolezza, foto di poetella, J.S:Bach, le cose importanti, malattia, pazienza, poesia, preghiera, speranza

≈ 14 commenti

Tag

amore, attesa, fammi sapere, J.S.Bach, paura, ti amo

 

nubi(foto di poetella)

 

Come si consola, si tranquillizza, come se ne sta buono buono,

 come s’affida e si dedica sereno poi alle sue faccende, come ritiene con speranza che ci sia qualcuno che pensi alla traiettoria delle nubi e delle rondini, uno che decida quando e perché far fiorire improvvisamente la gardenia, uno che dosi sapientemente il suo profumo,

 

come non si spaventa di nulla chi sa di poter consegnare in mani forti e competenti il suo bagaglio di paure e di impacci, chi possa delegare il saggio dei saggi a prendere tutte le decisioni più pungenti, più stringenti, più faticose, più fantasiose

come non vacilla mai chi ha una guida luminosa ad alto voltaggio e bassissimo consumo, anzi, quasi nullo consumo, per lasciarsi indicare fiducioso tutte le vie che portano alla felicità,

come vive facile chi sa che tanto potrà alzare gli occhi e chiedere, e gli sarà dato, sempre, va bene, via, quasi sempre e se non avrà sarà solo per qualche motivo superiore, incomprensibile ma sicuramente giustificabile,

come vive quieto chi crede di poter contare su un Dio, di poter  pregare un Dio che pensi a tutto, senza chiedere nulla.

 

Io, no.

 

Ma spero ugualmente che la vita sia vivibile e che tu, che per te, oggi, con le mani e i ferri nella tua carne, chi deve operi con coscienza. E competenza.

Anche se io non prego più. Da tanto.

 

Sta sereno, amore mio…e fammi sapere, appena puoi…

…

…

…

(by poetella)

 

 

J.S. Bach-Prelude and Fugue in A Minor

 

 

 

 

 

.

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E tu, tu! Resta come sei, hai detto…

13 sabato Apr 2013

Posted by poetella in amore?, assenza prersenza, attesa, consapevolezza, crescere con l'amore, dolore che guarisce, foto di poetella, musica, nostalgia, pazienza, poesia, saggezza, speranza

≈ 7 commenti

potature(foto di poetella)

 

 

E tu, tu! Resta come sei, hai detto.

Certo che resto come sono. Certo.

 

Lo sai? hanno potato tutti gli alberi, in giardino. Adesso, solo rami scheletriti verso il cielo lontano, così lontano, così terribilmente lontano, maledettamente, irrimediabilmente lontano

allontanato da prove, da  dispetti, da fatiche sgraziate di titani  nemici e invidiosi

e se lo sono tirato via, quelli, come una coperta azzurra frusciante di raso e noi, dai! dai a strattonare, dai a puntellare, dai a cercare appigli per contrastare

E tenercene un po’.

Eppure, sì, eppure sai che ti dico?

Riesco ancora a sorridere. Bello, no?

Sarà che quando hai imparato, sarà che quando qualcuno ha insegnato, (no, non qualcuno, tu) sarà che quando è tua ormai una serenità di foglia sul fiume

di piccola bolla di sapone che va

di  goccia che stilla dalle pareti della grotta

e lo sa, lo sa che prima o poi,

prima o poi finirà nel mare vasto

– dove mai, se no?-

grondante di vita sommersa, allora

di cosa ti vuoi preoccupare mai, dico io.

 Ricresceranno le chiome degli alberi.

Che non ci mettano troppo, però. Ché io amo l’ombra.

…

…

…

(by poetella)

 

 

 

 

 

FELIX MENDELSSOHN – BARTHOLDY – Spring song.

 

 

 

 

 

 

.

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Ho visto sui rami del pruno, oggi…

05 venerdì Apr 2013

Posted by poetella in amore?, assenza prersenza, atmosfere magice, attesa, Bellezza che salva, Bellezza della natura, emozione, felicità, foto di poetella, musica, primavera, speranza

≈ 14 commenti

Tag

amore, felix mendelssohn bartholdy, mail, poesia, primavera, spring song, ti amo

SAM_0690

(foto di poetella)

 

Ho visto sui rami del pruno, oggi

mille e mille desideri farsi fiore

e un piccolo merlo incuriosito

macchietta di nero e arancio  appena tremante

 

All’oggetto della mail – ti amo- hai scritto

che sarebbe bastato già quello

a tessere questa luce bianca cha adesso viene.

 

Invece è anche primavera

…

…

…

(by poetella)

 

 

 

FELIX MENDELSSOHN – BARTHOLDY – Spring song.

 

 

 

 

 

 

 

 

.

 

 

 

 

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Sta crescendo la luce gialla…

27 mercoledì Mar 2013

Posted by poetella in amore clandestino, assenza prersenza, attesa, desideri..., emozione, foto di poetella, poesia, speranza

≈ 22 commenti

Tag

amore, attesa, luce, mail, perdono, poesia

cucina

(foto di poetella)

 

Ascolta poetella

 

 

 

Sta crescendo la luce gialla

appena rosata dietro le tendine profumate lavate di fresco

 

Darei tesori nascosti,

-se ne avessi, ovviamente-

per vivere pochi istanti di questi

ogni giorno come una curetta ricostituente

tutti miei dimenticata dal mondo  immersa in me con la luce

questa luce che oggi mi pare prometta lasci sperare

senza rumori senza domande

niente occhio indagatore

cerchi il perdono invece o lo conceda

finalmente.

 

E cresce cresce indora sparpaglia minuscoli

trasalimenti coriandola gioia e come si fa

come si fa a non starsene in attesa

come si fa, appostati in silenzio

ancora in attesa ché si fa presto a sperare a starsi a rassicurare

 

Si fa presto a restare in ascolto del primo cinguettio

primo pensiero

prima vibrazione di cellulare

 

o anche in ascolto della prima mail benedetta.

 

È giorno chiaro. Adesso.

…

…

…

(by poetella)

 

 

 

 

 

 

 

 

.

 

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Facevo cose, oggi…

16 sabato Mar 2013

Posted by poetella in amore?, assenza prersenza, atmosfere magice, attesa, desideri..., foto di poetella, pazienza, poesia, primavera, speranza

≈ 16 commenti

Tag

amore, contadini, il cielo, pazienza, poesia

solo...(foto di poetella)

 

                            Ascolta poetella

 

 

Facevo cose, oggi, faccenduole, poi guardavo fuori.

Strano come mi stia a cuore lo schiarirsi del cielo

in questi giorni.

 

E sì che me ne sto da un po’  in questa scatola senza fretta, senza

scarpe da infilare o togliere, senza cappotto.

E la borsa è nell’armadio, con la carta dentro

le chiavi sul ripiano della libreria

ho persino bruciato dei rametti di rosmarino sul gas

così, per farmi attorno profumo di legna, di camino ma il cielo

 

il cielo lo guardo con trepidazione

con allarme sfibrante di schiusa di uova, inconsapevole si corrusca e si distende

gioca, lui. Che ne sa.

 

Che ne sa della pena dei contadini che invocano pazienza

(Asciuga il campo, prepara la terra!)

rassegnati alla speranza, le braccia le mani gli occhi

 

che ne sa dell’allegria per il vento che spazza le nubi di marzo

promette tepore in arrivo e gemme e poi fiori e poi frutti.

 

Non ci si placa la sete, la fame, intanto. La voglia.

 

Maledette primavere, bella che sei! hai detto

 

sempre in attesa, ancora. Sempre. Noi.

…

…

…

(by poetella)

 

 

 

 

 

.

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Per tutta quella pioggia…

21 lunedì Gen 2013

Posted by poetella in amore?, assenza prersenza, atmosfere magice, attesa, Bellezza che salva, crescere con l'amore, emozione, felicità, foto di poetella, inverno, le cose importanti, Mahler, passione, poesia, speranza

≈ 17 commenti

Tag

amore, amore vero, attesa, bella da morire, gioia, mahler, poesia, sto bene

Foto di poetella

(foto di poetella)

 Ascolta poetella

Per tutta quella pioggia

la sarabanda di nubi e nubi e nubi

sul grigio

per la pesantezza degli occhi

un certo ritegno d’affacciarci e sperare

su fondali abitati da cornacchie

e rami spogli stecchiti ritorti soli

 

per il canto del freddo

imperatore con lo strascico che sfila

e si vanta

dietro i doppi vetri

chiusi – chiuse le porte – chiuse le serrande

chiuse le attese

apparentemente

 

Persino per il bianco dei fiocchi, quest’anno

 

Per quelle giornate io

per quelle giornate esaurite

già a primo pomeriggio nella misericordia

d’una lampadina a basso consumo

 

per questo gravame d’inverno

per questo penare d’inverno [io]

che sembra evaporare come antica

nostalgia al tempo degli incontri

 

per tutto questo io, adesso benedico

io benedico e benedico e canto

l’ingresso

segreto, anticipato

[zitta zitta in punta di piedi

Una bimba con le scarpe della mamma]

io canto e benedico l’ingresso

di questa tenera

giovane

trepida

profumata

scapigliata

 

dolce primavera dei miei giorni

…

…

…

(by poetella)

–

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Ecco, chiara luce oggi…

12 sabato Gen 2013

Posted by poetella in amore?, assenza prersenza, atmosfere magice, attesa, dolore che guarisce, fine di un amore, foto di poetella, inverno, Musica Antiqua, poesia, speranza

≈ 31 commenti

Tag

amore, chiara luce, fine di un amore, giovinezza, il cielo, luce, minstrel melodies, musica antiqua, osmosi, poesia

SAM_0321

(foto di poetella)

 

 

Ecco, chiara luce oggi.

Quella luce come di carta argentata.

Un cielo vestito d’organza azzurra.

Senza sbruffi. Senza volant.

Semplice e pulito abitino di ragazza

alla messa di Pasqua.

 

Luce come piccoli fiori sui capelli.

Luce belletto di giovinezza.

Luce che penso Mai!

Nessuno mai, mai più come te!

 

E come si può, ma come si può temere

come si può sospirare tantomeno piangere

sotto questo distillarsi di felicità

quasi sonora.

 

Una laude, proprio una laude alla vita che

perpetua

da uno all’altro da uno all’altro

inarrestabile, continua. Per osmosi.

…

…

…

(by poetella)

 

Musica Antiqua – Minstrel Melodies

 

 

 

 

 

 

 

 

.

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Andare a cercare il …

11 venerdì Gen 2013

Posted by poetella in amore?, assenza prersenza, atmosfere magice, attesa, Bellezza che salva, dolore che guarisce, foto di poetella, inverno, nebbia, poesia, speranza

≈ 14 commenti

Tag

amore, il cielo, luce, nebbia, passeggiata, poesia, serenità, silenzio

nebbie

(foto di poetella)

 

Ascolta poetella

 

 

Andare a cercare il nocciolo. Il cuore invisibile.

Il remoto principio del tutto.

Guardinghi, nel lucore della nebbia.

 

Stamattina, camminare, davvero una sfida.

Si può procedere, comunque, anche senza distinguere nettamente i contorni del destino.

Anzi, forse proprio per questo.

L’indeterminatezza è certo fonte di allerta.

Di sensibilizzata attenzione.

Una percezione di vento sulla pelle bagnata.

Oltre all’innegabile bellezza del paesaggio che sfuma dolce, attorno.

Delle sue svariate, ignote potenzialità.

 

Persino il cinguettio di un invisibile abitante di un invisibile albero

può contenere un indubbio fascino sottile.

Senti le note, tintinnanti, unica certezza nitida, senti?

in un vaporare di tutte le questioni del mondo.

 

Eppure davvero devo riconoscere che quella mia passeggiata

in un quasi niente grigio-bianco

acceso qua e là di luci giallognole fisse o rosse o bianche mobili

quella mia passeggiata m’ha ammorbidito il cuore. Inzuccherato.

Placata la sua inestinguibile fame di certezze.

 

Ho accolto quei colori sfocati come premessa alla luce.

 

È che la nebbia, è come se la nebbia mi facesse pensare ad un prossimo, promesso, possibile, atteso, sempre mi facesse pensare a un delicato, morbido, fremente risveglio di bimbo.

 

Ancora possiamo aspettare, dunque. In silenzio.

…

…

…

(by poetella)

 

 

 

 

 

 

.

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Un certo fascino a stare …

26 mercoledì Dic 2012

Posted by poetella in atmosfere magice, attesa, biografia..., Borodin, consapevolezza, da leggere, diario, foto di poetella, le cose importanti, Luigi Meneghello-Libera nos a malo, malattia, poesia, speranza, vecchiaia

≈ 22 commenti

Tag

bambina, borodin, Libera nos a malo, Luigi Meneghello, malattia, Ricordi

libera nos a malo

(foto di poetella)

 

 

Un certo fascino a stare malata.

Come non ricordare una io ragazzina, sotto le coperte,

col libro che si portava via la febbre.

e tutte le richieste del mondo

ovattato, operoso

di lato. Senza intrusioni.

 

Mamma e sorella che portavano coccole e tazze di te.

Un tepore alle guance e i piedi freddi.

E il libro. Sempre.

Cercare la posizione, la luce migliore

inclinandolo un po’.

Tirare su il cuscino

e intanto mica chiudere la finestra sui sogni.

 

Me ne sto come allora a divorare assaporare sgranocchiare parole

scacciando interrogativi inutili. Aspettando.

Buono questo “LIBERA NOS A MALO”.

Buon libro. Di ricordi.

I miei sono diversi. Ognuno ha i suoi.

 

Da ragazzina mi piaceva fare la malata.

Avevo la scusa per non essere scocciata interrogata valutata

Potevo starmene tranquilla coi miei libri.

 

Poi,  sapevo che sarei guarita.

Perché ero bambina. Buona. E forte.

…

…

…

(by poetella)

 

 

 

Borodin-PetiteSuite-Nocturne

 

 

 

 

.

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Ma dai! Ti ricordi un anno e mezzo fa…

24 sabato Nov 2012

Posted by poetella in amore?, biografia..., crescere con l'amore, diario, empatia, figli, inverno, le cose importanti, padri e figli, papà, quasi racconti, speranza, vecchiaia

≈ 15 commenti

Tag

amore, papà, ti ricordi, vecchiaia

(papà a 18 anni)

 

Ma dai! Ti ricordi un anno e mezzo fa?

Ti ricordi? No. Tu non ricordi più niente. Quasi. Non è vero. Ricordi, invece.

Ma solo sempre la stessa cosa. Quella storia che mi racconti tutti i sabati pomeriggio. Tutti i sabati pomeriggio la prigionia, e Zonderwater, e Ingrid, coi capelli rossi. E le salsicce nell’autoclave. 

E tutte quelle parole scritte a matita. Sei anni di diario. Che pure a te piaceva scrivere. Pure a te. Tutte cancellate. Via! Svanite per sempre. Come la tua memoria. Recente. Che io ti capisco, sa’?

Che c’è di bello da trattenere in questi tuoi giorni? Che fa se non ricordi cosa hai mangiato a pranzo. Che fa se non ricordi, col telefono in mano, cosa volevi dirmi. Perché m’hai chiamata. Che potresti mai dirmi adesso. Che ci sarà mai da dire, un giorno…chissà io che dirò quando…

No, non ci voglio pensare.

Ma, comunque

 dai! Ti ricordi un anno e mezzo fa?

Quando le gambe! Non sento più le gambe. Non ce la faccio a muoverle. Non camminerò più. Come sono ridotto! E io no! No! Ce la farai. Ed io a curarti, a coccolarti, come fossi mio figlio.

A vestirti, a spogliarti. Non t’avevo mai visto nudo, prima. A correre al tuo letto una, due, tre, quattro volte, la notte, come tanti anni fa, quando Giuli piangeva, piccolo piccolo, che non dormiva mai. A correre a massaggiarti le gambe, a massaggiarti il cuore. A portarti l’acqua con la cannuccia, che non ce la facevi a tirarti su per bere. In quell’agosto infocato. A cambiarti il letto con te sopra, piano piano. Sorridendo. A consolarti. A incoraggiarti, tu figlio e io madre.

A spronarti. A ridarti il sorriso.

Dai! Ti ricordi un anno e mezzo fa?

E poi seduto sulla seggiolina dello studio, con le rotelle. E poi, finalmente a mangiare in cucina, la seggiolina come una macchinina per casa. Come un tappeto volante verso i sogni.

 

E poi, quella volta in piedi! Ce l’hai fatta, sei in piedi! Ce l’hai fatta! Vedi che ce l’hai fatta e a ballarti attorno, a girare come una trottola, a saltare, folletto dei tuoi giorni, allegra come un cardellino a primavera!

E quei tuoi primi passi, piano piano, appoggiato a me. come farei senza di te, dicevi. Ma io ci sono.

E poi, quella volta, solo! Uno, due, tre passi. Solo! Battiamo le mani, cantiamo, balliamo! Ce l’hai fatta!

Dai! Ti ricordi un anno e mezzo fa?

Glieli abbiamo strappati alla Signora in nero tutti questi giorni! Abbiamo vinto noi, ancora noi! Dai…non ti scoraggiare. Ce la possiamo ancora fare, vedrai, papà!

 

Eccomi. Arrivo. A tra poco, papà mio!

…

…

…

(by poetella)

 

 

ChetBaker – Over The Rainbow

 

 

 

 

.

 

 

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Ovviamente aspetto. Che altro?

16 venerdì Nov 2012

Posted by poetella in amore?, assenza prersenza, attesa, foto di poetella, le cose importanti, passione, poesia, speranza

≈ 4 commenti

Tag

amore, attesa, passione, poesia

 

(foto di poetella)

 

Ascolta poetella

 

 

Ovviamente aspetto. Che altro?

 Una gatta acquattata. Hai presente? In  silenzio. Puoi sentirla respirare lenta.

Leggero soffio regolare.

Proviamo, hai detto. Sì. Proviamo.

 

Oggi c’era una luce rosata sulla magnolia. Probabilmente l’ombra del palazzo tagliava il riflesso d’alba.

Ci vuole qualcosa che copra, che veli. Che neghi.

Avessi visto quelle foglie illuminate, che festa! Spudorate…

Stagliate su dall’ombra.

 

L’ombra in cui stagno sta per schiudersi.

Ovviamente aspetto. Che altro?

Aspetto la luce.  La conosco. Quella che t’esce dagli occhi quando la porta socchiusa ti svela, ti scopre. Ti scopro sempre più magico. Il sorriso di un dio. Eterno .

 

Quanti passi dovrò fare pe’ arrivare al tuo castello, senza spada e senz’anello?

 

Porterò il gioiello più bello, però. Lo sai, per te.

Sarà un incendio di luce. Sai come danza la fiamma? Balenio di rossi e oro.

Brucerà tutte le cose. Quelle  create e quelle sognate.

E quelle perdute e ritrovate. E ancora perdute, poverette.

Tutte le cose vive e quelle morenti e anche le morte. E sepolte.

E anche il dolore e la malinconia.  No?

E il dubbio. Non andare via!

Purificati in questo bruciare.

Sublima..

 

Brucerà sulla pelle.

Sulle labbra. Su tutte le ore passate. Sulla presente, rovente.

Sarà sigillo di fuoco a fuoco. Impresso.

 

E sarà inutile, fidati, provare  a scordarmi, poi.

 

Ma non ci proverai, vero? Come potresti mai?

..

…

…

(by poetella)

 

 

 

 

.

 

 

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Ci facciamo bastare poche parole…

16 martedì Ott 2012

Posted by poetella in amore?, assenza prersenza, attesa, crescere con l'amore, desideri..., foto di poetella, le cose importanti, malinconia, nostalgia, pensieri sparsi, poesia, speranza

≈ 16 commenti

Tag

amore, la tua voce, nostalgia, parlami, ti amo, tracy chapman the promise

Ci facciamo bastare poche parole

 

Oppure no. Magari cerchiamo la coda invisibile. Devono avere certo una coda invisibile.

Come la scia che lascia un pensiero. Ecco.

Devono avere un seguito nascosto, uno strascico di seta azzurra, un profumo che impregni a lungo, anche a finestre aperte.

Quando un desiderio s’espande oltremisura ogni cosa prende i suoi connotati.

Tutto si colora e scolora e colora ancora del suo abbagliante colore.

C’è riverbero.

C’è riflesso.

Ci si specchia, ci si potrebbe specchiare nel suo riflesso.

 

E allora

 noi ci facciamo bastare poche parole.

Ci saziamo della traccia che lasciano nell’aria e ce la scriviamo in petto. Come un marchio, come un sigillo. Un riconoscimento.

Ce le ripetiamo e ripetiamo per sciogliere il gusto in bocca. Anche se non riesce ad arrivare in gola.

Troppo poco. Troppa fame. Alcune, poi, particolarmente dolci, si dissolvono come grumetti di meringa.

Ma la bocca resta dolce, dopo.

Così dolce che anche quel lievissimo gusto amaro, ce n’è di gusto amarognolo, no? Anche quello, beh, via!

Va giù.

Dunque, noi, sempre affamati, ma tanto chi ci toglierà mai quella fame, chi potrà mai saziare la nostra sconfinata ingordigia, la nostra golosità?comunque, noi, almeno proviamo e

 

ci facciamo bastare poche parole

 

senza andare troppo per il sottile, senza indagare, senza chiedere. Sarà, sicuro che sarà, deve proprio essere paura. Saggi quelli che dicevano

chi si contenta gode. Certo. Ma quando?

…

…

…

(by poetella)

 

Tracy Chapman – The promise

 

 

 

.

 

 

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Proprio questo, certo, proprio questo il punto…

12 venerdì Ott 2012

Posted by poetella in amiche, amore?, assenza prersenza, consapevolezza, crescere con l'amore, foto di poetella, inverno, le cose importanti, libertà, pensieri sparsi, poesia, quasi racconti, saggezza, speranza, vecchiaia

≈ 11 commenti

Tag

amore, cosa resta di noi, dopo, ti ricordi

Proprio questo, certo, proprio questo il punto.

La vedo così, comunque. Come, non c’hai capito niente?

Rispiego. Tranquilla. Sì, deformazione professionale. Ci  sono abituata. Ma no, dai!

Mica dico che sei cretina. Io ci sono abituata a rispiegare. E dai!

Sono io che, certe volte, magari. Dici, spesso?

Ma non è vero che non mi segui più. È che sei, diciamo, ecco, sei legata. Sei impiastricciata di quello che senti dire, che ti hanno convinto a, che pensi si debba…

Sciogliti, cara. Vedrai che mi darai. Certo. Te lo dico io che.

Dicevamo?

Ah, sì

proprio questo, certo, proprio questo il punto.

 

Per lo meno io penso che. Ma sì. Allora dimmi, rispondi. Serena, però. Senza farti condizionare. Che è, cos’è che da fastidio, che scoccia di più quando.

Sì, sì, lo sai, stiamo parlando di quello.

Pensa a quando ti stavi a disperare, ma sì, lo so che sono passati dieci anni. Mi ricordo, sa’, io!

Insomma, che era che ti faceva disperare? Voglio morire! Ti ricordi? Tutt’è finito per me! Ridi, ridi! Sono buffa? Dieci anni fa mica ridevi! Beh, cos’era?

Dici? No, te lo dico io che era.

No! non  era che t’aveva lasciato.

Non era quello.   Ma no,  Non era che la storia era finita. . Beh, secondo me, no.  Poi  te.

E certamente! Te di pure quello che. Ma per carità. Ti pare che ti voglio convincere?

Ma non ci penso per niente. Io. Ma  quando mai!

Non è questo, certo, non è questo il punto.

 

Comunque, secondo il mio misero parere. E sì, adesso te lo dico. Cavolo! Mi interrompi sempre!

Tu eri sparita insieme a lui. Questo, era. Ti ricordi? Chi mi dirà più Come sei bella? Ti ricordi, vero? Lo stavi sempre a dire e piangevi! Non esistevi che nel suo riflesso. Eri niente, senza.

 

E poi c’era dell’altro. Tu ti vedevi orribile, nel suo ricordo. Un mostro.

Così come lui ti vedeva gli ultimi tempi. Prima di.

E questo, questo era terribile. Intollerabile.

Lasciare di sé un’immagine odiosa, soffocante, da eliminare dalla memoria.

Questo ti bruciava.

Proprio questo, certo, proprio questo il punto.

Lo vedi che mi dai ragione?

Ecco perché io.

Sì. Questo. Sempre luminosa, sempre grata come un tè al gelsomino, d’inverno.

Sempre senza delusioni. Senza sbiadire. Senza sbuffare. Senza gesti della mano a dire, bah!

Via! Basta.

 

Così, sarò e resterò, sempre. In lui. Certo. Sicuro.

E che sono bella me lo dirò da sola. Stanne certa. Contaci, cara mia.

…

…

…

(by poetella)

 

An Affair To Remember

 

 

 

 

 

.

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Stava pensando a Marco, da un po’…

05 venerdì Ott 2012

Posted by poetella in amore?, atmosfere magice, biografia..., consapevolezza, crescere con l'amore, le cose importanti, poesia, ricordi di scuola, speranza

≈ 10 commenti

Tag

amore, luce, professoressa, ragazzi difficili, ricordi di scuola

(foto dal web)

 

Stava pensando a Marco, da un po’.

E le veniva proprio da sorridere. Finalmente.

Raro che pensando a Marco sorridesse. Almeno fino adesso.

Marco sempre agitato. Marco col coltellino, con l’accendino, con le sigarette in tasca. E lo zaino vuoto. Sempre vuoto come il futuro senza speranze. Marco col padre all’estero.

Che invece all’estero non c’era stato mai.

Forse nemmeno fuori dal quartiere. In quegli ultimi anni.

Solo un po’ fuori. Quartiere confinante. Con le sbarre alle finestre.

Marco che voleva andare al bagno. Marco che voleva scendere a fare fotocopie. Marco che voleva andare a riprendere la felpa in palestra. Che voleva cercare la professoressa di Musica.

Che voleva chiamare a casa.

Marco che fuori, via, basta che non stava in classe.

Ché in classe si annoiava. Faceva casino. Strillava. Ruggiva. Bestemmiava.

Marco che, professorè, s’è addormentato! Lo lasciamo dormire, così non rompe?

Stava pensando a Marco, da un po’.

 

Marco che Non mi va. Non so’ capace. Marco che Ma che voi da me?

Marco che Il libro non ce l’ho.

Il righello non ce l’ho.

Marco che balla, che canta e non è l’ora di Musica. Che legge forte il Corriere dello Sport, col libro di Tecnologia  del compagno aperto davanti.

Marco che s’arrampica sui banchi. Che si siede con la sedia a rovescio come all’osteria.

 

Stava pensando a Marco, da un po’.

Marco che quella mattina la stava aspettando davanti alla classe, con gli occhi accesi come di fronte ai regali di Natale che non riceveva mai, l’aspettava tenendo la maniglia della porta e dondolava come su una giostrina  alla festa del quartiere, allegro, sveglio.

In attesa.

E quando se l’era trovato a tiro di voce Lo finiamo il lavoro dell’altra volta, professorè?

No! Ne facciamo uno nuovo!

Che, l’altra volta, seduto al computer, con lei vicina, aveva fatto un capolavoro!

Ma sì che sei capace. No, professorè. Ma ti dico di sì. Così, così e così. E poi così. Vedi? Così.

Era stato capace, invece, mentre gli altri disegnavano sui loro fogli. Un po’ invidiosi. Che gli piaceva che gli altri fossero invidiosi. Come gli piaceva!

Lui, la stessa cosa dei compagni, al pc. Solo lui.

E lei vicina, che Sei brava, professorè. Cacchio! Anvedi  quante cose sai fa’!

 

Era stata brava sì!

Oppure, solo una botta di fortuna. Non lo sapeva.

Ma a Marco che gliene fregava!

Lui, adesso l’aspettava, ché con lei si divertiva.

Ché adesso era diventato bravo! Per adesso solo con lei, ma…

…

..

…

(by poetella)

 

 

John Cage  – Dream

 

 

 

.

 

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02 martedì Ott 2012

Posted by poetella in atmosfere magice, attesa, Debussy, desideri..., foto di poetella, musica, nebbia, pensieri sparsi, speranza

≈ 17 commenti

Tag

claude debussy, nebbia

…Le nebbie del Nord…

ok, non è Nord…

ma noi

aspettiamo lo stesso.

Hai visto mai?

 

 

Claude Debussy – Arabesque

 

 

 

.

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potremmo forse mai dire….

24 lunedì Set 2012

Posted by poetella in amore?, assenza prersenza, attesa, crescere con l'amore, dolore che guarisce, foto di poetella, le cose importanti, libertà, pensieri sparsi, poesia, saggezza, speranza

≈ 27 commenti

Tag

amore, Bach, crescere, fantasia, serenità

(foto di poetella)

 

Ascolta poetella

 

 

 

Potremmo forse dire d’essere arrivati?

Noi che ce ne stiamo qui, a guardare, come dalla terrazza sulla  vasta baia.

Noi che osserviamo e sorridiamo del calmo piatto e delle creste d’onda

Del sorgere, del tramontare.

Noi che sorridiamo anche del buio e della pioggia.

E dello scirocco e del maestrale.

 

Noi che sorridiamo come una statua del Budda, il sereno. Il lago.

potremmo mai forse dire d’essere arrivati?

Noi  che il dolore, la gioia, la paura, la fantasia.

Noi che la speranza e la pace

della totale sua assenza.

Noi che non aspettiamo, aspettando.

Non cerchiamo, cercando.

Noi che sì e no. E forse.

potremmo forse mai dire d’essere arrivati?

 

Non credo. Ce n’è di strada da fare.

Anche solo riuscire a non prendersela per quelli

che non lasciano il bagno come vorrebbero trovarlo.

Come faccio io. Come fai

tu.

 

Ma questa è un’altra storia. Certo, dico io.

…

…

…

(by poetella)

 

 

 

 

.

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Se c’è una legge in cielo…

25 mercoledì Apr 2012

Posted by poetella in atmosfere magice, attesa, Bellezza che salva, Bellezza della natura, crescere con l'amore, desideri..., dolore che guarisce, le cose importanti, poesia, primavera, speranza

≈ 10 commenti

(foto di poetella)

 

Se c’è una legge in cielo

se c’è una legge che pilota

quei capricci di nubi e quelle

forme che si schiudono gaie

e si spandono  pei campi e per l’aria

e gli alberi e gli occhi e i pensieri

 

se c’è una legge che trascina

e convince il rinnovato inizio

di questa giostra volante

nel nero più nero dei punteggiati cieli

disabitati o no fruscianti di stelle

 

Se c’è una legge trascritta nel cuore pulsante

della terra, nel mio

quella legge invoco, adesso

che scacci paura e dubbiose certezze

che sorrida e consoli

e incoraggi

– a starle a dar retta –

incoraggi come mano che guida

come bocca che dice Ce la fai, ce la fai

come sguardo e sorriso

braccia aperte che aspettano

passetto passetto

quel cammino verso la luce

anche nel buio pesto. Che finisce.

…

…

…

(by poetella)

 

 

 

ascolta poetella 

 

 

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esorcizziamo la pioggia, va’…

24 martedì Apr 2012

Posted by poetella in desideri..., emozione, foto di poetella, le cose importanti, libertà, poesia, speranza

≈ 6 commenti

(foto di poetella)

.

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S’era all’inizio di febbraio del ’69…

12 giovedì Apr 2012

Posted by poetella in amore?, biografia..., crescere con l'amore, felicità, le cose importanti, speranza

≈ 26 commenti

Tag

la prima volta, pavese, robert jordan, tenco

foto di poetella

S’era all’inizio di febbraio del ’69.

E lei, per la prima volta, no come le altre volte che, una speranzuccia, un sospettuccio di, o un abbaglio, magari, o un Lo vedi che pure io?

No, come le altre volte.  Stavolta, per la prima volta, s’era innamorata.

A sedici anni.

 

E se ne andavano camminando, nel primo pomeriggio che era già buio, a febbraio, se ne andavano camminando in punta di respiro le poche volte che trovava una scusa per uscire, i compiti da Carla, le cianografie, e i fogli Fabriano Castello finiti, le scarpe dal calzolaio e una guardatina alle vetrine, le poche volte che trovava una scusa si vedevano, lui sotto casa ad aspettare le mezz’ore fumando e fumando, lui sorriso triste, bocca bella, si vedevano e camminavano.

 

Camminavano e parlavano e camminavano e parlavano e lui le diceva di rivoluzione, di risveglio di coscienza, le diceva di servi e di padroni, di democrazia, di libertà, le diceva di Marx e Camus e Sisifo e Prometeo, di Nietzsche e Platone e Pavese e lei, quando le diceva di Pavese, lui con quel sorriso malinconico e le spalle larghe larghe e lo sguardo infocato e pulito, quando le diceva di Pavese si sentiva spuntare la luna in petto e tramontare e spuntare ancora. Per lei.

 

E lei gli diceva di Maria e Robert Jordan  e del grano e dello stupore e dell’amore e pensava sono tua.

 

Parlavano e parlavano e parlavano, fino al prato, dietro i palazzi nuovi, e lì casti, teneri, timidi s’affacciavano a quel noi che sconfina.

 

E non sapeva allora lei che l’avrebbe ritrovato, dopo quarant’anni.

Non sapeva come gioca, scherza, fa i dispetti, si diverte a mischiare e ribaltare e scompigliare destini la vita.

…

…

…

(by poetella)

 

 

 

Lontano lontano- Luigi Tenco

 

 

 

.

 

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Adesso sento la tua risposta…

29 giovedì Mar 2012

Posted by poetella in amore?, assenza prersenza, atmosfere magice, attesa, crescere con l'amore, desideri..., emozione, felicità, foto di poetella, le cose importanti, poesia, speranza

≈ 18 commenti

Tag

orfeo

 

 

 

 

 

 

 

 

(foto di poetella)

Adesso sento la tua risposta

Sento parole, fruscii,

si smuove l’aria.

 

Mi faccio bastare una piccola nota

un sonaglio nel tutto

che sfuma e scompare

e torna e tintinna

 

Sei tu, tu hai risposto.

 

È tua la voce, la nota, il piccolo

fiotto di luce

Tu che non dici mai, tu

 

misterioso intreccio di silenzi

tu galoppo selvaggio

mio nocchiero di sogni

Tu, tu sconfinata profumata prateria

dove rombano nubi danzanti

 

Ignoro se ami, io che brucio d’amore

Ignoro se brami se aspetti

se conti, se canti

sapevo che mai prometti. Ignoro il codice

dei tuoi bianchi silenzi.

 

Ma oggi m’hai concesso risposta

a spaccare la terra

a bagnare la gola.

 

Adesso ascolta. Ascoltami.

 

Sta qui a sentirne delle belle. Comincio.

…

…

…

(by poetella)

 

 

Monteverdi-Toccata – Orfeo.

 

 

.

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Lo vedi…

20 martedì Mar 2012

Posted by poetella in atmosfere magice, attesa, Bellezza che salva, camminare guardando, consapevolezza, crescere con l'amore, desideri..., emozione, fiabe, foto di poetella, indipendenza, libertà, poesia, speranza

≈ 14 commenti

Tag

gioia, memorie, nube

 

 (foto di poetella)

 

Lo vedi. In ogni nube

stanno mille e mille sguardi

e fanno pieghe fanno rabbuffi e riccioli

avvallamenti

e tracciati

 

lo vedi come c’insegnano

probabilità

sgombro di memorie. Traslochi.

Da non crederci. Solo vapore anche noi

in fondo

Proiezioni di sogni.

 

Così bianche, a volte

così sole. Girovaghe

 

Saltimbanche del cielo

 

E come m’invischio in questo loro

andare

Come lo sguardo mi si fa preghiera

Mi si fa voce. Mano che indica

e chiama.

 

Vado imparando che

non c’è paura, in loro. Non c’è perdita

come nel canto che lascia la gola.

 

Le vedo volare di gioia

verso lo scroscio.

 

Vedo come le aiuta il vento.

…

…

…

(by poetella)

 Ascolta poetella

 

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Non te ne andare…

05 lunedì Mar 2012

Posted by poetella in desideri..., emozione, fiabe, le cose importanti, poesia, speranza, voglia di sscrivere

≈ 8 commenti

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

(foto di poetella)

 

Non te ne andare

parola

resta, resta con me parolina bella

a ricamarmi la veste

di piccoli punti

e forellini di luce.

Parola che colora

Che segna

Che impregna

 

Resta, resta con me

fammi

giocare coi tuoi riccioli folti

fatti pettinare buona buona

e sorridi

paroletta gentile

 

Sono tutta un’attesa di te

Tutta protesa

Tutta scoscesa di punti di suoni

Scalinatella verso il mio cuore

 

Stammi nelle mani

parola, negli occhi

Stammi sulla testa

 

benedizione commossa di madre

…

…

…

(by poetella)

 

 

[oggi non ho tempo di registrare… 😦  ]

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Non so bene…

01 giovedì Mar 2012

Posted by poetella in attesa, Bellezza che salva, consapevolezza, crescere con l'amore, desideri..., le cose importanti, poesia, primavera, speranza

≈ 17 commenti

Tag

divenire, memoria, sento

 

 

 

 

 

 

 

 

 

(foto di poetella)

 

Non so bene

La luce chiara entra ancora

dalle finestre

scostate le tende

ancora, ancora un’ora, forse.

[ancora quanto?]

 

Guarda come s’allungano le giornate

proprio fili di ragno

sottili e splendenti ed io lo sento

lo sento che arriva questa primavera

 

e non so

non so bene se davvero

la voglio

 

Ci sarebbe da pensare

a ogni rinascita

ogni nuovo divenire da sperare

da sperare d’avere e non perdere

[più]

 

Ci sarebbe da pensare

a foderare

i cassetti di carta di Varese.

gigli blu su campo crema

 

Ci sarebbe da pensare

a svuotare la borsa

rivoltare

e fare spazio nella memoria

 

ché tutto potrebbe ancora accadere. Forse.

…

…

…

(by poetella)

 

 

Ascolta poetella

 

 

 

.

 

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ancora ricordi…

16 giovedì Feb 2012

Posted by poetella in atmosfere magice, attesa, crescere con l'amore, emozione, fiabe, le cose importanti, mamma, quasi racconti, speranza

≈ 2 commenti

Foto di poetella

(foto di poetella)

 

Bambine! si va in centro! aveva detto mamma, bella bella, col vestito rosa di piquet, stretto in vita, sottile la vita di mamma, le braccia nude piene di lentiggini.

La gonna svolazzava larga e gonfia ad ogni passo, sbruffo di  petali di peonie, mentre prendeva i due vestitini uguali verde acqua per le gemelle. Disegnati, tagliati e cuciti e provati in pochi giorni. A scuola finita. Anche per lei.

Giugno si slargava pieno di vacanze. E di sole. E di attese.

 

In centro. Bello. Le compagnette delle gemelle dicevano Ieri so’ andata a Roma e loro Ma non stiamo a Roma?

Ma la mamma no. Lei diceva in centro. La mamma sapeva bene tutte le parole. Sapeva tutto e sapeva insegnarlo. La mamma era bella bella.

 

E ora in centro a passeggiare coi vestitini nuovi e mamma tutta luce e magari pure il gelato e stare ben attente a non sbrodolarsi. Attente attente.

Tanto Tata si sbrodolava sicuro. Lei no. Lei era una brava bambina. Se lo voleva far dire spesso, per crederci. Una brava bambina composta, che non si sbrodola. Tata non era brava. Le faceva i dispetti. E diceva sempre Brutta lenticchiosa, se vedeva che la sua bambola era più stropicciata e ciondolosa e sporca e allora Brutta lenticchiosa a lei, per vendicarsi.

E lei piangeva  piano e non si faceva vedere da mamma, che se no mamma prendeva la cucchiarella di legno e giù a spezzargliela sulle gambe a Tata.

E poi Quando viene papà il resto, diceva. Che pizzicava di più quella frase che le strisciate di cucchiarella stampate sulle gambe.

 

E allora lei non diceva niente a mamma di Brutta lenticchiosa. Se ne stava a pensare che le lentiggini, come mamma, solo lei. Pure se i capelli erano neri. Ma le lentiggini, come mamma, solo lei. E poi piangeva piano piano, in cameretta, senza farsi vedere, sommessa come un sobbollire di minestrone. Di lenticchie. E aspettava. Aspettava che Tata. Ma quella mai. Mai a dire scusa.

No. Non era una brava bambina. Per niente era una brava bambina. Tanto si sbrodolava sicuro col gelato, se mamma lo comprava. Sicuro.

 

Vi devo raccontare una bella cosa, aveva detto mamma sul tram che traballava sferragliando tra le casone alte alte, verso la Bellezza. Tata coi piedi di qua e di là della ruota dello snodo, che si faceva trascinare e sballottare ad ogni curva e rideva e rideva e mamma a dire Sssshhhhhhhhh! Buona. Buona un po’. Vieni qui. Buona. Zitta.

Figurati! Buona Tata! Quando mai! E lei si teneva salda, eroica, vedi come sto buona pensava. E che fatica su per i polsi. Ma lei contrastava. Contrastava la vita che voleva farla cadere. Forte contrastava i sobbalzi. E le paure.

 

Arrivate. Spalancata la piazza della stazione Termini. Immensa di luce di giugno, di gente, di macchine e autobus. D’estate e di vacanza.

Camminavano tutt’e tre, le gemelle con le scarpette bianche ben pulite col bianchetto e mamma cantava   

Que Sera, Sera,
Whatever will be, will be
The future’s not ours, to see
Que Sera, Sera
What will be, will be

Bella mamma, coi capelli rossi come un incendio sulla schiena.

Sediamoci lì, aveva detto.

Una panchina sotto i platani. A terra un chiacchiericcio di piccioni. E loro, buone, scarpette, borsetta, guantini bianchi, il gelo del marmo sotto le coscette nude. I piedi penzoloni.

Vi voglio dire bene bene una cosa, aveva detto mamma, con un’aria magica. Misteriosa.

Siete grandi, ormai. Vi voglio dire come nascono i bambini. Va bene? Volete?

 

E loro Sì. Insieme. D’accordo, adesso.

Tutt’e due Sì, con la testa. In attesa.

…

…

…

(by poetella)

 

Que serà serà – Connie Francis

 

 

 

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