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Poetella's Blog

~ "questo sol m'arde e questo m'innamora"- Michelangelo

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Archivi della categoria: malinconia

Perché vedi caro…

25 venerdì Lug 2014

Posted by poetella in amore?, malinconia, nostalgia, sogni

≈ 12 commenti

Tag

amore, bellezza, dimmi, dove sei?, fotografia, nostalgia, parole, Pensieri

chiudo la tenda

(foto di poetella)

Qui la voce

Perché vedi caro
certe volte mi sembra cha a dirlo ai fiori in balcone o magari a quei due piccioni che ci si sono accasati, o al geco che a volte, la sera, striscia veloce, dalla lucetta del piccolo lampione appeso sopra la piantina di begonia, alla prima zona d’ombra che trova, accogliente e silenziosa, dirlo a loro, certe volte non mi basta.
Dirgli delle nuvole, per esempio, di quante forme sempre nuove, mutevoli, visto mai una nuvola uguale all’altra? di quella loro leggerezza, di quella libertà di andare e tornare e dissolversi e riformarsi più in là, di quella loro indipendenza senza leggi e comandi e dell’indescrivibile azzurro che le tiene appese come gli angeli d’un presepe napoletano e del vento che le spinge soffiando come un bimbo che fa bolle di sapone, dirlo alla strada, oppure, che guardo come un fiume grigio con le foglie che ci viaggiano verso il mare, ma dove sarà mai il mare? Dove l’azzurro? Dove la meta, la spiaggia, l’isola felice?

Insomma, stare a dire tutti questi puntini di pensiero all’aria, alla cortina del palazzo di fronte, al grande vaso con la rosa e a quello piccolo col rosmarino, davvero non mi basta.

Vorrei dirlo a te. Ecco.

Allora chiudo la tenda. E la bocca. E gli occhi. E sogno.
…
…
…

(by poetella)

.

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Si sono tutte aperte…

21 mercoledì Mag 2014

Posted by poetella in amore?, anima, aspettando la vecchiaia, Bellezza, consapevolezza, cosa sarà di noi?, crescere, fine di un amore, fiori, fiori di poetella, foto di poetella, fotografia, i miei fiori, la memoria, lasciamovolareilpalloncino, malinconia, mi manchi, nostalgia, paura di non amore, peonie, ricordi

≈ 17 commenti

Tag

amore, crescere, fine di un amore, fiori, fotografia, nostalgia, ti ricordi, vecchiaia

10262120_10203220025653732_8304946550249745405_n(foto di poetella).

.

 
Si sono tutte aperte. Tutte e tre.
A una stanno cominciando a cadere dei petali. Bianchi. Sottili. Sembrano riccioli di burro.
Mi ricordano, per lo meno, riccioli di burro. Come quelli che trovavo, e mi parevano magici, non da mangiare, non da distruggere spalmandoli sul panino caldo, quelli che trovavo nella vaschetta di cristallo rettangolare con gli angoli stondati e il cucchiaino a paletta d’argento accanto a quelle altre tonde, ciotoline con dentro marmellate di vari colori. Tre, mi pare. o due. Non ricordo bene. Ricordo solo che mi piaceva più di tutte quella rosso chiaro.
Mamma diceva, tutta bella, tutti i capelli rossi lunghi, tutta elegante nel suo prendisole di piquè rosa, al tavolo della prima colazione dell’albergo, al mare, mamma diceva che quella era di fragole. La mia preferita. Ancora adesso. Mangia e non ti sporcare.
E allora avevo quattro anni.
Pare che i gusti io non li cambi molto di frequente.

Anche le peonie mi sono sempre piaciute. Ne avevo una di organza applicata sulla camiciola verde menta, a quattro anni, all’albergo al mare.
E mi piaceva da matti.
La toccavo per essere sicura di non perderla. Sicura. Sempre.
Le peonie hanno una bellezza dolente. Ci senti dentro tutta la malinconia della fine.
Ci senti dentro una musica d’oboe. Fonda. Struggente.
Un profumo d’oblio.
Una sta perdendo i petali. Destino.
Quando saranno sfiorite ne comprerò altre.
Loro, posso ricomprarle.
Almeno per qualche altra settimana.

Poi, non più.
…
…
…

(by poetella)

 

Oblivion (Piazzolla)

 
.

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A starlo a sentire c’è …

27 domenica Apr 2014

Posted by poetella in amore mio, aspettiamo la primavera, assenza prersenza, attesa, bouganvillea, desideri..., fiori di poetella, foto di poetella, malinconia, nostalgia, poesia

≈ 9 commenti

Tag

amore, attesa, fiori, fotografia, nostalgia

1374827_10203050504775816_4565626776994135769_n(foto di poetella)

.

.

 
A starlo a sentire c’è un chiacchiericcio
gaio in balcone tra i piccoli fiori di begonia
e quelli sfacciati del geranio rosso
parlotta anche la buganvillea
che inizia il suo viaggio estivo
timidamente. Risoluta ad espandersi
s’espande il vocio alle azalee a quei rimasugli di fiori bianchi
di ciclamino sopravvissuto all’inverno
ed io?
sopravviverò anche io a questo inverno di silenzi?
Anche pochi giorni sono un inverno, sai.

Sopravviverò? che mi si slarga il cuore come una vecchia pantofola
scucita in più punti
verrai? Verrai presto a ricucire a rinserrare a
riempire di nuova fioritura
anche questo mio aspettare
in allarme?

Dai, fai il bravo. È primavera, da un po’.
…
…
…

(by poetella)

 
Étude Op. 10, No. 3 – Chopin (Tristesse)

 

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S’è messo in movimento il circo…

28 venerdì Mar 2014

Posted by poetella in addio amica mia, amiche, Bellezza che salva, Bellezza della natura, foto di poetella, malinconia, mi manchi, morte, nostalgia, poesia

≈ 23 commenti

Tag

addio amica mia, il cielo, tristezza

circo delle nubi(foto di poetella)

Qui la voce di poetella

S’è messo in movimento il circo
delle nuvole
stamattina.
Cavallucci coccodrilli a bocca aperta
elefantini e tigri e conigli e giraffe
e leoni c’era pure un unicorno
obbedienti al domatore
vestito d’azzurro e lustrini.
Guarda che luce sotto il tendone del cielo!

Doma anche me, signor domatore, doma anche
questo mio andare sconsolato
occhi bassi, signore del cielo, schiocca la frusta
dai il comando
insegna il balzo ardito
mettimi in marcia questo pezzo
di cuore
fallo passare nel cerchio di fuoco sparalo
tra le stelle

che me ne vado in giro mani in tasca
e lui fermo lì
bloccato
gelato
a guardarsi dentro
la solitudine
nella sua gabbia senza specchi
senza lucette.

Vuota.

…
…
…

(by poetella)

e per chi volesse scaricarsi lo splendido brano di Sibelius…

Sibelius – Romanza – opera 24 n° 2

.

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Senti che ti dico…

23 domenica Mar 2014

Posted by poetella in adoro la pioggia, amore?, aspettiamo la primavera, assenza prersenza, attesa, Bellezza, foto di poetella, malinconia, poesia

≈ 25 commenti

Tag

amore, attesa, bellezza, fotografia, malinconia, musica antica, poesia

IMG_2228

(foto di poetella)

 qui la voce di poetella

 

Senti che ti dico.

Va bene. Oggi non è primavera.

Piove che pare un piagnisteo del cielo.

Piove e c’è vento.

 

Verrei essere a Venezia. Con te, magari

Posso dirlo, no?

A respirare malinconia e riposare le ali

ripiegate con cura.

 

Ci aiuti la musica, almeno.

Mica si può sempre sorridere

…

…

…

(by poetella)

Renaissance instrumental music – Legrant, Dufay, Cornazano

 

 

 

 

 

.

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È caduta. Vestita da fragoletta…

17 lunedì Feb 2014

Posted by poetella in allegria!, amore?, basta!, biografia..., consapevolezza, cosa sarà di noi?, diario, fine di un amore, indipendenza, malinconia, mi manchi, piangere, poesia, stanchezza, vecchiaia

≈ 8 commenti

Tag

amore, nostalgia, piangere, tristezza, vecchiaia

fragola

(foto dal web)

 

 

È caduta. Vestita da fragoletta.

Con le calze bianche e un vestitino rosso di pannolenci. O di pile

non ho visto bene, tutto a pallini neri. Applicati.

E una fragola in testa. Un cappellino. Con le foglioline verdi di qua e di là.

Punto.

 

È caduta. Avrà avuto un paio d’anni.

Le calze bianche tutte sporcate.

Le guardava. La faccetta, in un attimo, affogata di lacrime.

Senza consolazione.

Neanche la mamma buona a calmarla.

La sentivo piangere anche dopo averla superata di più di venti passi.

O metri.

O giorni. O anni.

A gran voce.

 

Io non piango.

Io non sono caduta.

Non è caduto nessuno.

Chiudiamola lì.

…

…

…

(by poetella)

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Perché stiamo lì a scavare…

11 martedì Feb 2014

Posted by poetella in allegria!, amore?, anima, aspettiamo la primavera, astrologia, Bellezza che salva, Bellezza della natura, consapevolezza, cosa sarà di noi?, diario, foto di poetella, le cose importanti, malinconia, pazienza, poesia, primavera, saggezza

≈ 12 commenti

Tag

amore, astrologia, bellezza, cercando certezze, che sarà di noi?, fotografia, paura, pazienza, saggezza, serenità

20140211_122216

 

(foto di poetella)

 

 

Perché stiamo lì a scavare…

Perché non ci rassegniamo alla pochezza delle nostre conoscenze?

Alla penombra delle certezze?alla loro labilità?

A questo limbo opaco dove si brancola e barcolla continuando a proseguire come giocattolini caricati al massimo. Che sanno, comunque, che la carica…

Beh, finiamola lì.

 

Perché ci creiamo problemucci con piccinerie che dovremmo invece guardare con sufficienza, indulgenza, magari. Dondolando un po’ il capo con un impercettibile sorriso benevolo.

Tipo quello delle mamme che guardano fiere le marachelle dei loro piccoli.

 

Ti vuoi attirare problemi più grossi? Dice lei. Se non impari  coi piccoli, arrivano i grossi!

Mi sa che ha ragione.

Che poi, noi, mica abbiamo subito orrori, torture, prigionie, deportazioni, noi, al massimo qualche sberla di papà, da ragazzine…

Ma sì, una volta, tre chilometri di spiaggia, di pomeriggio, a sberle. Ma che sarà mai!

 

Mica siamo stati sotterrati con solo la testa di fuori e le mani legate per non poter scavare…

Mica ci hanno provato con le scariche elettriche. O pestato.

O appeso a testa in giù, con una corda alle caviglie.

E ce n’è dell’altro. Ce n’è, ce n’è…

 

E allora, via!

Ma che saranno mai i nostri problumucci!

Animo!

 

Poi, una cosa è certa: i transiti planetari, per loro peculiarità, transitano.

E pure noi. Dunque, buon viaggio!

 

Che poi, tra poco, è primavera.

…

…

…

(by poetella)

.

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Prendere decisioni. Urge?

10 lunedì Feb 2014

Posted by poetella in addio, amore?, attesa, basta!, fine di un amore, foto di poetella, malinconia, poesia, stanchezza

≈ 16 commenti

Tag

amore, attesa, fine di un amore, fotografia, poesia, silenzio, sono un po' stanchina...

SAM_0933(foto di poetella)

 

Qui la voce di poetella

 

 

 

 

Prendere decisioni. Urge?

O non sarebbe forse meglio uno scivolare

proprio come Ofelia sull’acqua

magari con delle notine lievi

nostalgiche – struggenti che cantano una ninna

ai pensieri. Stanchi.

 

Stare ad argomentare sul migliore dei silenzi

o sul grido,  sull’affollarsi delle giostre

o sulla dolcezza d’una panchina solitaria

e vuota, in pieno inverno. senza neve

servirà?

Servirebbe forse uno scambio di mani

di fiati di occhi di braccia

un intreccio di gambe un contatto uno scontro

servirebbe un contrasto?

O anche un più morbido sorvolarsi

sfiorarsi immergersi in un campo magnetico

di tenerezza.

Servirebbe, dico io?

 

Con tutta questa libertà tutta questa leggerezza

si comincia a temere  l’oblio.

 

E, peggio, si teme di cancellare la mappa.

 

Tuttavia, sì, devo dirlo, sono stanca forse, d’essere isola

pensavo ieri.

 

Siamo nati per essere penisole, noi. Credo.

…

…

…

(by poetella)

 

 

 

 

 

 

 

 

.

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Forse un movimento d’astri…(replay)

16 giovedì Gen 2014

Posted by poetella in astrologia, basta!, carcere, foto di poetella, il cielo, inverno, malinconia, nebbia, non ne posso più, poesia, quando finisce?

≈ 27 commenti

Tag

dove sei amore mio?, fotografia, rabbia, tristezza, voglia di libertà

il-cipresso

(foto di poetella)

qui la voce di poetella

.

Forse un movimento d’astri

strana congiunzione d’irrequietezze

a stanarle questo malanimo

 

Un incastro in cielo

di corpi mobili oscuri e riflettenti

e allora a dire no. Dire no e basta

mettere su il broncio

dire no e voltare le spalle

alzarle, scrollarle un po’

guardare di lato. Basso.

 

Forse è un movimento dispettoso d’astri

a portarsi via la sua condiscendenza

 

quell’accettazione composta

di statuetta di presepe

di ramo flesso. Che lascia fare.

 

E se ne sta lì tenacemente sola

come un cipresso

lungo lungo addolorato

rigido e scuro contro il vento

 

Puoi sentire scricchiolare

di rabbia

i suo rami

mentre testardo 

solletica il cielo

 

 

Che almeno lui, almeno lui rida

…

…

…

(by poetella)

 

 

 

.

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Avessi orecchie …

29 domenica Dic 2013

Posted by poetella in amore?, assenza prersenza, attesa, Bellezza che salva, Borodin, cosa sarà di noi?, crescere con l'amore, desiderio, foto di poetella, innamorata pazza, le cose importanti, malinconia, morire d'amore, non ne posso più, nostalgia

≈ 23 commenti

Tag

amore, attesa, Avessi, bellezza, borodin, fotografia, mi manchi, nostalgia, poesia, sai?, silenzio, ti amo

SAM_0396_1(foto di poetella)

 

Qui la voce di poetella

 

 

 

Avessi orecchie per sentire

che ne so

magari un  sospiro di formica

lo scricchiolio notturno dei sogni, hai presente?

il fruscio di seta dei ricordi, molle.

 

Avessi orecchie per captare il  palpito

che fa quando plana la libertà

giù dall’altura più solitaria

e bianca e azzurra e altera

lo sciabordio della gioia intermittente

lucetta colorata clic clac clic clac

come un’onda.

 

 

Avessi affinato l’ascolto del buio

occhi di gatta verdi verdi

scintillanti.

[Quando ascolterò la tua voce, ancora?]

 

Invece, vedi un po’! queste orecchie mie

stanche

di silenzio di cella

temo si feriranno al primo scalpiccio

dell’attesa

di gioia. Che verrà.

 

Aspetto, chi lo nega?  Prima o poi verrà.

…

…

…

(by poetella)

 

 

 

 

 

 

.

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Adesso vorrei sentire …

22 venerdì Nov 2013

Posted by poetella in amore?, assenza prersenza, desideri..., empatia, foto di poetella, malinconia, nostalgia, poesia

≈ 13 commenti

20131122_161659(foto di poetella).

 

Qui la voce di poetella

 

 

 

Adesso vorrei sentire  la tua risposta

Sentire  parole, fruscii,

e si smuovesse l’aria!

 

 

E sì che mi farei bastare una piccola nota

un sonaglio nel tutto

che sfumasse e scomparisse

e tornasse e tintinnasse

 

Dove sei tu? Avrò o no diritto di chiamarti in questo silenzio

gocciolante di pioggia?

È tua la voce, la nota, il piccolo

fiotto di luce che cerco

Tu che non dici mai, tu

 

misterioso intreccio di sogni

tu galoppo selvaggio

mio nocchiero di silenzi

Tu, tu sconfinata profumata prateria

dove rombano nubi danzanti

 

Ignoro se ami, [o per lo meno]

io che brucio d’amore

Ignoro se brami se aspetti

se conti, se canti

sapevo che mai prometti. Ignoro il codice

dei tuoi bianchi silenzi. Va bene, no. Non del tutto, dai.

 

Eppure  oggi vorrei, io che non chiedo mai

concediti!

a spaccare la terra

a bagnare la gola.

 

Oppure, adesso ascolta. Ecco. Facciamo così. Ascoltami.

 

Sta qui a sentirne delle belle. Comincio.

…

…

…

(by poetella)

 

 

.

 

 

.

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A volte, malinconicamente…

06 mercoledì Nov 2013

Posted by poetella in amore?, assenza prersenza, autunno, Bellezza che salva, consapevolezza, cose consolanti, diario, felicità, foto di poetella, la forza dell'amore, le cose importanti, malinconia, pensieri sparsi, poesia, speranza, vecchiaia

≈ 16 commenti

foto dal tel 033

(foto di poetella)

 

Qui la voce di poetella

 

 

A volte, malinconicamente

un po’ come nell’Assenzio di Degas, ecco,

malinconicamente mi vedo, mi sento

fotografia sbiadita

d’una me ragazza che ancora aspetta, ancora guarda ancora sente 

ancora

vorrebbe. Ancora vuole.

 

Ancora,  dai! Non è ancora ora di.

 

 

 A volte, con un’ansietà sempre più intensa m’allarmo

non che arrivi fino a Munch, comunque, a quell’orrore

a quello spasimo di raccapriccio

m’allarmo comunque a una nuova, piccola ruga tracciato d’aratro

a dissodare poi sotterrare sogni.

 

 

Altre volte, invece, compiaciuta d’un compiacimento barocco

mi guardo

coi tuoi occhi allo specchio grande del bagno

con la lampadina a luce calda

giochi

di luci ed ombre, tela di Tiziano, o Rembrandt o Rubens

 

Venere, sei la mia Venere, hai detto, ricordo

mentre mi spoglio e mi preparo per la notte

 

e buona notte, buona notte buona notte!

 

che abiterai,

forse,

spero,

possibilmente, sì,

 

che abiterai nel sogni. O no?

…

…

…

(by poetella)

 

 

 

 

 

.

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È adatto. Mahler è adatto a …

21 lunedì Ott 2013

Posted by poetella in autunno, figli, foto di poetella, Mahler, malattia, malinconia, musica, padri e figli, papà, pazienza, ricordi

≈ 23 commenti

1395333_10201664577328496_875119209_n(foto di poetella)

 

 

 

È adatto. Mahler è adatto a questo cielo.

Anche a te, papà. È adatto.

C’è questo morire piano piano, questo arrotolarsi attorno a un filo di luce. O di speranza. E tu cosa speri, papà? Basta, hai detto, voglio morire. Sono stanco.

Sarà vero che vuoi morire? Non credo. Lo so, lo so. Lo so che vorresti.

 

Ah, Mahler… c’è questa stanchezza nelle note. Questa stanchezza infinita, dolente, questa desolata rassegnazione. Questo cedimento continuo. Di cera sgocciolata. Molle. Di foglio di giornale sotto la pioggia. Non lo toccare che si strappa.

Non lo toccare che lo sfinisci.

 

Sei così magro, papà. Un’ombretta impalpabile. E dire che mi facevi tanta paura, da piccola.

Sei un’ombra, ma non ti passano ombre negli occhi quando racconti.

Sempre le stesse storie. No, di Zonderwater è un po’ che non lo racconti.

Adesso tocca alle fidanzate.

A quando eri bello, giovane, forte e pieno di un tracciato splendente di vita che poi hai fatto.

Ok, ok, proprio  splendente no, ma dai. Non è stata male, no?

 

Devi camminare di più papà, se no te lo scordi! Ti vengono le piaghe. È già successo. Lo so che non ti ricordi.

Non ricordi niente di poco fa, o un po’ di più.

Solo settant’anni fa. Settantacinque  anni fa.

Quando amavi. E t’amavano. Dai, racconta. Ma sì, racconta.

Di Anna, di  Maria, di Ingrid, quella che non ti faceva pagare perché s’era innamorata di te, ché tu la facevi godere.

Madonna, papà!

Non me l’avresti mai detta una cosa così, prima.

Ma tu mica racconti a me. tu racconti e basta.

Lo diresti anche al prete di Ingrid, anche al medico del pronto soccorso, a quelli della visita per il rinnovo della patente.

Anche al tassista che ti porta a fare la TAC.

Basta che racconti.

 

Di mamma che, dopo che l’è venuta la crisi mistica t’ha fatto fare voto di castità, però, mica te lo ricordi. Com’era bella mamma, dici.

Mica te lo ricordi. Che mi sa che ha trovato la scusa, lei,  della crisi mistica, ché tu eri …troppo! So’ sicura che è così.

 

Ne conosco un altro che è…troppo.

Ma per me, no. No, no. È giusto.

…

…

…

(by poetella)

 

 

 

 

Mahler  Symphony No. 4 – Karajan

 

 

 

 

.

 

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E se anche fosse arrivato …

05 sabato Ott 2013

Posted by poetella in amore?, consapevolezza, cose consolanti, diario, foto di poetella, malinconia, pensieri sparsi, poesia, serenità

≈ 21 commenti

al-buio(foto di poetella)

 

 

qui la voce di poetella

 

 

E se anche fosse arrivato il momento

se anche lei si fosse dovuta richiudere nel castello scuro e freddo,

alte pareti di pietra umida, piccole finestre e fuori un paese di nebbie e nebbie e nubi e gelo

e pioggia e grandine,

chicchi grossi così!

 un paese morto, desolato, incustodito coi cani randagi e orde di barbari a scendere ogni tanto

e andarsene bruciando erba secca

 

 se anche fosse arrivato il momento

di dire addio ai prati, ai crochi in festa, alle nuvole bianche e ai sorrisi del vento e della giovinezza,

di rinserrarsi in un buio come di sottoterra, di pozzo, di fogna, di grotta senza uscita da girare e rigirare per cunicoli senza torcia, un buio di tana di lupi, di orsi, di serpi

 

se anche fosse arrivato il momento

di staccare l’ancora e lasciare che la zattera prendesse il largo nel vasto mare del destino

e magari slegare il palloncino azzurro, lasciarlo, vederlo lievitare libero su in cielo

vederlo diventare un puntolino minuscolo e poi sparire nella sconfinata, radiosa luce del suo futuro

 

se anche fosse arrivato il momento

 

certo mai lei  avrebbe, certo, mai dimenticato quelle labbra di lampone e gelsomino

quegli occhi straordinari d’oceano ondoso e vasto

quella voce di sorgente di montagna che diceva

Sei bellissima! Bella da morire!

 

E questo, si diceva, questo non ha prezzo!

 

Per tutto il resto…c’è MasterCard!

…

…

…

(by poetella)

 

 

 

 

 

.

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E se invece mi confessassi che …

06 venerdì Set 2013

Posted by poetella in amore?, consapevolezza, cose consolanti, cose faticose, cose sgradevoli, crescere con l'amore, foto di poetella, le cose importanti, malinconia, paura di non amore, vecchiaia

≈ 10 commenti

 

20130906_192903(foto di poetella)

 

 

 

E se invece mi confessassi che ho paura?

Ma tu lo sai? lo sai che capita che m’avvolgo,

mi rivoltolo in una spirale di dubbi di crucci di domande di sentenze

irrevocabili

lo sai che ogni tanto m’appendo alla tenda di broccato verde delle mie insicurezze

come un’attrice del muto a un passo dall’oblio

tutta truccata di finta giovinezza, di finta allegria,

m’appendo e copro le rughe del collo che ancora non ci sono ma verranno,

verranno e magari non le vedo che sono miope, ma i miopi vedono da vicino!

 e magari ci sono sotto sotto e sputeranno tutte insieme alla faccia delle creme e cremette rassodanti esfolianti compattanti leviganti rigeneranti

E se invece mi confessassi che ho paura?

Che mi basta un silenzio di che so, qualche giorno, mese, anno?

Mi basta un silenzio che mica lo so quanto potrà  durare mai e se fosse per sempre?

Mi basta un silenzio e…

 

Ci convinciamo, astutamente,  che la strada per compiere il progetto di sé passi per la stretta via del  distacco.

Ci convinciamo che passi per la consapevolezza profonda di sé

Ma siamo davvero consapevoli?
se fingessi anche con me stessa quando scelgo questo benedetto fluire

senza chiedere senza mai pretendere. Apparentemente. Bastandomi?

 

E se invece mi confessassi che ho paura?

 

No. Niente confessioni. Andiamo avanti. Propizia è perseveranza, dice il saggio.

 

E lui sa.

…

…

…

(by poetella)

 

 

 

John Cage – Dream

 

 

 

 

 

.

 

 

 

 

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ma come si fa che…

11 martedì Giu 2013

Posted by poetella in basta!, consapevolezza, foto di poetella, malinconia, poesia

≈ 16 commenti

Tag

clown, e la vita, s bach, sognare

potature(foto di poetella)

 

 

 

 

Ma come si fa che certi giorni il sorriso

non ce la fa a sentirsi coperchio di tutta questa angoscia che viene su da mille grovigli, da mille inganni, da mille e mille menzogne pietose a mascherare, da mille inconfessate certezze.

E il figlio che non. E il marito che non. E il padre che non. E l’amante che non. Anche l’amante che non. E la gente che non. E la vita che non.

La sorella, poi. La sorella lontana più di quanto non sia lontano l’oceano di fatica a tenersi sulle spalle tutta sé. Intera  e sola.

 

Ma come si fa che certi giorni il sorriso

vorrebbe piegarsi all’ingiù, come all’ingiù stanno tutte le malinconie dei traditi sogni di bambina che, certo, non dico di no, va bene, va bene, confesso, sognava un po’ troppo e sicuramente a sproposito.

No. Non sicuramente. Forse. Ecco. Forse a sproposito. Ché a sognare, se uno deve proprio sognare, meglio sognare in grande. No?

 

Tanto, poi, in genere, ci si sveglia. Che non è possibile continuare a dormire. E dormire.

E dormire.

Si deve agire. Si deve fare. O almeno disfare il malfatto. O almeno provarci.

 

Ma come si fa che certi giorni il sorriso

è dipinto come su una bella faccia di clown. Una bella mezzaluna rossa e le crocette per occhi. Che basta qualche goccia  di pioggia (di pioggia?) a scioglierlo. A scolorirlo. A cancellarlo.

 

Poi, comunque, con colori acconci e mano esperta, allegra!

 

provando e riprovando, diciamo che, diciamo sì, che si rifà.

…

…

…

(by poetella)

L.S. Bach-bwv639 John Lewis Grant

 

 

 

 

 

 

 

 

.

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Ci salvi la Bellezza!

14 martedì Mag 2013

Posted by poetella in basta!, Bellezza che salva, biografia..., consapevolezza, diario, foto di poetella, libertà, malinconia, nonni, nostalgia

≈ 19 commenti

Tag

bambina, tutta la vita

gerani e begonie 2

(foto di poetella)

Ci salvi la Bellezza!

 

 

 

Che c’entrava, adesso. Le era venuto in mente.

Mentre usciva vapore caldo dall’inalatore termale.

Non c’era nesso apparente. O sì? Una bambina che sonnecchiava in un letto grande, non suo.

E, dalla cucina, rumori sommessi in un brodo di silenzio.

Tramestio. Luce filtrata dalle persiane chiuse. Profumo di cera per mobili. Lenzuola di lino spesso. Ricamate.

Da sua nonna.

 

E non alzarsi. Che tanto era vacanza. E c’era tutta la vita, ancora, davanti. Allora c’era.

Una pagina tutta bianca. O no?

Forse che già le tracce di quello che si sarebbe scritto erano stabilite?

Non si scappa?

Forse che non si sarebbe potuto fare niente per deviare, guidare, tracciare  diversamente?

Si sarebbe fatto, se ci fosse stata la possibilità.

Non si fa che quello che è possibile. Pare. No? E, o è possibile, o non è possibile. Inutile startici a.

 

Ancora non poteva alzarsi. Neanche adesso. Doveva finire l’inalazione di vapori sulfo-balsamici.

Le liberavano il naso. Le schiarivano le idee. O gliele annebbiavano.

Affidiamo al vapore tutta la vita. Cancelliamo  tutti gli anni.

Via i passi falsi. Via le false risposte. E le domande retoriche.

Riscriviamo tutto. Cambiamo i personaggi. Sostituiamo i ruoli. 

Un nuovo progetto l’avrei.

Ridisegniamo le mappe.

Anche la pianta di casa. Anche i segni dei passi.

Anche la distribuzione dei mobili. La ridondanza dei mobili.

E degli oggetti che levavano l’aria. E non riempiono i vuoti.

T’accerchiano, t’assediano, ti stringono, t’intrappolano. E lui che compra e compra e compra e compra. Beata te! Figurati se.

 

La casa di nonna era semivuota.

Solo l’indispensabile.

Cos’è indispensabile?

 

Il silenzio, per esempio. Ché questo inalatore fa troppo rumore. Tortura le orecchie già abbastanza torturate. Dev’essere qualche strano transito in cielo.

 

Ma le scoppiava una rabbia, come un bubbone maturo.

 

E, Che c’è a cena?

E, Mi dai, mi fai, mi levi, mi lavi, mi stiri, mi metti, mi compri. Mi telefoni a. mi vedi se.

L’hai preso l’Armolipid in farmacia? E l’Arvenum?

E, Avrei tanta voglia di fare l’amore. Io no (non con te, comunque).

Ma, pagato il condominio? Mi prendi il giornale, già che esci?

Fan culo!

 

E non si può scappare. Oggi, per lo meno, no. Devo fare l’inalazione. Almeno quindici sedute.

Poi, poi, ci sarà qualcos’altro a tendere trappole.

Contaci, bella mia. Non sei di quelle che mollano le zavorre. E neanche bucano il pallone.

 

Ok, ok. però, qualche volta, pure tu, libera, voli. Sicuro. Sì, sicuro.

…

…

…

(by poetella)

 

 

Brahms’Lullaby

 

 

 

 

 

 

.

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Sono molto preoccupata. Sì…

29 lunedì Apr 2013

Posted by poetella in biografia..., comunicazione di servizio, consapevolezza, diario, foto di poetella, le cose importanti, malinconia, pensieri sparsi, sigaretta

≈ 19 commenti

Tag

john cage

SAM_0782

(foto di poetella)

Sono molto preoccupata. Sì.

Decisamente, vistosamente preoccupata. Direi quasi, se non apparisse eccessivo, attanagliata dalla preoccupazione.

Ora, io, tendenzialmente, cerco sempre di lasciar correre, di farmene una ragione.

Cerco sempre di minimizzare. Ché ce n’è già tanti che invece cedono, s’ingarbugliano, s’esaltano delle/dalle/con le preoccupazioni.

Se ne fanno quasi, posso? una ragione di vita.

 

Io, in genere, no.

Ma stavolta non riesco. Non posso uscirne.

Non me ne libero. Non scrollo via. Non faccio marameo.

Mi distraggo, certo. Inseguo pensieri positivi, se ne trovano, ogni tanto, no?

Vago tra faccende e faccenduole di poco conto.

Vado, faccio, vedo, annoto. Considero. Seleziono. Studio. Scelgo. Scarto.

Ma…

Ma torna su. Si ripresenta. S’allarga in petto come una macchia velenosa.

Un mostro famelico. Un nemico forte, agguerrito. Competente d’armi.

E crollo. Mi deprimo. Mi spavento.

Cosa?

Qual è il punto?

 

Semplice.

Pare, e dico pare, che non riesca più, ok, quasi più, a scrivere.

Ecco.

Questo il punto. O i puntini. Fumiamo, va…

…

…

…

(by poetella)

 

John Cage  – Dream.

 

 

 

 

 

 

.

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da “Nora e il bambino che non aveva ombra”…

13 mercoledì Mar 2013

Posted by poetella in dolore che guarisce, foto di poetella, malinconia, mamma, Nora e il bambino che non aveva ombra

≈ 16 commenti

Tag

bambina, Nora e il bambino che non aveva ombra, romanzo

nora-e-il-bambino-che-non-aveva-ombra

(La copertina del libro…)

e qui… il libro…

 

 

 

[…]

 

Una bambina che toglieva da sola

cappotto, cappello, sciarpa e guanti

e li appendeva al gancetto sotto l’ombrellino

rosso e blu.

 

Una bambina che li rimetteva da sola,

abbastanza dritti.

Abbastanza in fretta.

 

All’asilo era molto. Questo è un fatto.

Avrebbe dovuto capire, allora, che ce l’avrebbe fatta.

Fidarsi.

Che avrebbe potuto toglier e mettere

tutti gli strati di dolore e festa,

tutte le pesanti, ingombranti adempienze dei giorni.

Togliere e mettere tutti i desideri. Piegarli.

Riporli nel luogo, nel tempo giusto.

 

Avrebbe potuto

la bambina

almeno avrebbe dovuto ricordare. In seguito.

Adesso che da sola

riesce solo a piangere.

E l’ombrellino non c’è più.

 

E la vita è pioggia forte, è scroscio,

è grandine. È neve.

 

 

Ci saranno forse mai nuovi germogli, per lei?

 

[…]

…

…

…

(by poetella)

 

 …un branetto minimo tratto dal mio romanzo…ve lo ricordate? quello che ha vinto il premio…

Ieri m’è capitato tra le mani e m’è venuta voglia di regalarne un po’ ai miei …lettori…

Ecco.

Il libro è in prosa, comunque…solo ogni tanto, qualche…accapo…

…sera!

Raindrop  Prelude  Chopin

.

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Ancora è netta la scena …

02 sabato Feb 2013

Posted by poetella in amore clandestino, amore?, assenza prersenza, atmosfere magice, attesa, consapevolezza, fine di un amore, foto di poetella, malinconia, nostalgia, passione, poesia, vecchiaia

≈ 22 commenti

Tag

amore, amore vero, baci, fine di un amore, gheorghe zamfir, musica, poesia, ti amo

neo

(foto di poetella)

 

 

 

Ancora è netta la scena a sipario abbassato:

porta socchiusa, la tua testa reclinata a invito

[è un fiore che sbuca dal cemento dei giorni]

sorriso, ciao! Ciao, ciao, ciao

sempre più flebile, Intervalli musicali.

Il mio scivolare come un’ombra

sulle tue labbra alla vaniglia

la nube densa di quel racchiudermi nel cuore della festa

 

e la vertigine, la vertigine!

Danze tribali implorando le piogge.

 

 

Avevo un neo sulle labbra

tempo fa. Non lo vedo più. Strano.

 

Destino pari al ricordo dei tuoi baci. Temo.

…

…

…

(by poetella)

 

 

 

 

 

Gheorghe Zamfir: Plaisir DAmour

 

 

 

 

 

 

.

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Che si possa conservare…

13 domenica Gen 2013

Posted by poetella in amore?, arte, assenza prersenza, attesa, Bellezza che salva, consapevolezza, crescere con l'amore, desideri..., dolore che guarisce, fine di un amore, foto di poetella, le cose importanti, Liszt, malinconia, musica, nostalgia, paura di non amore, poesia

≈ 25 commenti

Tag

amore, anima, genio della lampada, poesia, Ricordi

IMG_4987

(foto di poetella)

 

Ascolta poetella

 

 

 

Che si possa conservare

pietosa memoria, compassionevole memoria

crudele memoria

che si possano conservare intatti in tasca

i colori della felicità

che c’avvampavano l’anima

l’hanno fatto, ricordi?

Che ci scaldavano la scena di questo teatro tragico

che ce la popolavano di fili d’oro

 d’argento e di malachite e lapislazzuli

e turchesi.

 

Che si possa conservare come in una scatolina

sigillata, o magari solo chiusa, socchiusa, ecco

da poter aprire a piacimento

per lasciar uscire come un fumino, come un sospiro

di quelli che fanno i vecchi e un po’ sorridono

 

un fumino da genio della lampada

che s’inchina, quando esce e dice Eccomi! Cosa vuoi, padrone?

 

Cosa voglio?

Rivoglio tutto quello che ricordo. Ridammelo. Adesso. Vuoi? Puoi?

…

…

…

 

(by poetella)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

.

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Una pioggerellina che …

15 giovedì Nov 2012

Posted by poetella in amore?, assenza prersenza, atmosfere magice, attesa, autunno, Bellezza che salva, camminare guardando, diario, emozione, foto di poetella, J.S:Bach, malinconia, musica, nostalgia, pioggia, poesia

≈ 12 commenti

Tag

amore, attesa, il cielo, J.S.Bach, luce, poesia, tristezza

(foto di poetella)

 

Ascolta poetella

 

 

Una pioggerellina che entrava nelle ossa, fitta fitta

stamattina, minuscola, conficcata tra ricordi e aspettative, piccole lance di luce, spilli,

come pensieri d’appena svegli, col chiaro che ancora si nasconde.

Si sottrae al buio un filo d’attesa

Una pioggerellina  che s’infilava ovunque, inumidiva il passato, il futuro imprevedibile.

Il presente secco.

No, non ti stupire se mi veniva facile paragonarla a. Non ti stupire, sai?

 

Una pioggerellina che entrava nelle ossa, fitta fitta

 

e due ragazzi, poi, che se ne andavano camminando sotto due ombrelli aperti, stesso colore, tenendosi per mano. Tenendosi col sorriso e le promesse false. O vere. Non so.

Ombrelli identici. Nuovi nuovi. Solo uno più grande, uno più piccolo.

Stesso negozio, sicuro, stesso giorno insieme a comprarlo.

Fondersi. Arrivare a non vedere più dove comincia uno e finisce l’altro.

Ah! la giovinezza.

 

E noi? Dove andrà a finire tutto questo? Dove andremo mai?

 

Vedi, sto scrivendo da un po’ questa nostra storia.

Scrivo, cancello. Riscrivo. Leggo e rileggo. Correggo.

 

E dire che il bravo scrittore conosce sempre il gran finale.

Storia e resto. Sviluppi. Accadimenti vari. Epilogo, morale. Note e bibliografia.

Sa tutto dall’inizio, il bravo scrittore.

Non sono brava io, pare.

 

E questo mio quadernino a righe che scolora via, all’infinito, e lento si diluisce l’inchiostro,

questo mio quadernino scritto e riscritto.

Troppi fogli, troppi segni fitti fitti, pieni da cancellature.

Ma ormai, che cancelli a fare?

Come le spiani le righe e i monti.

Come riempi i fossati?

 

Ogni tanto c’è un disegno, sai? ci volo su.

Mi piace guardare i disegni belli. Mi ci metto dentro. Piccola piccola, sorvolo zolle di malinconia.

Sono un po’ stanca di farci il sole che ride, sui miei paesaggetti.

Ed è inutile, davvero inutile piantarci  margherite di plastica.

Mai avuto profumo, quelle.

 

Profumo intenso di rosmarino sulla Tiburtina, stamattina.

Strano. Come non chiedersi da dove venisse?

E per quanto ancora.

 

Bene. Lasciatemi qui, vi prego, un po’ qui, occhi socchiusi ad annusare la meraviglia.

 

Intanto potrei guardare un po’ al passato

contando le perle della mia collana.

…

…

…

(by poetella)

 

 

 

.

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tristezza…

28 domenica Ott 2012

Posted by poetella in autunno, foto di poetella, malinconia, musica

≈ 21 commenti

Tag

johannes brahms, nubi, tristezza

(foto di poetella)

Johannes Brahms – Trio for Piano, Clarinet and Cello Op114

.

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Ma tu scrivimi, dici…

26 venerdì Ott 2012

Posted by poetella in amore?, attesa, autunno, Brian Eno, consapevolezza, desideri..., foto di poetella, la luna, malinconia, musica, paura di non amore, poesia

≈ 15 commenti

Tag

amore, Brian Eno, fine di un amore, I Ching

(foto di poetella)

 

 

Ma tu scrivimi, dici, che io ti leggo e ti sento come fossi qui

 

No, senti, sentimi! Non credi che a tendere troppo le corde della chitarra

per accordarla al tuo personale universo

non  credi che a gettare il sasso oltre lo stagno di quello che tu, solo tu, altre il confine lieve della crudeltà,

non credi che io, che tu, che le pretese e le presenze e le assenze e le…

 

senti come si stringe il cielo?

 

Ma tu scrivimi, dici, che io ti leggo e ti sento come fossi qui

 

no, mio caro, non ci siamo, sai? non ci siamo più.

Lo sai che tocca a te, adesso, la conta. Devi saperlo. Gioco io, ora.

Metti le mani sugli occhi e uno e due e tre, fino a mille, metti le mani sugli occhi e uno e due e tre, fino a millemila e  poi cercami, cercami,

 cercami ché mi sono persa e non mi trovo più.

Troppe, troppe parole ho scritto,

formichine tutte in file a fare il giro del mondo una o due tre volte.

Non so.

Tutte in fila, tutte in fila collegate, filo di bozzolo di seta, ma dentro chi c’era?

Tu no. Io?

Forse, sì, io. Legata imprigionata forse protetta, certo, protetta

da quell’attorciglio di dire e dire e dire e dare e dare e dare

forse sì,

 

Ma tu scrivimi, dici, che io ti leggo e ti sento come fossi qui

 

ma io non credo, sai, non credo più che il calamaio della perseveranza possa essere riempito  a lungo.

I Ching o non I Ching, non credo.

Anche se sarebbe propizia, perseveranza. Per  chi?

 

Le cose che continuano a crescere, sicuramente, prima o poi traboccheranno.

Sai, caro, le mie, le nostre frequentazioni, le mie, le nostre galoppate per il cielo dovrebbero aver insegnato. A me, a te. O no?

E se dicessi che il vaso è colmo?

Che il pozzo è secco

Che la corda del secchio s’è spezzata

Che il legno si piega e forse, magari

la piccola volpe si bagnerà la coda, ché ad attraversare la grande acqua ce ne vuole di…

 

E se dicessi che le gambe, le braccia, le mani sono stanche, la gola è secca, e gli occhi bruciano

e la fronte scotta e vorrei, vorrei tanto, dio come vorrei dormire un po’

 

che diresti tu? Sarà questione di luna?Terapia. Prego.

…

…

…

(by poetella)

 

 

Brian Eno – Deep Blue Sea

 

 

 

.

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E se anche fosse arrivato …

25 giovedì Ott 2012

Posted by poetella in amiche, assenza prersenza, autunno, basta!, consapevolezza, crescere con l'amore, dolore che guarisce, foto di poetella, le cose importanti, malinconia, paura di non amore, poesia, silenzio, vecchiaia

≈ 17 commenti

Tag

amore, fine di un amore, il cielo, musica, nuvole bianche, poesia, Ricordi

 

(foto di poetella)

 

 

Ascolta poetella

 

 

E se anche fosse arrivato il momento

se anche lei si fosse dovuta richiudere nel castello scuro e freddo,

alte pareti di pietra umida, piccole finestre e fuori un paese di nebbie e nebbie e nubi e gelo

e pioggia e grandine,

chicchi grossi così!

 un paese morto, desolato, incustodito coi cani randagi e orde di barbari a scendere ogni tanto

e andarsene bruciando erba secca

 

 se anche fosse arrivato il momento

di dire addio ai prati, ai crochi in festa, alle nuvole bianche e ai sorrisi del vento e della giovinezza,

di rinserrarsi in un buio come di sottoterra, di pozzo, di fogna, di grotta senza uscita da girare e rigirare per cunicoli senza torcia, un buio di tana di lupi, di orsi, di serpi

 

se anche fosse arrivato il momento

di staccare l’ancora e lasciare che la zattera prendesse il largo nel vasto mare del destino

e magari slegare il palloncino azzurro, lasciarlo, vederlo lievitare libero su in cielo

vederlo diventare un puntolino minuscolo e poi sparire nella sconfinata, radiosa luce del suo futuro

 

se anche fosse arrivato il momento

 

certo mai lei  avrebbe, certo, mai dimenticato quelle labbra di lampone e gelsomino

quegli occhi straordinari d’oceano ondoso e vasto

quella voce di sorgente di montagna che diceva

Sei bellissima! Bella da morire!

 

E questo, si diceva, questo non ha prezzo!

 

Per tutto il resto…c’è MasterCard!

…

…

…

(by poetella)

 

 

 

 

.

 

 

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Oggi c’è grande confusione nella …

24 mercoledì Ott 2012

Posted by poetella in amore?, attesa, autunno, Bellezza che salva, foto di poetella, malinconia, nostalgia, paura di non amore, poesia

≈ 6 commenti

Tag

amore, nostalgia, stanchezza, tristezza

(foto di poetella)

 

Ascolta poetella

 

 

 

Oggi c’è grande confusione nella scatola dei colori.

Pare si siano tutti un po’ bruniti.

L’umido della notte, forse

A stare troppo a occhi chiusi si crea condensa

 

Ma

si riuscisse a resistere in quest’apnea, riusciremo?

Sicuramente

sicuramente si potrebbe andare poi a scovare

 

abituandosi ad un ritmo diverso del movimento  polmonare

 

un mondo azzurro

d’immersioni totali

e riconoscimenti

 

Forse. O forse no.

…

…

…

(by poetella)

 

 

 

 

.

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Mai una volta che …

22 lunedì Ott 2012

Posted by poetella in amore?, autunno, biografia..., consapevolezza, da Amori Amari, foto di poetella, le cose importanti, malinconia, morte, musica, pensieri sparsi, poesia, quasi racconti, vecchiaia

≈ 20 commenti

Tag

fine di un amore, ti ricordi, tristezza

 

(foto di poetella)

 

Ascolta poetella

 

 

– Mai una volta che dicessi Ti ricordi quando…

 

                 E io penso Ricominciamo con questa storia. Dei ricordi. Vivi di ricordi. Proiettato rigidamente verso un passato che ti colori e ricolori come ti pare.

Lo spolveri e lo lucidi stropicciando la memoria.

E io lo vorrei annullare. Via. Spazzare via tutto. Eliminare e riscrivere come su una lavagnetta. Un colpo di cancellino e via.    

       

             – Mai una volta che dicessi Ti ricordi quando…

 

 

                    e non è vero, dico. E invece è vero, penso. Non mi piacciono quei ricordi che piacciono a te, penso. Troppi sbagli. Troppe sviste. Non mi conoscevo. Quante stupidaggini. Abbagli. L’amore. Non era amore. Adesso lo so cos’è l’amore. Quello che non chiede. Non si abbarbica. Non ha bisogno di. Adesso lo so.

E poi, dai, dai! L’altro ieri, quando ci siamo incontrati a Piazza del Popolo, mi sono ricordata, invece.

                           Si, mi sono ricordata di quella volta che ci siamo visti per andare da Cohen. Certo, dopo l’ufficio. Ti ricordi? A via Margutta. Che tu m’hai detto Che bella che sei. Dieci? Venti, trent’anni fa. Non mi ricordo. Ma Che bella che sei! Sì, quello sì.

 

                               Ecco. Ti ricordi anche tu. Lo vedi allora che mi ricordo?

E non dire Non me l’hai detto che ti sei ricordata.

Mica si deve dire sempre tutto. Si consumano le emozioni a parlarne tanto. Parli, tu parli, parli. Consumi tutto come un fuochetto perenne. Che non illumina niente. Non scalda neanche le mani, figuriamoci il cuore.

 

             – Mai una volta che dicessi Ti ricordi quando…

 

            Lo so, sai. Tu sei affezionato solo al passato. Il presente non conta. L’adesso. Adesso che vuoi che ci si possa ricordare, dici. Siamo vecchi. E allora? Mica puoi far brillare l’adesso solo con la luce dei ricordi. Non si accendono più. Non rinasce quel tempo a ricordarlo. È appassito. S’è fatto amaro.  S’è fatto vecchio pure lui e i ricordi. E ognuno ha i suoi.

E anche quelli comuni, sei proprio sicuro che siano gli stessi? Che sia lo stesso, la stessa emozione che ricordiamo? Sicuro?

Io no.

 

                       E non stare la seduto, col giornale davanti. In pigiama. Mentre aspetti chissà che, chissà cosa, ancora. Che si svegli il drago del passato, il drago che non dorme, sai? non dorme.

È morto. Morto e sepolto sotto una gigantesca, insormontabile montagna, una frana di Ti ricordi, che non voglio ricordare.

                   E non mi dire Sta un po’ qui. Fermati. Ché io ho da fare.

Sempre. Non posso stare mai ferma. Mai ferma  un attimo per non pensare ai Ti ricordi? che non mi voglio ricordare, che non mi piacciono più.

 

                             Figli illegittimi che ripudio, scaccio via col dito puntato verso l’infinito, e lo sguardo inquieto, aggrottato, la ruga sulla fronte più fonda, più amara, Vattene via ricordo. Che io ho da fare.

Faccio tutto io, qua. Ho da fare. La casa, la spesa e la cucina e la raccolta differenziata e il bucato e il balcone e la gelata che quest’inverno s’è portata via tutto, e il cambio di stagione e il cambio d’espressione su questo viso che deve fingere come a teatro e certe volte gli viene meglio e certe no. Come a teatro.

No, non mi posso fermare. Mi scoccio a stare ferma.

Mi annoio. Ma niente, non te lo dico, sai? non lo dico che mi annoio a morte con te. E i tuoi ricordi. Non dico niente. A che servirebbe. Strofino il lavello come fosse la mia vita. Per farla tornare a brillare. Vergine. Nuova.

 

             – Mai una volta che dicessi Ti ricordi quando…

 

                 E dici Se muoio, per te non succede niente.

Ma la pianti con questi discorsi del cazzo. Muori. Ma che muori. Noi siamo già morti, finiti, sotterrati sotto strati di uffa, di ancora, di sempre, sempre, sempre lo stesso.

Dio, sempre lo stesso! Mai niente che si rivolti, che si ribalti, che dia una vibrazione a quest’aria stagnante e ammuffita. E chiudi sempre le finestre. E io le apro. Ma resta tutto lì. Puzza.

E dici Domani ritiro le lastre. E se muoio?

 

                          Se muori lo sai che faccio?

Vendo tutto. Butto tutto. Porcellane, mobili, quadri, tappeti. Impicci vari. Svuoto casa.

E non dire Tutto? No, dai. Tutto no.

E non ti alzare, non mi venire vicino. Non mi  prendere le mani. Che sono bagnate. Non me le stringere.

Che tanto se muori butto tutto, sa’. Butto tutto lo stesso.

                  Lascio solo il letto. I mobili di cucina. E tappezzo casa di scaffali per metterci i libri. Il resto via. Tutto via. Aria.

 

             – Mai una volta che dicessi Ti ricordi quando…

 

No. Non lo dico Ti ricordi quando. Butto tutto con tutti i ricordi appiccicati come mosche morte, incollate, spiaccicate, cancello tutto lo spazio e lo ricreo. Vergine.

 

                   Lascio solo il letto. I mobili di cucina. E tappezzo casa di scaffali per metterci i libri.

 

Coi ricordi degli altri. Che fanno meno male, distolgono, accomunano e consolano un po’, senza dolore. Ecco.

…

…

…

(by poetella)

 

 

 

 

–

 

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ri-posto…

21 domenica Ott 2012

Posted by poetella in amore?, biografia..., consapevolezza, foto di poetella, inverno, malinconia, morte, poesia, vecchiaia

≈ 1 Commento

…ché —lamentesepolta, …

nuovo, interessantissimo blogger che seguo e consiglio, ha da poco commentato questo branetto, che fa parte di una raccolta di monologhetti /dialoghetti che forse…dico forse…pubblicherò.
Titolo “Amori amari”…
Con tante storie d’amore triste. Storie d’incomprensioni e inganni. Storie di sogni impossibili e sogni infranti…

ecco qui…

(foto di poetella)

ascolta poetella

.

.

                      – Ma sì, fammela una carezza, fammela

 

non la levo la mano, non la tiro via con la scusa di una ciglia nell’occhio, dei capelli che scappano dal mollettone come ci fosse vento e non c’è vento, non c’è mai vento, non c’è più vento ormai qui dentro, da tanto, da tanto e allora coraggio, fammela questa carezza, una di quelle che si fanno ai vecchi su una mano sempre fredda, no, non la mia mano, la mia, quella non è fredda. La mano, per lo meno.

                       Magari è vecchia, la mia mano. Magari lei sì. Vedi l’indice? È un po’ curvo, quello della destra, dico, un po’ curvo a forza di scrivere e scrivere, la penna, il mouse, deve essere quello che l’ha curvato, [vedi la sinistra, quella del cuore? Quella no. Non è piena di solchi e nodi. Quella no. È giovane. Quella del cuore]

                       La destra, invece. Sarà quel sempre voler indicare un lontano, ci si stanca a indicare sempre un lontano chissà dove, laggiù dove si schiudono i sogni. Dove potremmo, dove potrebbero, prima o poi. Vedrai che.

Coraggio.

–       Ma sì, fammela una carezza, fammela

 

che vedrai, ti sorriderò come allora, tanto tempo. Tanto tempo passato.

Allora, quando credevo che Visto? Pure io ho trovato. Mica solo le altre. Mica solo Giovanna, o Caterina, o Sara o che ne so, non mi ricordo come si chiamava e lei ce l’aveva l’innamorato. E io pensavo Io mai! Io mai lo troverò uno che.

Io che papà non si fa trenta chilometri per venirmi a portare un cesto di frutta prima che mi svegli. Ché io non me lo merito, Caterina o Giovanna o Sarà sì. A loro i padri glieli portano i cesti di frutta. Io mai. Io no. Io non lo trovo uno che mi ama finalmente e mi fa scordare che tu, papà, non mi  porti i cesti di frutta. E invece poi.

 

–       Ma sì, fammela una carezza, fammela

 

Che non ti dirò Ma che fai, scemo. Non ti prenderò in giro.

Non ti dirò siamo vecchi. Lascia perdere che non.

 

                       Ti sorriderò come sorridevo a correrti incontro, quaranta, trentacinque, trenta, tanti anni fa, quando ancora credevo che sarebbe bastato salvare il mondo, magari salvare solo te dal mondo per sentire che anche io, no, i cesti di frutta no, ma non per colpa mia. Io ero ok.

Io salvavo il mondo. Io salvavo te dal mondo. Ero brava. Ero bella. Ero meglio di Giovanna, Caterina o Sara o non so chi. Non ricordo chi.

–       Ma sì, fammela una carezza, fammela

 

che ti sorriderò come fossimo in una nuova casa tutta bianca e rossa, in un nuovo giardino, no nuovo, il primo giardino, ché non abbiamo mai avuto un giardino nostro e ci nascondevamo nei giardinetti pubblici per scambiarci l’anima e scoprire i corpi diversi. E non ci siamo accorti che. Allora non ci siamo accorti che tutto era diverso. Non abbiamo voluto vedere che noi stessi. Si guarda sempre dentro di noi, da ragazzi e si cerca il riflesso. Ci si illude del riflesso. Ci si convince del riflesso.

                         Poi, quando s’aprono gli occhi, c’è chi li apre, sai? tutto si svela, ma ormai è tardi. Non si possono ricucire i silenzi, non si possono spianare i monti. Si tira avanti e ogni tanto

 

–       Ma sì, fammela una carezza, fammela

 

così, per dimenticare d’esserci sbagliati. Per cercare scuse alla nostra fragilità, alla nostra voglia di perdono. Che non c’è tempo più, ormai. Non c’è tempo per ricominciare. Per riscrivere la pergamena del destino.

Siamo vecchi.

E allora, allora

–       Ma sì, fammela una carezza, fammela

 

Fammela e resta qui, vicino a me. Resta qui e aspetta che faccia effetto, ci vuole poco sai? m’ha assicurato che ci vuole poco. Gli ho detto del gatto, il cancro, non voglio vedere che … piano piano… soffrendo. Voglio farlo io.

 

                            Ci vuole poco, vedrai. Aspetta con me che faccia effetto quest’addio al tutto, al niente, al passato e al futuro che non voglio, quest’addio che ho buttato giù con un po’ d’acqua.

Era fresca, sai.

…

…

…

(by poetella)

 

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Ci facciamo bastare poche parole…

16 martedì Ott 2012

Posted by poetella in amore?, assenza prersenza, attesa, crescere con l'amore, desideri..., foto di poetella, le cose importanti, malinconia, nostalgia, pensieri sparsi, poesia, speranza

≈ 16 commenti

Tag

amore, la tua voce, nostalgia, parlami, ti amo, tracy chapman the promise

Ci facciamo bastare poche parole

 

Oppure no. Magari cerchiamo la coda invisibile. Devono avere certo una coda invisibile.

Come la scia che lascia un pensiero. Ecco.

Devono avere un seguito nascosto, uno strascico di seta azzurra, un profumo che impregni a lungo, anche a finestre aperte.

Quando un desiderio s’espande oltremisura ogni cosa prende i suoi connotati.

Tutto si colora e scolora e colora ancora del suo abbagliante colore.

C’è riverbero.

C’è riflesso.

Ci si specchia, ci si potrebbe specchiare nel suo riflesso.

 

E allora

 noi ci facciamo bastare poche parole.

Ci saziamo della traccia che lasciano nell’aria e ce la scriviamo in petto. Come un marchio, come un sigillo. Un riconoscimento.

Ce le ripetiamo e ripetiamo per sciogliere il gusto in bocca. Anche se non riesce ad arrivare in gola.

Troppo poco. Troppa fame. Alcune, poi, particolarmente dolci, si dissolvono come grumetti di meringa.

Ma la bocca resta dolce, dopo.

Così dolce che anche quel lievissimo gusto amaro, ce n’è di gusto amarognolo, no? Anche quello, beh, via!

Va giù.

Dunque, noi, sempre affamati, ma tanto chi ci toglierà mai quella fame, chi potrà mai saziare la nostra sconfinata ingordigia, la nostra golosità?comunque, noi, almeno proviamo e

 

ci facciamo bastare poche parole

 

senza andare troppo per il sottile, senza indagare, senza chiedere. Sarà, sicuro che sarà, deve proprio essere paura. Saggi quelli che dicevano

chi si contenta gode. Certo. Ma quando?

…

…

…

(by poetella)

 

Tracy Chapman – The promise

 

 

 

.

 

 

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Se almeno stesse piovendo potrei dire…

15 lunedì Ott 2012

Posted by poetella in amore?, atmosfere magice, attesa, autunno, Bellezza che salva, desideri..., dolore che guarisce, emozione, foto di poetella, le cose importanti, malinconia, musica, nostalgia, paura di non amore, pioggia, poesia

≈ 17 commenti

Tag

amore, crescere, desideri, il cielo, malinconia, pioggia, poeisa, sogni

(foto di poetella)

 

 

Se almeno stesse piovendo potrei dire

Zitta! Stattene a guardare la pioggia. Basta con quel tic e tac in testa. Basta, dai!

Direi, senti come scroscia? Senti come lava, come soffia, come sventola vittoriosa.

Senti, senti come romba e rimbomba!

Se almeno stesse piovendo potrei dire

Zitta, sta’ zitta che tanto è inutile starsi a inerpicare sui sì, sui no, sui forse. Inutile stare a dondolare, a vagolare, a cercare di, a prevedere  a dedurre a supporre a congetturare a smentire a scongiurare a questo a quello a quell’altro. È inutile stare a.

Inutile, sai? che stani un pensiero e gli vai dietro e quello corre, sguscia, s’inerpica, si tuffa, sparisce, risbuca. Te lo perdi.

Quindi, dammi retta

Fa finta che almeno stia piovendo

Fa finta che quel fracasso d’acqua ti butti fiori da tutti i dubbi, da tutti i giochi maligni, da tutti i pesi trascinati che schiantano le spalle,  scuriscono la pelle,  annebbiano gli occhi,  spezzano le mani,  levano il fiato, gli anni. L’amore.

Fa finta di vederla, questa pioggia da bere,

da assorbire cogli occhi, con tutti i pori della mente,

da assorbirla  e inventarci  una danza che t’allarga le braccia,

una danza che gira e rigira,

ti solleva la testa,

te la butta un po’ indietro e intanto gira e rigira, gira e rigira

 

mentre tu, zitta, continui a girare con lei e scrivi e sorridi.

…

…

…

(by poetella)

 

Al piano Luigi Maria Corsanico- Rain

 

 

 

 

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